TOUR: L’INFERNO DEL PAVE’ PREMIA HUSHOVD

Ancora cadute nella terza tappa del Tour che sull’arrivo della foresta di Arenberg vede la vittoria di Thor Hushovd e la riconquista della maglia gialla da parte di Fabian Cancellara.

Tor HushovdLe immagini della partenza della terza tappa in linea del Tour de France sembrano riprese in un ospedale più che nella carovana di una corsa ciclistica: cerotti, bende e fasciature di ogni genere si contano a decine. Infatti, le prime frazioni della Grande Boucle sono state costellate da una serie incredibile di cadute. Domenica, si ricordano gli incidenti dovuti ad una curva a gomito posta ai 2000 metri dal traguardo e ad una folle mischia nella volata finale; ieri, la scivolata in discesa di Francesco Gavazzi, schivato da una motocicletta dalla quale però è fuoriuscito dell’olio che ha condotto a terra dozzine di atleti, col conseguente “sciopero” del gruppo, arrivato a passo d’uomo sul traguardo di Spa. I corridori sono letteralmente imbufaliti con l’organizzazione della corsa, e il sudafricano Robert Hunter (Garmin) riassume in una dichiarazione alla Gazzetta dello Sport lo stato d’animo di molti colleghi: “Non capisco perché siamo da queste parti: ci sono stati tre grandi giri ultimamente da queste parti e il gruppo ne è sempre uscito massacrato. Non si tratta di correre veloce e cadere, ma di strade strette, rotonde e isole pedonali. C’è grande stress per stare davanti perché le strade fanno schifo e immancabili arrivano le cadute.”

Il gruppo, che perde lo statunitense Chris Vandevelde (Garmin) e il campione nazionale olandese Nick Terpstra (Milram), riparte in una mattina nuvolosa da Wanze per dirigersi verso Arenberg-Porte du Hainaut,  soprannominata  “Porta dell’Inferno”,  perché il traguardo odierno è il simbolo della Parigi-Roubaix, della corsa che vede gli atleti sporcarsi di fango, di terra, forare, cadere e ripartire, ricordare quel ciclismo eroico che tanti rimpiangono. Dei 213 chilometri previsti, oltre 13 sono suddivisi in 7 settori di pavé, per la gioia…solo degli spettatori, probabilmente. Come sempre, pronti via e parte la fuga di giornata: i sette coraggiosi sono Ryder Hesjedal (Garmin), buon scalatore canadese; Stéphane Augé (Cofidis), esperto passista francese; Steve Cummings (Team Sky), plurimedagliato pistard britannico; Pavel Brutt (Team Katusha), biondo corridore russo sempre all’attacco; Imanol Erviti (Caisse d’Epargne), longilineo navarro; Roger Kluge (Milram), ventiquattrenne pistard tedesco, e Pierre Rolland (Bbox Bouygues Telecom), giovane grimpeur transalpino.

Quick Step e Liquigas sono le squadre che si impegnano maggiormente, evitando che il vantaggio dei fuggitivi acquisisca proporzioni allarmanti, ma poi, negli ultimi 50 km, è la Saxo Bank di Fabian Cancellara a prendere in mano la corsa, con delle trenate impressionanti di Jens Voigt. Davanti resta solo Hesjedal mentre il gruppone, anche a causa di alcune cadute drammatiche (tra cui quella di Frank Schleck), si spezza in più tronconi: Cancellara ed Andy Schleck guidano l’azione decisiva ai -40, sul primo settore in pavé,  seguiti a ruota dal campione del mondo Cadel Evans (BMC), dalla vecchia volpe Thor Hushovd (Cérvelo) e dal britannico Geraint Thomas (Team Sky). Dietro è il caos più totale: Armstrong (RadioShack) e Contador (Astana) cercano di limitare i danni, ma il texano fora e accumula ritardo dal rivale, mentre Basso (Liquigas) è ulteriormente staccato, poco davanti alla maglia gialla Chavanel, vittima di due forature che gli fanno perdere troppo terreno. Ai 6 km dal traguardo il gruppo di Cancellara riprende Hesjedal e si arriva allo sprint: dopo l’ennesima trenata del bernese per far guadagnare altri secondi ad Andy Schleck, Thor Hushovd ha vita facile in volata, precedendo Thomas ed Evans. Per il norvegese della Cérvelo, velocista “duro” in grado di resistere anche su terreni così insidiosi, è il settimo successo in carriera al Tour de France, mentre Cancellara, per coronare una giornata in cui lui è stato il principale fautore dell’azione decisiva, indossa nuovamente la maglia gialla. Tra gli uomini di classifica, Andy Schleck ed Evans guadagnano su tutti gli altri, con Contador che limita i danni, pur venendo staccato nel finale dal compagno Vinokurov; Armstrong perde sorprendentemente dall’atleta spagnolo, mentre Basso è ancora più staccato, ma si sapeva che questa sarebbe stata la sua tappa da incubo.

