OBITUARIES: NINO DEFILIPPIS

Nino DefilippisMentre il Tour de France sta celebrando la sua tappa alpina per eccellenza, il mondo del ciclismo perde Nino Defilippis, il “cit” delle due ruote italiane. Nato a Torino nel 1932, Defilippis si guadagna l’appellativo di “cit”, ragazzo in piemontese, quando all’età di 20 anni 2 mesi e 15 giorni diventa il più giovane vincitore di una tappa del Giro d’Italia imponendosi nella Sanremo – Cuneo.

Specialista delle corse di un giorno, Defilippis ha al suo attivo il Giro di Lombardia del 1958, 9 tappe del Giro d’Italia. 7 tappe del Tour de France, 2 campionati italiani e un secondo posto ai Campionati Mondiali del 1961 a Berna quando fu preceduto in volata solo dal belga Rik van Looy. Non disdegnando le gare a tappe salì sul podio del Giro d’Italia del 1962, terzo a 5’02” dal vincitore Franco Balmamion, e fu primo degli italiani nel Tour de France del 1956 quando chiuse al quinto posto a 10’25” dal francese Roger Walkowiak.

Ritiratosi dall’attività agonistica nel 1964, ricoprì il ruolo di commissario tecnico della nazionale professionistica dal 1972 al 1975: siedeva sull’ammiraglia azzurra nel 1973 al Montjuïc quando Felice Gimondi conquistò la maglia iridata superando in una volata a quattro Eddy Merckx, Freddy Maertens e lo spagnolo Luis Ocaña.

Massimo Brignolo

PUGILATO: DI FIORE E’ CAMPIONE ITALIANO SUPERWELTER

Bottai - Di FioreVenerdì sera 9 luglio, sul ring di Prato, davanti a un pubblico enorme, il pugile locale Francesco Di Fiore ha strappato la cintura di campione italiano dei pesi superwelter al precedente titolare, il livornese Lenny Bottai, al termine di dieci round altamente drammatici e spettacolari e con verdetto di maggioranza (due giudici con due punti per Di Fiore, uno con il pari). Di Fiore ha costruito la sua vittoria con una buona partenza e soprattutto con i primi tre round in cui ha sorpreso più volte Bottai e lo ha anche ferito con un colpo molto probabilmente regolare. Con un gran cuore e con un gran coraggio, Bottai è ritornato su con il punteggio nelle riprese centrali, quindi dalla settima in poi l’incontro si è equilibrato e anche Di Fiore è uscito malconcio da uno scambio.

Alla fine il verdetto pare sostanzialmente giusto, e premia una maggiore precisione di colpi di Di Fiore, gestito dalla Boxe Promotion di Cavallari come del resto il rivale. Per Di Fiore, che di professione fa il venditore ambulante di frutta, è questo il primo squillo di una carriera finora in chiaro-scuro (undicesima vittoria e ben cinque sconfitte), per Bottai è la prima sconfitta in carriera dopo undici vittorie ma certamente non un ridimensionamento: dopo che Di Fiore avrà difeso la cintura con l’aretino Adriano Nicchi è molto probabile che tocchi di nuovo a lui.

Andrea Bacci

APRÈS UNE SEMAINE: RIFLESSIONI SULLA PRIMA SETTIMANA DEL TOUR

Bilancio e pagelle della prima settimana di Tour de France.

Tour de FranceDopo una settimana caratterizzata da tanta pianura ma anche dal pavé e dalle prime montagne i corridori si godono oggi un primo e meritato giorno di riposo. Sebbene sia ancora troppo presto per capire chi sarà il vincitore finale, dopo la tappa di ieri possiamo però già dire che uno dei protagonisti più attesi, Lance Armstrong, non sfilerà sui Campi Elisi in maglia gialla.

La prima settimana di gara presentava sulla carta non poche insidie e prendeva le distanze dal cliché per cui le prime tappe del Tour sono solo un modo per avvicinarsi alle montagne. Tuttavia le emozioni, che pure non sono mancate, non hanno mai raggiunto il livello dell’ultimo Giro d’Italia.Molto è dipeso dalle cadute dei primi giorni che hanno intimorito il gruppo e hanno portato allo sciopero nella tappa sulle Ardenne. Proprio la terza tappa, che avrebbe dovuto offrire al pubblico fuochi d’artificio, si è malinconicamente conclusa con un solo uomo in gara, Chavanel, e il gruppo che, trascinato dal carisma di Cancellara, ha invece deciso di procedere a velocità di crociera.

