PALLANUOTO: SETTEROSA, CHE PAREGGIO CON LA RUSSIA!

Agli Europei l’Italdonne passa come terza classificata dopo un emozionante 12-12: incontrerà la Spagna.

Al termine del rocambolesco pareggio (12-12) tra Russia e Italia non verrebbe da chiedersi chi sia la più forte tra le due, ma la più schizofrenica. Chi, tra un Setterosa che chiude il primo parziale sul 5-1 e poi si fa superare clamorosamente nel successivo e una Russia che, nell’ultimo tempo, sembra condurre agevolmente grazie ai cinque gol di vantaggio e poi rischia addirittura la beffa? In questi Europei di Zagabria non si finisce mai di imparare. Oggi abbiamo appreso un’altra lezione fondamentale: mai pensare di avere già in tasca una vittoria, nemmeno se conduci di cinque reti, mancano cinque minuti e l’avversario ti sembra ormai tramortito, innocuo, incapace di graffiare. Nemmeno se sei la Russia, vincitrice delle ultime due edizioni degli Europei. E, allo stesso tempo, guai a darsi per spacciati. Si può sempre cambiare il destino di un incontro, in qualsiasi momento.

C’era da aspettarselo che la sfida tra le giocatrici agli ordini di Aleksandr Kabanov ed il Setterosa non sarebbe stata una partita qualunque. Basta dare un’occhiata a quanto avviene nel primo tempo: le russe rompono gli indugi con la Prokofieva. Poi, come per incanto, nella piscina di Zagabria riappare il Setterosa dei tempi d’oro: Emmolo pareggia i conti con un gran gol, una beduina della Casanova – con l’aiuto della spalla della Kovtunovskaja – ci consente di festeggiare il primo vantaggio. E poi Bianconi dalla distanza cala il tris, Frassinetti esattamente allo scadere dei trenta secondi conquista con mestiere un rigore che Garibotti trasforma magistralmente e, proprio all’ultimo secondo, Radicchi in superiorità numerica non lascia scampo all’estremo difensore russo. Il Setterosa che annichilisce le campionesse in carica: sogno o son desto? Dalla difesa, però, arriva qualche campanello d’allarme: la Sobolova, una mano destra che si ritrova in posizione 1, viene lasciata troppo spesso in condizione di battere a rete e solo la Gigli e l’incrocio dei pali ci evitano il gol. Ma alla ripresa delle ostilità si capisce che non era un allarme infondato: il Setterosa spenge la luce di fronte alla difesa russa, una zona che, come da manuale, induce le azzurre a conclusioni affrettate e dà il via a numerose controfughe che, per nostra fortuna, non sempre vengono sfruttate. In meno di sette minuti, però, la Russia ci castiga con cinque reti, di cui tre soltanto nei novanta secondi finali: cosa sia successo alle azzurre della prima frazione è un mistero che non verrà mai risolto.

Il terzo tempo è, tra i quattro, l’unico realmente equilibrato: in avvio la Glyzina serve la Tankeeva che, tutta sola, supera il portiere azzurro con un comodo pallonetto. L’ennesimo missile della Garibotti, in superiorità numerica, ci riporta sotto di una rete ma poi la mancina Antonova sigla in maniera fortunosa l’8-6 che, adesso, qualificherebbe la Russia alla semifinale. La prima metà dell’ultimo parziale sembra firmare la condanna alla sconfitta delle azzurre: Gigli subisce l’ennesimo gol dalla mano sbagliata, Emmolo accorcia ancora ma poi a Zagabria si fa notte fonda con il rigore della Prokofieva – e la conseguente uscita per somma di falli della Radicchi -, l’acuto della Antonova e l’erroraccio della Gigli che, di fatto, regala alla Russia la dodicesima marcatura. Mancano più di cinque minuti, qui ormai si rischia la goleada. Prepariamo il pallottoliere? Fermi, il Setterosa ha un sussulto. E che sussulto. Uno scatto d’orgoglio: in quattro minuti le azzurre segnano altrettanti gol, sfruttando a loro volta altrettante situazioni di superiorità numerica. Si rivede il Setterosa tenace, ordinato e pragmatico del primo parziale. Mentre la Russia va, inspiegabilmente, nel pallone. A 36″ dalla fine Bianconi segna un pareggio sì miracoloso e ormai insperato, ma meritatissimo per la reazione che lei e le compagne hanno saputo sfoderare nel momento più buio. La Russia, che sembrava aver messo in cassaforte il risultato, piomba nella disperazione: anche se l’ultima azione andasse a buon fine, in semifinale ci andrebbe comunque la Grecia, premiata per la differenza reti. Le campionesse in carica sono ormai assenti dalla piscina di Zagabria: anche l’ultimo assalto finisce in un nulla di fatto, nonostante un’altra superiorità numerica. Già proprio il dato che condanna le russe al pareggio: appena sei gol su tredici espulsioni a favore. Quanto al Setterosa, il risultato non lo qualifica direttamente alla semifinale. Ma dà un’incredibile iniezione di morale per il quarto di finale contro la Spagna. Facciamo un gioco: immaginiamo che la partita con la Russia sia in realtà durata tredici minuti, gli otto del primo tempo e gli ultimi cinque del quarto. E facciamo finta che quanto successo nel mezzo non sia mai esistito.

