CRICKET: TUTTO RIMANDATO ALL’ULTIMA GIORNATA

La penultima giornata si è conclusa senza sorprese con le vittoria di Trento, Bologna e Milano. Qualcuno a Pianoro, nonostante il turno di riposo, sperava di festeggiare già domenica ma il campionato italiano di cricket si deciderà solamente alla 14° e ultima giornata con lo scontro diretto fra i campioni d’Italia in carica e il Milan Kingsgrove, ieri corsaro a Roma contro la Pgs Lux. Gli emiliani sono senza dubbio i gran favoriti, anche perché dalla loro giocano il fattore campo, una maggiore abitudine a disputare partite decisive e, soprattutto, 17 punti di vantaggio in classifica che potrebbero consentire a Jayasena e compagni di ricucirsi lo scudetto sul petto anche in caso di sconfitta con bonus.

Davanti al proprio pubblico il Capannelle Cricket Club si è congedato dal campionato (domenica riposa) con una netta sconfitta (di 113 runs) contro il Trentino, terza forza del campionato. Debacle tutto sommato indolore dato che il club romano aveva deciso di girare l’ordine di battuta, di facendo lanciare diversi giocatori e soprattutto di lasciare spazio ai giovani e a chi ha giocato meno. In campo infatti si contavano ben sei under 18 e nove giocatori prodotti del vivaio under 23. I trentini, chiamati per primi a battere, se la sono cavata discretamente con 140 runs, grazie al fondamentale contributo di Nasrullah (28 runs) e Manoj (30). Fondamentale nel limitare le corse dei battitori trentini, il contributo del giovanissimo Niccolò Barca (nazionale Under 17); 5 wicket e solamente 25 punti concessi in 10 overs. Da segnalare anche la prova del giovane wicket keeper capitolino Edoardo Scanu.

In battuta tuttavia è emersa la scarsa esperienza dei padroni di casa. Intimoriti dalla gran prestazione del lanciatore trentino Fida Hussein (5 wicket) e limitati dall’eliminazione alla prima palla del battitore chiave Suresh Kekul, i romani hanno concluso mestamente la loro corsa con sole 27 runs.

A Grosseto in una giornata ventosa caratterizzata dall’alternanza fra sole e una leggera pioggia, contro un Bologna che ritorna dalla Toscana con il bottino pieno, il Maremma Cricket Club non è riuscito a invertire lo sfortunato trend di risultati negativi e infortuni. Grazie a questa vittoria il Bologna certifica la sua crescita, dopo un inizio di campionato non all’altezza, con il controsorpasso al 4° posto ai danni del Capannelle, mentre ai Grossetani non resta che una partita (in trasferta contro la Lux) per cercare di ottenere la prima vittoria stagionale. Un risultato difficile da pronosticare soprattutto perché la sfortuna continua a perseguitare i maremmani. Ieri erano ben sei i titolari assenti per infortunio, ma durante l’incontro si sono aggiunti lo strappo muscolare di Magi, rimasto comunque stoicamente in campo, e il forfait di Kasun, che si è tagliato alla mano nel tentativo di effettuare un’eliminazione al volo, costringendo i biancorossi a giocare in dieci. Da segnalare, per i maremmani la prestazione dei lanciatori Chandana (22 punti concessi in 6 over e un wicket) e Sanka (4 wicket) e il bel gesto di fair play dei battitori bolognesi che durante i lanci dell’emozionato Umberto Camurati (13 anni) sono andati a battere palle non giocabili senza cercare punti. Da notare come curiosamente ieri c’erano ben due Camurati in campo: Marco (padre) e Umberto (figlio).

