MORNÉ STEYN E IL SUDAFRICA DEMOLISCONO GLI AZZURRI

Morné Steyn mette a tacere i dubbi di settimana scorsa, guidando con mano il Sudafrica a una larga vittoria sugli azzurri.

Nulla ha potuto stavolta l’Italia, demolita da un Sudafrica ben più convincente di quello visto settimana scorsa e sapientemente guidato da Morné Steyn, ormai consacrato come apertura titolare degli Springboks. Vessante il punteggio finale, che vede i sudafricani trionfare 55-11 nella gara di East London: sette mete a una con Steyn, due volte in meta nella prima mezz’ora, autore di 22 dei 27 punti della sua squadra nel primo tempo e di altri sei nella ripresa.

Nonostante l’ampiezza del punteggio, rimane qualche ombra sul gioco sudafricano alla vigilia del Tri Nations: a un grande pack e a un’apertura di valore come Morné Steyn non corrisponde una linea di trequarti che possa creare grossi problemi a Australia e Nuova Zelanda: Januarie non ha dimostrato la solidità necessaria, i centri sono molto macchinosi e la maglia numero 15, se Peter de Villiers si ostina nella sua scelta di non convocare François Steyn, rimane un’incognita irrisolta. A un anno di distanza dalla Coppa del Mondo, riuscire a registrare il gioco dei trequarti è vitale. Convince invece tutta la mischia: Spies è ormai assodato all’otto, Louw si è guadagnato in questo tour l’ipoteca sulla maglia numero 7, la seconda linea è un reparto solido e ricco di opzioni e in Gurthrö Steenkamp i Boks hanno trovato una macchina per demolizioni di prima linea invidiabile. Ad affiancarlo tornerà per il Tri Nations Tendai Mtawarira, conosciuto come The Beast, il pilone nativo dello Zimbabwe che non era stato più chiamato in nazionale dopo una richiesta ministeriale di non convocare atleti che non fossero in possesso del passaporto sudafricano, recentemente ottenuto dal pilone degli Sharks.

L’Italia ha giocato in maniera diligente, è riuscita a spegnere le maul sudafricane sul nascere e ha avuto la possibilità di confezionare una bella meta per un giovane promettente come Michele Sepe. La coperta della nazionale di Mallett sembra ormai troppo corta però: a meno di terremoti nel movimento rugbistico, la nazionale sembra non avere più molto potenziale da realizzare. Se non ci sarà materiale per un rinnovamento generazionale, e se questo rinnovamento non verrà gestito bene, l’Italia potrebbe declinare in fretta nei prossimi anni. Fanno ben sperare individualità come quelle di Sepe, Zanni e di un Simon Picone che riesce a dare il ritmo anche dietro a una mischia che soffre, ma è l’ora di dare spazi importanti anche agli under 25. In questo senso, ha poco significato affidare il ruolo di apertura a un trentaduenne incompleto per il ruolo come Craig Gower, scelta che limita le opzioni di gioco al piede, ormai vitale per sopravvivere a livello internazionale, soprattutto se si tiene all’ala un Mirco Bergamasco poco utile soltanto per piazzare. Monumentale, come sempre, Sergio Parisse, tornato in maniera convincente dal suo lungo infortunio: il capitano però è costretto ormai da tempo a tirare la carretta da solo, sobbarcandosi anche più incombenze del necessario (due tentativi di drop nella partita di East London), mentre è necessario evitare che il suo rendimento cali come è successo ai vari Bergamasco, Castrogiovanni e Bortolami.

Sabato 26 giugno 2010
SUDAFRICA – ITALIA 55-11 (27-6)
Buffalo City Stadium, East London (RSA)

SUDAFRICA: Aplon – J.de Villiers, Fourie, de Jongh (60′ Pienaar), Habana (60′ Oliver) – M.Steyn (61′ James), Januarie – Spies, Louw, Burger (61′ Potgieter) – Bekker, B. Botha (61′ van der Merwe) – du Plessis (61′ BJ Botha), Smit (c) (70′ Ralepelle), Steenkamp.