Domani 153 km tra Cambrai e Reims, senza pavé e con un unico gran premio della montagna di quarta categoria: la quiete dopo la tempesta.

Martedì 6 luglio 2010
Tour de France, terza tappa
Wanze  – Arenberg Porte du Hainaut (213 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Thor HUSHOVD Cérvelo 4h49’38”
(media 44,1 km/h)
2. Geraint THOMAS
Team Sky
stesso tempo
3. Cadel EVANS BMC stesso tempo
4. Ryder HESJEDAL
Garmin stesso tempo
5. Andy SCHLECK
Saxo Bank stesso tempo
28. Alessandro PETACCHI
Lampre-Farnese Vini a 2’08”

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Fabian CANCELLARA Saxo Bank 14h54’00”
2. Geraint THOMAS
Team Sky a 23″
3. Cadel EVANS
BMC a 39″
49. Ivan BASSO
Liquigas Doimo a 3’20”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Thor HUSHOVD Cérvelo 63
2. Geraint THOMAS
Team Sky 49
3. Sylvain CHAVANEL
Quick Step 44

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Jérôme PINEAU Quick Step 13
2. Sylvain CHAVANEL
Quick Step 8
3. Rein TAARAMÄE Cofidis 8

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Geraint THOMAS Team Sky 14h54’23”
2. Andy SCHLECK
Saxo Bank a 46″
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 2’01

Marco Regazzoni

SEMIFINALI: CHI PUO’ SOLLEVARE LA COPPA?

Facciamo le carte alle semifinaliste di Sudafrica 2010: punti di forza e debolezze sulla strada della conquista della Coppa del Mondo.

TatticaArrivati a questo punto tutte e quattro possono vincere, ma ognuna per un motivo diverso.

L’Uruguay può vincere perché ha una forza d’orgoglio che supera i troppe volte compassati olandesi. Tabárez è un fine psicologo, van Marwijk da come sembra è un po’ troppo rilassato. L’Uruguay ha perso nel momento della verità i suoi due uomini migliori, Lugano e Suárez, ma i sostituti hanno pochi minuti sulle spalle e possono portare una ventata di freschezza che a questo punto serve. Il portiere ha la fiducia del mondo, ma attenti è sempre un pochino “distratto”, la difesa è registrata, superarla anche in velocità non è facile (l’innesto di Cáceres migliora l’impatto fisico), il centrocampo si regge sulla forza incredibile di Arévalo a cui si unirà l’energia ancora intatta di Gargano, l’attacco perde tanto con Suárez ma ha sempre Forlán, che sa quello che fa, con Cavani più vicino alla porta e sicuramente pericoloso per i centrali olandesi.

