Una temperatura autunnale, che non supera i 15°, fa da cornice alla diciannovesima e terzultima tappa della Vuelta a España: 231 lunghissimi chilometri tra Piedrahita, nei pressi di Ávila, e Toledo, capoluogo della Castiglia-La Mancha. Sebbene la frazione presenti un profilo altimetrico nervoso, c’è solamente un gran premio della montagna, il Puerto de Chía (seconda categoria) da affrontare pochi chilometri dopo la partenza.
Il gruppo parte in sordina, con una media oraria piuttosto bassa che permette ad uno dei primi tentativi di fuga di avere fortuna: gli attaccanti sono Xavier Florencio (Cervélo), Manuel Ortega (Andalucia-Cajasur), Josep Jufré (Astana) e Dominik Roels (Team Milram). Florencio, trentunenne passista veloce di Tarragona, ha nel suo palmarés la Clásica di San Sebastián 2006, mentre Jufré, trentacinquenne catalano, ha vinto un paio di corse minori in Portogallo; ancora zero vittorie per il ventitreenne Dominik Roels, pistard di Colonia, mentre Manuel Ortega, ventinovenne di Jaén, si è aggiudicato solo una tappa in una corsa portoghese. Il vantaggio dei quattro sale in poco tempo oltre i 9’: le squadre dei velocisti, al termine di tre settimane di corsa, non hanno più le energie per chiudere il gap, e la Liquigas-Doimo di Nibali non ha alcun interesse ad inseguire corridori abbondantemente distanziati in classifica. A prendere in mano la situazione in testa al gruppo ci pensa il Team Katusha, che punta evidentemente su Pippo Pozzato per il finale mosso.
Infatti, il lavoro della squadra russa porta al ricongiungimento del plotone con i fuggitivi, quando mancano una decina di chilometri al traguardo: il gruppo, lanciato a tutta nel finale di corsa su un tracciato nervoso, si fraziona in più tronconi, e in uno sprint quanto mai anomalo si impone Philippe Gilbert (Omega Pharma-Lotto) davanti a Tyler Farrar (Garmin) e Pippo Pozzato (Team Katusha). Il vallone centra la quarta vittoria stagionale dopo l’Amstel Gold Race, una tappa al Giro del Belgio e la frazione di Malaga in questa Vuelta, e dimostra ancora una volta una condizione eccellente in vista dell’ormai prossimo Campionato del Mondo. Per la cronaca, il vincitore di ieri Mark Cavendish (HTC-Columbia) è rimasto lievemente attardato negli ultimi metri, giungendo a 9’’ da Gilbert.
Vincenzo Nibali, davvero molto abile a restare con la primissima parte del plotone, guadagna una dozzina di secondi sul rivale Mosquera, portando a 50’’ il margine da difendere nel tappone di domani.
Tappone che sarà con tutta probabilità decisivo per la Vuelta: 172 km tra San Martín de Valdeiglesias e Bola del Mundo, con un gran premio della montagna di terza categoria, uno di prima (il Monte León) ed una doppia salita allo storico Puerto de Navancerrada, con la particolarità che, nella seconda ascesa, si andrà ben oltre i 1860 metri del traguardo tradizionale, giungendo sino ai 2247 metri della Bola del Mundo, al termine di ulteriori tre chilometri su fondo cementato con pendenze attorno al 20%. Mosquera si giocherà tutte le sue carte, e Nibali dovrà prestare molta attenzione.
Ordine d’arrivo:
1) Philippe GILBERT (Omega Pharma-Lotto) in 5h43’41’’;
2) Tyler FARRAR (Garmin-Slipstream) stesso tempo;
3) Filippo POZZATO (Team Katusha) a 1’’;
5) Vincenzo NIBALI (Liquigas-Doimo) stesso tempo.
Classifica generale:
1) Vincenzo NIBALI (Liquigas-Doimo) in 80h30’48’’;
2) Ezequiel MOSQUERA (Xacobeo-Galicia) a 50’’;
3) Peter VELITS (HTC-Columbia) a 1’59’’.
Marco Regazzoni
Attenzione a Gilbert per il Mondiale…
Il percorso parrebbe adatto alle sue caratteristiche