WORLD LEAGUE: LA FINALE E’ SERBIA – MONTENEGRO

Come ai Campionati Europei del 2008, la finale della World League di Pallanuoto Maschile si disputerà tra Serbia e Montenegro

World LeagueEsattamente come nella finalissima degli Europei di due anni fa: a contendersi la nona edizione della World League di pallanuoto maschile saranno Serbia e Montenegro, con i primi favoriti d’obbligo e non solo perché avranno il vantaggio di giocare di fronte al pubblico amico di Niš. La nazionale di Dejan Udovičić, infatti, appena un anno fa si laureò campione del mondo a Roma ed è l’unica squadra che fino ad ora ha avuto nella Final Eight un cammino lineare: cinque incontri, cinque vittorie. Inoltre ha dato dimostrazione di grande forza, aggiudicandosi entrambe le sfide contro gli eterni rivali della Croazia: sia nella fase a gironi, sia nella semifinale di ieri i biancorossi – allenati peraltro da un serbo quale il leggendario Ratko Rudić – avevano fatto registrare una miglior partenza, aggiudicandosi il primo parziale. Ma poi la Serbia, trascinata anche dal tifo sugli spalti, ha rovesciato la situazione a proprio vantaggio ed anche questa volta non si lascia sfuggire la vittoria. Da segnalare, per la cronaca, i cinque gol di Andrija Prlainović, nazionale serbo ma nato a Dubrovnik, in Dalmazia. Dall’altra parte ci sarà un Montenegro che non senza difficoltà ha superato l’Australia: come era già accaduto contro la Serbia i gialloverdi mettono alle corde l’avversario e chiudono il primo tempo in vantaggio (3-1). Con il passare dei minuti, comunque, i balcanici prendono le misure all’avversario e riescono a ribaltare il risultato. Ancora una volta, dunque, gli australiani escono a testa alta dal confronto con una nazionale europea (e che nazionale!, il Montenegro campione europeo in carica) e così John Fox può dormire sonni tranquilli: la squadra ha metabolizzato alla perfezione l’addio di Pietro Figlioli e sarà certamente avversario da temere ai prossimi Mondiali.

Nella parte bassa del tabellone, scontato il successo della Spagna sul Sud Africa e degli Stati Uniti sulla Cina, sfida che qualche decennio fa avrebbe assunto ben altro fascino. Oggi si giocano tutte le finali: il pubblico di Niš già assapora l’ennesimo derby balcanico della propria squadra.

SEMIFINALI 5°-8° POSTO

STATI UNITI-CINA 13-6 (1-1, 4-2, 4-0, 4-3)

STATI UNITI: Moses, Varellas 3, Sharf 1, Powers 1, Wright, Alexander, Bukner, Azevedo 4, Bailey 3, Hutten, Smith, Krumpholz 1, Stevens. All. Schroeder.
CINA: Ge, Tan, Liang, Yu, Guo, Pan 1, Y. Wang, Xie, Li 2, B. Wang 2, Han, Liand 1, Wu. All. Cai.
ARBITRI: Golijanin (Serbia) e Pinker (Sud Africa).
NOTE: superiorità numeriche Stati Uniti 7, Cina 7.

SPAGNA-SUD AFRICA 12-1 (2-0, 4-0, 4-0, 2-1)

SPAGNA: I. Aguilar, M. García, Martín 1, G. López 1, Molina 2, Minguell 1, Gallego 1, Español, Valles 3, Perrone 1, Mallarach 1, X. García 1, D. López. All. R. Aguilar.
SUD AFRICA: Belcher, Card, Stewart, McCarthy, Manson, Kyte, Samuel, Bell, Downes, Naidoo, Molyneux 1, Spencer, Kemp. All. Rowe.
ARBITRI: Peris (Croazia) e Wang Yaqi (Cina).

SEMIFINALI 1°-4° POSTO

MONTENEGRO- AUSTRALIA 8-6 (1-3, 3-0, 2-2, 2-1)

MONTENEGRO: Radić, Brguljan, Pasković, Danilović, Vukčević, Tičić, M. Janović 2, N. Janović, Ivović 3, Zloković 3, Gojković, Jokić, Šćepanović. All. Porobić.
AUSTRALIA: Stanton, Maitland, Miller 1, Swift, Younger, Cotterill 1, O’Halloran, McGregor 1, Martin 2, Campbell 1, Baird, Howden, Dennerley. All. Fox.
ARBITRI: Gomez (Italia) e Rostard (Stati Uniti).
NOTE: superiorità numeriche Montenegro 11, Sud Africa 12.