Sabato 4 settembre 2010

RUSSIA-ITALIA 12-12 (1-5, 5-0, 2-1, 4-6)

Mladost Sports Center, Zagabria

RUSSIA: Kovtunovskaja, Glyzina 1, Prokofieva 2, Soboleva, Konuch 2, Ryžova-Aleničeva 1, Beljaeva; Protsenko, Pustynnikova, Tankeeva 1, Antonova 1, Ivanova 3, Gaufler. All. Kabanov.

ITALIA: Gigli, Emmolo 3, Bianconi 2, Abbate 1, Rocco, Cotti, Casanova 1; Gorlero, Radicchi 1, Motta 2, Garibotti 2, Aiello, Frassinetti. All.Fiori.

ARBITRI: Bender (Germania) e Juhász (Ungheria).

NOTE: superiorità numeriche Russia 6/13, Italia 9/11. Espulsa per proteste Casanova (I) a 1’44” del quarto tempo. Uscite per limite di falli Radicchi (I) a 1’30”, Pustynnikova (R) a 3’05”, Ryžova-Aleničeva (R) a 5’30”, Abbate (I) a 6’05”, Ivanova (R) a 6’19” nel quarto tempo.

Simone Pierotti

PALLANUOTO: AVANZANO UNGHERIA E SERBIA

Italia, Ungheria, Serbia e Germania: ecco le prime qualificate al secondo turno degli Europei di Zagabria.

In Italia diciamo “cin cin” e ci ispiriamo ai marinai di Canton, in Germania ripescano una locuzione latina ed esclamano “prosit”, in Ungheria addirittura si lanciano in un “kedves egeszségedre”. Tre espressioni diverse per indicare lo stesso gesto: il brindisi. Quello a cui si sono prestati ieri azzurri, tedeschi e magiari agli Europei di Zagabria. E, vincendo contro i rispettivi avversari, non solo hanno festeggiato la matematica qualificazione alla fase successiva – resta da decidere se sarà subito semifinale o se dovranno prima passare dai quarti – ma acquisiscono pure il diritto di partecipare il prossimo anno ai Mondiali di Shangai, raggiungendo così Serbia (ha vinto la World League), Montenegro (finalista di World League), Croazia, Spagna e Romania, qualificatesi attraverso la Coppa FINA.

Nel girone A è ancora l’Italia di Sandro Campagna a regnare incontrastata: gli azzurri calano il poker di vittorie consecutive battendo anche la Romania che, però, non è ancora del tutto estromessa dai giochi che contano. E adesso, per l’accesso diretto alla semifinale, sarà sufficiente vincere o persino pareggiare contro la Croazia. I padroni di casa, tuttavia, sono rientrati in gioco dopo la sconfitta all’esordio contro il Montenegro e a questa tornata hanno sconfitto la già eliminata Spagna (8-6): tutto facile fin da subito per la squadra di Rudić che viaggia sempre sulla media dei due gol di vantaggio. Cambiano nuovamente i protagonisti della vittoria: questa volta è il turno della strana coppia Petar Muslim-Samir Barač, entrambi a segno per due volte. Nella Spagna ha giocato ininterrottamente, senza mai essere sostituito, il secondo portiere Daniel López. Scontata, infine, la vittoria del Montenegro sulla cenerentola Turchia: finisce 22-3 per gli uomini di Petar Porobić che continuano, così, a tallonare l’Italia e ad alimentare il sogno di qualificarsi direttamente per le semifinali. I balcanici liquidano la pratica con undici gol per metà gara: i più in forma sono il savonese Mlađan Janović ed i neorecchelini Ivović e Zloković con quattro reti ciascuno.

