ANCORA DAVID VILLA: FURIE ROSSE IN SEMIFINALE

La Spagna raggiunge per la prima volta della sua storia le semifinali battendo un Paraguay che esce a testa alta

Iker Casillas
Foto: Ansa.it

Al termine degli ottavi di finale sembrava un Mondiale segnato: le sudamericane avevano convinto mille volte più delle europee (Germania esclusa, ovviamente) e in molti cominciavano a vedere la possibilità che questo Mondiale si concludesse in maniera deludentissima per le rappresentanti del Vecchio Continente, che rischiavano di non arrivare con nessuna propria rappresentante in semifinale. L’1 a 0 con cui la Spagna regola il Paraguay, però, sancisce la grandissima rivincita delle squadre europee: dopo l’Olanda sul Brasile e la Germania sull’Argentina, infatti, anche la Spagna elimina la propria sudamericana, rimettendo il nostro continente al centro del planisfero calcistico. Il sub continente, insomma, manda al penultimo atto iridato una sola squadra: quell’Uruguay giunto qui senza aver dovuto incontrare nessuna europea nella fase ad eliminazione diretta. Notevole.

La Spagna, comunque, regola il Paraguay, dicevamo, con un 1 a 0 frutto del solito maggior possesso palla, concretizzatosi il doppio delle volte in conclusioni verso la porta avversaria. Paraguay che comunque non demerita affatto, colpi di scena che non si sono certo fatti attendere. L’Albirroja si porterebbe infatti in vantaggio con Valdez, al primo goal in questo Mondiale, se solo il goal non gli venisse annullato. Non solo: intorno all’ora di gioco l’arbitro guatemalteco Batres assegna prima un rigore al Paraguay, sbagliato da Cardozo, poi, subito dopo, ne assegna uno alla Spagna, con Xabi Alonso costretto a ribattere dopo la prima realizzazione per vedersi quindi anche lui vanificare la propria massima punizione. A decidere il passaggio del turno, quindi, è sempre David Villa, sempre più capocannoniere del torneo, capace ancora una volta di togliere le castagne dal fuoco ad una squadra orfana di un Torres da cui ci si aspettava molto di più.

Sabato 3 luglio 2010
PARAGUAY – SPAGNA 0-1 (0-0)
Ellis Park, Johannesburg (RSA)

PARAGUAY: Villar (c), Verón, da Silva, V.Cáceres (84′ Barrios), Alcaraz, Morel, Santana, É.Barreto (64′ Vera), Riveros, Valdez (72′ Santa Cruz), Cardozo.

SPAGNA: Casillas (c), Ramos, Piqué, Puyol (84′ Marchena), Capdevila, Busquets, Iniesta, Xavi Hernández, Xabi Alonso (75′ Rodríguez), Villa, Torres (56′ Fàbregas).

ARBITRO: Carlos Batres (GUA)

NOTE: ammoniti Morel, Santana, V.Cáceres, Alcaraz (PAR), Piqué, Busquets (ESP). Al 59′ Casillas (ESP) para un rigore a Cardozo (PAR), al 62′ Villar (PAR) para un rigore a Xabi Alonso (ESP).

Francesco Federico Pagani

TOUR: LA LOCOMOTIVA DI BERNA FISCHIA A ROTTERDAM

Fabian Cancellara è la prima maglia gialla del Tour de France. Lo svizzero ha vinto il cronoprologo di Rotterdam. Il migliore degli uomini di classifica è Lance Armstrong, quinto

Fabian CancellaraSono le 16.15 di un umido sabato pomeriggio quando scatta ufficialmente la 97esima edizione del Tour de France. Si parte da Rotterdam, il più grande porto d’Europa,  cuore economico e commerciale dell’Olanda: anche la Grande Boucle, dopo la Vuelta del 2009 e il Giro di quest’anno, sceglie dunque i Paesi Bassi come sede per lo start.

