VOLLEY: BRASILE E RUSSIA PRIME SEMIFINALISTE A CORDOBA

Russia e Brasile sono le prime due semifinaliste della World League 2010. Stasera saranno decise le alte due: l’Italia deve battere Cuba

Leandro VissottoDopo i primi due giorni di Final Six, in cui sono state giocate quattro partite tiratissime finite con il medesimo risultato di 3 a 2, conosciamo già i nomi delle due principali semifinaliste: Brasile e Russia.

Questo pomeriggio (tarda serata in Italia) nel palazzetto di Cordoba scenderanno in campo le sconfitte per cercare di sfidare Brasile e Russia in semifinale. Alle 17.30 (22.30 in Italia diretta su Rai Sport 1) sarà il turno dell’Italia contro Cuba. Dopo la bella e sfortunata partita contro i giganti russi i ragazzi di Anastasi sono obbligati a vincere per centrare una semifinale contro il Brasile che darebbe molta energia al movimento pallavolistico italiano in vista dei mondiali di settembre.

A seguire la sfida fra i padroni di casa dell’Argentina e la Serbia, con i balcanici nettamente favoriti anche se già mercoledì scorso il pubblico di Cordoba ha dimostrato di poter essere un fattore determinante.

Mercoledì 21 luglio 2010
BRASILE ARGENTINA 3 – 2
(25-17; 23-25; 25-20; 19-25; 15-10)
Cordoba (ARG)

BRASILE: Rezende Bruno Mossa 1, Vissotto Neves Leandro 15, Endres Murilo 20, Santana Rodrigo 8, Saatkamp Lucas 11, Amaral Dante Guimaraes 20, Da Silva Pedreira Junior Mario (L). (Dos Santos Jr. Sidnei n.e., Godoy Filho Gilberto n.e., Fabricio Nery Lopes Theo 4, Alves Thiago Soares, Muragati Yared Marlon.)

ARGENTINA: Arroyo 6, Ocampo 5, Scholtis, Quiroga (C) 22, Spajic 7, De Cecco 4, Gonzalez (L). (Blanco, Uriarte, Conte 5, Pereyra 20, Garcia 1.)

Per il Brasile doveva essere una passeggiata, invece il pubblico di Cordoba l’ha trasformata in una maratona di due ore. Gli Argentini trascinati da Quiroga e Pereyra hanno fatto soffrire Vissotto e compagni fino all’ultimo.

Giovedì 22 luglio 2010
RUSSIA CUBA 3 – 2
(23-25; 25-15; 25-20; 22-25; 15-13)
Cordoba (ARG)

RUSSIA: Khtey 17, Grankin 4, Biryukov 18, Muserskiy 10, Volkov 11, Mikhaylov 21, Komarov (L). (Poltavskiy, Krasikov n.e., Kazakov (C), Astashenkov n.e., Makarov.)

CUBA: Leon13 Leal 14, Gutierrez (L), Camejo 3, Cepeda 6, Simón (C) 17, Hierrezuelo 5. (Leyva, Bell, Mesa n.e., Dìaz, Hernandez 15.)

Anche senza Berezhko e con un Muserskiy umano, la Russia è riuscita ad avere la meglio di Cuba. Quando il servizio gira la squadra di Bagnoli è quasi imbattibile. Nel sestetto caraibico ha impressionato Hernandez, autore di 15 punti in due soli set.

Giovedì 22 luglio 2010
SERBIA BRASILE 2 – 3
(25-21; 22-25; 25-18; 20-25; 14-16)
Cordoba (ARG)

SERBIA: Janic (C) 14 Petkovic 4, Stankovic 12, Nikic 14, Starovic 16, Podrascanin 15, Rosic (L). (Kovacevic n.e., Terzic 1, Mitic, Dokic, Petrovic n.e.)

