PALLANUOTO: SETTEROSA, CHE PAREGGIO CON LA RUSSIA!

Agli Europei l’Italdonne passa come terza classificata dopo un emozionante 12-12: incontrerà la Spagna.

Al termine del rocambolesco pareggio (12-12) tra Russia e Italia non verrebbe da chiedersi chi sia la più forte tra le due, ma la più schizofrenica. Chi, tra un Setterosa che chiude il primo parziale sul 5-1 e poi si fa superare clamorosamente nel successivo e una Russia che, nell’ultimo tempo, sembra condurre agevolmente grazie ai cinque gol di vantaggio e poi rischia addirittura la beffa? In questi Europei di Zagabria non si finisce mai di imparare. Oggi abbiamo appreso un’altra lezione fondamentale: mai pensare di avere già in tasca una vittoria, nemmeno se conduci di cinque reti, mancano cinque minuti e l’avversario ti sembra ormai tramortito, innocuo, incapace di graffiare. Nemmeno se sei la Russia, vincitrice delle ultime due edizioni degli Europei. E, allo stesso tempo, guai a darsi per spacciati. Si può sempre cambiare il destino di un incontro, in qualsiasi momento.

C’era da aspettarselo che la sfida tra le giocatrici agli ordini di Aleksandr Kabanov ed il Setterosa non sarebbe stata una partita qualunque. Basta dare un’occhiata a quanto avviene nel primo tempo: le russe rompono gli indugi con la Prokofieva. Poi, come per incanto, nella piscina di Zagabria riappare il Setterosa dei tempi d’oro: Emmolo pareggia i conti con un gran gol, una beduina della Casanova – con l’aiuto della spalla della Kovtunovskaja – ci consente di festeggiare il primo vantaggio. E poi Bianconi dalla distanza cala il tris, Frassinetti esattamente allo scadere dei trenta secondi conquista con mestiere un rigore che Garibotti trasforma magistralmente e, proprio all’ultimo secondo, Radicchi in superiorità numerica non lascia scampo all’estremo difensore russo. Il Setterosa che annichilisce le campionesse in carica: sogno o son desto? Dalla difesa, però, arriva qualche campanello d’allarme: la Sobolova, una mano destra che si ritrova in posizione 1, viene lasciata troppo spesso in condizione di battere a rete e solo la Gigli e l’incrocio dei pali ci evitano il gol. Ma alla ripresa delle ostilità si capisce che non era un allarme infondato: il Setterosa spenge la luce di fronte alla difesa russa, una zona che, come da manuale, induce le azzurre a conclusioni affrettate e dà il via a numerose controfughe che, per nostra fortuna, non sempre vengono sfruttate. In meno di sette minuti, però, la Russia ci castiga con cinque reti, di cui tre soltanto nei novanta secondi finali: cosa sia successo alle azzurre della prima frazione è un mistero che non verrà mai risolto.

Il terzo tempo è, tra i quattro, l’unico realmente equilibrato: in avvio la Glyzina serve la Tankeeva che, tutta sola, supera il portiere azzurro con un comodo pallonetto. L’ennesimo missile della Garibotti, in superiorità numerica, ci riporta sotto di una rete ma poi la mancina Antonova sigla in maniera fortunosa l’8-6 che, adesso, qualificherebbe la Russia alla semifinale. La prima metà dell’ultimo parziale sembra firmare la condanna alla sconfitta delle azzurre: Gigli subisce l’ennesimo gol dalla mano sbagliata, Emmolo accorcia ancora ma poi a Zagabria si fa notte fonda con il rigore della Prokofieva – e la conseguente uscita per somma di falli della Radicchi -, l’acuto della Antonova e l’erroraccio della Gigli che, di fatto, regala alla Russia la dodicesima marcatura. Mancano più di cinque minuti, qui ormai si rischia la goleada. Prepariamo il pallottoliere? Fermi, il Setterosa ha un sussulto. E che sussulto. Uno scatto d’orgoglio: in quattro minuti le azzurre segnano altrettanti gol, sfruttando a loro volta altrettante situazioni di superiorità numerica. Si rivede il Setterosa tenace, ordinato e pragmatico del primo parziale. Mentre la Russia va, inspiegabilmente, nel pallone. A 36″ dalla fine Bianconi segna un pareggio sì miracoloso e ormai insperato, ma meritatissimo per la reazione che lei e le compagne hanno saputo sfoderare nel momento più buio. La Russia, che sembrava aver messo in cassaforte il risultato, piomba nella disperazione: anche se l’ultima azione andasse a buon fine, in semifinale ci andrebbe comunque la Grecia, premiata per la differenza reti. Le campionesse in carica sono ormai assenti dalla piscina di Zagabria: anche l’ultimo assalto finisce in un nulla di fatto, nonostante un’altra superiorità numerica. Già proprio il dato che condanna le russe al pareggio: appena sei gol su tredici espulsioni a favore. Quanto al Setterosa, il risultato non lo qualifica direttamente alla semifinale. Ma dà un’incredibile iniezione di morale per il quarto di finale contro la Spagna. Facciamo un gioco: immaginiamo che la partita con la Russia sia in realtà durata tredici minuti, gli otto del primo tempo e gli ultimi cinque del quarto. E facciamo finta che quanto successo nel mezzo non sia mai esistito.

Sabato 4 settembre 2010

RUSSIA-ITALIA 12-12 (1-5, 5-0, 2-1, 4-6)

Mladost Sports Center, Zagabria

RUSSIA: Kovtunovskaja, Glyzina 1, Prokofieva 2, Soboleva, Konuch 2, Ryžova-Aleničeva 1, Beljaeva; Protsenko, Pustynnikova, Tankeeva 1, Antonova 1, Ivanova 3, Gaufler. All. Kabanov.

ITALIA: Gigli, Emmolo 3, Bianconi 2, Abbate 1, Rocco, Cotti, Casanova 1; Gorlero, Radicchi 1, Motta 2, Garibotti 2, Aiello, Frassinetti. All.Fiori.

ARBITRI: Bender (Germania) e Juhász (Ungheria).

NOTE: superiorità numeriche Russia 6/13, Italia 9/11. Espulsa per proteste Casanova (I) a 1’44” del quarto tempo. Uscite per limite di falli Radicchi (I) a 1’30”, Pustynnikova (R) a 3’05”, Ryžova-Aleničeva (R) a 5’30”, Abbate (I) a 6’05”, Ivanova (R) a 6’19” nel quarto tempo.

Simone Pierotti