ITALIA: McLean – Sepe, Canale, Masi, Mi.Bergamasco – Gower (71′ Bocchino), Picone (52′ Tebaldi) – Parisse (c), Derbyshire (60′ Zanni), Vosawai – Bortolami (52′ Geldenhuys), Del Fava – Cittadini (63′ Sbaraglini), Ongaro (52′ Ghiraldini), Perugini (80′ Cittadini).

ARBITRO: Small (ENG)

MARCATORI
4′ p. M.Steyn RSA 3-3
8′ p. Mi.Bergamasco ITA 3-3
11′ mt. M.Steyn RSA 10-3
15′ p. Mi.Bergamasco ITA 10-6
20′ p. M.Steyn RSA 13-6
31′ mt. M.Steyn RSA 20-6
37′ m. Spies t. M.Steyn RSA 27-6
Fine Primo Tempo 27-6
52′ m. du Plessis t. M.Steyn RSA 34-6
57′ m. Habana t. M.Steyn RSA 41-6
60′ m. van der Merwe t. M.Steyn RSA 48-6
65′ m. Sepe ITA 48-11
79′ m. BJ Botha t. Pienaar RSA 55-11
FINALE 55-11

Damiano Benzoni

WIMBLEDON: IL BILANCIO DELLA PRIMA SETTIMANA

Si entra nel vivo del torneo di Wimbledon con gli ottavi di finale. La nostra preview.

WimbledonDomenica di riposo come da tradizione sui campi dell'”All England Lawn Tennis and Croquet Club di Wimbledon in attesa della settimana decisiva del più prestigioso torneo del Mondo.

Ricca di storie come il match più lungo della storia o gli sputi di Hanescu verso il pubblico, la prima settimana ha rispettato in campo maschile i pronostici con poche teste eccellenti cadute. Nella parte alta del tabellone, lo svizzero Roger Federer, dopo aver faticato nei primi due turni costretto al quinto set dal colombiano Falla e al quarto dal serbo Bozoljac, sembra aver ritrovato il suo passo e incontrerà negli ottavi l’austriaco Melzer, per un quarto di finale contro il vincitore tra il ceco Berdych e il tedesco Brands che ha fatto fuori due teste di serie come Davydenko e Hanescu. Dalla stessa parte del tabellone si assisterà domani ad un interessante ottavo di finale tra Novak Djokovic (testa di serie numero 3) e Leyton Hewitt, con probabile quarto di finale contro Andy Roddick favorito sul cinese Lu.

Dall’altra parte del tabellone, la testa di serie numero 2, Rafael Nadal dovrà sfruttare la giornata di oggi per recuperare dopo le due maratone al quinto set dei turni precedenti prima di affrontare il francese Mathieu in un ottavo di finale che pende nettamente a favore del maiorchino: l’avversario nei quarti uscirà tra lo svedese Robin Soderling e lo spagnolo David Ferrer dove il primo si fa preferire per la superficie. L’idolo di casa, Andy Murray (testa di serie numero 4) si trova forse il percorso più favorevole verso la semifinale: lo statunitense Querrey negli ottavi e il vincitore tra Tsonga e Benneteau nei quarti i probabili ostacoli.

In campo femminile solo due delle prime otto teste di serie sono caduta nella prima settimana: l’italiana Roberta Schiavone (n.5) e l’australiana Samantha Stosur. A differenza del Roland Garros le due sorelle Williams sono nelle due parti del tabellone e si potrebbe quindi arrivare alla sfida tra sorelle (prime due teste di serie del torneo) in finale. Serena, prima del seeding, incontrerà negli ottavi di finale la russa Sharapova per arrivare ad un quarto di finale contro la vincente tra la cinese Li e la polacca Radwanska. Da questa parte del tabellone sembra essersi aperta una autostrada verso la semifinale per la danese Wozniacki (unica testa di serie rimasta) che trova negli ottavi la ceca Kvitova (n.62 al mondo) e nei quarti la vincente tra Zakopalova e Kanepi.