BRASILE: Rezende Bruno Mossa, Vissotto Neves Leandro 20, Endres Murilo 13, Santana Rodrigo 6, Saatkamp Lucas 1, Amaral Dante Guimaraes 7, Da Silva Pedreira Junior Mario (L). (Dos Santos Jr. Sidnei 14, Godoy Filho Gilberto 8, Fabricio Nery Lopes Theo 2, Alves Thiago Soares n.e., Muragati Yared Marlon 1,)

Una Serbia tutto orgoglio e qualità mette in crisi un Brasile in crisi d’identità che appare battibile. Se Starovic diventerà un opposto da venti punti a partita ,possiamo stare certi che questa Serbia è la squadra del futuro. Per i Carioca fondamentale la prestazione di Vissotto.

Nicola Sbetti

SPORT & SOCIETA’: L’ESPERIENZA DI ALTRIMONDIALI

Ospitiamo un articolo di Luca Marchina che ci racconta l’esperienza di Altrimondiali da Nairobi a Johannesburg, e oltre.

Altri MondialiPianeta Sport ha seguito attentamente i Mondiali 2010 cercando di sfuggire alla retorica occidentalista dell’“Africa buona” che solo perché ha organizzato un mondiale di calcio ha messo alle spalle tutti i suoi problemi. C’è però chi ha fatto di più; invece di poltrire davanti alla televisione la “squadra” di Altrimondiali ha fatto armi e bagagli e con un pulmino e un pallone ha girato il continente. Luca Marchina ci racconta quest’esperienza. (N.S.)

C’è un’altra squadra vincente in questo mondiale oltre alla Spagna: è la squadra del matatu di Altrimondiali, la campagna lanciata in occasione dei Mondiali di calcio sudafricani dall’associazione Altropallone, in collaborazione con CoLomba, la rete delle Ong lombarde, e con Karibu Afrika, partner italo – kenyano dell’iniziativa. L’equipaggio, formato da tre guidatori italiani, due esperti sportivi e un video-reporter keniani, è partito il primo giugno da Nairobi dopo il torneo d’apertura tenutosi nella baraccopoli di Mathare. Il mezzo di trasporto scelto è il “matatu”, tipico pulmino di marca giapponese, principale mezzo pubblico in tutte le città d’Africa, in grado di caricare fino al triplo dei passeggeri consentito e di affrontare sia le affollatissime vie del centro che le sgangherate strade delle periferie.

Lungo la strada sono stati organizzati partitelle e tornei di calcio. L’utilizzo del calcio, con il suo linguaggio universale, si è rivelato uno strumento di inclusione e aggregazione davvero efficace. Alcuni tornei erano stati organizzati per tempo e grazie al supporto di Ong lombarde, altre attività sportive invece sono nate in maniera spontanea lanciando semplicemente un pallone. Grazie al contributo di Guna Spa e Coop Lombardia ad ogni tappa il matatu ha potuto aprire il baule, per tirare fuori palloni, pettorine e porte pieghevoli.

In Tanzania abbiamo giocato con i pastori masai, con gli albini e con i disabili. “Dopo aver visto giocare a calcio persone con solo una gamba, ora credo che la disabilità non è inabilità” conferma Hillary, allenatore di calcio di strada. In Malawi il matatu si è aggregato a un gruppo di bambini che stavano giocando a calcio con un pallone auto-costruito fatto con borsine di plastica e spago. Alla fine della partita quando abbiamo regalato loro il pallone i bambini sono scappati di corsa per andare con orgoglio a mostrarlo a tutti. In Zambia ci si è ritrovati a giocare ben oltre il tramonto con centinaia di bambini. In Zimbabwe abbiamo incontrato un calcio più organizzato e di squadra.