Il primo corridore a lanciarsi nel cronoprologo è Iban Mayoz, basco di San Sebastián, che indossa i colori della Footon-Servetto: 29 anni, corridore onesto e completo, un nome pesante, troppo simile a quell’Iban Mayo, anche lui basco, indimenticabile scalatore capace di trionfare sull’Alpe d’Huez, prima di cadere in disgrazia per uso di sostanze proibite. Come da pronostico, il buon Mayoz non fa una prova indimenticabile: però, anche solo per pochi minuti, lui è il Tour de France, lui è il leader, la prima, provvisoria maglia gialla, e si gode l’effimera gloria, anche se alla fine chiuderà a 59’’ dal vincitore. Ecco appunto, il vincitore. Con la consueta facilità di pedalata, Fabian Cancellara (Saxo Bank) si impone alla stratosferica media di 53.4 km/h, spezzando il sogno del tedesco Tony Martin (HTC-Columbia), in testa alla corsa per quasi tre ore. Il ragazzo svizzero, di sangue lucano, mette così a tacere tutte le polemiche che lo avevano riguardato sull’utilizzo di un motore nella bici, con una prova di forza e potenza straordinaria. Completa il podio lo specialista britannico David Millar (Garmin), seguito a ruota da un brillantissimo Lance Armstrong (Team RadioShack), il primo tra gli uomini di classifica, capace di infliggere oltre 30’’ ai vari Sastre, Basso, Men’šov e Wiggins, mentre Evans si difende meglio.

Il rivale per antonomasia del texano, ovvero Alberto Contador (Astana), perde cinque secondi dal corridore della RadioShack.  E gli italiani? Detto di Basso, che più di così non poteva obiettivamente fare, sorprende positivamente il giovane parmigiano Adriano Malori (Lampre-Farnese Vini), quattordicesimo a 35’’ dall’inarrivabile Fabian.  Ma il Tour non è solo la facilità di Cancellara nel trionfare, andando a cogliere la sedicesima maglia gialla della carriera: il Tour è fatica, è sofferenza, sin dalla prima tappa. Infatti, l’asfalto viscido causa molte cadute, e Mathias Frank, giovane svizzero della BMC, taglia il traguardo perdendo sangue dalla bocca. Possiamo leggere questa immagine come un segno per le prossime frazioni: questo Tour sarà veramente durissimo per tutti. Domani la prima tappa in linea, 224 km tra Amsterdam e Bruxelles attraverso le regolari pianure del Nord: ma se il dio Eolo dovesse fare la sua comparsa, potrebbe già esserci spettacolo.

Sabato 3 luglio 2010
Tour de France, prima tappa
Prologo Rotterdam
Cronometro individuale – 8 km

ORDINE DI ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Fabian CANCELLARA Saxo Bank 10’00”  (media 53.40 kmh)
2. Tony MARTIN HTC-Columbia a 10″
3. David MILLAR Gamin a 20″
4. Lance ARMSTRONG Team RadioShack a 22″
5. Geraint THOMAS Team Sky a 23″
6. Alberto CONTADOR
Astana a 27″
14. Adriano MALORI Lampre-Farnese Vini a 35″
18. Aleksandr VINOKUROV Astana a 38″
22. Cadel EVANS BMC a 39″
27. Manuel QUINZIATO Liquigas-Doimo a 43″
57. Robert GESINK Rabobank a 51″
68. Carlos SASTRE Cervélo a 54″
71. Ivan BASSO
Liquigas a 55″
74. Bradley WIGGINS Team Sky a 56″
76. Denis MEN’ŠOV Rabobank a 56″
195. Manuel CARDOSO
Footon-Servetto a 6’20”

Marco Regazzoni

WORLD LEAGUE: TUTTO LISCIO IN CINA PER L’ITALVOLLEY

L’Italia si sbarazza della Cina 3-0 3-0 e agguanta un primo posto provvisorio in World League.

Cina - Italia
Foto: Fivb.org

Missione compiuta per i ragazzi di Anastasi. Nella doppia sfida ravvicinata con la Cina, penultima tappa del girone B, gli azzurri vincono entrambi gli incontri per 3-0. Si gioca a Wuhan, una delle più popolose città della Cina interna, capoluogo della provincia dell’Hubei, situata alla confluenza del fiume Azzurro e del fiume Han.