Sul campo principale della giornata, quello di Tor Carbone, la penultima (Pgs Lux) ospitava i secondi della classe (Milan Kingsgrove), alla disperata ricerca dei venti punti fondamentali per restare in corsa per lo scudetto. La squadra lombarda è riuscita nel suo intento nonostante un grande inizio dei battitori romani, Edoardo Gallo, Steve Mc Phail e Gabriele Passaretti. All’inizio, vuoi per un pitch non in perfette condizioni, vuoi per la tensione di dover centrare il risultato pieno, i lanciatori milanesi hanno faticato parecchio a trovare una discreta continuità, ma, una volta interrotta la partnership iniziale che aveva ormai superato quota 100 runs, i wicket sono cominciati a cadere con una certa velocità grazie soprattutto ad Alì Amjad (4 wicket). Al contrario dei battitori, i lanciatori della Pgs Lux non hanno minimamente messo in difficoltà i battitori lombardi. Trascinati da Alì Amjad, Roshendra Abeywickrama e dai “sei” di Kularathna Weerasinghe Milano ha vinto la partita per ben 7 wicket.

La classifica è ormai immutabile eccezion fatta per i primi due posti che verranno definiti domenica dopo lo scontro diretto. Il Pianoro in settimana ha giocato due partite con il Cricketers’ Club of New South Wales, in tour in Italia con una squadra di vecchie glorie per aiutare la diffusione di questo sport. Dopo aver dato spazio ai giovani e alle seconde linee contro gli australiani. Domenica prossima all’Oval di Rastignano si tornerà a fare sul serio; il Milano affronterà la trasferta a mente libera non avendo nulla da perdere mentre la pressione sarà tutta sulle spalle dei “campionissimi” del presidente Arcidio Parisi, alla ricerca di una cinquina dal sapore storico.

13° GIORNATA 19 settembre

Campo Capannelle – Roma
Trentino 140 batte Capannelle 27
(Capannelle 4 pt. / Trentino 18 pt.)

Campo Falsetti – Grosseto
Bologna 384 batte Maremma 111
(Maremma 5 pt. / Bologna 20 pt.)

Campo Tor Carbone – Roma
Lux 176 perde da Kingsgrove 179/3
(Lux 4 pt. / Kingsgrove 20 pt.)

RIPOSA – Pianoro

CLASSIFICA

G N V P Pti
Pianoro 11 1 10 0 207
Kingsgrove 11 1 9 1 190
Trentino 11 1 7 3 165
Bologna 11 1 4 6 125
Capannelle 12 0 5 7 122
Lux 11 0 2 9 81
Maremma 11 0 0 11 35

Nicola Sbetti

Si ringraziano per la collaborazione: Leandro Jayarajah, Roshendra Abewickrama e Arcidio Parisi.

VUELTA 2010: NIBALI, MA NON SOLO

Protagonisti, delusioni e curiosità dell’edizione della Vuelta appena conclusa.

Una Vuelta per uomini duri, così si diceva prima della partenza della corsa. E in effetti la vittoria è andata ad un “uomo duro”, un grande passista che ha imparato, nel corso degli anni, prima a difendersi e poi ad attaccare anche in salita: Vincenzo Nibali, nato a Messina il 14 novembre di 26 anni fa ma residente a Mastromarco, nel Pistoiese, ha colto così un trionfo che all’Italia ciclistica mancava da vent’anni, da quel Marco Giovannetti che in maglia Seur vinse la Vuelta nel 1990. Ha saputo gestirsi alla perfezione nelle tre settimane, senza farsi abbattere dai momenti di difficoltà (Andorra e Cotobello), ma anzi, trovando sempre la forza per ribaltare a suo favore le situazioni di corsa.

Come ha saputo fare sull’infernale Bola del Mundo, dove la sua vittima è stata Ezequiel Mosquera, un corridore comunque straordinario. Trentacinque anni, galiziano di Teo, il corridore della Xacobeo-Galicia ha ottenuto la sua prima vittoria di tappa nella competizione sognata da ogni spagnolo, oltre ad essere giunto secondo nella classifica finale: se questo atleta avesse avuto maggiore lucidità tattica, nel suo palmarés ci sarebbe molto di più di una frazione alla Vuelta e di altre quattro corse minori, perché è difficile trovare uno scalatore con doti migliori delle sue.

E poi Peter Velits, che qualcuno non conosceva neppure tre settimane fa: il venticinquenne slovacco, giornata dopo giornata, ha scalato la classifica, arrivando all’apoteosi con una straordinaria vittoria nella cronometro di Peñafiel e con il terzo posto nella graduatoria finale. Il futuro è suo, oltre che di Nibali.

