Se, appena un anno fa, qualcuno avesse detto che il Setterosa si sarebbe spinto sino alle semifinali europee, dopo il nono posto ai Mondiali in casa, probabilmente si sarebbe beccato del visionario. Poi, quando alle porte della finalissima ci arrivi per davvero, digerisci male una sconfitta. E il 10-5 incassato contro la Grecia è una cucchiaiata ancor più amara del 7-5 subìto per mano delle elleniche otto giorni fa. Perché quella sconfitta non ci precludeva il passaggio al turno successivo, ma questa ci risveglia con violenza dai sogni d’oro – nel senso della medaglia – come la sirena di un’ambulanza nel cuore della notte. Il Setterosa perde perché non gioca da Setterosa, perde perché la Grecia è una squadra tosta e, non a caso, fin dal primo giorno gode dei favori del pronostico. Guai, però, a gettare nel dimenticatoio tutto quello che le ragazze di Roberto Fiori hanno fatto in questi Europei che, quantomeno, ci fanno nuovamente accomodare al tavolo delle grandi.
Se nel girone eliminatorio il Setterosa aveva iniziato discretamente contro la Grecia, questa volta è proprio la falsa partenza a compromettere l’esito dell’incontro: le avversarie si difendono con ordine ed in attacco si affidano all’estro delle tiratrici o alla forza dei centroboa Asimaki e Lara. Le azzurre riescono, paradossalmente, a contenerle quando difendono in inferiorità ma cedono a uomini pari: Psouni va subito a segno con l’ausilio di una deviazione tanto fortuita quanto determinante, quasi in chiusura Gerolymou raddoppia su rigore e Antonakou fa centro dal perimetro. Le superiorità numeriche, specie nel secondo parziale, decidono tanto nel bene quanto nel male i destini del Setterosa, ermetico quando difende e sprecone quando attacca. Bianconi interrompe il digiuno realizzando il gol che, nei pensieri di Fiori, dovrebbe dare il la alla rimonta azzurra. E invece le greche ci colgono nuovamente in fallo segnandoci su azione, su rigore e persino in superiorità numerica, fino a quel momento il punto di forza delle italiane. La prima metà gara si chiude sul 7-2 per la formazione di Morfesis e, con il Setterosa distratto e mansueto di oggi, il risultato pare ormai deciso.
Ma le azzurre non vogliono ancora darsi per spacciate. E affrontano la seconda parte dell’incontro con maggior concentrazione: non a caso riusciamo a sbloccarci in superiorità numerica, grazie al gol di Cotti. Chi di superiorità ferisce, però, di superiorità perisce: la precisa Roubesi non ha pietà e sfrutta il vantaggio numerico siglando l’8-3. Garibotti mette dentro il suo secondo rigore di giornata e l’Italia torna nuovamente a sperare. Ma è una speranza vana, giacché le azzurre non concretizzano due superiorità che ci avrebbero riportato sulla scia delle greche. Che, dopo averci fatto sfogare, ci puniscono allungando a cinque le reti di vantaggio con Lara. Non c’è più niente da fare, la finale è compromessa e le reti di Abbate dal centro e l’ennesimo rigore di Gerolymou – implacabile dai cinque metri l’attaccante del Vouliagmeni – fanno solamente contenti gli amanti delle statistiche. Avevamo già battuto le greche in semifinale agli Europei, a Vienna e a Budapest, questa volta siamo noi ad uscire sconfitte. Per una squadra giovane ma discontinua come il Setterosa è tutta esperienza che entra.E, possibilmente, da sfruttare già nella finalina contro l’Olanda guidata da Mauro Maugeri.
Mercoledì 8 settembre 2010
ITALIA-GRECIA 5-10 (0-3, 2-4, 2-1, 1-2)
Mladost Sports Center, Zagabria
ITALIA: Gigli, Emmolo, Motta, Abbate 1, Bianconi 1, Radicchi, Casanova; Gorlero, Garibotti 2, Aiello, Rocco, Cotti 1, Frassinetti. All. Fiori.
GRECIA: Tsouri, Antonakou 1, Roubesi 1, Psouni 1, Gerolymou 4, Liosi, Asimaki; Kouvdou, Tsoukala 1, Melidoni, Avramidou 1, Manolioudaki, Lara 1. All. Morfesis.
ARBITRI: Kun (Ungheria) e Simioun (Romania).
NOTE: superiorità numeriche Italia 1/8, Grecia 4/9. Uscita per limite di falli Radicchi (I) a 6’16” del quarto tempo.
Simone Pierotti