“Purito” Rodríguez, “Lo Squalo” Nibali o “Lo Yeti” Mosquera? A cinque tappe dalla conclusione, la sessantacinquesima Vuelta a España è un affare tra questi tre uomini, racchiusi in soli 53’’: è vero, Fränk Schleck occupa la quarta posizione a poco più di due minuti, ma è difficile che possa fare meglio di tutti e tre i suoi rivali.
Partiamo da Rodríguez: 31 anni, catalano di Parets del Valles, è un brillante scalatore, capace però di cogliere qualche acuto anche con azioni più da passista, come dimostra il campionato nazionale spagnolo vinto nel 2007. In questa Vuelta ha fatto suo l’ostico arrivo di Peña Cabarga, ma comunque ha sempre dato prova di una grande regolarità nei piazzamenti che gli permettono di indossare la maglia rossa di leader della classifica generale. Punto a sfavore per il corridore del Team Katusha è indubbiamente la cronometro di Peñafiel, in programma domani: 46 km nel cuore della Meseta Central, ma piatti come un tavolo da biliardo, decisamente più adatti ad un corridore come Vincenzo Nibali, ottimo cronoman.
Nibali, appunto: il ventiseienne messinese sta affrontando questa corsa a tappe con i gradi da capitano della Liquigas, per la prima volta nella sua giovane carriera. Dopo due settimane gestite davvero alla perfezione, a parte le lievi difficoltà nella tappa di Andorra, ieri il siciliano è andato in crisi; la fortuna ha voluto che al suo fianco ci fosse stato Roman Kreuziger, il cui ritmo elevato ha impedito agli avversari, sino ai 500 metri conclusivi, di provare ad attaccarlo. Sfilatosi Kreuziger però, Nibali ha perso quasi 40’’ in mezzo chilometro, sintomo di grandi difficoltà. Tuttavia, un giorno di crisi in una corsa di tre settimane è assolutamente accettabile, e lo Squalo dovrà sfruttare al meglio la giornata di riposo odierna per dare tutto nella cronometro di domani, dove potrebbe infliggere minuti di distacco ai suoi rivali, per poi difendersi nell’inedito arrivo di Bola del Mundo in programma sabato.
Infine, Ezequiel Mosquera, soprannominato Lo Yeti perché, a differenza della maggior parte degli spagnoli, si esalta con temperature particolarmente rigide e condizioni atmosferiche difficili: potenzialmente, il trentacinquenne galiziano sarebbe uno dei migliori scalatori al mondo, ma gli manca sempre quel pizzico di lucidità tattica necessaria, ad esempio, per scegliere il momento migliore per uno scatto, o per gestirsi nel corso di una lunga ascesa. Infatti, non è mai riuscito a vincere nemmeno una tappa alla Vuelta: ci riproverà indubbiamente a Bola del Mundo, così come nella cronometro di domani giocherà in difesa, per conservare quel terzo posto in classifica generale davvero significativo per una piccola squadra come la Xacobeo-Galicia.
Sarà poi interessante vedere come si muoveranno nelle ultime frazioni due giovani che stanno davvero facendo molto bene: da un lato, l’irlandese Nicolas Roche (Ag2r-La Mondiale), figlio d’arte già quindicesimo all’ultimo Tour de France, quinto in classifica a 3’01’’; dall’altro, il venticinquenne slovacco Peter Velits (HTC-Columbia), sesto a 4’27’’, che sta dimostrando, per la prima volta in carriera, interessantissime doti di tenuta su una corsa a tappe di tre settimane. Anche se quest’anno i due si dovranno accontentare di un piazzamento, nei prossimi anni potrebbero essere protagonisti ad un livello ancora più alto.
Marco Regazzoni