Dall’altra parte del tabellone, Venus Williams trova negli ottavi Jarmilla Groth (92) per avvicinarsi all’appuntamento con la sorella attraverso un quarto di finale con la vincente tra la francese Marion Bartoli e la bulgara Pironkova. Chi uscirà da questo quartetto troverà in semifinale o Jelena Jankovic che parte favorita contro la Zvonareva o la vincente di un’ottavo tutto belga che è il vero clou di domani tra Kim Clijsters e Justine Henin.

Massimo Brignolo

PUGILATO: CONVINCE CHAVEZ JR

Julio Cesar Chavez Junior si guadagna il diritto ad essere lo sfidante ufficiale di Martinez per il titolo mondiale dei medi.

Julio Cesar Chavez JuniorSul ring di San Antonio, Texas, questa notte la grande boxe mondiale ha assistito al definitivo “parto” di un grandissimo protagonista, tanto atteso e di cui si narrava da anni della possibile venuta alla luce. Stiamo parlando di Julio Cesar Chavez Jr. (figlio di uno dei più grandi fuoriclasse della boxe dell’ultimo ventennio), 24 anni e già 41 vittorie in bacheca, che da peso medio ha battuto ai punti con verdetto unanime l’irlandese John Duddy, in palio la cintura mondiale “Silver” (una via di mezzo tra la semifinale e un interim, ennesima etichetta sciocca e pretestuosa inventata dalla dirigenza degli enti mondiali) della Wbc. In pratica con questa vittoria Chavez è lo sfidante ufficiale al titolo mondiale vero e proprio dell’argentino Sergio Martinez.

Il match è stato vero e spettacolare, con Chavez che ha dominato quasi in lungo e largo un avversario mai domo con grandissimo uso del jab sinistro e con una varietà di colpi e di potenza che gli appassionati ancora non gli riconoscevano: in questo è stato davvero fruttuoso il lavoro svolto dal messicano nel training-camp di Freddie Roach. Il figlio d’arte ha avuto un solo momento di difficoltà, quando nel corso della sesta ripresa Duddy lo ha centrato con un potente gancio destro che poteva abbattere chiunque, ma che Chavez è stato bravo ad ammorbidire con determinazione. Proprio dal punto di vista caratteriale e della personalità si sono notati i progressi più importanti di questo ragazzo, che non aveva mai convinto appieno nonostante una incredibile e ininterrotta ridda di vittorie: due anni fa lo aveva fatto soffrire anche il non eccelso italiano Tobia Loriga.

Nella serata della Top Rank di Bob Arum ritorno sul ring e vittoria ai punti per Marco Antonio Barrera, il 36enne già “babe face assassin”, che ha battuto il brasiliano De Jesus connotando ancora quei lampi di classe che ne hanno fatto campione in tre categorie diverse dai supergallo ai superpiuma e che le batoste subite da Manny Paquiao e Amir Khan paiono non aver del tutto cancellato.

Andrea Bacci

CICLISMO: A CONEGLIANO LA GIOIA DI VISCONTI

Giovanni Visconti riconquista la maglia tricolore che era già stata sua nel 2007.

Giovanni ViscontiGiovanni Visconti è uno di quei corridori troppo spesso dimenticati: pur avendo vinto quindici corse in carriera, tra cui il Tricolore 2007 e due edizioni della Coppa Sabatini, il suo nome non rientra quasi mai tra i favoritissimi delle gare a cui prende parte; inoltre, ha lo svantaggio di correre in una squadra piccola, la toscana ISD-Neri, che non partecipa di diritto alle principali competizioni internazionali. Ma quando questo ragazzo palermitano, emigrato come altri ciclisti siciliani sulle dolci colline di Toscana, trova la giornata giusta, nessuno è in grado di resistergli.

