52 chilometri di pianura e strade dritte da Bordeaux a Pauillac, passando per le terre del Bordeaux, uno dei rossi più pregiati al mondo, per decidere il tour. Una cronometro dentro la quale ci sono quattro corse parallele: quella della maggioranza dei ciclisti non specialisti il cui obiettivo è solamente raggiungere i Campi Elisi e riabbracciare le famiglie, quella per la vittoria di tappa, la sfida fra Men’šov e Samuel Sanchez per il terzo posto e il gran duello fra Contador e Schleck per la maglia gialla.
Fabian Cancellara, favorito anche dal percorso meno ventoso, si dimostra il crono-man più forte di questo Tour. Come a Rotterdam la “Locomotiva di Berna” mette tutto il gruppo alle sue spalle a partire dal tedesco che aspira a essere il suo successore Tony Martin e prendendosi la rivincita su Contador che l’anno scorso lo aveva beffato.
Menchov si dimostra il miglior specialista delle corse a cronometro fra i big salendo per la seconda volta consecutiva sul gradino più basso del podio. L’anno scorso il russo era finito terzo dopo la squalifica per doping dell’austriaco Kohl. Dopo aver rifilato due minuti a Samuel Sanchez, domani il capitano della Rabobank potrà assaporare il podio di persona.
Al suo fianco ci saranno Schleck e Contador autori in questa crono di un bellissimo duello. Forse solo nel 1989 quando Greg Lemond rubò per soli 8’’ la maglia gialla a Laurent Fignon una cronometro era stata così avvincente. Quel che è certo che quest’ultima cronometro ha dato (almeno nei primi chilometri) più emozioni dei Pirenei.
Tutti gli addetti ai lavori davano il lussemburghese per spacciato invece il giovane leader della Saxo Bank ha dato davvero del gran filo da torcere al fenomeno spagnolo. Al chilometro 22 Schleck ha raggiunto il suo vantaggio massimo: 5 secondi. Nei chilometri successivi, nonostante la difficoltà a mantenere la posizione, Contador è riuscito a mettere un rapporto più duro fondamentale recuperare secondo dopo secondo. Alla fine Andy Schlek chiude in 1h 07’ 10’’, Alberto Contador, che vince per la terza volta il Tour de France, in 1h 06’ 39’’ .
Alla fine i due grandi protagonisti del Tour sono divisi da 39 beffardi secondi, proprio quelli guadagnati dallo spagnolo, approfittando del salto di catena del lussemburghese. All’arrivo le lacrime di delusione Andy Schleck si confondono con lacrime di gioia di Alberto Contador, che in più di un’occasione ha temuto davvero di perdere la maglia gialla. Oggi il Tour è stato davvero onorato alla faccia di chi ieri lo considerava già chiuso.
Domani passerella conclusiva sui Campi Elisi. Con Contador in maglia gialla, Chartreau in maglia a pois, Schleck in maglia bianca, ci sarà da assegnare oltre all’ultima tappa anche la maglia verde per ora sulle spalle di Petacchi.
Sabato 24 luglio 2010
Tour de France, diciannovesima tappa
Bordeaux – Pauillac (52 km)
ORDINE D’ARRIVO:
Ciclista Squadra Tempo 1. Fabian CANCELLARA
Saxo Bank 1h00’56”
(media 52 km/h)2. Tony MARTIN
HTC-Columbia a 17″
3. Bert GRABSCH
HTC-Columbia a 1’48” 4. Ignatas KONOVALOS
Cérvelo a 2’34” 5. David ZABRISKIE
Garmin a 3’00”
CLASSIFICA GENERALE:
Ciclista Squadra Tempo 1. Alberto CONTADOR
Astana 89h16’27” 2. Andy SCHLECK
Saxo Bank a 39″ 3. Denis MEN’ŠOV Rabobank a 2’01” 29. Damiano CUNEGO
Lampre-Farnese Vini a 56’53” MAGLIA VERDE (punti):
Ciclista Squadra Punti 1. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini 213 2. Thor HUSHOVD Cérvelo 203 3. Mark CAVENDISH
Team Htc-Columbia 197 MAGLIA A POIS (montagna):
Ciclista Squadra Punti 1. Anthony CHARTEAU Bbox Bouygues Tlc 143 2. Christophe MOREAU
Caisse d’Epargne 128 3. Andy SCHLECK
Saxo Bank 116 MAGLIA BIANCA (giovani):
Ciclista Squadra Tempo 1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 89h17’06” 2. Robert GESINK
Rabobank a 8’52” 3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 11’15”
Nicola Sbetti
Non mi aspettavo un Contador così deludente oggi. Alla fine, però, chi mi deluso di più è stato Armstrong. Si vede proprio che ha esaurito la benzina. D’altronde, anche un marziano come lui non ha potuto nulla contro l’avanzare dell’età.
Onestamente nemmeno io, però alla fine ha vinto. Riguardo ad Armstrong io credo che l’età sia più che un alibi. Ha preteso troppo da se stesso ma i media gli hanno chiesto ancora di più. Gilberto Simoni ha fatto un ultimo Giro molto più umile e degno.