L’incontro più interessante del girone B era quello che opponeva Germania e Grecia in una sorta di spareggio per il terzo posto, che garantiva da una parte la matematica certezza di proseguire l’Europeo e, dall’altra, la qualificazione ai Mondiali di Shangai. Al termine di un’autentica battaglia, ricca di colpi di scena e incerta fino all’ultimo, si impongono i tedeschi con un risicato 6-5: tutto tranquillo fino alla fine del terzo tempo, chiuso in vantaggio di due reti, poi nel parziale decisivo gli ellenici provano (inutilmente) a mettere in apprensione la squadra di Hagen Stamm. Ad un minuto esatto dal termine Afroudakis realizza il rigore della speranza, ma nell’azione successiva il centroboa Mylonakis incappa in un’espulsione temporanea e condanna così la Grecia alla sconfitta e, contemporaneamente, all’eliminazione dagli Europei. Tra i tedeschi in evidenza il “solito” Marc Politze con una tripletta, decisivo anche il portiere Aleksandr Čigir’, moscovita di nascita e tedesco dal 1997, che para un rigore a Miralis. Povera di spunti tecnici interessanti, Ungheria-Russia è una partita che mantiene tuttavia il suo fascino. Soprattutto perché rievoca la celebre sfida ai Giochi di Melbourne del 1956 – all’epoca, però, era ancora saldamente in piedi la vecchia Unione Sovietica – ed anche perché è una sfida diretta tra due delle più prestigiose scuole pallanotistiche dell’Est europeo. A dir la verità, lo strapotere sovietico è crollato assieme al muro di Berlino: a cavallo tra gli anni Novanta ed il nuovo millennio la nazionale raccolse qualche soddisfazione – un argento ed un bronzo olimpico, la vittoria in World League e in Coppa FINA – ma quei successi sembrano ormai delle fotografie buone per riempire l’album dei ricordi. In acqua finisce 14-10, con quattro gol a testa per Dénes Varga e per Vitalij Jurčik: da segnalare la sfida a distanza tra il giocatore più giovane del torneo – il magiaro Márton György Vámos, 18 anni – e quello più anziano – il secondo portiere russo Dmitrij Dugin, ancora sulla cresta dell’onda a dispetto dei suoi 42 anni. Infine, la Serbia non si risparmia contro la Macedonia: 19-9 il finale in favore di Vanja Udovičić (quattro gol per lui) e compagni.

Oggi giornata decisiva nel torneo femminile: Russia e Grecia si giocano il primo posto nel girone A, lo stesso dell’Italia, mentre nel girone B basta un punto alla Spagna, già qualificatasi ai Mondiali come il Setterosa, per l’accesso diretto alle semifinali.

EUROPEI DI PALLANUOTO 2010

RISULTATI 4a GIORNATA (TORNEO MASCHILE)

GIRONE A

Montenegro-Turchia 22-3

Italia-Romania 10-7

Spagna-Croazia 6-8

CLASSIFICA: Italia 12 pti, Croazia e Montenegro 9 pti, Romania 6 pti, Spagna e Turchia 0 pti. Italia già qualificata alla fase successiva.

GIRONE B

Serbia-Macedonia 19-9

Ungheria-Russia 14-10

Grecia-Germania 5-6

CLASSIFICA: Ungheria 10 pti, Serbia e Germania 9 pti, Grecia 4 pti, Macedonia 3 pti, Russia 0 pti. Ungheria, Serbia e Germania qualificate alla fase successiva.

OGGI IN ACQUA – TORNEO FEMMINILE

ore 15.00  Germania-Ungheria

ore 16.30  Spagna-Olanda

ore 18.00  Croazia-Grecia

ore 19.30  Russia-Italia

Simone Pierotti

CALCIO: L’UNDER 21 VINCE E SPERA

A Sarajevo decide Soriano nella ripresa. Adesso c’è da battere il Galles, sperando che fermi l’Ungheria.

