LA NUOVA ZELANDA PRENDE IL LARGO NEL TRI NATIONS

A Melbourne gli All Blacks battono gli Australiani (rimasti in quattordici per tutto il secondo tempo) e ipotecano il Tri Nations.

All Blacks inarrestabili: battendo 49-28 l’Australia e ottenendo il punto di bonus durante il primo tempo, i neozelandesi si proiettano a punteggio pieno in vetta alla classifica del Tri Nations. Ancora una volta chiave dell’incontro è la disciplina: i due cartellini gialli mostrati a Drew Mitchell hanno sicuramente influenzato la partita, comunque dominata dai Tuttineri. Disciplina però non solo per quanto riguarda le infrazioni da cartellino, ma anche in quanto a tenuta della concentrazione. Gli Wallabies hanno mostrato diversi cali di concentrazione appena dopo aver segnato, permettendo ai neozelandesi di rifarsi immediatamente. Una partita nondimeno godibile, con due squadre votate all’attacco che hanno messo a segno complessivamente dieci mete. Una partita dominata anche da Dan Carter e Richie McCaw, protagonisti del match e metronomo e motore di una Nuova Zelanda inarrivabile.

Dopo uno scambio di punizioni nei minuti di apertura, è l’Australia a varcare per prima la linea di meta, sfruttando un’insicurezza di Carter, che si fa bloccare un calcio di liberazione permettendo agli Wallabies di marcare con Mitchell. Carter si rifà pochi minuti più tardi contrando a sua volta un calcio di Berrick Barnes e andando a schiacciare lui stesso l’ovale in meta: è il primo vantaggio per gli All Blacks, che però non lo lasceranno più andare. Il primo tempo infatti vede i neozelandesi mettere a segno quattro mete senza replica da parte degli Wallabies. Ad allungare le distanze al 12′, due soli minuti dopo la meta di Carter, è l’estremo Mils Muliaina, servito da un calcetto-capolavoro dell’ala Cory Jane. Non bastano una punizione di Barnes e l’ammonizione di Owen Franks per un’infrazione in ruck a bloccare la Nuova Zelanda: in inferiorità numerica arriva la meta di McCaw. Sono passati solo 24 minuti e gli ospiti si sono portati già sul 22-11.

Al 28′ un’altra tegola si infrange sull’Australia, che perde la superiorità numerica e l’ala Drew Mitchell, ammonita per un placcaggio irregolare che farà discutere a lungo durante la prossima settimana. Nonostante in parità numerica Giteau accorci le distanze con una punizione, al rientro di Franks i neozelandesi fanno fruttare la superiorità numerica marcando dieci punti. In quei dieci punti c’è anche la meta del bonus, marcata da Cory Jane proprio nel canale che sarebbe stato difeso da Mitchell: è il 35′, e gli All Blacks chiudono il primo tempo sul 32-14.

Dopo soli tre minuti nella ripresa, Mitchell riceve il secondo cartellino giallo per comportamento antisportivo, dopo aver cercato di impedire a Conrad Smith di giocare una touche veloce schiaffeggiando la palla dalle sue mani. Una leggerezza che gli costa il cartellino giallo e che significa un’intera frazione di gioco in inferiorità numerica per l’Australia. Ad aggiungere sale alle ferite, arriva anche la seconda meta di Muliaina. Nonostante il passivo di venticinque punti e l’espulsione di Mitchell, gli Wallabies cercano di attaccarsi con le unghie e con i denti alla partita: Will Genia conferma quanto di buono mostrato la scorsa settimana e porta la pressione nell’area dei ventidue neozelandese. Dopo un’azione multifase e quasi dieci minuti di pressione, la diga difensiva neozelandese cede: un passaggio di Giteau manda Ashley-Cooper in meta e l’Australia rialza la testa. Di nuovo, però, la gestione mentale della ripresa del gioco è deficitaria e gli All Blacks riescono a gestirla per mantenere gli avversari a debita distanza: un break di Ma’a Nonu manda Rokocoko in meta a soli tre minuti dalla marcatura dell’estremo australiano.

Gli Wallabies non sono ancora domi e continuano a portare pressione con il ritmo dettato da Genia e al 69′ è capitan Rocky Elsom a schiacciare l’ovale in meta. L’Australia è a una sola marcatura dal punto di bonus offensivo, ma non basta. La Nuova Zelanda riesce ad allontanare i propri avversari lontani dalla zona rossa. E alla fine, la settima meta che chiude l’incontro è indicativa di quanto sia inarrestabile la squadra di McCaw: dopo un break da parte del seconda linea Whitelock i neozelandesi si trovano ad attaccare con una linea di dieci uomini contro cui la disperata difesa australiana nulla può. La palla viene aperta al largo, dove Elsom si trova solo contro quattro attaccanti e non può impedire la marcatura di Flynn.