Il giorno dopo la Cervélo, che aveva tirato per Thor Husovd, ha polemizzato con Cancellara, accusando il corridore svizzero di aver sacrificato la maglia, non per garantire la sicurezza dei corridori, ma per aiutare Andy Schleck che, rimasto attardato, rischiava di compromettere il suo Tour. Effettivamente il gruppo ha aspettato il giovane atleta lussemburghese ma non ha fatto altrettanto con un secondo gruppetto di ritardatari fra cui c’erano anche Petacchi e Cunego. È altrettanto vero però che se i Cervélo non fossero stati d’accordo avrebbero potuto continuare fare la corsa ignorando le richieste di Cancellara e del resto del gruppo. Fortunatamente il giorno seguente la stupenda tappa, corsa su parte del percorso della Parigi – Roubaix e vinta proprio dal norvegese Husovd, ha spazzato via le polemiche

Il punto sulla classifica

Dopo le prime montagne la situazione è ancora apertissima. I distacchi fra i migliori quindici corridori sono assai ridotti, basti pensare che fra la maglia gialla Evans e Vinokurov, il quindicesimo, intercorrono solamente 3 minuti e 5 secondi. Contador ha dato l’impressione di volersi un po’ nascondere ma resta ancora il favorito. Scorrendo la classifica però l’attenzione non può non cadere sull’assenza del texano Lance Armstrong.

TOP: Cadel Evans. Campione del mondo in carica e grande protagonista al giro d’Italia, questo corridore australiano viene troppo spesso sottovalutato. Va forte a cronometro, grazie al suo passato di biker va forte sullo sterrato e sul pavé e soprattutto non ha dato segni di cedimento in salita. Senza suscitare clamori si è impossessato della maglia gialla e non sarà certo facile togliergliela.

FLOP: Lance Armstrong. Nonostante la troupe di Eurosport che lo segue ventiquattro ore su ventiquattro, non è certo iniziato nel migliore dei modi il suo ultimo Tour de France. Che non fosse più il cannibale della US Postal o della Discovery Channel lo si sapeva ma più che il crollo nella salita di ieri hanno stupito ancor più le numerose cadute in cui si è trovato coinvolto. Sfortunato invece per la foratura sul pavé. È probabile che ora si trasformerà in gregario di lusso per Leipheimer e andrà a caccia di un successo di tappa.

Il punto sulle volate

Dopo quattro volate a ranghi (quasi sempre) compatti il verdetto è chiaro: Mark Cavendish è il più forte. Le sue lacrime sul traguardo di Montargis lo hanno riabilitato. Tuttavia se vorrà vincere ancora dovrà avere il supporto totale della squadra e dare il meglio di sé poiché la concorrenza, (Hushovd, Ciolek, Boasson-Hagen, Farrar e soprattutto Petacchi) non può essere sottovalutata.

TOP: Mark Cavendish. Quando riesce a fare la volata è il più veloce ma Petacchi ha già approfittato due volte delle sue amnesie.

FLOP: Tyler Farrar. Ha problemi fisici e non riesce a essere competitivo.

La TOP 3 di Pianeta Sport

1° Sylvain Chavanel: Due grandi imprese, due vittorie di tappa, due giorni in maglia gialla senza questo combattivo francese il Tour 2010 sarebbe stato sicuramente più noioso.

2° Fabian Cancellara: Oltre ad aver vinto il prologo e trascinato Andy Schleck sul pavé (e sulle Ardenne) Cancellara è anche il leader incontrastato di questo gruppo. Armstrong ormai è stato spodestato; nonostante le polemiche sulla bici a motore non ci sono dubbi sul fatto che il nuovo front-man del ciclismo internazionale sia lui.