In Mozambico abbiamo avuto l’esperienza più forte: dopo esserci fermati presso una scuola (una serie di banchi artigianali posizionati sotto un immenso baobab) Emiliano calcia il pallone all’interno del piazzale e la maggior parte dei bambini scappa non appena il pallone rimbalza. Proviamo a gesti a radunare i bambini e diamo il via alla partita in un imbarazzo generale. I ragazzi non sanno come si batte il calcio d’inizio e appena battuto nessuno si muove, la palla rotola fuori dal campo. Dominic prova a spiegare a gesti alcune regole, due ragazzi più grandi ci aiutano e riusciamo pian piano a far correre i bambini. La palla viene inizialmente presa di più con le mani che non con i piedi, il primo gol arriva solo dopo 20 minuti di gioco. Alla fine della partita il maestro (unico per questa scuola) ci dice che i ragazzi non avevano mai visto un pallone da calcio e la maggior parte di loro non aveva mai giocato. I mondiali qui li seguono per radio. Passiamo quindi per lo Swaziland ed entriamo in Sudafrica: lo specchio dell’Africa che si può riassumere nella parola “contraddizione”. Francesco lo descrive così: “Grandi colline e foreste di quartieri residenziali molto ben tenuti e curati. Fuori, lontani, non considerati dalle strade principali ci sono le case e la terra di chi fatica a sopravvivere. Lo spettacolo è triste, ma nascosto. La maggioranza è composta da persone che vivono in condizioni disastrate, ma non si vedono. Non salgono sul palcoscenico in prima fila davanti al pubblico ma da dietro in maniera invisibile sorreggono le scenografie di uno spettacolo consumista sulla gioia di vivere”. Passando per Cape Town in un clima invernale il matatu è quindi arrivato a Johannesburg l’11 luglio, giorno della finale della Coppa del Mondo, dopo aver percorso circa 9000 Km.

Con il diario di viaggio, le fotografie e i video realizzati on the road e pubblicati sul sito di Altrimondiali, i ragazzi del Matatu hanno fatto conoscere a tutti il vero vincitore di questi mondiali: l’Africa che scende in campo tutti i giorni contro i pregiudizi; quell’Africa che gioca le sue partite fino al 90° minuto.

Ma gli “Altrimondiali” si sono giocati anche in Italia, grazie ai tornei di calcio multietnici, feste e incontri culturali organizzati a Milano, Lumezzane, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni, Firenze.

A differenza dei Mondiali della Fifa, la sfida degli Altrimondiali non si è chiusa con la finale dell’11 luglio: il viaggio del Matatu diventerà un film-documentario, e sarà presentato ai festival del cinema italiani. Inoltre, poiché di restare in garage il Matatu non ne vuole proprio sapere, già si prepara la prossima sfida: non solo Brasile 2014 ma anche Polonia e Ucraina nel 2012 con gli Altrieuropei, per dimostrare come il calcio possa essere strumento di coesione sociale e integrazione anche nelle metropoli europee.

Luca Marchina

PRIMO 4 HELMETS TROPHY: IL BICCHIERE E’ MEZZO PIENO

Il Team Eagles USA si aggiudica la prima edizione del 4 Helmets Trophy superando in una emozionane finale il Blue Team Italia 22-20

Team EaglesCon la ricostituzione della nazionale avvenuta l’anno scorso dopo 5 anni di inattività, il football americano nazionale sta facendo passi da gigante. Dopo il discreto 4° posto nell’europeo B nel 2009 il Blue Team Italia ha dimostrato di essere in grande crescita. Anche dal punto di vista organizzativo stanno arrivando le prime soddisfazioni. Sembra ormai certo infatti il rientro del football americano come sport associato al Coni e la stessa organizzazione del primo Four Helmets Trophy fa trasparire il desiderio del movimento italiano di tornare ai fasti degli anni Ottanta.

Malgrado l’entusiasmo, il football americano al di fuori dal confine statunitense, ha ancora molta strada da fare. Lo dimostra la clamorosa e inattesa defezione della squadra turca dal Four Helmets che ha letteralmente dimezzato il torneo Bolognese.

