LA STRAGE DELL’HEYSEL VISTA DA KENNY DALGLISH NELLA SECONDA AUTOBIOGRAFIA

Quattordici anni dopo la pubblicazione del primo libro autobiografico dell’ex campione scozzese Kenny Dalglish, domani uscirà nelle librerie britanniche il secondo, e probabilmente neanche ultimo: “My Liverpool Home – Then and Now”.

Già dal titolo si intende inequivocabilmente che l’oggi cinquantanovenne ex attaccante degli anni settanta e ottanta ha dettagliatamente relazionato, in 352 pagine, il proprio rapporto con la squadra dei Reds, nella quale ha militato ininterrottamente dal 1977 al 1990, conquistando la bellezza di otto campionati, più tre Coppe dei Campioni.

In quell’epoca il Liverpool balzò agli onori delle cronache per le strepitose vittorie e per i fuoriclasse del calibro di Graeme Souness, Phil Neal, Ronnie Whelan, Ian Rush, il portiere Bruce Grobbelaar, oltre ovviamente allo stesso Dalglish. A far balzare la squadra ai disonori delle cronache ci pensarono invece i suoi tifosi, i famigerati hooligans della curva Kop, colpevoli di avere innescato la strage dell’Heysel nel 1985, e a loro volta vittime quattro anni dopo nell’altra strage dello stadio Hillsborough di Sheffield.

E proprio sulla tragedia dell’Heysel, secondo gli stralci riportati in anteprima dalla stampa d’oltremanica, Kenny Dalglish ha raccontato la propria esperienza diretta, ricordando che la mattina successiva un folto gruppo di tifosi juventini, addolorati ed inferociti allo stesso tempo, erano arrivati sotto l’albergo dove alloggiava la squadra inglese. E, salendo sul pullman, Dalglish li aveva osservati, rimanendo impressionato dal grande dolore che si celava sotto la loro rabbia.

Ho visto i tifosi italiani piangere, mentre, a mani nude, colpivano il nostro pullman; e percepivo la crudezza delle loro emozioni “.

Poi, ha aggiunto, ricordando una delle tante massime del grande allenatore del Liverpool degli anni sessanta e settanta, Bill Shankly: “Il calcio non è una questione di vita o di morte. È una cosa molto più importante”.

Non ho mai smesso di stimare Shankly. Ha osservato Dalglish. “Ma questa volta aveva sbagliato. Il calcio non può essere mai una cosa più importante”.

Giuseppe Ottomano

CALCIO: UNDER 21 AGLI SPAREGGI

Missione compiuta per gli azzurrini di Casiraghi che battono (1-0) il Galles e vanno agli spareggi per gli Europei.

Tutto è bene quel che finisce bene, come nelle favole. L’Italia Under 21 supera i pari età gallesi (1-0, decide Mustacchio) nell’ultima giornata dei gironi di qualificazione e va così agli spareggi per gli Europei del prossimo anno in Danimarca. Una fatica sovrumana, una corsa disperata avviata dopo la sconfitta dell’andata a Swansea. Ma conclusa, comunque, con un lieto fine.

Per la seconda volta consecutiva gli azzurrini di Pierluigi Casiraghi vincono con il minimo scarto (1-0). Per la seconda volta consecutiva è una vittoria targata Sampdoria: a Sarajevo fu sufficiente un gol di Soriano su imbeccata di Marilungo, questa volta a Pescara è Mustacchio il match-winner. Tutti e tre sono cresciuti all’ombra della Lanterna, contribuendo largamente ai successi dei blucerchiati nella categoria Primavera (scudetto, Coppa Italia e Supercoppa). Ancora una volta l’Under 21 si dimostra più forte non tanto dell’avversario, che comunque fa davvero poco per mettere paura agli azzurrini, quanto delle avversità: anche per questo appuntamento decisivo mancavano pedine fondamentali come il “solito” Balotelli, Paloschi, Poli e Santon, con De Silvestri prestato alla nazionale maggiore. Eppure sul manto erboso di Pescara la loro assenza di rado si è fatta sentire, grazie anche ad un avversario davvero innocuo.