3° Alessandro Petacchi: A trentasei anni non è da tutti vincere due tappe al Tour. Petacchi con autorità e determinazione ha dimostrato che l’esperienza talvolta  può contare più della forza. Per il momento lui e Cavendish si sono divisi la posta ma non è escluso che lo spezzino possa ancora levarsi qualche soddisfazione nelle prossime due settimane.


Nicola Sbetti

TOUR: AD AVORIAZ I PRIMI VERDETTI, SCHLECK C’E’, LANCE NO

Andy Schleck vince la prima vera tappa di montagna del Tour, mentre è notte fonda per Lance Armstrong. Maglia Gialla a Cadel Evans

Andy SchleckDopo l’antipasto di ieri, il Tour de France affronta nella tappa odierna il suo primo arrivo in salita: si giunge a Morzine-Avoriaz, sulla montagna che in passato ha visto trionfare gente come Lucien Van Impe, Bernard Hinault e Piotr Ugrumov, al termine di 189 km senza un metro di pianura, con due salite di quarta categoria, una di terza e il Col de la Ramaz (prima categoria), oltre all’ascesa finale.

Sin dai primissimi chilometri molti corridori cercano di portar via la fuga buona, ma oggi si fa più fatica rispetto agli altri giorni: infatti, nonostante alcune cadute nei primi chilometri (tra i corridori coinvolti anche Cadel Evans),  i primi attaccanti vengono ripresi immediatamente, e solamente nella discesa del Petit Joux, la prima asperità di giornata, sette atleti riescono a fare il vuoto. Il primo a partire è Mario Aerts (Omega Pharma-Lotto), esperto passista belga, già vincitore di una Freccia Vallone; lo seguono Imanol Erviti (Caisse d’Epargne), navarro già all’attacco nelle prime tappe; Koos Moerenhout (Rabobank), trentasettenne olandese campione nazionale nel 2007 e nel 2009; Christophe Riblon (Ag2r-La Mondiale), pistard francese; Benoit Vaugrenard (Française des Jeux), ventottenne passista-scalatore; e infine la coppia in forza alla Cofidis composta da Amaël Moinard e Sébastien Minard. Sulla Ramaz, quando il vantaggio dei fuggitivi si aggira ancora sui 3’30’’, restano davanti solo Moerenhout, Aerts e Moinard, mentre gli altri cedono di netto. E sul primo vero colle di questo Tour, c’è anche la prima vera sorpresa: infatti, Lance Armstrong (Team RadioShack), forse complice anche una dolorosa caduta poco prima dell’ascesa, si stacca dal gruppo di Contador, Basso e gli altri “big” di classifica, e, scortato fedelmente da Janez Brajkovic, perde svariati minuti e con essi le sue chance di vincere la sua ottava Grande Boucle.

Sull’ultima salita gli Astana fanno un ritmo infernale, riagganciando gli ultimi fuggitivi ai meno 5 grazie alle trenate di Tiralongo, Vinokourov e Navarro. Quando si sposta anche quest’ultimo,  pare che Contador sia prossimo all’attacco ma in realtà, per un paio di chilometri, ci sono solo tentativi poco decisi da parte di Gesink, ben rintuzzati dagli altri favoriti: si stacca solamente il britannico Bradley Wiggins, con lo stesso Basso che sembra più volte vicino a mollare, ma alla fine chiuderà con i migliori. Lo scatto decisivo, per quanto non possa ovviamente creare grandi distacchi, lo fanno Andy Schleck (Saxo Bank) e Samuel Sánchez (Euskaltel-Euskadi), che guadagnano una manciata di secondi sul gruppetto: il lussemburghese ha la meglio nello sprint a due, vincendo la sua prima tappa al Tour de France. Venticinque anni, già a podio sia al Giro che al Tour, il fratello di Frank sembra avere trovato la mentalità giusta per imporsi definitivamente a questi livelli, ma ovviamente saranno i Pirenei i giudici finali sulle sue possibilità. La maglia gialla, complice il crollo preventivato di Chavanel, passa sulle spalle del campione del mondo Cadel Evans. Per la cronaca, Armstrong arriva proprio insieme all’ormai ex leader della corsa, a quasi 12’ dal vincitore.