Un pensiero va anche ad Igor Antón: due vittorie di tappa, sei giorni con la maglia rossa di leader, e poi una sfortunatissima caduta, all’imbocco della salita di Peña Cabarga, che lo priva delle ambizioni di gloria. Non possiamo dire che, senza quell’incidente, sarebbe stato il basco a vincere la corsa: sicuramente però, Nibali avrebbe avuto un rivale in più.

Onesta la corsa di Xavier Tondo, sesto posto finale, brillante quella del figlio d’arte Nicholas Roche, settimo nella generale, al miglior piazzamento di sempre in una corsa a tappe. Più deludenti Fränk Schleck, quinto, e Carlos Sastre, ottavo: il madrileno in particolare non ha mai dato l’idea di essere nel vivo della gara, mentre Joaquim Rodriguez, che sembrava il rivale più accreditato di Nibali, paga il crollo nella cronometro e si deve accontentare della quarta posizione Discorso a parte merita Denis Menchov, forse il favorito numero uno della corsa, penalizzato da una violenta botta al ginocchio nelle prime frazioni che lo ha tagliato fuori dalla classifica.

Tra i vincitori di tappa, due successi a testa per Tyler Farrar, Mark Cavendish e Philippe Gilbert: il terzo in particolare ha dato prova di una condizione atletica straripante, che lo rende il favorito numero uno per l’ormai prossimo Campionato del Mondo di Melbourne. Anche lo statunitense e il britannico sapranno comunque dire la loro su un circuito che potrebbe premiare uno sprinter. Il norvegese Thor Hushovd piazza la sua solita zampata a Murcia e poi sparisce, mentre Oscar Freire, prima del ritiro, non è mai stato protagonista della corsa: una citazione anche per il bielorusso Yauheni Hutarovich, vincitore a Marbella e possibile protagonista del Mondiale, e per il mai domo Alessandro Petacchi, capace di mettere in fila tutti a Orihuela.

Va applaudito il coraggio di Imanol Erviti, Carlos Barredo, Mikel Nieve e David Moncoutié, vincitori con azioni da lontano: in particolare, il francese è stato capace di portarsi a casa anche la maglia a pois di miglior scalatore, domando al meglio le grandi difficoltà altimetriche presentate da questa corsa.

E gli azzurri? Detto di Nibali e di Petacchi, ottimi segnali anche da Marzio Bruseghin: senza essere coinvolto nella caduta di Antón, sarebbe stato probabilmente in grado di chiudere nella top ten, ma comunque pare che questo infortunio possa essere superato in tempo per dare il suo solito, imprescindibile apporto alla causa azzurra del Mondiale. Sempre piazzato Daniele Bennati, in qualche occasione “gregario di lusso” per Nibali, sempre all’attacco il piemontese Giampaolo Cheula, senza la fortuna necessaria: qualche bel segnale anche da Giampaolo Caruso e Manuele Mori, mentre Angelo Furlan fa ancora fatica a ritrovare le sue ottime doti di sprinter.

Adesso, tutti in Australia per il Mondiale: Nibali, sicuramente, ci arriverà con una marcia in più.

Marco Regazzoni

VUELTA: FARRAR VINCE NELLA FESTA DI NIBALI

Passerella finale per la Vuelta: l’ultima tappa va a Tyler Farrar che batte Cavendish in volata.

La quiete dopo la tempesta, la festa dopo la fatica: gli 85 km tra San Sebastián de los Reyes e Madrid assomigliano più ad un ultimo giorno di scuola che a una tappa di un grande giro. Sono gli ultimi metri di questa sessantacinquesima Vuelta a España, che ieri, nell’inferno di Bola del Mundo, ha incoronato Vincenzo Nibali proprio re, al termine di un’epica battaglia con Ezequiel Mosquera. Si arriva a Madrid, città di 3.200.000 abitanti, posta a 667 metri sul livello del mare, nel cuore dell’Altopiano della Meseta, al termine di una frazione senza alcuna difficoltà altimetrica, ideale come carosello conclusivo dopo tre settimane di salite. Un quintetto di coraggiosi prova ad andare in fuga, anche se ovviamente un tracciato del genere è un richiamo troppo forte per i velocisti: si tratta del tedesco Dominik Roels (Team Milram), del trentenne fiammingo Jurgen Van Goolen (Omega Pharma-Lotto), del connazionale e compagno di squadra Olivier Kaisen, dell’esperto andaluso Javier Ramirez (Andalucia-Cajasur) e del galiziano Gonzalo Rabuñal (Xacobeo-Galicia). Per Kaisen e Roels si tratta dell’ennesimo attacco in questa Vuelta, ma anche in questa occasione i due non hanno fortuna: infatti, le squadre degli sprinter li tengono costantemente sotto controllo, anche se il ricongiungimento avviene a soli 7 km dal traguardo.