Che i Balcani siano diventati il luogo della rinascita dello sport azzurro? Difficile a dirsi, forse troppo presto per saperlo. O, probabilmente, è solo una semplice casualità. Eppure, mentre a Zagabria la nazionale maschile di pallanuoto sta vincendo tutte le partite della fase eliminatoria degli Europei e fa nuovamente sognare dopo anni di delusioni (e si attende anche l’esplosione delle donne), gli azzurrini dell’Under 21 trovano a Sarajevo una vittoria striminzita ma buona per continuare a sperare nella qualificazione agli Europei in Danimarca. In casa di una Bosnia-Erzegovina già eliminata decide, alla mezzora del secondo tempo ,un gol di Roberto Soriano, tra i reduci della sciagurata spedizione azzurra agli Europei Under 19 dello scorso luglio.

I bosniaci sono ormai fuori ma questo non sembra dissuaderli dal fare di tutto per complicare la vita alla squadra di Pierluigi Casiraghi, alle prese con le pesanti assenze di Bolzoni, De Silvestri, Di Gennaro, Poli, Santon e persino Balotelli, che Prandelli avrebbe “prestato” all’Under 21 per questo delicato doppio impegno. L’Italia, tuttavia, non cerca nessun appiglio e parte subito alla ricerca del gol: Paloschi mette fuori causa Šahić ma gli manca il guizzo vincente per concludere a rete, Okaka guadagna numerose punizioni al limite dell’area che il genietto Pasquato non riesce mai a tramutare in gol. La Bosnia, dal canto suo, predilige una difesa serrata e aggressiva – si perde il conto delle trattenute ai danni di Okaka – e lascia l’attaccante Bilbija a predicare da solo in mezzo al deserto.

Nella ripresa Casiraghi tenta di invertire la rotta richiamando il generoso Okaka e Pasquato per inserire Marilungo e Fabbrini, fresco di passaggio dall’Empoli all’Udinese. Sarà soprattutto l’ingresso del sampdoriano a dare maggior vivacità all’attacco azzurro e, soprattutto, a decidere le sorti dell’incontro. Il “Golden boy” del Torneo di Viareggio 2009 prima scalda le mani a Šehić, che compie un autentico miracolo, e poi porge all’ex compagno della formazione Primavera il pallone che genera il gol della vittoria azzurra. Vittoria che continua a mantenere vive le speranze di accesso ai play-off per gli Europei del prossimo anno: l’Italia dovrà battere martedì il Galles e sperare che nel frattempo i britannici non perdano contro l’Ungheria, che martedì riceve la visita della Bosnia. Nel caso in cui fossero i magiari a precederci in classifica, l’unica speranza è che gli azzurrini siano, classifiche alla mano, tra le quattro migliori seconde dei dieci gironi.

Venerdì 3 settembre 2010

BOSNIA U21 – ITALIA U21 0-1 (0-0)

Stadion Grbavica, Sarajevo

BOSNIA (4-5-1): Šehić; Aničić, Bešić, Bunoza, Subašić; Mujić (87′ Mujakic), Kiso, Sesar (70′ Kožul), Galešić, Haurdić; Bilbija (46′ pt Handžić). (Hamzić, Kazazić, Sipović, Jakovljevic). All. Tulić.

ITALIA (4-4-2): Mannone; D’Ambrosio, Ranocchia, Ogbonna, Ariaudo; Schelotto, Soriano, Marrone, Pasquato (60′ Fabbrini); Okaka (55′ Marilungo), Paloschi (85′ Mazzotta). (Perin, Angella, Mazzarani, Borini). All. Casiraghi.

ARBITRO: Black (Irlanda del Nord).

GOL: 76′ Soriano.

NOTE: ammoniti: Kiso per proteste, Marrone, Aničić e Bunoza per gioco falloso.

Simone Pierotti

PALLANUOTO: SEMIFINALE VICINA PER L’ITALIA

Battendo la Romania 10-7, l’Italia è qualificata al secondo turno degli Europei di Zagabria.

Un punto. Uno appena. Quello che separa il Settebello dalla semifinale degli Europei di Zagabria. Un traguardo inaspettato che, probabilmente, nessuno si sarebbe mai sognato di pronosticare alla vigilia. Non tanto perché, sulla carta, la nazionale italiana apparisse tecnicamente inferiore ad altre – i fatti lo stanno smentendo – quanto per i deludenti risultati ottenuti negli ultimi anni, dal nono posto ai Giochi di Pechino a quello, ancor più deludente, dei Mondiali di Roma. Prima di Zagabria regnava più la speranza che la fiducia. Eppure gli azzurri sono ancora a punteggio pieno, da soli, dopo quattro partite. Davanti a Croazia e Montenegro, loro sì arrivate da favorite a questi Europei. E con la semifinale davvero dietro l’angolo.