Anastasi schiera pressoché lo stesso sestetto in entrambe le partite. Superati i problemi fisici, nel ruolo di libero, torna Marra al posto di Manià. Il futuro libero di Piacenza ha dimostrato di aver ormai pienamente superato sia gli acciacchi, sia la pressione dell’esordio. A suon di miracolosi interventi difensivi si candida sempre più per un posto da titolare ai mondiali. Vermiglio e Fei formano una diagonale palleggio – opposto di provata esperienza. Vermiglio gioca da vero leader offensivo dando carica ai suoi ogniqualvolta la Cina minaccia di rifarsi sotto. Rispetto al doppio confronto con la Francia i centrali vengono maggiormente chiamati in causa. Sia Birarelli che Mastrangelo rispondono positivamente e si fanno trovare sempre presenti.

In banda, dove forse Anastasi ha ancora i maggiori dubbi, bene Maruotti, anche se talvolta dà l’impressione di dover ancora affinare l’intesa con Vermiglio. Savani, il nostro miglior schiacciatore-ricevitore, per problemi fisici, è stato costretto a lasciare il posto a Parodi nel terzo set del match di venerdì e lasciato a riposo sabato. Parodi, che aveva giocato bene con la Serbia ma non altrettanto con la Francia ha assoluto bisogno di trovare continuità ma resta in prospettiva uno dei migliori giocatori azzurri.

L’Italia è uno schiacciasassi solamente nel primo set del secondo incontro. Pur senza emozionare ma dimostrando assoluta tranquillità, gli azzurri riescono sempre ad avere la meglio nei momenti decisivi. Non va dimenticato che oltre a giocare in trasferta due partite ravvicinate, Vermiglio e compagni dovevano anche fare i conti col fuso orario che, nel doppio confronto con la Cina la Serbia, era costato un punto ai balcanici. Italia si è dimostrata nettamente superiore a muro e nell’impostazione del primo attacco mentre i cinesi si sono confermati maestri nelle palle rigiocate. Il gioco della squadra di casa però alla lunga si è dimostrato prevedibile appoggiandosi troppo su Zhong Weijun e in alternativa su Chen Ping.

Per il momento l’Italia si gode un primo posto provvisorio. Domani la Serbia dovrà vincere se vorrà mantenere il vantaggio di due punti. Il 7 e l’8 luglio, dopo il doppio confronto con la Serbia a Belgrado sapremo se l’Italia potrà volare a Buenos Aires per la final six di questa World League. I giochi sono ancora aperti, sia per quel che riguarda la possibilità di arrivare primi, sia di qualificarci come migliore seconda. Quel che è certo è che quest’Italia, pur non essendo favorita può mettere in difficoltà chiunque.

Venerdì 2 luglio 2010
CINA ITALIA 0 – 3
(20-25; 22-25; 20-25)
Wuhan (CHN)

CINA: Bian Hongmin 7, Liang Chunlong 3, Zhong Weijun 13, Jiao Shuai 1, Chen Ping 17, 12 C Shen Qiong (c) 3, Ren Qi (l), (Yuan Zhi n.e., Zhang Chen 3, Cui Jianjun n.e., Yu Dawei 1, Li Runming).

ITALIA: Mastrangelo 6, Marra (l) , Vermiglio (c) 3, Maruotti 11, Savani 11, Fei 17, Birarelli 10, (Parodi 1, Lasko n.e., Buti n.e., Travica, Černic n.e.).

Sabato 3 luglio 2010
CINA ITALIA 0 – 3
(17-25; 25-27; 21-25)
Wuhan (CIN)

CINA: Bian Hongmin 8, Yuan Zhi 1, Liang Chunlong 6, Zhong Weijun 6, Shen Qiong (c) 6, Li Runming, Ren Qi (l), (Zhang Chen, Jiao Shuai n.e., Chen Ping 11, Yu Dawei n.e., Ding Hui).

ITALIA: Mastrangelo 8. Marra (l), Parodi 11, Vermiglio Valerio (c) 2, Maruotti 11, Fei 21, Birarelli 6 (Lasko n.e., Buti n.e., Travica, Černic n.e., Zaytsev n.e.).

Nicola Sbetti

LA GERMANIA PUNISCE MARADONA E VOLA IN SEMIFINALE

La Germania umilia l’Argentina di Maradona ed applica anche ai sudamericani la legge del quattro che gìà aveva riservato all’Inghilterra.