CROAZIA-SERBIA 11-14 (5-4, 3-4, 2-4, 1-2)

CROAZIA: Nižić, Burić, Bošković 5, Dobud 1, Joković 1, Karač, Marković 1, Bušlje, Sukno 2, Muslim 1, Paškvalin, Obradović, Pavić. All. Rudić.
SERBIA: Soro, Avramović, Gocić, V. Udovičić 2, Vapenski, D. Pjetlović 2, Nikić, Aleksić 1, Rađen 1, Filipović 4, Prlainović 5, Mitrović 1, G. Pjetlović. All. D. Udovičić.
ARBITRI: Naumov (Russia) e Bock (Germania).
NOTE: superiorità numeriche Croazia 20, Serbia 16.

OGGI IN ACQUA

FINALE 7°-8° POSTO ore 10.00 CINA-SUD AFRICA
FINALE 5°-6° POSTO ore 11.00 STATI UNITI-SPAGNA
FINALE 3°-4° POSTO ore 18.30 CROAZIA-AUSTRALIA
FINALE 1°-2° POSTO ore 20.00 SERBIA-MONTENEGRO

Simone Pierotti

IERI & OGGI: FABIO ON PENSE À TOI

Morire a venticinque anni andando in bicicletta. Il destino è spesso cinico come nel caso di Fabio Casartelli morto sulle strade del Tour il 18 luglio 1995.

Fabio CasartelliIl Tour de France arriva oggi in zona Pirenei e domani nella tappa Pamiers – Bagneres de Luchon affronterà dopo un centinaio di chilometri il Col de Portet d’Aspet, asperità di media difficoltà appena sopra i mille metri d’altezza.

Sulle stesse strade, 15 anni fa, il 18 luglio 1995, “Fabio ha chiuso gli occhi. Per sempre” come aprì la sua drammatica cronaca sulla Gazzetta dello Sport Pier Bergonzi. Era l’ultimo Tour dell’era Indurain che a Parigi conquisterà la sua quinta maglia gialla consecutiva, un ventiquattrenne Lance Armstrong è nel cuore della sua prima vita ciclistica, il giorno prima a Guzet Neige si era imposto per distacco Marco Pantani. Nella squadra di Lance Armstrong, la Motorola, è iscritto un venticinquenne al terzo anno da professionista dopo una luminosa carriera da dilettante culminata nella medaglia d’Oro alle Olimpiadi di Barcellona: Fabio Casartelli.

Quel 18 luglio il programma presenta uno dei più classici tapponi pirenaici: Portet d’Aspet, Menté , Peyresourde, Aspin, Tourmalet. E’ quindi naturale che sul Portet d’Aspet a soli 35 km dalla partenza il gruppo scollini a ranghi compatti e si getti a capofitto nella discesa verso Ger-de-Boutx. “Caduta grave” gracchia Radio Corsa, in una curva verso sinistra è l’ecatombe: il francese Dante Rezze finisce diritto giù nella scarpata e verrà tirato su con una corda, Perini, Museeuw e Breukink riescono a rialzarsi e ripartire. Ci si affanna intorno a Baldinger che urla e ha una frattura esposta del bacino, lì vicino una pozza di sangue preannuncia la tragedia. Fabio Casartelli, in un ciclismo senza caschi e senza protezioni sulle strade, ha picchiato la testa sul lato sinistro con violenza contro un blocco di cemento che limita la strada, uno dei tanti paracarri che fungono da protezione per le auto nelle strade montane francesi.

Non c’è nulla da fare e anche il trasporto d’urgenza all’ospedale di Tarbes è inutile: dopo un’agonia di due ore, Fabio, che non ha mai ripreso conoscenza, chiude gli occhi. Per sempre. Quindici anni fa come adesso lo spettacolo deve continuare: tra chi dice di non essere stato informato e chi difende la filosofia del “show must go on” la tappa arriva a Cauterets, vince Virenque tra baci delle miss e champagne. Solo il giorno dopo il grande circo dedica la sua attenzione al dramma consumato: da Tarbes a Pau il gruppo passeggia, quasi in processione, e concede alla Motorola l’arrivo in prima fila. Tre giorni dopo a Limoges, Lance Armstrong vince in solitaria la tappa che sulla carta doveva vedere l’affondo di Casartelli. Dita rivolte al cielo per l’ultimo saluto a Fabio.