L’Olanda può vincere semplicemente perché ha giocatori migliori in quasi tutti i settori del campo. Stekelenburg è ad oggi il miglior portiere del mondo, van der Wiel a destra non ce l’ha nessuno e Heitinga ha rosicchiato un po’ di anni alla carta d’identità, van Bommel è l’allenatore in campo e da le chiavi della squadra a Sneijder che comanda dalla cintola in su. L’Olanda è arrivata a questo punto perché i giocatori di offesa hanno finalmente riconosciuto un leader in Sneijder e si affidano a lui per qualsiasi cosa. Il primo che si è ribellato, van Persie, ha rischiato di non scendere più in campo e per questo si è subito calmato. Robben se sale di forma diventa l’uomo del Mondiale.

L a Germania può vincere perché è la squadra che gioca il miglior calcio del  Mondiale. Alla squadra del 2008 sono stati aggiunti una mezzala destra che segna tantissimo, Müller, e un uomo di fantasia che gioca semplice, Özil. In questo modo la squadra ha iniziato da dove si era fermata, con meccanismi oliati, riproposti con grande facilità. Paradossalmente ha beccato due squadre molto facili da battere: l’Inghilterra era bolsa fisicamente, l’Argentina non aveva né capo né coda e nessuno passava la palla all’altro, battere la Spagna è sicuramente più difficile.

La Spagna può vincere perché ha la squadra migliore del lotto, l’uomo più in forma del Mondiale, Villa, la difesa più atletica e tecnica di tutte. Del centrocampo c’è poco da dire, Xavi, Iniesta e Busquets tengono su una squadra e dominano il gioco. Sta giocando molto bene anche Capdevila che spinge molto e bene in fascia. Manca totalmente la fascia destra e non c’è un centravanti che sa giocare con Villa centrale, per questo Del Bosque lo mette in fascia. Ma appena Torres esce e Villa si sposta al centro fa gol. Se entra prima Llorente o Fàbregas può essere un bene per la Spagna.

Jvan Sica

CONTINUA IL SOGNO DI FRANCESCO MOLINARI

Con il secondo posto all’Open di Francia, Francesco Molinari rafforza la sua posizione nella classifica per la definizione della squadra europea per la Ryder Cup.

Francesco MolinariSolo un rocambolesco spareggio ha tolto a Francesco Molinari la soddisfazione di aggiudicarsi l’Open di Francia di Golf che si è concluso ieri sul percorso de Le Golf National a Guyancourt, nel pressi di Parigi. Il torinese che ha giocato ad altissimi livelli per tutta la settimana ha partecipato allo spareggio a tre dovuto al crollo dello spagnolo Miguel Angel Jimenez sull’ultima buca dove si era presentato con due colpi di vantaggio.

Nella buca di spareggio si autoelimina Alejandro Cañizares spedendo la palla in acqua, mentre Molinari e Jimenez si trovano alle prese con complessi recuperi dal bunker e dal rough rispettivamente. Con un up and down Jimenez mette le mani sul trofeo mentre Francesco deve accontentarsi del secondo posto che gli porta preziosissimi punti nella classifica per la definizione della squadra europea per la Ryder Cup che si svolgerà ad inizio ottobre.

Faranno parte della squadra di diritto i primi quattro europei della classifica mondiale a fine agosto e i primi cinque della lista europea alla stessa data oltre al quale il capitano Colin Montgomerie sceglierà tre wild card per completare la squadra. In questo momento, Francesco Molinari è il quarto nella lista europea e, quindi, a pieno titolo nella squadra dove in passato solo Costantino Rocca, per tre volte, ha avuto un posto.

CLASSIFICA MONDIALE

Golfista Nazione Punti
1. Lee WESTWOOD Inghilterra 362,01
2. Rory MCILROY
Irlanda del Nord
239,88
3. Graeme MCDOWELL Irlanda del Nord 235,60
4. Ian POULTER Inghilterra 209,74
5. Luke DONALD
Inghilterra 203,59
6. Justin ROSE Inghilterra 190,42
7. Padraig HARRINGTON Irlanda 176,27
8. Martin KAYMER
Germania 165.83
9. Miguel Angel JIMENEZ Spagna 149,51
10. Francesco MOLINARI Italia 148,03