Giovedì, sotto un caldo torrido, la squadra italiana ha facilmente asfaltato (60-0) la squadra slovena non permettendo mai ai nostri “cugini” di farsi pericolosi. Nonostante la modesta caratura dei nostri avversari il Blue Team Italia ha giocato una partita davvero molto attenta. Il giorno seguente gli sloveni hanno subito una sconfitta di proporzioni simili contro il Team Usa dimostrandosi la cenerentola del terzetto.

La partita di sabato fra gli azzurri e gli americani è stata invece una partita davvero avvincente con i ragazzi di coach Olivo in grado di dare del filo da torcere ai favoritissimi americani costringendoli all’overtime. Dopo tre ore e quaranta di gioco è Fowler riceve sia per il touch down decisivo che per la conversione da due punti. Nell’ultima azione grazie al contributo di Moinardi, Petrone e Airoli l’Italia riesce a confezionare un esaltante touch down del 22-20 fallendo però la conversione del possibile pareggio.

Alla fine è il Team Eagle Usa a conquistare il trofeo ma la squadra italiana si è dimostrata davvero competitive proponendo ottime individualità; su tutti il quarterback Moinardi, il ricevitore Mangano e il kiker Vergazzoli.

RISULTATI

Italia Vs. Slovenia 60 – 0
Team Eagle Usa Vs. Slovenia 53 – 0
Team Eagle Usa Vs. Italia 22 – 20

Nicola Sbetti

TOUR: L’IMPRESA RIBLON NEL GIORNO DELLA GUERRA PSICOLOGICA

Schleck e Contador si sfidano sui nervi mentre il Tour arriva sui Pirenei. Ivan Basso perde ancora terreno

Gruppo verso i PireneiLa quattordicesima tappa è la prima di un terribile poker sui Pirenei. Da quindici anni a questa parte però il 18 luglio al Tour non è mai un giorno felice; troppo vivo il ricordo di Fabio Casartelli oro olimpico a Barcellona 1992 morto sulle strade di queste montagne quindici anni fa.

Si parte dal borgo medievale di Revel per arrivare dopo, 184 chilometri, a Ax 3 Domaines. Come sempre si parte a tutta e, dopo una serie di scatti e contro scatti, al quarto chilometro si forma un gruppetto di nove corridori. Di questi cinque sono francesi: Christophe Riblon dell’Ag2r, Pierre Rolland della Bouyigues Telecom, Benoît Vaugrenard della Française de Jeux e i due della Cofidis, Amaël Moinard e Stéphane Auge. Con loro ci sono anche il gallese del Team Sky Geraint Thomas, il belga della Quick Step Jurgen Van De Walle, il russo della Katusha Pavel Brutt e lo statunitense della Garmin David Zabriskie.

La fuga raggiunge un vantaggio massimo di 10 minuti e a quel punto l’Astana comincia a tirare. È l’inizio della personalissima guerra che stanno combattendo Contador e Schleck. Il giovane lussemburghese pur avendo la maglia gialla si dimostra intenzionato a far ricadere gli oneri della corsa sull’Astana: i Saxo Bank non tirano un metro e per tutta la tappa Andy non si schioderà dalle ruote di Contador.

Quando comincia la salita che porta a Port le Pailhères, gran premio della montagna hors categorie, il gruppetto dei nove fuggitivi tirato da Riblon si sgretola di fronte all’asperità della salita. Col francese restano solamente Van de Walle e Moinard. Dal gruppo, sempre tirato dagli uomini Astana il primo a scattare è il ventitreenne Rafael Valls Ferri della Footon Servetto. Dal gruppo evade anche Sastre col compagno di squadra Gustov affiancati momentaneamente da Di Gregorio e Sivstov. A metà della salita fuoriesce anche il sempre combattivo Kiryenka che a 35 km dall’arrivo si riporta su Sastre.

