VUELTA: TAPPA A ERVITI, MAGLIA A RODRÍGUEZ

Parla spagnolo la Vuelta con la vittoria del navarro Erviti e la leadership del catalano Rodríguez.

Dopo il primo giorno di riposo, la Vuelta a España ricomincia la sua rotta verso Madrid, con 175.7 km tra Tarragona e Vilanova i la Geltrú, cuore della Catalogna. Ottenendo il terzo posto in uno sprint intermedio nei primi chilometri, il catalano Joaquim Rodríguez (Team Katusha) guadagna i due secondi di abbuono sufficienti per scavalcare in testa alla classifica provvisoria la maglia rossa Igor Antón (Euskaltel-Euskadi); dal gruppo evadono presto undici corridori, tra i quali i più significativi sono il passista francese Christophe Le Mével (Française des Jeux), il veloce belga Greg Van Avermaet (Omega Pharma-Lotto), l’ossolano Giampaolo Cheula (Footon-Servetto), l’empolese Manuele Mori (Lampre-Farnese Vini) e il veronese Mauro Finetto (Liquigas-Doimo), uno dei più attivi nel plotone di testa. Sfruttando il terreno mosso, caratterizzato essenzialmente da un gran premio della montagna di prima categoria e da una serie di saliscendi, i fuggitivi guadagnano un vantaggio significativo e decisivo per gli esiti della tappa. A venti chilometri dal traguardo, attacca il navarro Imanol Erviti (Caisse d’Epargne): sembra uno dei classici scatti per sondare le gambe dei rivali, i quali però perdono l’attimo, non iniziano da subito a collaborare per andare a riprenderlo facendogli acquisire un margine incolmabile. Erviti arriva così in solitaria sul traguardo di Villanova i la Gertú: per questo ventisettenne di Pamplona della terza vittoria in carriera, dopo un successo in una frazione della Vuelta a Navarra nel 2004 e quello nella tappa di Las Rozas alla Vuelta a España di due stagioni fa. I più immediati inseguitori giungono a 37’’, regolati allo sprint dal ventitreenne vallone Romain Zingle (Cofidis), con il quarto posto di Mauro Finetto; il plotone principale arriva invece a 1’38’’, con Rodríguez che, nella sua Catalogna, indossa la maglia rossa di leader della corsa, mentre Nibali mantiene senza patemi quella bianca di miglior giovane.

Da segnalare anche il duro provvedimento disciplinare inflitto da Bjarne Riis, team manager della Saxo Bank, ai suoi corridori Stuart O’Grady ed Andy Schleck (comunque fuori dai giochi per la classifica generale): i due sono stati rispediti a casa, perché ieri sera si erano allontanati dall’albergo della squadra per andare a bere un drink.

Domani è prevista una tappa molto impegnativa: si parte dal traguardo odierno per giungere, dopo 208.4 km, sulla vetta di Andorra-Pal, nel piccolo principato pirenaico, al termine di una salita di 9.9 km al 6.5 % di pendenza media. I big scaldano i motori.

Ordine d’arrivo della tappa:

1°Imanol ERVITI (Caisse d’Epargne) in 4h13’31’’;

2°Romain ZINGLE (Cofidis) a 37’’;

3°Greg VAN AVERMAET (Omega Pharma-Lotto) stesso tempo;

4°Mauro FINETTO (Liquigas-Doimo) stesso tempo.

Classifica generale:

1) Joaquim RODRÍGUEZ (Team Katusha) in 42h11’49’’;

2) Igor ANTÓN (Euskaltel-Euskadi) a 2’’;

3) Vincenzo NIBALI (Liquigas-Doimo) a 4’’;

4) Xavier TONDO (Caisse d’Epargne) a 44’’;

5) Jean-Cristophe PERAUD (Omega Pharma-Lotto) a 54’’.

Marco Regazzoni

NIBALI BRILLA NELLA PRIMA PARTE DELLA VUELTA

Italia in evidenza alla Vuelta, il giro di Spagna, grazie ai successi di Vincenzo Nibali.