CLASSIFICA EUROPEA

Golfista Nazione Punti
1. Lee WESTWOOD Inghilterra 2850,937
2. Ian POULTER
Inghilterra
2191,637
3. Graeme MCDOWELL Irlanda del Nord 2135,603
4. Rory MCILROY
Irlanda del Nord 1612,754
5. Martin KAYMER
Germania 1409,689
6. Miguel Angel JIMENEZ Spagna 1405,289
7. Ross MCGOWAN Inghilterra 1344,158
8. Francesco MOLINARI
Italia 1308,274
9. Luke DONALD Inghilterra 1153,058
10. Alvaro QUIROS Spagna 1085,547

Massimo Brignolo

TOUR: SYLVAIN CHAVANEL, BRAVO E FORTUNATO

Un’altra tappa funestata dalla cadute e arriva la protesta del gruppo che “ferma” la corsa. Chavanel in fuga davanti alla caduta prende la maglia gialla

Sylvain ChavanelLe Ardenne sono le protagoniste delle seconda tappa in linea del Tour de France: 201 km tra Bruxelles e Spa, con sei côtes da affrontare nella parte finale di corsa, l’ultima a 12 km dal traguardo. Il cielo è coperto, la pioggia scende a tratti lungo il percorso, rendendo lo scenario troppo simile a quello delle tradizionali Classiche del Nord. Adam Hansen (HTC-Columbia), giunto stoicamente sul traguardo di Bruxelles malgrado una lesione alla clavicola, non ce la fa a risalire in sella, e dunque il gruppo perde un’altra unità. Al decimo chilometro di corsa parte la fuga di giornata: il primo a rompere gli indugi è Sylvain Chavanel (Quick Step), seguito dal compagno di squadra Jérôme Pineau, dal valtellinese Francesco Gavazzi (Lampre-Farnese Vini), dal ventiseienne Sébastien Turgot (Bbox Bouygues Telecom), dal giovane estone Rein Taaramäe (Cofidis), dal tedesco Marcus Burghardt (BMC) e dai due atleti della Omega Pharma-Lotto Matthew Lloyd e Jürgen Roelandts. Tutti e otto sono buoni passisti: Pineau, Burghardt e Gavazzi sono dotati anche di un brillante spunto veloce, mentre Lloyd (già maglia verde al Giro d’Italia) e Taaramäe hanno un’ottima resistenza sulle salite. Il vantaggio oscilla costantemente tra i 3 ed i 5 minuti, con la Cérvelo di Hushovd e Sastre che si sobbarca l’onere dell’inseguimento.

Ai 35 km, nel cuore dei “mangia e bevi” della parte finale del percorso, Chavanel e Roelandts allungano: tuttavia, il plotone principale è distante meno di un minuto. Ai -31 si vive però un momento drammatico ma al tempo stesso decisivo per la corsa: Francesco Gavazzi, staccato dai primi due, cade rovinosamente in una discesa, anche a causa dell’asfalto viscido; una motocicletta di ripresa lo schiva davvero per pochissimi centimetri. L’immagine successiva è un groviglio di biciclette in mezzo al gruppone: a terra Andy Schleck (Cérvelo) che sanguina dal braccio, la maglia verde Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini), i suoi compagni Adriano Malori e Damiano Cunego con molti altri atleti; forse, la bici di Gavazzi era rimasta in mezzo alla strada, o forse era caduta anche la motocicletta della televisione francese, causando la caduta che spezza il plotone. La maglia gialla Fabian Cancellara decide, dopo un rapido consulto col direttore sportivo e con gli altri corridori, di “fermare” la corsa, perlomeno quella del gruppo principale, che di fatto rinuncia all’inseguimento di Chavanel, nel frattempo rimasto solo al comando. E’ una forma di protesta clamorosa, dettata probabilmente dai troppi rischi che i corridori hanno affrontato in queste prime due tappe: Sylvain Chavanel, già vincitore della tappa di Montluçon al Tour 2008 e di una trentina di corse complessivamente, taglia il traguardo in solitaria, cosa che non sarebbe potuta avvenire senza la decisione presa da Cancellara. Il gruppo principale, nel quale erano rientrati anche tutti gli uomini di classifica rimasti attardati a causa della caduta (mentre Cunego, Petacchi ed altri non riescono nell’intento), si presenta all’arrivo a velocità di crociera e senza alcuna volata, a quasi quattro minuti dal vincitore. Dunque, Chavanel, trentunenne del Poitou-Charentes, può indossare la prima maglia gialla della sua carriera, mentre giornalisti e giudici di gara dovranno fare luce su quanto avvenuto in gruppo dopo la caduta di Gavazzi.
Domani 213 km tra Wanze e Arenberg-Porte du Hainaut: la tappa, mossa in avvio, sarà caratterizzata nel finale da diversi settori in pavé che, soprattutto in caso di avverse condizioni meteorologiche, potrebbero mettere in difficoltà davvero tanti corridori.