Domani la Grande Boucle godrà del primo giorno di riposo: si riprenderà martedì col traguardo a Saint Jean de Maurienne, dopo quattro salite molto impegnative, comunque lontane dalla conclusione.

Domenica 11 luglio 2010
Tour de France, ottava tappa
Station des Rousses – Morzine-Avoriaz (189 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK Saxo Bank 4h54’11”
(media 38,5 km/h)
2. Samuel SÁNCHEZ
Euskaltel-Euskadi stesso tempo
3. Robert GESINK
Rabobank a 10″
4. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo stesso tempo
5. Alberto CONTADOR Astana stesso tempo

9. Ivan BASSO Liquigas-Doimo stesso tempo

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Cadel EVANS
BMC 37h57’09”
2. Andy SCHLECK Saxo Bank a 20″
3. Alberto CONTADOR
Astana a 1’01”
13. Ivan BASSO
Liquigas Doimo a 2’41”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Thor HUSHOVD Cérvelo 118
2. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini
114
3. Robbie MCEWEN
Team Katusha 105

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Jérôme PINEAU Quick Step 44
2. Sylvain CHAVANEL
Quick Step 36
3. Andy SCHLECK
Saxo Bank 30

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 37h57’29”
2. Roman KREUZIGER
Liquigas Doimo a 1’25”
3. Robert GESINK
Rabobank a 2’17”

Marco Regazzoni

F1: SILVERSTONE, VINCE WEBBER

Mark Webber
Foto: Ansa.it

A Silverstone 2010 si è visto di nuovo il vero Mark Webber. Una roccia, granitico, dentro e fuori dell’abitacolo. Non si è fatto influenzare dalla decisione del team di riservargli il telaio scartato da Vettel; non è stato zitto di fronte all’altra decisione della Red Bull di privilegiare il compagno tedesco per l’utilizzo dell’unica nuova ala anteriore; ha chiuso la visiera e dal primo metro di gara ha fatto valere la sue legge, la legge dei piloti che arrivano dalla terra di due ossi duri del calibro di Jack Brabham e Alan Jones. Per Sebastian Vettel la gara si è complicata subito al via, prima con una partenza fiacca, e poi con una leggera toccatina da parte di Lewis Hamilton che gli ha forato una gomma posteriore costringendolo a un giro completo a ruota sgonfia.

Quello che non era riuscito a Hamilton alla prima curva di Valencia riesce alla prima di Silverstone, anche qui l’inglese cerca di infilarsi con il muso e se in Spagna non c’erano state conseguenze questa volta per il tedesco è calato il buio. D’altra parte Vettel ha fatto il massimo possibile per complicarsi la vita, con un’esitazione di troppo in partenza, e poi hai voglia di lamentarsi del traffico. Si è rifatto in parte con una grande rimonta – certo favorita dall’ingresso della Safety Car – e a tutta una serie di sorpassi che lo hanno se non altro portato in zona punti, ma certi errori gli stanno facendo perdere il treno per il mondiale

Gara da dimenticare per la Ferrari, per Alonso, ma anche per Massa. Alonso però deve prima di tutto prendersela con se stesso, per la sua partenza lenta che lo ha relegato lontano dalla lotta tra i primi; per il suo contatto con Massa che ha messo fuori gioco subito il brasiliano; per il suo  – e della squadra – non rendersi conto che dopo un sorpasso con taglio nei confronti di Kubica una qualche decisione dei commissari era da aspettarsela. E’ arrivata la stessa penalizzazione inflitta ad Hamilton a Valencia – e qui conviene ancora una volta calare un velo pietoso su certe decisioni – ma gli effetti sono stati completamente squilibrati dalle vicende in pista e dall’ingresso della Safety Car.

Viene solo da pensare che anni fa all’esterno di quella chicane ci sarebbe stata solo sabbia e ghiaia, e allora non sarebbe stata necessaria nessuna decisione di commissari, la lotta Kubica – Alonso si sarebbe risolta a favore di uno dei due nella natura delle corse, natura stravolta da certe vie di fuga troppo buone e permissive e dalla “febbre” da penalizzazione a tavolino manifestata troppe volte dalla FIA e dai propri funzionari.