Le nove tappe fin qui disputate della sessantacinquesima Vuelta a España non hanno certo consegnato la corsa nelle mani di un padrone assoluto, ma hanno quantomeno detto chi, a Madrid, non vestirà la maglia rossa di leader della classifica. Non sarà Andy Schleck, uscito di classifica sin dalle prime montagne, ma che sarà una pedina fondamentale per il fratello Fränk, che invece è nel cuore dei giochi; e probabilmente non sarà nemmeno il russo Denis Menchov (Rabobank), perennemente in difficoltà nelle varie frazioni mosse di questo avvio di Vuelta, avendo accumulato oltre 3’ di ritardo dalla maglia oro Igor Antón (Euskaltel-Euskadi). Proprio il basco di Galdakao è a questo punto uno dei principali favoriti per la vittoria finale: questo scalatore, vincitore della tappa di Valdepeñas, sembra essere supportato da una grande condizione fisica, ma dovrà fare i conti con un gruppetto di rivali, più o meno sorprendenti, racchiusi in una manciata di secondi. Praticamente col suo stesso tempo c’è il trentunenne Joaquím Rodríguez (Team Katusha): il ragazzo di Parets del Valles è più esplosivo di Antón, ma tuttavia potrebbe pagare dazio sulla distanza delle tre settimane. In terza posizione, la prima nota lieta per i colori azzurri: il siciliano Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo) non ha finora subito la pressione per dover correre con i gradi di capitano della squadra, e si è sempre fatto trovare pronto in tutte le frazioni di media-alta difficoltà, collezionando anche qualche importante abbuono; in una Vuelta per uomini duri, lo Squalo dello Stretto può davvero essere tra i protagonisti. Per la vittoria finale sono ben piazzati anche Tondo, Mosquera, Roche e il veneto Marzio Bruseghin, mentre Carlos Sastre paga già 2’11’’ dalla maglia rossa.

Di queste prime nove tappe, quattro si sono concluse in volata, una è stata una cronosquadre, due hanno premiato le fughe da lontano e tre hanno fatte registrare le prime battaglie tra i big: fra i protagonisti di questo primo spicchio di corsa, spicca senza dubbio il fiammingo Philippe Gilbert (Omega Pharma-Lotto), primo a Málaga e per cinque giorni in maglia rossa, e il francese David Moncoutié (Cofidis), autore di un grande numero che gli ha permesso di vincere a Xorret del Catí. Tra i velocisti non è emerso un vero padrone, con Cavendish, Farrar, Hushovd, Hutarovich e lo spezzino Alessandro Petacchi (poi ritiratosi) che si sono divisi gli arrivi adatti a questo genere di corridori. Tra gli italiani, da segnalare anche le prestazioni di Daniele Bennati (Liquigas-Doimo), più volte piazzato negli sprint, e di Giampaolo Caruso (Team Katusha), terzo ad Alcoy.

Domani la Vuelta osserva il primo giorno di riposo: ripartirà martedì con la decima frazione, 175.7 km tra Tarragona e Vilanova i la Geltrú, caratterizzata da un’unica salita di prima categoria ad una trentina di chilometri dal traguardo, e dunque adattissima a colpi di mano nel finale.

Marco Regazzoni

UNA VUELTA PER GRANDI SCALATORI

Parte sabato il Giro di Spagna: favoriti Menchov, Sastre e Schleck, con il nostro Nibali possibile outsider.

Sabato 28 agosto prende il via la sessantacinquesima Vuelta a España, che si svolgerà in ventuno tappe fino al 19 settembre, per complessivi 3418,5 km. Il percorso sembra essere decisamente adatto agli scalatori, che potranno contare su ben sei arrivi in quota e quaranta gran premi della montagna complessivi: Xorret de Catì, Andorra, Peña Cabarga, Lagos de Covadonga, Cotobello e Alto de las Guarramillas sono i traguardi che scatenano le fantasie dei grimpeur. In particolare, l’ultimo di questi è una salita mai affrontata nella storia della corsa spagnola, e potrebbe veramente fare la differenza. Soltanto due le cronometro: si parte a Siviglia con una cronosquadre in notturna di 13 km, mentre la diciassettesima frazione avrà partenza ed arrivo a Peñafiel dopo 46 km contro il tempo. L’ultima tappa prevede il tradizionale arrivo nel centro di Madrid, dove verrà incoronato il vincitore della maglia rossa, che da quest’anno sostituisce la maglia amarillo per indicare il leader della corsa. Ma chi sarà l’erede di Alejandro Valverde, attualmente sospeso dall’UCI per le note vicende legate al dottor Fuentes? I nomi più indicati sono quelli di Andy Schleck (Saxo Bank), aiutato come sempre dal fratello Fränk, di Carlos Sastre (Cervélo) e di Denis Menchov (Rabobank); in seconda fila troviamo il siciliano Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo), al primo grande giro con i gradi di capitano, che verrà affiancato dal ceco Roman Kreuziger, ma attenzione anche al catalano Joaquim Rodríguez (Team Katusha), all’esperto galiziano Ezequiel Mosquera (Xacobeo-Galicia) e al basco Igor Antón (Euskaltel-Euskadi).

