Per la terza occasione nella storia dei mondiali, e a otto anni dall’ultima volta, una squadra africana raggiunge i quarti di finale. A eguagliare il Camerun del 1990 e il Senegal del 2002 è il Ghana, sempre più ancora di salvezza di un movimento calcistico – quello africano – che poteva approfittare del primo mondiale giocato nel continente nero per sbocciare e che invece ha tradito le (esagerate) aspettative. Per vedere le Stelle Nere superare l’ostacolo Stati Uniti ci sono voluti 120 minuti e una prodezza atletica e tecnica di Asamoah Gyan, ma ora Appiah e compagni possono cullare il sogno di arrivare lì dove nessuna africana è mai riuscita: alle semifinali, e quindi alla zona medaglie. Dipenderà dall’estro dell’Uruguay di Forlàn e di Suarez, avversario ai quarti di finali dopo la vittoria per 2-1 sulla Corea del Sud, ma soprattutto dalla maturità di una squadra finora ben messa in campo da Milovan Rajevac.
I 23 di Bradley escono a testa alta dal mondiale, pagando fin troppo caramente due sole leggerezze nell’arco di due ore di gioco, tutt’e due capitate a inizio frazione, a gambe fresche ma a mente leggera. La prima, infatti, capita al 5’ del primo tempo: Clark si addormenta a centrocampo con la palla tra i piedi, Prince Boateng gliela strappa e s’invola verso Howard, bruciandolo in uscita con un sinistro rasoterra sul primo palla. È l’inizio di mezz’ora di supremazia territoriale ghanese, che non porta a nessuna azione di rilievo ma tiene gli USA lontanissimi dalla porta di Kingson fino al 35’ quando un disimpegno sbagliato di Mensah concede a Dempsey l’assist a Finley, il cui rasoterra è respinto del portiere. Da lì l’inerzia del match s’inverte, dando il “la” a un secondo tempo tutto a stelle e strisce che comincia con un’altra chiusura provvidenziale di Kingson su Feilhaber (1’ st) e porta al pareggio un quarto d’ora dopo, quando Donovan lancia Dempsey in area e Mensah lo stende ingenuamente causando un rigore solare. Donovan dagli undici metri spiazza il portiere, diventando il miglior marcatore statunitense nella storia dei mondiali (5 reti). Gli USA sono in palla e ci credono, confermando di avere una solida organizzazione di gioco, il Ghana invece si ritrova spesso a difendere, pur concedendo poche serie opportunità agli avversari, le più pericolose delle quali capitano sui piedi di Bradley al 30’ (rasoterra di sinistro in area, bloccato da Kingson) e soprattutto cinque minuti dopo su quelli di Altidore, che su un lancio dalla propria trequarti ingaggia un duello spalla a spalla con Mensah per poi concludere in caduta con un sinistro a lato. Un’azione che è l’esatta copia di quella che deciderà il match tre minuti dopo l’inizio degli inevitabili supplementari, finora mai giocati ai mondiali da nessuna delle due nazionali. Al 3’ pts infatti tocca ad Asamoah Gyan resistere al contrasto aereo con Bocanegra – ultimo baluardo di una difesa totalmente presa di sorpresa – e controllare di petto un lancio alla cieca dalla sua trequarti, per poi coordinarsi alla perfezione per scoccare un sinistro al volo che buca l’incolpevole Howard. È la rottura degli equilibri di un match la cui inerzia sembrava favorire gli americani, i quali avrebbero ancora il tempo di rimediare, ma non la lucidità e la freschezza atletica necessaria. Finisce 2-1 per il Ghana, e a nulla vale l’assalto finale degli uomini di Bradley con Howard a cercare l’impresa disperata.
Stati Uniti-Ghana 1-2 dts
Ghana: Howard; Cherundolo, Bornstein, Demerit, Bocanegra; Dempsey, Clark (31′ st Edu), Michael Bradley, Donovan; Altidore (1′ sts Gomez), Findley (1′ st Feilhaber). All.: Bob Bradley.
Stati Uniti: Kingson; Pantsil, Jonathan Mensah, John Mensah, Sarpei (28′ .t Addy); P. Boateng (32′ st Appiah), Annan; Inkoom (7′ pts Muntari), K. Asamoah, André Ayew; Asamoah Gyan. All.: Rajevac.
Arbitro: Kassai (Ungheria).
Reti: 5’ pt Prince Boateng; 17’ st Donovan (rig.); 3’ pts Asamoah Gyan.
Note: ammoniti Clark, Cherundolo, Jonathan Mensah, Ayew.
Riccardo Patrian