Casiraghi manda in campo una formazione abbastanza spregiudicata, con il cesenate Schelotto messo addirittura a fare il terzino. Chiaro l’intento di sbloccare quanto prima la situazione, perché l’1-0 può non bastare per passare il turno e allora servirebbero minimo due gol di scarto. I terzini gallesi Taylor e Matthews ci aiutano nell’intento, riuscendo a contenere con molti sforzi la vivacità di Mustacchio e Fabbrini, schierati da Casiraghi sulle corsie laterali. E proprio l’ex sampdoriano, ora al Varese, colpisce l’avversario nel suo punto debole: con la complicità di un disattento Taylor raccoglie un lancio dalle retrovie e prosegue la corsa solitaria verso il presidio diMaxwell, battuto con un diagonale che gli passa sotto le gambe. Si potrebbe dire che, paradossalmente, la partita si chiude  già qui. Perché l’Italia sfiora a più riprese il raddoppio, ma senza trovarlo: le occasioni più nitide capitano, nella ripresa, sui piedi di Fabbrini e Marilungo, tra i migliori in campo. Nonostante le assenze la squadra è effervescente, vivace, propositiva. Peccato, solamente, che non riesca a mettere in cassaforte la vittoria senza aspettare il triplice fischio finale. La difficoltà del Galles di pungere ci aiuta, ma dopo una sola giornata di campionato la condizione fisica è ancora alla ricerca della sua forma perfetta. Meglio, allora, averla più avanti, quando le partite saranno veramente da dentro o fuori.

Martedì 7 settembre 2010

ITALIA U21-GALLES U21 1-0 (1-0)

Stadio Adriatico, Pescara

ITALIA (4-4-2): Mannone; Schelotto, Ranocchia, Ogbonna, Ariaudo; Mustacchio (74′ D’Ambrosio), Marrone (56′ Soriano), Bolzoni, Fabbrini; Marilungo, Okaka (80′ Destro). (Perin, Angella, Borini, Pasquato). Allenatore: Casiraghi.

GALLES (4-4-2): Maxwell; Matthews (33′  Richards), Eardley, Morris, Taylor; Allen (80′ Williams), Bradley (56′ Doble), King, MacDonald; Robson-Kanu, Church. (Cornell, Stephens, Partington, Taylor). All. Flynn.

ARBITRO: Nijhuis (Olanda).

GOL: 14′ Mustacchio.

NOTE: Angoli 2-0 per il Galles.. Ammoniti: Bradley, Ariaudo, Marilungo e MacDonald.

Simone Pierotti

CALCIO: L’UNDER 21 VINCE E SPERA

A Sarajevo decide Soriano nella ripresa. Adesso c’è da battere il Galles, sperando che fermi l’Ungheria.

Che i Balcani siano diventati il luogo della rinascita dello sport azzurro? Difficile a dirsi, forse troppo presto per saperlo. O, probabilmente, è solo una semplice casualità. Eppure, mentre a Zagabria la nazionale maschile di pallanuoto sta vincendo tutte le partite della fase eliminatoria degli Europei e fa nuovamente sognare dopo anni di delusioni (e si attende anche l’esplosione delle donne), gli azzurrini dell’Under 21 trovano a Sarajevo una vittoria striminzita ma buona per continuare a sperare nella qualificazione agli Europei in Danimarca. In casa di una Bosnia-Erzegovina già eliminata decide, alla mezzora del secondo tempo ,un gol di Roberto Soriano, tra i reduci della sciagurata spedizione azzurra agli Europei Under 19 dello scorso luglio.

I bosniaci sono ormai fuori ma questo non sembra dissuaderli dal fare di tutto per complicare la vita alla squadra di Pierluigi Casiraghi, alle prese con le pesanti assenze di Bolzoni, De Silvestri, Di Gennaro, Poli, Santon e persino Balotelli, che Prandelli avrebbe “prestato” all’Under 21 per questo delicato doppio impegno. L’Italia, tuttavia, non cerca nessun appiglio e parte subito alla ricerca del gol: Paloschi mette fuori causa Šahić ma gli manca il guizzo vincente per concludere a rete, Okaka guadagna numerose punizioni al limite dell’area che il genietto Pasquato non riesce mai a tramutare in gol. La Bosnia, dal canto suo, predilige una difesa serrata e aggressiva – si perde il conto delle trattenute ai danni di Okaka – e lascia l’attaccante Bilbija a predicare da solo in mezzo al deserto.

Nella ripresa Casiraghi tenta di invertire la rotta richiamando il generoso Okaka e Pasquato per inserire Marilungo e Fabbrini, fresco di passaggio dall’Empoli all’Udinese. Sarà soprattutto l’ingresso del sampdoriano a dare maggior vivacità all’attacco azzurro e, soprattutto, a decidere le sorti dell’incontro. Il “Golden boy” del Torneo di Viareggio 2009 prima scalda le mani a Šehić, che compie un autentico miracolo, e poi porge all’ex compagno della formazione Primavera il pallone che genera il gol della vittoria azzurra. Vittoria che continua a mantenere vive le speranze di accesso ai play-off per gli Europei del prossimo anno: l’Italia dovrà battere martedì il Galles e sperare che nel frattempo i britannici non perdano contro l’Ungheria, che martedì riceve la visita della Bosnia. Nel caso in cui fossero i magiari a precederci in classifica, l’unica speranza è che gli azzurrini siano, classifiche alla mano, tra le quattro migliori seconde dei dieci gironi.