Nelle volate di gruppo, oltre al solito duello tra Mark Cavendish (HTC-Columbia) e Tyler Farrar (Garmin), cercheranno gloria anche il norvegese Thor Hushovd (Cervélo), l’australiano Allan Davis (Astana), l’eterno Oscar Freire (Rabobank), il bielorusso Yauheni Hutarovich (Française des Jeux), l’aretino Daniele Bennati (Liquigas-Doimo) e lo spezzino Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini), che proprio sulle strade spagnole nel 2000 colse i primi successi prestigiosi della carriera. Per la cronometro di , il favorito d’obbligo è Fabian Cancellara (Saxo Bank), mentre andranno a caccia di tappe il belga Philippe Gilbert (Omega Pharma-Lotto), il francese Nicolas Vogondy (Bbox Bouygues Telecom), il vicentino Pippo Pozzato (Team Katusha) e gli spagnoli Juan Antonio Flecha (Team Sky) e Luis León Sánchez (Caisse d’Epargne).

Tra gli altri italiani, Rinaldo Nocentini (Ag2r-La Mondiale) sarà sicuramente all’attacco, mentre l’esperto Marzio Bruseghin (Caisse d’Epargne), reduce da una stagione non eccezionale, si disputerà i ranghi di capitano della sua squadra con David Arroyo; attenzione anche al varesino Ivan Santaromita (Liquigas-Doimo), corridore completo in ottima condizione, e al friulano Enrico Gasparotto (Astana), adattissimo a tappe di media difficoltà.

Infine, tanti corridori, come in ogni corsa, si candidano al ruolo di possibili sorprese: segnaliamo in particolare l’irlandese figlio d’arte Nicolas Roche (Ag2r-La Mondiale) per la classifica finale, il giovane fiammingo Jan Bakelants (Omega Pharma-Lotto) per le fughe da lontano e il siciliano Giampaolo Caruso (Team Katusha) per gli arrivi in salita.

Marco Regazzoni

TONY MARTIN TRIONFA ALL’ENECO TOUR

È il ciclista tedesco il vincitore del Giro del Benelux: per lui trionfo anche nella prova a tempo.

L’Eneco Tour-Giro del Benelux è proseguito con una serie di tappe più mosse rispetto a quelle dei primi giorni, caratterizzate dalle côtes delle grandi Classiche del Nord. Venerdì, il traguardo di Ronse ha premiato l’esperto olandese Koos Moerenhout (Rabobank): il 37enne di Achtuizen ha battuto in uno sprint a due il compagno di fuga Tony Martin (HTC-Columbia), che ha conquistato la maglia di leader della classifica.

Sabato, a Roermond, nel Limburgo olandese, si è avuto un arrivo in volata, con il gruppo che ha ripreso il parmense Adriano Malori (Lampre-Farnese Vini) sotto lo striscione dell’ultimo chilometro, al termine di un lungo attacco: dallo sprint finale è emerso il neozelandese Greg Henderson (Team Sky), al quarto successo stagionale, davanti all’olandese Kenny Van Hummel (Skil-Shimano) e all’onnipresente compagno di squadra Edvald Boasson Hagen, giovane e talentuoso norvegese che spesso non riesce a cogliere il momento opportuno per l’azione decisiva.

Domenica, le terre dell’Amstel Gold Race, col traguardo a Sittard, hanno premiato Jack Bobridge (Garmin), australiano di Adelaide. Unico superstite di una fuga a undici, della quale faceva parte anche il veneto Mauro Da Dalto (Lampre-Farnese Vini), ha avuto la meglio per distacco sul basco Rubén Pérez (Euskaltel-Euskadi) e sul fiammingo Thomas De Gendt (Topsport Vlaanderen). Per il ventunenne Bobridge, che come molti australiani è ciclisticamente cresciuto nel Varesotto, si tratta del primo successo da professionista: lo scorso anno il ragazzo si era aggiudicato la prova a cronometro nella categoria under 23 ai Campionati del Mondo di Mendrisio.

Lunedì, il leader della classifica Tony Martin riesce a rintuzzare tutti gli attacchi dei rivali, in particolare sul Muro di Huy e sul Muro di Amy: la sua HTC-Columbia tiene chiuso il gruppo, e sul traguardo di Heers è proprio il suo compagno di squadra André Greipel ad avere la meglio allo sprint sul belga Jürgen Roelandts (Quick Step) e su Boasson Hagen, cogliendo la diciottesima vittoria di una stagione quanto mai prolifico.

Nella cronometro conclusiva di martedì, 17 km attorno alla città di Genk, per Tony Martin c’è stata anche la classica ciliegina sulla torta: oltre alla vittoria della classifica finale, il ragazzo di Cottbus si è aggiudicato anche la prova contro il tempo, infliggendo 6’’ all’olandese Maarten Tjallingii (Rabobank) e 9’’ al pistard danese Alex Rasmussen (Saxo Bank). Il venticinquenne tedesco, medaglia di bronzo mondiale in carica proprio nella cronometro, con questa doppietta porta a dodici i successi della sua carriera, iniziata appena due stagioni fa: non è parente dell’irlandese Daniel Martin, davvero brillante nelle ultime corse, ma questi due giovani omonimi sembrano avere un luminoso futuro davanti a loro.