Anche oggi, nella prova dei professionisti del Campionato Nazionale, la sua azione è stata incontenibile. Dopo 200 km di scatti e controscatti che vedono protagonisti diverse decine di atleti (tra i più attivi, il veneto Marco Marcato e il laziale Leonardo Giordani), la prima azione veramente incisiva è opera del terzetto composto da Riccardo Riccò, Matteo Carrara e per l’appunto Giovanni Visconti, che fanno il forcing in testa al gruppo sul penultimo passaggio della Cà del Poggio, salita incastonata tra i vigneti di Prosecco ma quanto mai simile ai muri fiamminghi. Il penultimo passaggio sul traguardo di Conegliano Veneto (11 giri su un circuito di 23.5 km per un totale di 259 km e quasi 5000 metri di dislivello) vede una dozzina di atleti in testa alla corsa: oltre ai tre che hanno acceso la miccia, si distinguono particolarmente Sella, Ballan e Bertagnolli, mentre Nibali, Basso e Cunego restano attardati. Tutti pensano che l’azione decisiva per questo Tricolore avverrà ancora sulla Cà del Poggio, ma Visconti, come preannunciato dal suo team manager Luca Scinto, anticipa i tempi, salutando la compagnia già sulla salita delle Coste, il cui culmine è posto a 21 km dall’arrivo: gli altri membri del gruppetto sono sorpresi da questo scatto improvviso e non reagiscono a dovere, così il vantaggio del ragazzo siciliano sale esponenzialmente, prima a 20 secondi, poi a 35’’ e infine a poco meno di un minuto, senza che dietro ci sia la necessaria collaborazione per andare a riprenderlo. All’ultimo passaggio sulla Cà del Poggio ci provano timidamente Riccò e Bertagnolli, che però riescono a scalfire solo in minima parte il distacco dalla testa della corsa: così Visconti, ad un chilometro dal traguardo, può permettersi il lusso di affiancare l’ammiraglia per ricevere una bandiera tricolore, che sventola puntualmente una volta giunto sulla linea d’arrivo, dove i più immediati inseguitori vengono anticipati dal varesino Ivan Santaromita, giunto in seconda posizione, e da Alessandro Ballan che chiude terzo. Tre anni dopo, il ragazzo di Palermo può quindi indossare nuovamente la maglia di campione d’Italia. Sperando che stavolta nessuno si dimentichi di lui.

ORDINE D’ARRIVO:

1. Giovanni VISCONTI (ISD-Neri) media 38.307 km/h;
2. Ivan SANTAROMITA (Liquigas-Doimo)
3. Alessandro BALLAN (BMC)
4. Pasquale MUTO (Miche)
5. Emanuele SELLA (Carmiooro)

ALBO D’ORO (recente):

2000 Michele BARTOLI
2001 Daniele NARDELLO
2002 Salvatore COMMESSO
2003 Paolo BETTINI
2004 Cristian MORENI
2005 Enrico GASPAROTTO
2006 Paolo BETTINI
2007 Giovanni VISCONTI
2008 Filippo SIMEONI
2009 Filippo POZZATO
2010 Giovanni VISCONTI

Marco Regazzoni

F1: PRIMA FILA RED BULL A VALENCIA

Sebastian Vettel
Foto: Ansa.it

Nel sabato caldo di Valencia si è tornati alla normalità: prima fila Red Bull, con Vettel e Webber che per due giorni hanno dato l’impressione di galleggiare senza sbavature nelle curve di Valencia. Qualifiche serrate comunque, giusto per sottolineare ancora la scarsa selettività  – e qualità verrebbe da dire – del tracciato di Valencia, che più che una pista cittadina sembra un circuito di periferia,