Al gran premio della montagna il francese Riblon rimane l’unico davanti. Seguono Moinard e Van de Walle e il terzetto Sasre, Kiryenka e Valls Ferri. Dietro Charteau (7°) e Cunego (8°) scattano per i punti della maglia a Pois. Cunego in discesa si riporta sul terzetto di Sastre. Riblon comincia in solitaria l’ascesa verso Ax 3 Domaines con 2’ e 50’’ sul gruppo tirato da Vinokurov da cui si staccano i due Liquigas Basso e Kreuziger.

Fatta selezione, Contador e Schleck iniziano a controllarsi. Il giovane lussemburghese affronta tutta l’ultima salita incollato alla ruota di Contador disinteressandosi completamente di tutti gli altri. A quattro chilometri e mezzo lo spagnolo parte una prima volta, ci riprova ai tre km ma il lussemburghese, Men’šov, Gesink e Samuel Sánchez gli rispondono. Gli allunghi fra i due però non servono a fare selezione ma sono una battaglia della guerra psicologica che si concluderà solo sui Campi Elisi. Dopo gli scatti infatti i due favoriti si prodigano in un sur place che permette agli altri di riportarsi sotto.

Tra i due litiganti ne approfittano Men’šov e Sánchez per rosicchiare qualche secondo, ma soprattutto Riblon che corona con la sua prima vittoria al Tour un’impresa davvero fantastica durata 180 km. Il francese, ex pistard, ha sorpreso tutti per le sue eccellenti doti da scalatore.

Domani seconda tappa pirenaica si parte da Pamier e dopo 187 km si arriva a Bagnères-de-Luchon. Dopo l’omaggio a Casartelli sul Portes d’Aspet, i fuochi d’artificio esploderanno sull’ascesa del Port de Balès, Gpm hors categorie situato a 20km dal traguardo

Domenica 18 luglio 2010
Tour de France, quattordicesima tappa
Revel – Ax 3 Domaines (184 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Christophe RIBLON
Ag2r 4h52’42”
2. Denis MEN’ŠOV
Rabobank a 54″
3. Samuel SÁNCHEZ Euskaltel-Euskadi stesso tempo
4. Andy SCHLECK
Saxo Bank a 1’08”
5. Joaquim RODRÍGUEZ
Team Katusha stesso tempo
9. Damiano CUNEGO Lampre-Farnese Vini a 1’49”

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 68h02’30”
2. Alberto CONTADOR Astana a 31″
3. Samuel SÁNCHEZ
Euskaltel-Euskadi a 2’21”
10. Ivan BASSO
Liquigas Doimo a 6’52”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Alessandro PETACCHI
Lampre-Farnese Vini 187
2. Thor HUSHOVD
Cérvelo 185
3. Mark CAVENDISH
Team Htc-Columbia 162

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Anthony CHARTEAU Bbox Bouygues Tlc 115
2. Jérôme PINEAU
Quick Step 92
3. Andy SCHLECK
Saxo Bank 76

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 68h02’30”
2. Robert GESINK
Rabobank a 4’27”
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 7’11”

Nicola Sbetti

CHIUSO IL VOLLEY MERCATO: IL PUNTO

Si è chiuso il Volley Mercato: il punto della situazione sui roster delle squadre di A1 mentre è ancora possibile l’acquisto di giocatori che militano all’estero

Aleksandr VolkovSi è chiuso mercoledì il mercato per i giocatori che già militano nel nostro campionato che resta però ancora aperto per i giocatori provenienti da campionati esteri e per gli italiani non tesserati. Facciamo il punto della situazione.

CASTELLANA GROTTA: Sestetto completamente rinnovato per la matricola pugliese. Confermato solo l’allenatore Lattari. Il reparto dei centrali con Rak e Cozzi è di assoluta qualità ma sono anche molte le scommesse: la regia affidata al giovane Falaschi (classe 1987), l’opposto Milushev e lo schiacciatore Dvoranen.

CUNEO: Squadra che vince non si cambia, casomai si rafforza e allora ecco Volkov. Con il centralone russo di due metri e dieci Cuneo potrà fare un’ulteriore salto di qualità. L’innesto dell’ex Dinamo Mosca è stato possibile perché ora Wijsmans sarà considerato italiano a tutti gli effetti.