Lunedì 5 luglio 2010
Tour de France, terza tappa
Bruxelles – Spa (201 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Sylvain CHAVANEL Quick Step 4h40’48”
(media 43,30 km/h)
2. Maxime BOUET Ag2r-La Mondiale
a 3’56”
3. Fabian WEGMANN Team Milram stesso tempo
4. Robbie McEWEN Team Katjuša stesso tempo
5. Christian KNEES
Team Milram stesso tempo
27. Mauro DA DALTO
Team Milram stesso tempo

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Sylvain CHAVANEL
Quick Step 10h01’25”
2. Fabian CANCELLARA
Saxo Bank a 2’57”
3. Tony MARTIN
HTC Columbia a 3’07”
24. Daniel OSS
Liquigas Doimo a 3’40”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Sylvain CHAVANEL
Quick Step 44
2. Alessandro PETACCHI
Lampre-Farnese Vini 35
3. Jürgen ROELANDTS Omega Pharma-Lotto 34

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Jérôme PINEAU Quick Step 13
2. Sylvain CHAVANEL
Quick Step 8
3. Rein TAARAMÄE Cofidis 8

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Tony MARTIN HTC-Columbia 10h04’32”
2. Geraint THOMAS Team Sky a 13″
3. Edvald BOASSON HAGEN Team Sky a 22″

Marco Regazzoni

MOLMENTI VINCE LA COPPA DEL MONDO DI CANOA SLALOM

Daniele Molmenti conquista, con il quinto posto di Augsburg, per la prima volta in carriera la Coppa del Mondo di Canoa Slalom.

Il podio della Coppa del Mondo
canoephotography.com

Campione d’Europa nel 2009 con la Coppa del Mondo sfuggita per un gioco di scarti, Daniele Molmenti continua la sua ascesa nella Canoa Slalom: la prima parte di questa stagione l’ha visto assoluto protagonista con le vittorie nei Campionati Oceanici e nelle prime due prove di Coppa del Mondo a Praga e a La Seu d’Urgell e il quinto posto di ieri nell’ultima prova di Augsburg che gli è valso la conquista, per la prima volta in carriera, della Coppa del Mondo della specialità.

Ad Augsburg, Molmenti è riuscito ad entrare in finale come decimo nonostante ben due penalità. Mike Kurt (svizzero, secondo in classifica generale) e Vavra Hradilek (ceco, terzo in classifica generale) non sono riusciti a raggiungerlo in una gara dominata dalla squadra tedesca, quarto lo sloveno Peter Kauzer e quindi Daniele che con una solida manche e qualche errore non è riuscito a prendere un’ultima medaglia e si è accontentato del quinto piazzamento.

Classifica Finale Coppa del Mondo Canoa Slalom 2010

Penrith Prague La Seu De Urgell Augsburg Totale
1 ITA MOLMENTI D. 60 60 60 43 223
2 SUI KURT M. 28 50 55 29 162
3 CZE HRADILEK V. 55 43 29 11 138
4 SLO KAUZER P. 42 50 44 136
5 FRA BOURLIAUD P 50 40 38 128

Massimo Brignolo