Dal Settebello, tornato davvero ad esser bello, giunge una lezione importante: la pallanuoto è un gioco di squadra. Il fatto è abbastanza ovvio, eppure non sempre avere i giocatori più forti o, meglio,  i nomi più prestigiosi significa, automaticamente, vincere. L’Italia è arrivata a Zagabria con tanti giovani reduci da un bel campionato ma poco sponsorizzati, forse perché chiusi nei rispettivi club dai tanti campioni (o presunti tali) stranieri che militano nella nostra A1. Giovani affamati di vittoria, desiderosi di mostrare cosa sanno fare e cosa possono fare per questa Italia. Al resto ha pensato un allenatore come Campagna che, in carriera, ha ottenuto un argento europeo proprio sulla panchina azzurra – è l’ultimo podio che abbiamo conquistato a livello continentale – e, soprattutto, ha regalato alla Grecia (non a Serbia o Ungheria) un quarto posto olimpico ed un bronzo mondiale. E questo Settebello sembra proprio ben amalgamato: in difesa quattro giocatori possono alternarsi in marcatura, Figlioli è un pericoloso tiratore che qualsiasi nazionale ci invidia, se a centroboa Aicardi è in giornata di vacche magre c’è Deserti che può sostituirlo più che degnamente.

Quella contro la Romania, paradossalmente, era forse la partita più difficile del girone. Dopo le sofferte vittorie contro Spagna e Montenegro, ed escludendo la passeggiata contro la Turchia, lo scontro con la scorbutica formazione di István Kóvacs era il proverbiale terzo indizio.  Quello che ci avrebbe detto se avremmo proseguito il cammino europeo, se questa Italia meritasse pure lei una poltrona al tavolo delle grandi d’Europa o se i successi iniziali fossero un fuoco di paglia e nulla più. Contro quella che, storicamente, è una nostra bestia nera il Settebello offre la consueta prestazione tutta sostanza, con una difesa ferrea in inferiorità numerica ed un attacco che raramente perdona quando il giocatore castigato nel pozzetto ce l’hanno gli altri (ottimo sei su otto per l’Italia, appena due su nove per la Romania). Emblematico,  poi, quanto accade nel minuto finale del primo tempo: Negrean segna il momentaneo 2-3 su uomo in più, ma ad appena quattro secondi dalla fine l’Italia torna sul doppio vantaggio grazie ad un gol firmato nella medesima situazione da Stefano Luongo, uno della meglio gioventù azzurra.

E, quando nel terzo parziale, il centroboa Radu riporta minacciosamente la Romania ad una sola lunghezza di distacco, ci pensano i gol dal centro dell’improvvisato Giacoppo (incoraggiante doppietta per lui) e di Deserti a ridare fiato al Settebello. A metà del quarto tempo, infine, Figlioli conclude nel migliore dei modi la controfuga da cui scaturisce il massimo vantaggio azzurro (8-4). Qui si chiude la contesa. L’Italia doma lo spauracchio rumeno, che aveva sconfitto la Spagna nella seconda giornata, e prosegue la sua corsa solitaria in vetta. Non solo:  il passaggio alla fase successiva, indipendentemente dal piazzamento, vale già la qualificazione ai Mondiali di Shangai. E domenica è il momento della verità, contro la Croazia padrona di casa allenata da Ratko Rudić, colui che nella prima metà degli anni Novanta riscrisse di proprio pugno la storia della pallanuoto italiana, in netta ripresa dopo un inizio da brividi. A Tempesti e compagni basterà un solo punto per chiudere il girone eliminatorio al primo posto ed accedere così alla semifinale senza passare dalle forche caudine dei quarti di finale. Dopo quattro vittorie, l’ultimo sforzo. Coraggio.

Giovedì 3 settembre 2010

ITALIA-ROMANIA 10-7 (4-2, 1-1, 2-1, 3-3)

ITALIA: Tempesti, Gallo 1, Felugo, Gitto 1, Figlioli 3, Presciutti 1, Aicardi; Pastorino, Luongo 1, Bertoli, Giacoppo 2, Fiorentini, Deserti 1. All. Campagna.