Si arriva così alla volata, con il solito Goss che prova a lanciare Cavendish: tuttavia, Tyler Farrar (Garmin-Slipstream) è lestissimo ad anticipare il duo dell’HTC-Columbia, vincendo con oltre una bicicletta di vantaggio sull’inglese. Il ventiseienne statunitense di Wenatchee aveva già trionfato a Lorca nella quinta tappa di questa corsa, e coglie oggi l’ottavo successo in una stagione che lo ha visto vincitore anche di due frazioni al Giro d’Italia e della Classica di Amburgo.

E poi, la festa in Plaza de Cibeles, il luogo dove il Real Madrid celebra i suoi trionfi: vengono premiati i vincitori delle varie classifiche e dunque anche Vincenzo Nibali, primo nella graduatoria generale finale, che coglie così il più grande successo della carriera. Diretto in ammiraglia da Roberto Amadio e Mario Scirea, il siciliano ha saputo gestirsi alla perfezione nelle tre settimane di corsa, aiutato anche da otto compagni di squadra mai domi: il velocista aretino Daniele Bennati, il veronese Mauro Finetto, il cremonese Jacopo Guarnieri, il giovane polacco Maciej Paterski, il ceco Roman Kreuziger, lo svizzero Oliver Zaugg, il varesino Ivan Santaromita e il belga Frederik Willems. Oggi non è solo il trionfo di Nibali, ma è anche quello di una Liquigas-Doimo che, come già dimostrato nel Giro d’Italia di Ivan Basso, può vantare una coesione di squadra davvero invidiabile e fondamentale per i successi dei propri atleti.

Ordine d’arrivo:

1) Tyler FARRAR (Garmin-Slipstream) in 2h02’24’’;

2) Mark CAVENDISH (HTC-Columbia) stesso tempo;

3) Allan DAVIS (Astana) stesso tempo;

12) Angelo FURLAN (Lampre-Farnese Vini) stesso tempo.

Classifica generale finale (maglia rossa):

1) Vincenzo NIBALI (Liquigas-Doimo) in 87h18’31’’;

2) Ezequiel MOSQUERA (Xacobeo-Galicia) a 43’’;

3) Peter VELITS (HTC-Columbia) a 3’04’’;

21) Marzio BRUSEGHIN (Caisse d’Epargne) a 28’56’’.

Maglia verde (classifica a punti): Mark CAVENDISH (HTC-Columbia);

Maglia a pois (gran premi della montagna): David MONCOUTIÉ (Cofidis);

Maglia bianca (combinata): Vincenzo NIBALI (Liquigas-Doimo);

Classifica a squadre: Team Katusha.

Marco Regazzoni

MOTO: STONER IN POLE AL GP DI ARAGONA

L’australiano della Ducati si aggiudica le prove del GP di Aragona, davanti a Lorenzo e Pedrosa.

Per la serie “guarda un po’ chi si rivede” Casey Stoner partirà domani dal primo posto in griglia nel gran premio di Aragona, terzo dei quattro che si disputano in Spagna dopo quelli di Spagna e di Catalogna. Non succedeva dal 10 aprile, primo Gp dell’anno in Qatar.

La Ducati numero 27 dell’australiano ha tolto il posto ai due padroni di casa Jorge Lorenzo e Daniel Pedrosa, finiti a 3 e 4 decimi. Il risultato di Stoner è in linea con quanto registrato nelle prove di ieri e di questa mattina, che lo avevano sempre visto in cima alla lista dei migliori tempi. Il tempo che ha segnato oggi è stato inavvicinabile: 1’48.942, lontano anni luce per tutti gli altri sempre saldamente sopra all’1’49”.