Venerdì 3 settembre 2010

BOSNIA U21 – ITALIA U21 0-1 (0-0)

Stadion Grbavica, Sarajevo

BOSNIA (4-5-1): Šehić; Aničić, Bešić, Bunoza, Subašić; Mujić (87′ Mujakic), Kiso, Sesar (70′ Kožul), Galešić, Haurdić; Bilbija (46′ pt Handžić). (Hamzić, Kazazić, Sipović, Jakovljevic). All. Tulić.

ITALIA (4-4-2): Mannone; D’Ambrosio, Ranocchia, Ogbonna, Ariaudo; Schelotto, Soriano, Marrone, Pasquato (60′ Fabbrini); Okaka (55′ Marilungo), Paloschi (85′ Mazzotta). (Perin, Angella, Mazzarani, Borini). All. Casiraghi.

ARBITRO: Black (Irlanda del Nord).

GOL: 76′ Soriano.

NOTE: ammoniti: Kiso per proteste, Marrone, Aničić e Bunoza per gioco falloso.

Simone Pierotti

SUPERCOPPA EUROPEA, TRIONFO ATLÉTICO

Sorpresa a Montecarlo: l’Atlético Madrid batte 2-0 l’Inter ed alza la Supercoppa Europea.

Dall’unica squadra capace di vincere l’Intercontinentale senza prima alzare la Coppa dei Campioni c’era da aspettarselo. Quasi sicuramente non si aggiudicherà il campionato, difficilmente ripeterà il successo in Europa League. E, probabilmente, l’idea di essere i migliori d’Europa è frutto più di una convinzione personale che della realtà. Eppure, se vuole, sa battere avversari apparentemente invincibili. L’Atlético di Madrid è così, prendere o lasciare. I colchoneros vincono a sorpresa la Supercoppa Europea, superando per 2-0 un’Inter bruttina e compassata. E così, dopo essere stato nella scorsa stagione l’unica squadra ad affossare il Barcellona nella Liga, l’Atlético sconfigge anche la nuova regina del calcio europeo.

Non sarà una serata memorabile per i nerazzurri e lo si intuisce già dopo una manciata di minuti: Sneijder viene imbeccato da una rimessa laterale di Maicon ma alza oltre la traversa, una conclusione di Milito viene rimpallata dalla difesa e Cambiasso spara alle stelle. Tutto questo in nemmeno cinque minuti dal fischio d’inizio. L’Inter è volenterosa, caparbia, ma poco lucida. In attacco, quantomeno: Stanković trequartista al fianco di Sneijder e Eto’o sembra spaesato, tra incontristi e mezzepunte non c’è collante. Samuel e Lucio, invece, sono due perfetti cerberi della retroguardia e specialmente l’argentino interviene con gran tempismo in più di una circostanza, mentre Chivu non è impeccabile e rischia il rigore su Agüero. Dopo venticinque minuti di tatticismo è proprio Samuel a confezionare un’altra ghiotta occasione: il suo stacco di testa è imperioso, la mira non altrettanto precisa. Due minuti dopo Eto’o si accentra dalla sinistra e conclude dal limite: il suo rasoterra, però, non sortisce alcun effetto e si stampa sui cartelloni pubblicitari. Con un’azione simile Agüero prova (inutilmente) ad intimorire Júlio César partendo dalla fascia opposta: il sinistro non è il suo piede naturale e si vede. Il primo tempo della finale di Montecarlo è tutto qui. E l’atteso confronto a distanza tra Sneijder e Forlán per il Pallone d’oro delude le aspettative.

Qualcosa si muove, invece, ad inizio ripresa: ripartenza dell’Atlético con Forlàn che serve Reyes, l’ex giocatore di Arsenal e Real Madrid rientra sul sinistro e cerca l’angolo lontano, ma Júlio César risponde da gran portiere. Non sarà così tre minuti dopo: percussione in area dello stesso Reyes e scambio, un po’ fortunoso, con Agüero, il mancino andaluso lascia sul posto Maicon e fa secco Júlio César sul primo palo. I nerazzurri reagiscono, seppur con poche idee in testa: Stanković cede il posto a Pandev e lo stesso farà poco dopo – e a sorpresa – Sneijder con Coutinho, non prima di aver disegnato un passaggio invitante che Eto’o non capitalizza. L’Atlético non si asserraglia in difesa e, anzi, segna pure il gol del raddoppio. Il merito è di capitan Simão che percorre la fascia sinistra, portandosi a rimorchio Lucio: la difesa interista è in difficoltà, il portoghese se ne accorge e porge ad Agüero un pallone che l’argentino deve solo accompagnare in rete. La disfatta nerazzurra viene completata all’ultimo minuto, quando Milito si fa parare da De Gea un rigore che sarebbe stato, probabilmente, buono solo ai fini statistici. Gli spagnoli accorsi a Montecarlo iniziano ad intonare il classico “Campeones, campeones”: scena inedita per gli interisti, da un anno in qua. Parafrasando Ligabue, noto tifoso nerazzurro, non si può sempre vincere.