ROMANIA: Stoenescu, Diaconu 1, Matei, Busila 1, Kadar, Negran 1, Radu 3; Dragusin, Iosep 1, Chioveanu, Cretu, Georgescu, Ghiban. All. Kóvacs.

ARBITRI: Naumov (Russia) e Stavropoulos (Grecia).

NOTE: superiorità numeriche Italia6/8, Romania 2/9. Uscito per somma di falli Bertoli (I) a 7’17” del terzo tempo.

Simone Pierotti

PALLANUOTO: PARI TRA GRECIA E RUSSIA

Agli Europei di Zagabria finisce in parità il big match del girone A, mentre la Spagna continua a stupire.

A Zagabria era il giorno dell’atteso match clou del torneo femminile, quello tra Grecia e Russia del girone A. Una sorta di finale anticipata. Le due squadre, appena un anno fa, furono protagoniste della finale di consolazione dei Mondiali di Roma. Le elleniche, poi, recentemente sono arrivate quarte alle finali di World League a La Jolla, le russe hanno vinto l’oro europeo a Belgrado (2006) e Málaga (2008). L’élite della pallanuoto femminile continentale è qui. E le aspettative non sono state disattese. Nel primo parziale è soprattutto un duello a distanza tra i due centroboa: Asimaki dà il vantaggio alla Grecia, la doppietta della Belyaeva rovescia come un calzino la situazione. E nel successivo quarto la Russia è come un fiume che esonda: il parziale di 3-0 porta momentaneamente la formazione di Kabanov sul 5-1, poi è la Grecia a salire in cattedra, arrivando a metà gara in svantaggio solamente di due reti (6-4). E, nel terzo tempo, trova proprio quel paio di gol che le mancava per agganciare le avversarie. Negli otto minuti finali entrambe le squadre provano a prevalere sull’altra: l’ultimo pallone finisce tra le mani del capitano russo Konuch, ma la sua conclusione – effettuata in superiorità numerica – è neutralizzata dalla difesa ellenica.

Nel girone B arriva il primo successo delle campionesse olimpiche dell’Olanda: le ragazze di Mauro Maugeri superano 17-10 la Germania che, adesso, rischia l’eliminazione. Partita in discesa già dal primo parziale, chiuso sul 6-1: le eroine di giornata sono Noeki Klein e Nienke Vermeer, entrambe a segno per ben quattro volte. Nella Germania svettano le tre reti di Theresa Klein, atleta salita agli onori della cronaca per aver posato nuda per Playboy. Il vero atto di forza, però, è quello della Spagna: le iberiche di Miguel Ángel Oca compiono un vero e proprio capolavoro di tattica e, giocando in maniera ordinata, bissano contro l’Ungheria il successo ottenuto all’esordio. Se la nazionale maschile ha deluso i tifosi accorsi a Zagabria uscendo anzitempo, gli spagnoli possono adesso andare orgogliosi di queste ragazze che, sovvertendo ogni pronostico, si ritrovano prime in classifica. A punteggio pieno. Da sole. Sono evidenti i meriti di “Miki” Oca, tecnico di grande acume tattico. Ma poi sono le giocatrici a scendere in acqua: semplicemente straordinaria la prova della catalana Roser Tarragó, diciassettenne che non solo segna quattro gol ma fa registrare pure il 100% di realizzazione. Sull’altra sponda il capitano Drávucz e Dóra Kisteleki tentano, inutilmente, di tenere a galla le magiare.

EUROPEI DI PALLANUOTO 2010

RISULTATI 2a GIORNATA (TORNEO FEMMINILE)

GIRONE A

Grecia-Russia 7-7

Croazia-Italia 3-22

CLASSIFICA: Grecia e Russia 4 pti, Italia 3 pti, Croazia 0 pti.

GIRONE B

Olanda-Germania 17-10

Spagna-Ungheria 13-10

CLASSIFICA: Spagna 6 pti, Ungheria e Olanda 3 pti, Germania 0 pti.

OGGI IN ACQUA – TORNEO MASCHILE:

ore 10.00  Serbia-Macedonia

ore 11.30  Montenegro-Turchia

ore 13.00  Ungheria-Russia

ore 16.30  Grecia-Germania

ore 18.00  Italia-Romania

ore 20.40  Spagna-Croazia

Simone Pierotti