Fuori subito in Q3 il sempre più depresso Kobayashi e i tre team debuttanti; anche se a onor del vero la Lotus sta creando un solco sempre più profondo tra sè e HRT e Virgin, collocandosi in una terra di mezzo tra i “normali” e i “fuori quota”. In Q2 invece grossa delusione Mercedes, con entrambe le vetture escluse, e se per Schumacher, apparso in grossa difficolta sul tracciato spagnolo e con una Mercedes non proprio perfetta, in parte ce la si poteva aspettare, l’esclusione di Rosberg è stata sinceramente una sorpresa. Delusione anche in casa Force india, con Sutil e Liuzzi bloccati in Q2. Soddisfazione invece in casa Williams con Barrichello e Hulkenberg, entrambi in Q1, a proprio agio in quel di Valencia

Si è arrivati in Q3 con i quattro piloti – Alonso, Vettel, Webber e Hamilton –  in grado di lottare per la pole, e in più l’incognita Kubica. Ha vinto su tutti il giro perfetto di Sebastian Vettel, giro senza sbavature in perfetto stile Vettel, di poco davanti al compagno Webber, e a un Hamilton che sbaglia la frenata nel giro decisivo; ma sinceramente l’inglese avrebbe dovuto volare per battere il tempo del tedesco della Red Bull. Alonso e Massa, quarto e quinto, sono comunque lì, le modifiche hanno funzionato, la macchina sembra sfruttare molto bene le gomme dure, Massa appare finalmente reattivo, e domani entrambi potrebbero dire la loro. Ci si aspettava forse di più da Kubica, viste certi acuti, ma il polacco contro la Red Bull nulla può, anche se non riesce a replicare i tempi fatti registrare in Q1 e Q2. Button è sembrato un po’ ai margini, ma questo è il suo modo di stare in pista, e alla domenica state pur certi che qualcosa combinerà comunque

Per domani la prima fila Red Bull è preoccupante – per gli avversari ovvio – potrebbe significare una fuga sin dalla prima curva, e su un circuito come Valencia questa è una minaccia molto reale. Ecco comunque la griglia completa:

Row 1 1. Sebastian Vettel 1′37.587
Red Bull-Renault
2. Mark Webber 1′37.662
Red Bull-Renault
Row 2 3. Lewis Hamilton 1′37.969
McLaren-Mercedes
4. Fernando Alonso 1′38.075
Ferrari
Row 3 5. Felipe Massa 1′38.127
Ferrari
6. Robert Kubica 1′38.137
Renault
Row 4 7. Jenson Button 1′38.210
McLaren-Mercedes
8. Nico Hülkenberg 1′38.428
Williams-Cosworth
Row 5 9. Rubens Barrichello 1′38.428
Williams-Cosworth
10. Vitaly Petrov 1′38.523
Renault
Row 6 11. Sebastien Buemi 1′38.586
Toro Rosso-Ferrari
12. Nico Rosberg 1′38.627
Mercedes
Row 7 13. Adrian Sutil 1′38.851
Force India-Mercedes
14. Vitantonio Liuzzi 1′38.884
Force India-Mercedes
Row 8 15. Michael Schumacher 1′39.234
Mercedes
16. Pedro de la Rosa 1′39.264
Sauber-Ferrari
Row 9 17. Jaime Alguersuari 1′39.458
Toro Rosso-Ferrari
18. Kamui Kobayashi 1′39.343
Sauber-Ferrari
Row 10 19. Jarno Trulli 1′40.658
Lotus-Cosworth
20. Heikki Kovalainen 1′40.882
Lotus-Cosworth
Row 11 21. Lucas di Grassi 1′42.086
Virgin-Cosworth
22. Timo Glock 1′42.140
Virgin-Cosworth
Row 12 23. Karun Chandhok 1′42.600
HRT-Cosworth
24. Bruno Senna 1′42.851
HRT-Cosworth

Andrea Corbetta