L’Editoriale
Notti Tragiche
Un mese. Per un mese intero non sentirete parlare di nulla, al di fuori della Coppa del Mondo di calcio che si terrà in Sudafrica. Sarete assediati, invasi, da quotidiani rosa aperti. Da programmi che faranno a pezzi il capello su qualsiasi azione, dichiarazione, respiro e supposto pensiero di quegli uomini sudati in braghette. Da sessanta milioni di tecnici, perchè si sa che la nazionale italiana potrebbe giocare in sessanta milioni di modi diversi. Da immagini agonizzantemente lente e angosciosamente ripetute da ogni angolazione che cercano di stabilire la liceità o meno di ogni decisione dell’arbitro. Da clacson tonanti a ogni passaggio del turno (potete sempre mantenere viva la speranza pregando che i non rosei pronostici sulla campagna mondiale degli azzurri si rivelino azzeccati), da bandiere e canti d’inno che il 2 giugno erano rimasti a marcire in cantina. Dai ricordi più gloriosi e ingloriosi di quattro, otto, dodici, ottant’anni fa: dalla testata a Materazzi agli occhi spalancati di Schillaci, da Roberto Baggio a testa bassa dopo il rigore sbagliato al triplice “Campioni del Mondo!” di Nando Martellini, dalle due inaspettate batoste contro le Coree targate 1966 e 2002 alla “partita del secolo”, il 43
contro la Germania Ovest del 1970.
Questa guida è pensata per entrambi i popoli in cui si dividerà l’Italia in questo mese: quelli che dalla fine dell’Europeo 2008 avevano cerchiato la data dell’11 giugno 2010 sul calendario e quelli che invece se ne sono accorti tardivamente e con orrore, e non hanno preso contromisure alla prepotente invasione di calcio che subiranno nel prossimo mese.
Per i primi abbiamo un numero ricco di informazioni, con la presentazione di quest’edizione della Coppa del Mondo, di tutte le squadre e dei protagonisti che daranno vita al torneo. Ci sono le rose complete e definitive annunciate il primo giugno, c’è il calendario per chi vorrà seguire la manifestazione costantemente, ci sono le presentazioni degli stati e la lista completa degli arbitri, oltre ad una lunga retrospettiva sulle edizioni passate.
Per il secondo popolo, quello degli insofferenti che, loro malgrado, non potranno fare altro che sentir parlare di calcio per un mese, c’è tutta una serie di storie che dimostrano che tante volte il calcio (e lo sport in generale) non è solo calci a una palla e calzoncini. Una serie di spunti di riflessione di come quel pallone rotondo possa pesare sulla storia e la vita di una nazione intera. Fate così: stampatela o, se avete un portatile, caricate la batteria e portatelo all’aperto, durante le partite dell’Italia. Sarà tutto calmo, una nazione sarà rintanata dietro alle persiane di fronte alla TV. Potrete immaginare la partita dall’alternarsi di urla e silenzi, e magari ascoltare la telecronaca che esce da una finestra lasciata aperta per via del caldo estivo. Godetevi quei novanta minuti di pace, e leggeteci.