Per quanto riguarda gli italiani, a secco di successi in questa competizione, la vera nota positiva arriva da Elia Viviani (Li quigas-Doimo), ventunenne veronese di Oppeano, già vincitore nella tappa di Fethiye al Giro di Turchia, che è stato capace di chiudere quarto nella frazione di Heers e di piazzarsi anche nelle altre volate di gruppo; qualche piazzamento meno soddisfacente per il più esperto compagno di squadra Francesco Chicchi, mentre i giovani Daniel Oss e Adriano Malori si sono fatti notare più volte per i loro coraggiosi attacchi.

Classifica generale finale:

1°Tony MARTIN (Team HTC-Columbia) in 28h50’57’’;

2°Koos MOERENHOUT (Rabobank) a 31’’;

3°Edvald BOASSON HAGEN (Team Sky) a 1’46’’;

4°Richie PORTE (Saxo Bank) a 1’57’’;

5°Svein TUFT (Garmin-Transitions) a 2’04’’.

Marco Regazzoni

GAVAZZI E BELLETTI AL TRITTICO LOMBARDO, TUIFT LEADER ALL’ENECO TOUR

Manuel BellettiDopo il successo dell’irlandese Martin alla Tre Valli Varesine, il Trittico Lombardo è proseguito mercoledì con la Coppa Ugo Agostoni, tradizionale competizione che attraversa le colline della Brianza (quest’anno il percorso prevedeva anche lo storico Ghisallo) prima di giungere sul traguardo di Lissone: proprio l’ultimo passaggio sulla salita tipica del Giro di Lombardia ha sfoltito i ranghi del gruppo, facendo rimanere in testa un plotone di una ventina di atleti. Nello sprint a ranghi ridotti, è stato il ventiseienne Francesco Gavazzi (Lampre-Farnese Vini) ad avere la meglio al fotofinish sui comaschi Mauro Santambrogio (BMC) e Luca Paolini (Acqua & Sapone-D’Angelo Antenucci): per il valtellinese di Talamona, ben imbeccato dai compagni di squadra Marzano e Ponzi, si tratta della terza vittoria stagionale, dopo la tappa di Bonorva al Giro della Sardegna e quella di Amurrio al Giro dei Paesi Baschi.

Ieri si è disputata invece la Coppa Bernocchi, manifestazione che ha avuto come sempre il traguardo a Legnano al termine di un percorso sviluppatosi sulle strade dell’Alto Milanese e del Basso Varesotto, caratterizzato dall’ascesa del Piccolo Stelvio di Morazzone ripetuta 5 volte: nonostante questo strappo, il gruppo si è presentato compatto sul traguardo legnanese, con la vittoria del romagnolo Manuel Belletti (Colnago-CSF Inox) che ha sorprendentemente preceduto il tedesco Danilo Hondo (Lampre-Farnese Vini) e l’inglese Mark Cavendish (HTC-Columbia), dominatore delle volate al Tour de France. Belletti, venticinquenne di Cesena, coglie così la seconda vittoria stagionale, dopo il successo sulle strade di casa alla tredicesima tappa dell’ultimo Giro d’Italia. Gavazzi, grazie alla somma dei piazzamenti nelle tre corse, si è invece aggiudicato il diamante di 10.000€ messo in palio dalla Regione Lombardia.

Mentre in Italia si disputavano queste tradizionali corse di inizio agosto, in Belgio ha preso il via l’Eneco Tour, ovvero il giro d’Olanda e Belgio. Il cronoprologo di Steenwijk ha visto prevalere l’esperto canadese Sven Tuift (Garmin-Transitions), già argento mondiale a cronometro a Varese 2008, davanti agli olandesi della Rabobank Van Emden e Boom. La prima frazione in linea si è conclusa a Rhenen, nei pressi di Utrecht, con l’affermazione dell’immortale australiano Robbie McEwen (Team Katusha), bravissimo a rinvenire su Boasson Hagen che aveva tentato un’azione da finisseur: alle spalle del “canguro” trentottenne si sono piazzati l’argentino Lucas Haedo, l’altro australiano Allan Davis e il nostro Francesco Chicchi. Anche oggi, la tappa di Ardooie si è conclusa con uno sprint di gruppo, dominato da André Greipel (HTC-Columbia) sui soliti McEwen e Boasson Hagen: Tuft conserva la maglia di leader della classifica generale.

L’Eneco Tour si concluderà martedì con la decisiva cronometro di Genk: data la morfologia dei territori attraversati, nei prossimi giorni non verranno affrontate grandi salite, ma le frazioni di Ronse e Sittard, caratterizzate dai muri del Giro delle Fiandre e dagli strappi dell’Amstel Gold Race, potrebbero già definire la classifica.

Marco Regazzoni