Sabato 31 luglio 2010
AUSTRALIA – NUOVA ZELANDA 28-49 (14-32)
Docklands Stadium, Melbourne (AUS)

AUSTRALIA: Ashley-Cooper – O’Connor, Horne (55′ Beale), Barnes, Mitchell – Giteau (77′ A.Faingaa), Genia (76′ Burgess) – Brown, Pocock, Elsom (c) – Sharpe (47′ Simmons), Mumm – Ma’afu (59′ Slipper), Moore (48′ S.Faingaa), Robinson.

NUOVA ZELANDA: Muliaina – Jane (75′ Dagg), Smith, Nonu (71′ Cruden), Rokocoko – Carter, Cowan (33′ Weepu) – Read, McCaw (c), Kaino – Donnelly (74′ Vito), Thorn (60′ Whitelock) – O.Franks (43′ B.Franks), Mealamu (71′ Flynn), Woodcock.

ARBITRO: Craig Joubert (RSA)

MARCATORI
3′ p. Giteau AUS 3-0
6′ p. Carter NZL 3-3
7′ m. Mitchell AUS 8-3
9′ mt. Carter NZL 8-10
12′ m. Muliaina NZL 8-15
17′ p. Barnes AUS 11-15
22′ amm. O.Franks NZL
24′ m. McCaw t. Carter NZL 11-22
28′ amm. Mitchell AUS
30′ p. Giteau AUS 14-22
33′ p. Carter NZL 14-25
35′ m. Jane t. Carter NZL 14-32
Fine Primo Tempo 14-32
43′ esp. Mitchell (doppia ammonizione) AUS
46′ m. Muliaina t. Carter NZL 14-39
55′ m. Ashley-Cooper t. Giteau AUS 21-39
58′ m. Rokocoko NZL 21-44
69′ m. Elsom t. Giteau AUS 28-44
79′ m. Flynn NZL 28-49
FINALE 28-49

CLASSIFICA: Nuova Zelanda 15, Australia* 4, Sudafrica 0.
* una partita in meno

Damiano Benzoni

SPAGNA E CROAZIA IMBATTUTE IN COPPA FINA

Spagna e Croazia restano imbattute nella terza giornata della Coppa FINA, battendo Romania e Stati Uniti.

Terza giornata della Coppa del Mondo FINA, decisi gli accoppiamenti dei quarti. Spagna e Croazia sono rimaste nuovamente imbattute, guadagnando la testa dei rispettivi gironi. Gli spagnoli hanno superato piuttosto agevolmente (14-8) la Romania con triplette di Minguell e Xavier García: decisivo il terzo parziale, in cui la Spagna piazza l’allungo decisivo in una gara fino a quel momento equilibrata. Più difficile l’incontro della Croazia di Ratko Rudić, vittoriosa per 9-7 sugli Stati Uniti in una partita dominata dalle reti di Sukno e Joković. Dopo un ottimo break dei croati (in vantaggio 7-3 alla fine del terzo quarto) è buona la reazione degli statunitensi, che si riportano a una sola lunghezza di distanza per dar vita a un finale emozionante, chiuso dal terzo centro personale di Joković nel finale.

Nel girone A l’Iran è stato travolto per la terza volta in tre partite, cedendo il passo all’Australia per 26-4. La nazionale iraniana, cenerentola al ballo di Spagna, Romania e Australia, ha concesso 26 gol in ciascuna delle sue partite, per un totale di 78 reti subite e solo 4 messe a segno. Ad approfittarne gli australiani Campbell, Younger e Miller, ciascuno a segno quattro volte. Vittoria facile anche per la Serbia nel girone B: 15-8 alla Cina, durata solo un tempo e tagliata fuori dal match nei successivi due, con parziali di 4-0 e 6-2 a favore dei serbi.

Nei quarti le teste di serie Spagna e Croazia affronteranno rispettivamente le cenerentole Cina e Iran. Ospiti scomodi per la Romania e la Serbia che, invece, dovranno affrontare Stati Uniti e Australia.

GIRONE A
Iran – Australia 4-26
Romania – Spagna 8-14
CLASSIFICA:
Spagna 9, Romania 6, Australia 3 Iran 0.

GIRONE B
Cina – Serbia 8-15
Stati Uniti – Croazia 7-9
CLASSIFICA: Croazia 9, Serbia 6, Stati Uniti 3, Cina 0.

