FIRENZE Per capire che, forse, qualcosa è davvero cambiato nel Settebello basta tracciare un semplice paragone: due anni fa, ai Mondiali di Roma, l’Italia esordiva con una sconfitta patita per mano degli Stati Uniti, con le bordate di Azevedo che tirarono giù il friabile muro edificato dal ct Campagna. Due anni dopo, nel debutto alle finali della World League a Firenze, gli azzurri dell’allenatore siracusano interrompono la serie negativa con gli yankees con un successo squillante (10-4) e, soprattutto, una prova convincente tanto in difesa quanto in attacco nelle situazioni di superiorità numerica.
Che inizio! Lo scatto vinto da Figlioli è il segnale che annuncia la partenza sfavillante del Settebello. Che trova il vantaggio con un’azione da manuale: Tempesti azzecca i tempi dell’uscita su Bailey, palla a Fiorentini, controfuga innescata e Felugo beffa Moses disegnando una bellissima palombella (per la cronaca: anche due anni fa, ai Mondiali di Roma, il centrovasca recchelino aveva regalato un simile capolavoro). Subìto il pareggio, con gli Usa che beneficiano di una doppia superiorità numerica, gli azzurri riprendono a volare: Deserti guadagna un’espulsione sui due metri e Giorgetti ne fa tesoro siglando il raddoppio, lo stesso centroboa si vede annullare il 3-1 per un fallo, salvo poi siglarlo poco dopo al termine di una controfuga in tutta solitudine di Felugo. Gli Stati Uniti riescono a far leva solo sulla fisicità, con Smith e Hutten particolarmente ruvidi nella marcatura al centro.
Ermetico e cinico. Ad eccezione per il momentaneo pareggio di Powers, il merito principale dell’Italia è esattamente quello di limitare il potenziale offensivo della squadra di Terry Schroeder. Soprattutto quello del capitano Tony Azevedo, il più temuto alla vigilia, rivelatosi poi innocuo come uno squalo sdentato. Poche volte gli azzurri incappano nel fallo grave: quando succede, la squadra protegge Tempesti in modo egregio e, nelle rare situazioni in cui sembrerebbe esserci una falla, l’estremo difensore rende nulli i tentativi ravvicinati di Bailey e Mann. Per oltre due tempi gli Stati Uniti non riescono a far centro, l’Italia invece sfrutta magistralmente tutte le superiorità numeriche: 8-2 alla fine del terzo parziale, è fatta. Una notte magica, come quella di Alex Giorgetti, miglior marcatore italiano con tre reti. Come quella del toscano Stefano Tempesti, capitano del Settebello nella città che lo ha lanciato nell’orbita della grande pallanuoto. Come quella di Sandro Campagna che, stanotte, sognerà la grande impresa di battere domani la Serbia.
Martedì 21 giugno 2011
ITALIA-STATI UNITI 10-4 (3-1, 2-0, 3-1, 2-2)
Piscina Paolo Costoli, FirenzeITALIA: Tempesti, Luongo 1, Gitto, Figlioli 1, Pérez, Felugo 1, Giacoppo, Gallo 2, Presciutti 1, Fiorentini, Aicardi, Deserti 1, Giorgetti 3. All. Campagna.
STATI UNITI: Moses, Varellas, Hudnut 1, Powers 2, Wright, Alexander, Beaubien, Azevedo, Bailey, Hutten, Smith, Krumpholz, Mann. All. Schroeder.
ARBITRI: Margeta (SLO) e Naumov (RUS).
NOTE: superiorità numeriche Italia 3/5, Stati Uniti 3/7. Espulso Hutten per somma di falli a 1’27” qt.
Simone Pierotti