Domani la Vuelta si chiude a Madrid. Oggi la Vuelta decide il suo vincitore. I 172.1 km tra San Martín de Valdeiglesias e Bola del Mundo hanno infatti quel sapore di ciclismo epico, di leggenda, di grande impresa, perché tra il Monte León, il Puerto de Navancerrada e la Bola del Mundo emergerà il vincitore di questa corsa. Particolare attenzione desta la salita finale: è una prosecuzione del già noto Puerto de Navancerrada, che viene così scalato per due volte, ma negli ultimi tre chilometri il fondo è di cemento e le pendenze si inerpicano sino al 20%.
Comunque, il gruppo parte in tarda mattinata da San Martín de Valdeiglesias, nel madrileno, con un clima fresco e qualche goccia di pioggia. Dopo pochi chilometri, parte la fuga di giornata, composta da ben 17 atleti, tra i quali i più importanti son il quarantunenne Iñigo Cuesta (Cervélo), alla sua diciassettesima Vuelta a España, il vincitore di ieri Philippe Gilbert (Omega Pharma-Lotto), che dà così prova della sua grande condizione fisica, il suo compagno di squadra Leif Hoste, pluricampione belga a cronometro e il valenciano Rubén Plaza (Caisse d’Epargne), sedicesimo in classifica generale. L’unico italiano presente nel drappello di testa è Giampaolo Cheula (Footon-Servetto), trentunenne piemontese di Premosello-Chiovenda già all’attacco nei giorni scorsi.
Il vantaggio si attesta attorno ai 4-5 minuti, con il Team Katusha di un Joaquim Rodríguez evidentemente ancora speranzoso di ribaltare le sorti della Vuelta che collabora con la Liquigas-Doimo di Vincenzo Nibali e la Xacobeo-Galicia di Ezequiel Mosquera in testa al gruppo.
Superato senza troppi scossoni il primo passaggio di Navancerrada, all’imbocco del secondo ed ultimo passaggio il gruppetto al comando si spezza in più parti, mentre il plotone principale si avvicina sempre più. A nove chilometri dal traguardo, avviene il definitivo ricongiungimento, con Roman Kreuziger e David García, i più fidati gregari di Nibali e Mosquera, che prendono in mano la situazione, imponendo di volta in volta il ritmo più adatto ai loro rispettivi capitani.
A meno di quattro chilometri dall’arrivo, Mosquera prova ad andar via con un’azione graduale, ma Nibali, dopo aver atteso qualche istante, si riporta subito sulla sua ruota, con la coppia che si presenta appaiata all’inizio del tratto in cemento. Appena le pendenze salgono ulteriormente, il galiziano attacca con maggiore decisione: la maglia rossa perde contatto, ma non va alla deriva. Davanti Mosquera, sempre agile, sui pedali, da scalatore vero; ad una manciata di secondi Nibali, sempre seduto in sella, a spingere un rapporto più duro: la grandezza del ciclismo è racchiusa in questo duello tra stili differenti, tra atleti diversissimi. Ma negli ultimi metri, laddove le doti da grimpeur del galiziano dovrebbero fare la differenza, accade il contrario, perché Nibali recupera, secondo dopo secondo, e riaggancia Mosquera, potrebbe addirittura staccarlo; i due arrivano appaiati, uno a fianco all’altro, col trentacinquenne spagnolo che ha la soddisfazione di aggiudicarsi la prima tappa in carriera nella“sua” Vuelta a España, mentre il siciliano, autore di una fantastica impresa, festeggia il suo trionfo nella classifica generale, abbracciando le decine di tifosi giunti sulla Bola del Mundo da Mastromarco, il paesino pistoiese dove vive da qualche anno.
Domani, il carosello finale (85 km piatti tra San Sebastián de Reyes e Madrid) sarà la giusta passerella per il venticinquenne messinese, autore oggi, assieme a Mosquera, di un duello memorabile che entra di diritto nella storia del ciclismo.