“Fabio, on pense à toi”, reciterà l’anno successivo uno striscione sui Pirenei.

Massimo Brignolo

DAVIDE DIELI NUOVO CAMPIONE ITALIANO DEI PESI PIUMA

Davide Dieli strappa a Massimo Morra la corona tricolore dei Pesi Piuma.

Davide DieliIn uno scenario davvero incredibile, nella pineta di Marina di Grosseto all’interno del Village “Cieloverde”, uno dei più grandi d’Italia, Rosanna Conti Cavini ha messo in scena una bella riunione che, oltre alla boxe, intendeva premiare anche il regista Rai Giancarlo Tomassetti, che proprio venerdì 16 ha lasciato il lavoro per la meritata pensione. A tenere il clou c’ha pensato il bel match valevole per il titolo italiano dei pesi piuma detenuto da Massimo Morra, appena ingaggiato dalla manager Monia Cavini, contro il romano Davide Dieli. Morra, quasi 37enne, Dieli, 31enne domani (auguri) hanno dato vita a un bella bella contesa all’arma bianca che, dopo le prime due riprese a favore del campione, che nella seconda ripresa ha fatto traballare lo sfidante con un gran gancio destro, ha visto un quasi autentico monologo di Dieli, bravissimo a colpire in anticipo e con un pizzico di potenza un Morra generossissimo che veniva sempre avanti. Cinque, due e un punto per Dieli, nuovo campione italiano, i verdetti dei giudici. Dieli raccoglie il primo squillo di una carriera che lo aveva visto finora affrontare quasi solamente collaudatori stranieri che in una occasione lo avevano anche battuto.

Il retroscena racconta però dell’ingenuità di Morra che non ha denunciato un infortunio alla mano destra, che poi gli è stata ingessata, durante il terzo round: il regolamento dice che entro la quarta ripresa un infortunio fa scattare il no contest, e il ragazzo di Civitavecchia avrebbe conservato il titolo. Onore alla sportività e al coraggio.

Per il resto della serata solita vittoria sbrigativa di Andrea Di Luisa, campione italiano dei supermedi e fenomenale picchiatore, che ha impiegato meno di un round a mettere ko tecnico l’ungherese Olah (nona vittoria su nove, tutte prima del limite!), mentre ha sofferto un po’ il giovane Giuseppe Di Micco, alla settima vittoria in carriera, nel venire a capo dell’ostico romeno Nicolae ai punti in sei riprese. Per Di Micco è l’avvicinamento decisivo al titolo italiano dei supergallo di Massimo Deidda.

Andrea Bacci

LA SCURE DELLA COVISOC ESCLUDE 21 SOCIETA’. ADDIO A PRO VERCELLI E PERUGIA

Pro VercelliOtto squadre (Rimini, Mantova, Gallipoli, Perugia, Monopoli, Itala San Marco, Pescina e Scafatese) non avevano neanche provato ad iscriversi, sette (Arezzo, Real Marcianise, Alghero, Cassino, Manfredonia, Olbia e Pro Vasto) non avevano opposto ricorso alla prima decisione della Covisoc; il quadro delle squadre escluse dai prossimi tornei professionistici si è definito ieri con la mancata accettazione da parte della Covisoc dell’Ancona (serie B), Figline (Prima Divisione) e Legnano, Potenza, Sangiustese e Pro Vercelli in seconda divisione.

Ventuno squadre su 132 spariscono dalla mappa del calcio professionistico italiano, più del 15 percento, una mattanza. Non si è più di fronte al caso singolo del presidente che ha fatto il passo più lungo della gamba ma ad un problema sistemico dove la Lega Pro paga dazio all’ipertrofica struttura dei campionati. La realtà italiana non è in grado di supportare 132 squadre professionistiche e la nuova riforma dei campionati dovrà partire da questa consapevolezza.

Il calcio perde una squadra storica come la Pro Vercelli con i suoi sette scudetti tra il 1908 e il 1922, una squadra come il Perugia che ha scritto pagine importanti nella storia della serie A negli anni Ottanta e soprattutto perde realtà che rappresentano bacini di utenza importanti: spariscono nove capoluoghi di provincia (anche se a Vercelli la Pro Belvedere retrocessa ai playout dalla seconda divisione chiederà il ripescaggio).