FORLÌ: Ennesima rivoluzione in terra Romagna. Confermati solamente allenatore e libero. Si ripartirà quindi dalla diagonale Saitta – Falasca, dall’esperienza di Vigor Bovolenta. Oivanen, Diachov e il croato Kovacevic completano un sestetto tutto nuovo che faticherà non poco a trovare la giusta amalgama.

LATINA: Diagonale nuova di zecca per la compagine laziale. Sottile in palleggio e il nazionale serbo Starovic come martello. L’ex centrale di Treviso Khout e lo schiacciatore serbo Kovacevic completano l’importante campagna acquisti della squadra di Medei.

MACERATA: Confermata la coppia serba di centrali, la diagonale Vermiglio – Omrcen e Paparoni come libero, in banda l’importante innesto di Savani che farà coppia con Martino compensa le partenze di Cisolla ma soprattutto di Swiderski.

MODENA: C’era aria di grandi rivoluzioni a Modean. Alla fine alla corte di Silvano Prandi è arrivato un solo grande inserimento: lo schiacciatore russo Yuri Berezhko. Non è detto che sia poi un male.

MONZA: Più che i nuovi acquisti, (il centrale finlandese Shumov e lo schiacciatore statunitense Rooney) contano le conferme (Travica, Gavotto, Buti). Il grande successo però è stato quello di mantenere in vita e competitiva la squadra malgrado i problemi economici.

PERUGIA: Problemi economici e rinnovamento totale anche a Perugia. Si partirà quindi dalla diagonale teutonico – carioca Steuerwald – Dias, dai due centrali veneti Cester e Braga e dagli schiacciatori Schwarz e Nikic e dal libero Giovi. Trovare l’alchimia giusta non sarà facile così come non sarà affatto facile concludere la regular season nella parte sinistra della classifica.

PIACENZA: Fra le tante partenze, da Meoni a Marshall l’unica conferma, oltre a coach Lorenzetti, è stata Zlatanov. Le novità rispondono ai nomi del palleggiatore cubano Gonzalez , dell’opposto svedese Nilsson, dei centrali Holt e Tencati e dello schiacciatore Popp. Grosse attese anche per il libero della nazionale Marra, chiamato alla sua prima stagione in una squadra di vertice.

ROMA: Mix di esperienza e gioventù per l’ambiziosa squadra di Giani. Sono arrivati da Macerata i veterani Cisolla, Lebl e Corsano ma anche la giovanissima promessa argentina Uriarte (classe 1990).

TRENTO: Un solo cambiamento per la squadra di Stoytchev via Vissotto (in rotta con la società) dentro l’ex Perugia Stokr anche se è ipotizzabile che Sokolov avrà sicuramente grande spazio. D’altronde anche quest’anno Trento giocherà quasi 60 partite e la panchina lunga non potrà certo nuocere.

TREVISO: Il ritorno del palleggiatore Pujol e dello schiacciatore Kovar, assieme all’innesto dell’ex piacentino Bjelica rappresentano le novità di una Sisley in cerca di rivincita affidata alle cure del confermato coach Roberto Piazza.

VERONA: Il nuovo palleggiatore, un certo Marco Meoni , è la ciliegina sulla torta della nuova squadra di coach Bagnoli. Nuovi i due centrali Pajenk e Brunner, i due schiacciatori, Urnaut e Herpe e anche il libero Smerilli. Confermato l’opposto della nazionale Lasko.

VIBO VALENTIA: L’innesto di Coscione e la conferma di Simeonov garantiscono una diagonale palleggio-opposto di qualità ma molto dovranno fare anche gli schiacciatori Anderson e Ananiev, altrimenti per gli uomini del neocoach Di Pinto sarà un’altra stagione al di sotto delle ambizioni.

Nicola Sbetti