OGGI IN ACQUA
Quarti di finale

15:30 Romania – Stati Uniti
17:00 Australia – Serbia
18:30 Spagna – Cina
20:00 Iran – Croazia

Damiano Benzoni

EUROPEI ATLETICA: TRIPLO IDOWU NELLA SERATA AMMAZZA FAVORITI

Cadono tutti i favoriti nella terza giornata dei Campionati Europei di Atletica Leggera che, finalmente, regalano con il Triplo maschile una gara di valore assoluto.

Phillips IdowuGiunti a metà del cammino i Campionati Europei offrono la prima finale di valore tecnico assoluto con il Salto Triplo maschile: tutti attendono il francese Teddy Tamgho che ha dominato la stagione arrivando a 2 centimetri dai 18 metri ma la zampata, con una gara dove ha dimostrato tutta la sua superiorità, arriva da un grande agonista come il britannico Phillips Idowu che al momento giusto, il quarto salto, mette a segno il suo primato personale atterrando a 17.81 a coronamento di una serie di 4 salti di eccellenza che gli avversari riescono solo ad avvicinare. Il deluso Tamgho viene superato anche da un redivivo Oprea che trova l’estro dei tempi migliori e atterra sull’Argento a 17.51. E’ notte fonda per Fabrizio Donato che litiga con la pedana e con il vento e lontanissimo dai suoi standard si ferma al nono posto preceduto di una posizione da Fabrizio Schembri.

Non ha lo stesso fascino di quella maschile, soprattutto per il cast delle interpreti, ma la finale dei 100 femminili rimane uno dei momenti clou di ogni manifestazione: nel lotto delle concorrenti spunta la venticinquenne tedesca Verena Sailer che dopo aver ottenuto il miglior tempo nelle batterie e in semifinale, ottiene il primato personale in 11″10 per precedere, è questione di centimetri e di spalle portate o meno in avanti, la favorita francese Mang.

Non è serata per i favoriti a Barcellona: cade anche, nel giavellotto femminile, la ceca Barbara Špotáková che viene preceduta, fuori da ogni pronostico della vigilia dalle tedesche Stahl e Obergföll e nell’alto maschile l’atteso russo Ukhov lascia il passo al connazionale Shustov.

Gara Oro Argento Bronzo
Alto M
A.Shustov (RUS)
2.33
I.Ukhov (RUS)
2.31
M.Bernard (GBR)
2.29
Triplo M
P.Idowu (GBR)
17.81
M.Oprea (ROU)
17.51
T.Tamgho(FRA)
17.45
Decathlon M
R.Barras (FRA)
8453
E.Sintnicolaas(NED)
8436
A.Krauchanka(BLR)
8370
100 M F
V.Sailer (GER)
11″10
V.Mang (FRA)
11″11
M.Soumaré (FRA)
11″18
Giavellotto F
L.Stahl (GER)
66.81
C.Obergföll (GER)
65.58
B.Špotáková (CZE)
65.36

Massimo Brignolo

BENE LE EUROPEE ALLA COPPA FINA: 4-0 CON VITTORIE PER SERBIA E ROMANIA

Serbia in trionfo sugli Stati Uniti mentre l’Australia cede il passo alla Romania: quattro vittorie su quattro per le europee.

A Oradea è stata, soprattutto, la giornata dell’Europa: alla Coppa del Mondo FINA di pallanuoto maschile, competizione che mette a disposizione alcuni posti per i Mondiali di Shangai 2011, le squadre del Vecchio Continente la fanno da padrone incontrastate nella seconda giornata di gare. Come da pronostico, la Croazia vince facile contro la Cina: i biancorossi si impongono per 14-4, con tripletta di Miho Bošković e poker del centroboa Nikša Dobud. Successivamente è il turno della Romania padrona di casa: gli uomini di István Kóvacs superano, un po’ a sorpresa, quell’Australia apparsa in grande forma alla Final Eight di World League. Nell’11-9 finale svettano le triplette di Radu e Kadar e pure la doppietta di Ramiro Georgescu, momentaneo capocannoniere della rassegna con 7 reti: gli australiani, dal canto loro, partono ancora una volta fortissimo (3-1 il vantaggio al termine del primo parziale) ma vengono poi raggiunti e sorpassati, manifestando nuovamente una certa difficoltà ad amministrare i risultati. Il big match di giornata era la sfida tra Stati Uniti e Serbia: chi si attendeva una sfida all’insegna dell’equilibrio si è dovuto ben presto ricredere. Finisce, infatti, con una goleada della formazione balcanica (17-9): il gol di Hutten illude subito gli statunitensi, incapaci successivamente di contenere l’onda d’urto dei serbi, il cui capitano Vanja Udovičić va a segno per ben cinque volte. Infine, si rivela di fatto un allenamento la partita della Spagna contro l’Iran: gli iberici emulano la Romania e si impongono con uno schiacchiante 26-1 nel quale vanno a segno tutti gli undici giocatori di movimento.