A parte i tre di testa, che prevedibilmente si giocheranno la vittoria domani, è da registrare la buona prestazione di Nicky Hayden – quarto a conferma che la Ducati qui sa far male – e quella dell’altro americano Ben Spies, ultimo a finire con ritardi umani dalla pole (6 decimi) e capace di piazzare la sua Yamaha clienti davanti all’Honda clienti di De Puniet – ancora convalescente dalla sua frattura “alla Rossi”, ma nessuno glielo dica – e alla Yamaha ufficiale di Valentino Rossi che aprirà la terza fila seguito dagli altri italiani Dovizioso e Simoncelli.

Previsioni per domani (partenza alle ore 14): Pedrosa rimane il pilota più in palla del circuito e forse il favorito per la vittoria finale, ma tra lui e il suo terzo successo consecutivo c’è la Ducati, finora perfetta nel weekend. Tutto dipenderà allora dal ritrovato entusiasmo del fu (?) depresso Stoner e un po’ anche dalla volontà di Lorenzo di forzare la mano in cerca di una vittoria che gli manca da un mese. Cosa che non è certo uno scandalo, ma che quest’anno suona come una notizia.

GRAN PREMIO A-STYLE DI ARAGONA

Classifica qualifiche

Pos. Pilota Naz. Team Moto Km/h Tempo Gap 1st/Prev.
1 Casey STONER AUS Ducati Team Ducati 324.5 1’48.942
2 Jorge LORENZO SPA Fiat Yamaha Team Yamaha 318.6 1’49.251 0.309 / 0.309
3 Dani PEDROSA SPA Repsol Honda Team Honda 326.8 1’49.343 0.401 / 0.092
4 Nicky HAYDEN USA Ducati Team Ducati 319.0 1’49.506 0.564 / 0.163
5 Ben SPIES USA Monster Yamaha Tech 3 Yamaha 317.9 1’49.565 0.623 / 0.059
6 Randy DE PUNIET FRA LCR Honda MotoGP Honda 321.5 1’49.952 1.010 / 0.387
7 Valentino ROSSI ITA Fiat Yamaha Team Yamaha 318.7 1’50.017 1.075 / 0.065
8 Andrea DOVIZIOSO ITA Repsol Honda Team Honda 323.8 1’50.046 1.104 / 0.029
9 Marco SIMONCELLI ITA San Carlo Honda Gresini Honda 318.8 1’50.088 1.146 / 0.042
10 Hector BARBERA SPA Paginas Amarillas Aspar Ducati 326.7 1’50.323 1.381 / 0.235
11 Colin EDWARDS USA Monster Yamaha Tech 3 Yamaha 318.9 1’50.440 1.498 / 0.117
12 Alvaro BAUTISTA SPA Rizla Suzuki MotoGP Suzuki 321.8 1’50.523 1.581 / 0.083
13 Aleix ESPARGARO SPA Pramac Racing Team Ducati 320.2 1’50.537 1.595 / 0.014
14 Marco MELANDRI ITA San Carlo Honda Gresini Honda 324.7 1’50.580 1.638 / 0.043
15 Hiroshi AOYAMA JPN Interwetten Honda MotoGP Honda 325.4 1’50.836 1.894 / 0.256
16 Mika KALLIO FIN Pramac Racing Team Ducati 321.4 1’51.490 2.548 / 0.654

Riccardo Patrian

A MOSQUERA LA TAPPA, A NIBALI LA VUELTA!

Il ciclista siciliano festeggia sulla Bola del Mundo la conquista della Vuelta.

Domani la Vuelta si chiude a Madrid. Oggi la Vuelta decide il suo vincitore. I 172.1 km tra San Martín de Valdeiglesias e Bola del Mundo hanno infatti quel sapore di ciclismo epico, di leggenda, di grande impresa, perché tra il Monte León, il Puerto de Navancerrada e la Bola del Mundo emergerà il vincitore di questa corsa. Particolare attenzione desta la salita finale: è una prosecuzione del già noto Puerto de Navancerrada, che viene così scalato per due volte, ma negli ultimi tre chilometri il fondo è di cemento e le pendenze si inerpicano sino al 20%.