Parte ora, per ridefinire gli organici dei nuovi campionati la giostra dei ripescaggi che in ogni caso consegnerà dei tornei dove le partecipanti non dipenderanno da meriti sportivi. Triestina o Hellas Verona dovrebbero sostituire l’Ancona in serie B ma il ripescaggio richiede due milioni di euro di pagamento immediato, è difficile prevedere che gli altri 20 posti in Prima e Seconda Divisione possano consentire tornei a ranghi completi. La richiesta di ripescaggio in Prima Divisione vale un milione e duecentomila euro, in Seconda Divisione ottocentomila.

Massimo Brignolo

MOTOGP: POLE PER LORENZO, VALE RIPARTE DAL QUINTO POSTO

Quarta pole consecutiva per Jorge Lorenzo mentre Valentino Rossi al ritorno dopo il gravissimo infortunio si deve accontentare del quinto tempo.

Jorge LorenzoContinua con la quarta pole position consecutiva il dominio assoluto di Jorge Lorenzo nella MotoGp. Dopo Silverstone, Assen e Montmelò, infatti, il pilota Yamaha strappa il primo posto anche nelle qualificazioni del Gran Premio di Germania sul breve circuito sassone, il più corto del motomondiale, staccando di soli 24 centesimi Casey Stoner su Ducati e di più di un decimo Daniel Pedrosa su Honda. Viste le precarie condizioni fisiche a poco più di un mese dal rientro lampo dall’infortunio subìto al Mugello, non male la prestazione di Valentino Rossi, terminato tuttavia a più di mezzo secondo dalla pole e pronto a gareggiare domani partendo dal quinto posto. In prima fila ci sarà comunque un altro italiano, Andrea Dovizioso, arrivato a quattro decimi di secondo da Lorenzo.

Più che dalla sfida per la pole, le prove sono state movimentate dalla rottura del motore Yamaha di Lorenzo a 25 minuti dalla bandiera a scacchi, costata la sospensione delle prove per pulire la pista dall’olio e uno scivolone per Bane Spies e Randy De Puniet, con il francese che non ha completato le prove per una botta alla gamba destra rimediato nell’occasione. De Puniet (Honda clienti) sarà comunque regolarmente al via domani, partendo dal settimo posto in griglia, tre posizioni più su di Melandri (decimo su Honda clienti). Solo quattordicesimo Capirossi su Suzuki.

«Sono contento e soddisfatto», ha commentato l’autore della pole, Lorenzo. «Stoner e Pedrosa domani avranno un buon passo ma noi siamo migliorati rispetto a ieri».

Pos Num Pilota Team Moto Tempo
1 99 Jorge LORENZO SPA Fiat Yamaha Team Yamaha 1’21.817
2 27 Casey STONER AUS Ducati Team Ducati 1’21.841
3 26 Dani PEDROSA SPA Repsol Honda Team Honda 1’21.948
4 4 A. DOVIZIOSO ITA Repsol Honda Team Honda 1’22.263
5 46 Valentino ROSSI ITA Fiat Yamaha Team Yamaha 1’22.395
6 40 Hector BARBERA SPA Paginas Amarillas Aspar Ducati 1’22.454
7 14 R. DE PUNIET FRA LCR Honda MotoGP Honda 1’22.610
8 58 M. SIMONCELLI ITA San Carlo Honda Gresini Honda 1’22.624
9 41 A. ESPARGARO SPA Pramac Racing Team Ducati 1’22.910
10 33 M. MELANDRI ITA San Carlo Honda Gresini Honda 1’22.917
11 36 Mika KALLIO FIN Pramac Racing Team Ducati 1’22.961
12 5 Colin EDWARDS USA Monster Yamaha Tech3 Yamaha 1’23.026
13 11 Ben SPIES USA Monster Yamaha Tech3 Yamaha 1’23.028
14 65 Loris CAPIROSSI ITA Rizla Suzuki MotoGP Suzuki 1’23.040
15 69 Nicky HAYDEN USA Ducati Team Ducati 1’23.090
16 19 A. BAUTISTA SPA Rizla Suzuki MotoGP Suzuki 1’23.193
17 15 A. DE ANGELIS RSM Interwetten Honda MotoGP Honda 1’23.515

Riccardo Patrian