GIRONE A
Australia-Romania 9-11
Iran-Spagna 1-26
CLASSIFICA: Spagna e Romania 6, Australia e Iran 0.

GIRONE B
Croazia-Cina 14-4
Stati Uniti-Serbia 9-17
CLASSIFICA: Croazia 6, Serbia e Stati Uniti 3, Cina 0.

OGGI IN ACQUA:
ore 15.30 Cina-Serbia
ore 17.00 Romania-Spagna
ore 18.30 Stati Uniti-Croazia
ore 20.00 Iran-Australia

IERI & OGGI: MENNEA E’ CAMPIONE OLIMPICO

Pietro MenneaNascono sotto una cattiva stella le Olimpiadi del 1980 assegnate alla capitale sovietica Mosca: nel giorno della vigilia di Natale del 1979, l’armata sovietica aveva invaso l’Afghanistan con 50.000 soldati e 2.000 carri armati provocando una serie di ritorsioni da parte del blocco occidentale che arrivarono fino al blocco delle vendite del grano da parte degli Stati Uniti e al boicottaggio dei giochi olimpici. Nei paesi appartenenti alla NATO la decisione in merito alle Olimpiadi è particolarmente sofferta: Stati Uniti, Germania Ovest, Canada e Giappone decidono di non inviare atleti mentre in Italia si apre il dibattito. Il governo invita ufficialmente il CONI ad aderire al boicottaggio, il CONI decide di partecipare in ogni caso e si arriva al pasticcio all’italiana di una squadra dove gli atleti appartenenti ai corpi militari non ricevono il permesso di partecipare e la delegazione azzurra non viene autorizzata ad utilizzare la bandiera tricolore.

Il clima è di incertezza fino alle ultime ore prima della cerimonia di apertura e sicuramente non giova agli atleti. Tra questi vi è un Pietro Mennea ormai in piena maturità sportiva: il ventottenne barlettano è alla sua terza Olimpiade dopo la medaglia di Bronzo conquistata nei 200 metri a Monaco nel 1972 e il quarto posto di Montreal nel 1976. Alle Universiadi di Città del Messico dell’anno precedente ha stabilito il primato mondiale in 19″72 superando il record che Tommie Smith aveva stabilito sempre in Messico nel 1968.

Mennea è una corda di violino e l’incertezza preolimpica lo frena nei 100 metri dove non raggiunge la finale che sarà vinta dallo scozzese Alan Wells ma si riprende nei turni preliminari dei 200 metri. Passeggia in batteria imponendosi in 21″26, nei quarti di finale si impegna lo stretto necessario per vincere ancora in 20″60, un tempo di solo un centesimo di secondo superiore a quello fatto segnare da Wells nella batteria precedente.

Nelle semifinali, poche ore prima dell’attesa finale, i due si risparmiano: Wells si qualifica con in quarto posto in 20″76, il barlettano vince la sua batteria in 20″70 davanti al giamaicano Donald Quarrie. E si arriva alla sera del 28 luglio mentre la tensione cresce..

Poco dopo le otto di sera del 28 Luglio 1980, con una temperatura di 23°, l’umidità del 56%, il vento zero, mi presentai alla finale dei 200 metri I miei rivali erano i cubani Silvio Leonard e Osvaldo Lara, i polacchi Woronin e Dunecki, il tedesco orientale Hoff, il giamaicano Quarrie e il britannico Wells. A me toccò l’ottava corsia cioè l’ultima, a Wells la settima…”

Pietro Mennea, L’Oro di Mosca

Allo sparo, Wells parte per annullare al più presto il decalage mentre Mennea, come d’abitudine, parte più accorto per poi distendersi nella seconda parte di gara. All’ingresso nel rettilineo i giochi sembrano fatti con lo scozzese  in vantaggio di 2-3 metri che sembra distendersi meglio fino ai 50 metri e poi… “.recupera .recupera .recupera .recupera .recupera ha vinto! ha vinto! ha vinto! Pietro Mennea ha compiuto un’impresa straordinaria”. E’ la voce del compianto Paolo Rosi che segna per sempre il momento.

Mennea è incontenibile: parte dito al cielo e compie un giro, inseguito dagli addetti al protocollo e alla sicurezza.


Massimo Brignolo