Comunque, il gruppo parte in tarda mattinata da San Martín de Valdeiglesias, nel madrileno, con un clima fresco e qualche goccia di pioggia. Dopo pochi chilometri, parte la fuga di giornata, composta da ben 17 atleti, tra i quali i più importanti son il quarantunenne Iñigo Cuesta (Cervélo), alla sua diciassettesima Vuelta a España, il vincitore di ieri Philippe Gilbert (Omega Pharma-Lotto), che dà così prova della sua grande condizione fisica, il suo compagno di squadra Leif Hoste, pluricampione belga a cronometro e il valenciano Rubén Plaza (Caisse d’Epargne), sedicesimo in classifica generale. L’unico italiano presente nel drappello di testa è Giampaolo Cheula (Footon-Servetto), trentunenne piemontese di Premosello-Chiovenda già all’attacco nei giorni scorsi.

Il vantaggio si attesta attorno ai 4-5 minuti, con il Team Katusha di un Joaquim Rodríguez evidentemente ancora speranzoso di ribaltare le sorti della Vuelta che collabora con la Liquigas-Doimo di Vincenzo Nibali e la Xacobeo-Galicia di Ezequiel Mosquera in testa al gruppo.

Superato senza troppi scossoni il primo passaggio di Navancerrada, all’imbocco del secondo ed ultimo passaggio il gruppetto al comando si spezza in più parti, mentre il plotone principale si avvicina sempre più. A nove chilometri dal traguardo, avviene il definitivo ricongiungimento, con Roman Kreuziger e David García, i più fidati gregari di Nibali e Mosquera, che prendono in mano la situazione, imponendo di volta in volta il ritmo più adatto ai loro rispettivi capitani.

A meno di quattro chilometri dall’arrivo, Mosquera prova ad andar via con un’azione graduale, ma Nibali, dopo aver atteso qualche istante, si riporta subito sulla sua ruota, con la coppia che si presenta appaiata all’inizio del tratto in cemento. Appena le pendenze salgono ulteriormente, il galiziano attacca con maggiore decisione: la maglia rossa perde contatto, ma non va alla deriva. Davanti Mosquera, sempre agile, sui pedali, da scalatore vero; ad una manciata di secondi Nibali, sempre seduto in sella, a spingere un rapporto più duro: la grandezza del ciclismo è racchiusa in questo duello tra stili differenti, tra atleti diversissimi. Ma negli ultimi metri, laddove le doti da grimpeur del galiziano dovrebbero fare la differenza, accade il contrario, perché Nibali recupera, secondo dopo secondo, e riaggancia Mosquera, potrebbe addirittura staccarlo; i due arrivano appaiati, uno a fianco all’altro, col trentacinquenne spagnolo che ha la soddisfazione di aggiudicarsi la prima tappa in carriera nella“sua” Vuelta a España, mentre il siciliano, autore di una fantastica impresa, festeggia il suo trionfo nella classifica generale, abbracciando le decine di tifosi giunti sulla Bola del Mundo da Mastromarco, il paesino pistoiese dove vive da qualche anno.

Domani, il carosello finale (85 km piatti tra San Sebastián de Reyes e Madrid) sarà la giusta passerella per il venticinquenne messinese, autore oggi, assieme a Mosquera, di un duello memorabile che entra di diritto nella storia del ciclismo.

Ordine d’arrivo:

1°Ezequiel MOSQUERA (Xacobeo-Galicia) in 4h45’28’’;

2°Vincenzo NIBALI (Liquigas-Doimo) a 1’’;

3°Joaquim RODRÍGUEZ (Team Katusha) a 23’’;

Classifica generale:

1°Vincenzo NIBALI (Liquigas-Doimo) in 85h16’05’’;

2°Ezequiel MOSQUERA (Xacobeo-Galicia) a 41’’;

3°Peter VELITS (HTC-Columbia) a 3’02’’.

Marco Regazzoni