Ancora più deludente di Alonso, Felipe Massa, che si è lasciato travolgere dalla spirale negativa che ha imprigionato la gara inglese della Ferrari.  Superlativo Lewis Hamilton, che ha viaggiato costantemente a pochi secondi dalla Red Bull di Webber, portandosi a casa un secondo posto che vale il mantenimento della leadership nel campionato. Anche Jenson Button con l’altra McLaren si è ripreso quel ruolo perso momentaneamente nei due giorni di prove: per il campione del mondo in carica un quarto posto miracoloso – per lui che partiva dalla quattordicesima posizione – ancora una volta frutto della sua immensa razionalità applicata alle corse, che solo in Lauda e Prost ha avuto eguali nel recente passato. Sul terzo gradino del podio un – finalmente – determinato e grintoso Nico Rosberg che tiene a bada il gruppo degli inseguitori ai due battistrada e si guadagna un podio meritatissimo. Da sottolineare anche la coppia Barrichello-Kobayashi che ripetono a braccetto le belle prestazioni di Valencia classificandosi al quinto e sesto posto.

Kubica autore di un bella partenza e protagonista del fattaccio con Alonso subisce il primo ritiro della stagione, a punti oltre a Vettel settimo, anche Sutil – uomo veloce e corretto come pochi – lo Schumacher formichina 2010, e un buon Hulkenberg. Certo che i primi due si sono avvantaggiati dal “taglio” effettuato al gruppo da parte della Renault di Kubica partito bene e alle prese con una macchina non troppo veloce, ma l’impressione è che comunque – fuori gioco Vettel e Alonso – la gara sarebbe stata comunque affare loro. Certo che adesso in casa Red Bull la situazione sembra tutt’altro che tranquilla, in Ferrari – per altri motivi – anche; solo in Mclaren, con Hamilton e Button in cima alla classifica piloti, sembrano sempre e comunque sorridere.

Ecco comunque la classifica del Gp d’Inghilterra 2010 e le classifiche di campionato aggiornate:

Pos. # Driver Team
1 6 Mark Webber Red Bull
2 2 Lewis Hamilton McLaren
3 4 Nico Rosberg Mercedes
4 1 Jenson Button McLaren
5 9 Rubens Barrichello Williams
6 23 Kamui Kobayashi Sauber
7 5 Sebastian Vettel Red Bull
8 14 Adrian Sutil Force India
9 3 Michael Schumacher Mercedes
10 10 Nico Hülkenberg Williams
11 15 Vitantonio Liuzzi Force India
12 16 Sebastien Buemi Toro Rosso
13 12 Vitaly Petrov Renault
14 8 Fernando Alonso Ferrari
15 7 Felipe Massa Ferrari
16 18 Jarno Trulli Lotus
17 19 Heikki Kovalainen Lotus
18 24 Timo Glock Virgin
19 20 Karun Chandhok HRT
20 21 Sakon Yamamoto HRT

Classifica Piloti

Position Driver Points
1 Lewis Hamilton 145
2 Jenson Button 133
3 Mark Webber 128
4 Sebastian Vettel 121
5 Fernando Alonso 98
6 Nico Rosberg 90
7 Robert Kubica 83
8 Felipe Massa 67
9 Michael Schumacher 36
10 Adrian Sutil 35
11 Rubens Barrichello 29
12 Kamui Kobayashi 15
13 Vitantonio Liuzzi 12
14 Sebastien Buemi 7
15 Vitaly Petrov 6
16 Jaime Alguersuari 3
17 Nico Hülkenberg 2
=18 Pedro de la Rosa 0
=18 Karun Chandhok 0
=18 Heikki Kovalainen 0
=18 Lucas di Grassi 0
=18 Jarno Trulli 0
=18 Bruno Senna 0
=18 Timo Glock 0
=18 Sakon Yamamoto 0

Classifica Costruttori

Position Team Points
1 McLaren 278
2 Red Bull 249
3 Ferrari 165
4 Mercedes 126
5 Renault 89
6 Force India 47
7 Williams 31
8 Sauber 15
9 Toro Rosso 10
=10 HRT 0
=10 Lotus 0
=10 Virgin 0

Andrea Corbetta