Ancora pochi giorni e la novantasettesima edizione del Tour de France sarà realtà. Il serpentone giallo partirà da Rotterdam il 3 luglio, per giungere ai Campi Elisi il 25 dello stesso mese, dopo 3596 km di salite, discese, pianure, volate, scatti e fughe. Rispetto agli anni scorsi, questa Grande Boucle sembra più dura: i chilometri a cronometro individuale sono pressoché identici a quelli dell’edizione 2009, ma viene meno la tradizionale cronosquadre e i colli alpini e pirenaici assumono un’importanza ancora maggiore.
Si partirà da Rotterdam con un cronoprologo di 8.9 km. All’apertura farà seguito una tappa disegnata su misura per i velocisti con traguardo a Bruxelles, mentre già dal terzo giorno si inizierà a fare sul serio. L’arrivo sul circuito automobilistico di Spa è infatti adatto a fughe e colpi di mano, data la presenza di sei Gran Premi della Montagna, pur di bassa categoria, concentrati nei chilometri finali del percorso. Il quarto giorno è per uomini duri: si va ad Arenberg, la culla della Parigi-Roubaix, dopo 213 km nei quali il pavé sarà il protagonista assoluto. Segnate questa tappa con un cerchio rosso, perché, soprattutto se ci sarà maltempo, la battaglia è assicurata.
Seguono quindi tre frazioni tranquille, indispensabili per caricare le batterie in vista delle prime salite. Infatti, sabato 10 luglio si arriva alla stazione sciistica di Rousses, 1168 metri di quota nel Giura francese, situata subito dopo la Côte de Lamoura, salita di seconda categoria e sesta ascesa di giornata: attenzione anche alla Vouglans e alla Croix de la Serra. Il giorno successivo il classico traguardo di Morzine, nel cuore delle Alpi, preannuncia una seconda battaglia tra gli scalatori. Dopo il meritato giorno di riposo, i corridori dovranno vedersela con la tappa forse più impegnativa: 204 km da Morzine a Saint-Jean-de-Maurienne, con ascese storiche come la Colombière, il Saisies e soprattutto la Madeleine, situata ad una trentina di chilometri dall’arrivo.
Seguono quindi tre tappe adatte alle fughe, con colli più o meno impegnativi disseminati qua e là per il percorso, finché domenica 18 luglio, quattordicesimo giorno di corsa, saranno ancora una volta gli scalatori ad essere chiamati in causa, col traguardo in salita di Ax 3 Domaines situato 30 km dopo il Port de Paillhères, salita hors categorie che scollina oltre i duemila metri. Il giorno successivo, dopo il transito sul Portet d’Aspet in memoria del compianto Fabio Casartelli, il gruppo affronterà il Port de Balès, altro GPM fuori categoria, prima di lanciarsi in picchiata su Bagnères-de-Luchon. Martedì 20 si scaleranno in successione Peyresourde, Aspin, Tourmalet ed Aubisque: nomi che fanno venire i brividi, ma l’ultimo scollinamento è situato a 60 km dal traguardo di Pau. Tuttavia, il Tourmalet verrà affrontato una seconda volta il giorno successivo, come sede d’arrivo della diciassettesima tappa, dopo il secondo ed ultimo giorno di riposo. La pianura verso Bordeaux farà da antipasto per l’ultimo, grande sussulto di questo spettacolare Tour, ovvero i 52 km piatti come un biliardo da fare a cronometro, tra la città girondina e Pauillac, per assestare definitivamente la classifica. Tradizionale conclusione sui Campi Elisi, domenica 25 luglio, con la premiazione del vincitore: sentiremo forse l’Inno di Mameli, dodici anni dopo il trionfo di Pantani?
Marco Regazzoni
Se il Tour de France fosse una persona il generale De Gaulle gli direbbe con la sua aria solenne: “Lei è la Francia”.