L'esultanza di Friedrich
Foto: Ansa.it

Finisce anche l’avventura dell’Argentina di Diego Maradona, umiliata a Cape Town dalla giovane Germania che sta sorprendendo partita dopo partita critici ed appassionati che alla vigilia dei Mondiali non la vedevano nel ruolo di protagonista.

L’assenza di Ballack, che poteva essere alla partenza di quest’avventura sudafricana un alibi, si è trasformata nella molla che ha permesso a Joachim Löw di impostare una squadra giovane e compatta con delle grandi individualità come Özil e Müller a innescare i terminali Klose e Podolski. Una esitazione con la Serbia nel girone e poi la gioiosa macchina da guerra tedesca si è messa in moto: quattro reti all’Inghilterra e quattro reti oggi contro l’Argentina.

La squadra di Maradona non ha potuto giocare la partita che aveva disegnato: uscita dagli spogliatoi senza gli occhi di tigre – forse un peccato di presunzione – è stata punita dopo 4′ da Müller (a proposito la squalifica che seguirà il cartellino giallo di oggi priva la semifinale di un protagonista) alla prima disattenzione difensiva e ha dovuto inseguire senza successo con il solito  evanescente Messi di questo Mondiale e con Higuaín e Tévez annullati dalla retroguardia tedesca.

Con il passare dei minuti le folate argentine continuavano ad infrangersi contro la diga di Löw mentre le ripartenze tedesche erano una spina nel fianco dell’Argentina; il secondo tempo, con Maradona che non cambia nulla fino a quando è troppo tardi, segue lo stesso copione fino alla rete del raddoppio di Klose (oggi alla centesima partita con la maglia della Nazionale) al 68′ che apre le porte alla pesante punizione. Segnano ancora Friedrich al 74′ e Klose al 89′ a chiudere un poker che lancia la Germania alla terza semifinale consecutiva mentre potrebbe chiudere l’era Maradona alla guida della Albiceleste. I futuri avversari sono avvisati: questa Germania fa tremendamente sul serio.

Sabato 3 luglio 2010
ARGENTINA – GERMANIA 0-4 (0-1)
Green Point, Città del Capo (RSA)

ARGENTINA: Romero, Otamendi (70′ Pastore), Demichelis, Burdisso, Heinze, M.Rodríguez, Mascherano (c), Di María (75′ Agüero), Higuaín, Messi, Tévez.
GERMANIA: Neuer, Lahm (c) Mertesacker, Friedrich, Boateng (72′ Jansen), Khedira (77′ Kroos), Schweinsteiger, Müller (84′ Trochowski), Özil, Podolski, Klose.

ARBITRO: Ravshan Ermatov (UZB)

GOL: 3′ Müller (GER), 68′ Klose (GER), 74′ Friedrich (GER), 89′ Klose (GER)

NOTE: ammoniti Mascherano, Otamendi (ARG), Müller (GER). Müller salta le semifinali in quanto già diffidato.

Massimo Brignolo

WIMBLEDON: E’ SERENA WILLIAMS LA REGINA DELL’ERBA

Quarta vittoria a Wimbledon per Serena Williams che nel torneo non ha concesso alle avversarie neanche un set.

Serena Williams
Foto Tonelli

Serena Williams conquista la sua quarta vittoria sull’erba di Wimbledon, la tredicesima in una prova dello Slam, confermando il suo indiscusso ruolo di numero uno del tennis femminile. La statunitense ha raggiunto l’obiettivo senza concedere alle avversarie neanche un set e la regola non è caduta neanche oggi nella finale contro la russa Vera Zvonarëva, alla prima finale della carriera in uno Slam, per la quale il successo è stato arrivare incolume all’atto conclusivo di The Championships.

Un’ora e sette minuti sono stati sufficienti a Serena per sbrigare la formalità finale: un break nel primo set, un break nel primo gioco del secondo set ribadito da un secondo al quinto gioco per un facile 6-3 6-2. Per Serena è la seconda doppietta: come nel 2003 fece il bis dopo la prima vittoria del 2002, oggi ha bissato la vittoria dello scorso anno.

Massimo Brignolo