Ordine d’arrivo:
1°Ezequiel MOSQUERA (Xacobeo-Galicia) in 4h45’28’’;
2°Vincenzo NIBALI (Liquigas-Doimo) a 1’’;
3°Joaquim RODRÍGUEZ (Team Katusha) a 23’’;
Classifica generale:
1°Vincenzo NIBALI (Liquigas-Doimo) in 85h16’05’’;
2°Ezequiel MOSQUERA (Xacobeo-Galicia) a 41’’;
3°Peter VELITS (HTC-Columbia) a 3’02’’.
Marco Regazzoni
E grande Vincenzo! Mi sa però che quest’impresa rimarrà sotto silenzio. Un successo di Valentino Rossi o della Pellegrini avrebbe sicuramente ottenuto più visibilità…
A livello di giornali, credo che solo la Gazzetta gli darà lo spazio che merita, perchè per ovvie ragioni è il quotidiano più attento al ciclismo; come tg, ci sarà il vuoto più assoluto, a parte magari qualche minimo accenno senza servizio dopo le notizie di chi si è rifatta le tette o di chi si è fidanzato con chi =)
Però tranquilli: se ci fosse stato un caso di doping, allora tutti in prima linea a bacchettare lo “sporco” ciclismo e quei “delinquenti” di corridori…
Il doping fa vendere i giornali, e il ciclismo è l’unico sport che sta cercando di risolvere concretamente il problema con il passaporto biologico (sembra la strada giusta). Negli anni ottanta/novanta tutti i ciclisti prendevano qualche cosa è comprovato. Oggi una fonte davvero affidabile mi ha detto che un buon 50% del gruppo non si dopa e che bisogna considerarla come una buona notizia. Nel giro di qualche anno con il passaporto biologico in piena funzione questa media è destinata ad alzarsi. In molti altri sport come il tennis e il calcio, per tacere sugli sport americani, i controlli non si fanno nemmeno.
Però Luca, nessuno mi potrà mai togliere i miei dubbi su Mosquera. Non si diventa fenomeni alla soglia della pensione…
Su Mosquera il dubbio ce l’avrei solo sulla cronometro: poi per carità, come nel calcio c’è chi segna col “tiro della vita”, può capitare anche ad un ciclista di azzeccare una prova straordinaria, però qualche dubbio rimane. Per quanto riguarda le sue doti da scalatore, le aveva già dimostrate in passato, e anzi, in fondo sono felice che ieri sia finalmente riuscito a vincere qualcosa.
Beh, sì, purtroppo il ciclismo ci ha insegnato a diffidare di certe prestazioni, però è anche uno degli sport che sta affrontando il problema con maggiore serietà, e quindi questo mi fa essere ottimista. E poi dico la verità: anch’io ho dei sospetti su alcune prestazioni di alcune squadre spagnole in Champions League nel recente passato, o su alcuni record del mondo che in certi sport vengono sbriciolati dal giorno alla notte, o su certi muscoli di certi atleti americani ecc…ecc…
Marco, anche Piepoli e Sella hanno indubbie doti da scalatore (a prescindere dal doping)ma non vincevano mai con continuità.
Il mio punto è che definire che cos’è doping è davvero complesso ma senza dubbio nel ciclismo rispetto agli anni ’90 in gruppo gira meno farmacia e ora è davvero possibile vincere anche senza doparsi (Simeoni al campionato italiano docet)
Luca: per quel che riguarda la Spagna, è un dato di fatto che il paese abbia le leggi antidopig più deboli fra i paesi UE, e con questo non voglio accusare di doping le vittorie spagnole, e gli Usa hanno una concezione di doping molto più permissiva degli europei (gli sterodi li puoi comprare in negozio)
Purtroppo i miei sospetti si stanno rivelando reali
Mosquera (e addirittura Contador) trovati positivi.
Aspettiamo le controanalisi ma.. vedi i commenti sopra