“Sono baldi calciatori, assi del domani…”: così recita il ritornello dell’inno del Torneo di Viareggio. E, se dovremo attendere ancora qualche anno per vedere quali degli attuali azzurrini emergeranno, ieri sera abbiamo saputo che, quanto a carattere, la Nazionale Under 21 ha poco da invidiare ad altre formazioni: a Viareggio, capitale del calcio giovanile italiano, la squadra di Pierluigi Casiraghi strappa un pareggio (2-2) nell’amichevole contro la Danimarca, ultimo test prima delle (delicate) sfide contro Bosnia-Erzegovina e Galles valevoli per le qualificazioni agli Europei del prossimo anno.
Ma quali sono i veri azzurrini? Quelli opachi ed inconcludenti del primo tempo? Quelli brillanti e pimpanti della ripresa, bravi a rimontare il doppio svantaggio fino a sfiorare addirittura il sorpasso? Probabilmente è ancora presto per dirlo, ma due sono le certezze, una positiva, l’altra negativa. La prima: questa squadra, nel momento di difficoltà, ha saputo sfoderare una grinta leonina ed ha rimesso in discussione un destino che pareva ormai segnato, per giunta di fronte ad un avversario ben più attrezzato quanto a condizione fisica. La seconda: la difesa ha traballato, specialmente nella prima frazione, ed è forse su questo che Casiraghi dovrà lavorare maggiormente in vista del doppio impegno contro bosniaci e gallesi.
Di fronte ad una bella cornice di pubblico, Italia e Danimarca propongono lo stesso modulo di gioco, il 4-4-2 marchio di fabbrica di Arrigo Sacchi, presente sulle tribune dello stadio dei Pini. Ma, complice anche il fatto che in patria il campionato è ripreso da un mese dopo la sosta per i Mondiali, sono i danesi a partire con il piede giusto: sono passati undici minuti quando l’esordiente Styger Larsen riprende un traversone di Fenger Nielsen ed impegna Mannone con una velenosa parabola. La Danimarca usufruisce di un corner e Dalsgaard, da breve distanza, non approfitta di un’uscita a vuoto da brividi di Mannone. La risposta dell’Italia arriva al quarto d’ora sugli sviluppi di una ripartenza: Barillà serve sulla sinistra Okaka che, grazie anche ad una leggerezza di Lasse Nielsen, si invola verso la porta difesa da Lössl. L’attaccante della Roma, tuttavia, preferisce la precisione alla potenza e spara addosso all’estremo difensore ospite che, curiosità, un anno fa giocò in questo stadio vestendo la maglia del Midtjlland. La retroguardia azzurra appare perforabile, non trasmette sicurezza e così non sorprende il vantaggio scandinavo al 20′: Styger Larsen fugge sulla sinistra e scodella il pallone al centro, dove Lyng interviene di prepotenza svettando su Ogbonna ed insaccando alle spalle di Mannone. Gli azzurrini tentano una timida reazione, ma nel reparto avanzato gli schemi non funzionano: una triangolazione tra Macheda e Schelotto viene respinta dalla difesa, mentre Barillà spara alto su punizione.
Ad inizio ripresa Casiraghi manda subito in campo quattro forze fresche: l’impalpabile Macheda lascia il posto al rientrante Paloschi, mentre l’esordiente D’Ambrosio rileva Bellusci sulla corsia destra della difesa, Bolzoni sostituisce Marrone in linea mediana e Pasquato subentra a Barillà. Il fantasista scuola Juventus, fresco di passaggio al Modena, prova ad imprimere una svolta all’incontro, gettando scompiglio nella retroguardia ospite: è suo il corner su cui capitan Ranocchia colpisce di testa, incocciando la traversa. Ma è proprio una palla inattiva a punire, dopo sette minuti, l’Italia: Styger Larsen colpisce di testa, Ranocchia compie un primo miracolo salvando sulla linea ma nulla può sulla lesta ribattuta di Lasse Nielsen. Ed è qui che l’Italia inizia a cambiare volto, gettando la maschera di squadra senza idee e poco incisiva per vestire quella, più accattivante, di un gruppo unito e grintoso: Schelotto e D’Ambrosio corrono come dei levrieri sulla fascia destra, andando più volte al cross da fondo campo. Il gol azzurro, tuttavia, nasce da un errore grossolano di Albæk che con un retropassaggio suicida serve un pallone delizioso a Paloschi: il bomber del Parma non spreca la preziosa occasione e batte Lössl in uscita, mettendo così a segno la sua quarta rete con la maglia azzurra. Rivitalizzata dal gol e sostenuta dal pubblico viareggino, l’Italia rientra completamente in gioco: Poli con una conclusione dalla distanza costringe il portiere danese a rifugiarsi in corner, poi Schelotto fa la stessa cosa con un colpo di testa ravvicinato su punizione di Pasquato e, un minuto dopo, Okaka colpisce la traversa su cross dello stesso Pasquato. Dopo un primo tempo deludente, gli azzurrini meritano adesso il pareggio. Che, con qualche sofferenza, arriva ad otto minuti dal termine: ennessimo calcio d’angolo di Pasquato, dalle retrovie sbuca Ranocchia che di testa realizza il gol che corona nel migliore dei modi la sua prima partita da novanta minuti dopo il brutto infortunio patito la scorsa stagione. Nel finale Poli sfiora il palo con un bel diagonale, poi sul rovesciamento di fronte D’Ambrosio anticipa il neontrato Delaney al momento della conclusione. Finisce così, tra gli applausi del pubblico di Viareggio. Casiraghi si avvia verso il doppio impegno per le qualificazioni europee con la consapevolezza di avere un gruppo determinato e con grinta da vendere, ma anche pienamente cosciente che non sarà sufficiente per avere ragione di Bosnia e Galles.
Mercoledì 11 agosto 2010
ITALIA-DANIMARCA U21 2-2 (0-1)
Stadio dei Pini, ViareggioITALIA (4-4-2): Mannone (81′ Perin), Bellusci (46′ D’Ambrosio), Ranocchia, Ogbonna (81′ Mazzotta), Ariaudo (81′ Angella), Schelotto (81′ Crisetig), Poli, Marrone (46′ Bolzoni), Barillà (46′ Pasquato), Okaka (71′ Borini), Macheda (46′ Paloschi). All. Casiraghi.
DANIMARCA (4-4-2): Lössl, Fenger Nielsen (46′ Wass), Lasse Nielsen, Jørgensen, Lumb, Lyng, Povlsen, Lund Nielsen (85′ Delaney), Stryger Larsen (71′ Mortensen), Albæk, Dalsgaard (71′ Schwartz Nielsen). A disposizione: Andersen, Hamalainen, Laudrup. All. Bordinggaard.
ARBITRO: Ribeiro Soares Dias (POR).
GOL: 20′ Lyng, 52′ Lasse Nielsen, 63′ Paloschi, 82′ Ranocchia.
NOTE: angoli 12-5. Ammoniti Schwartz Nielsen e Lumb. Spettatori 2195 per un incasso di 13.075 euro.
Simone Pierotti