Venerdì 27 agosto 2010

INTER – ATLÉTICO MADRID 0-2 (0-0)

Louis II, Montecarlo (Monaco)

INTER (4-2-3-1): Júlio César; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu; Zanetti, Cambiasso; Stanković (67′ Pandev), Sneijder (dal 78′ Coutinho), Eto’o; Milito. All. Benitez.

ATLÉTICO MADRID (4-4-2): De Gea; Ujfaluši, Perea, Godín, Domínguez; Reyes (68′ Merida), Assunção, Raul García, Simão (90′ Camacho); Agüero, Forlán (77′ Jurado). All. Sánchez Flores.

ARBITRO: Busacca (Svi).

GOL: 62′ Reyes, 83′ Agüero.

Simone Pierotti

CALCIO: SORTEGGIATI I GIRONI DI EUROPA LEAGUE

In Europa League grandi sfide tra italiane e inglesi: il Napoli pesca il Liverpool, la Juventus il Manchester City.

Inghilterra ed Europa dell’Est nel destino delle italiane impegnate in Europa League: la Dea Bendata volta le spalle soprattutto a Juventus e Napoli. I bianconeri, inseriti nel gruppo A, se la vedranno infatti con uno degli avversari più tosti della competizione, il Manchester City. Per l’allenatore Roberto Mancini ed il neoacquisto Mario Balotelli sarà come fermare il tempo alla stagione 2007-08: fu in una fredda sera d’inverno che il tecnico di Jesi fece esordire in Coppa Italia, proprio contro la Vecchia Signora, il giovane attaccante che con una doppietta si fece subito conoscere. Ben più abbordabili gli austriaci del Red Bull Salisburgo, eliminati dalla Champions’ League, ed i polacchi del Lech Poznán.

Sfortunato anche il Napoli: i partenopei dovranno vedersela con l’altra grande nobile decaduta, il Liverpool di Roy Hodgson. Non solo: nel gruppo K compaiono anche i rumeni della Steaua Bucarest, avversario sempre tosto, e gli olandesi dell’Utrecht che agli spareggi hanno umiliato il Celtic con un roboante 4-0. Come nella stagione 2008-09, l’urna non è stata benevola con i campani, che trovarono subito una squadra ben attrezzata come il Benfica ed uscirono di scena già al primo turno. L’azzurro Dossena giocherà, così, contro la sua ex-squadra.

Soffia il vento dell’Est, invece, sul gruppo F, quello del Palermo: dopo la trasferta in Slovenia nei preliminari, i rosanero si sobbarcheranno anche quelle in Russia, in casa del CSKA Mosca, ed in Repubblica Ceca, dove faranno visita allo Sparta Praga. Completa il girone il Losanna. L’avversario da battere pare essere il club moscovita: gli elementi di spicco sono i gemelli Aleksej e Vasilij Berezuckij, il nazionale Aldonin, l’ex Liverpool Mark González e l’eccentrico attaccante brasiliano Vágner Love.

Pesca verso Oriente anche la Sampdoria (gruppo I): i blucerchiati giocheranno contro gli ungheresi del Debrecen, lo scorso anno avversari della Fiorentina in Champions’, e ritroveranno sulla loro strada gli ucraini del Metalist Kharkiv, che eliminarono l’undici ligure nei sedicesimi di finale della Coppa UEFA 2008-09. Il vero scoglio è costituito dal PSV Eindhoven.

Il gruppo più interessante sembrerebbe essere il J, dove sono state sorteggiate Siviglia, Paris Saint Germain e Borussia Dortmund: tre scuole calcistiche europee a confronto, con il Karpaty Lviv destinato a recitare il ruolo di comprimaria. L’Est Europa regna, invece, nel gruppo E: assieme all’AZ Alkmaar compaiono Dynamo Kyiv, Bate Borisov e Sheriff Tiraspol, con ucraini e moldavi eliminati ad un passo dalla fase a gironi della Champions’. Infine, curiosità per il ritorno da avversario ad Oporto dell’ex interista Quaresma, volto nuovo del Beşiktaş.

 

EUROPA LEAGUE 2010-2011

GRUPPO A

Juventus (ITA)

Manchester City (ENG)

Red Bull Salisburgo (AUT)

Lech Poznán (POL)

GRUPPO B

Atlético Madrid (ESP)

Bayer Leverkusen (GER)

Rosenborg (NOR)

Aris Salonicco (GRE)

GRUPPO C

Sporting Lisbona (POR)

Lille (FRA)

Levski Sofia (BUL)

Gent (BEL)

GRUPPO D

Villarreal (ESP)

Bruges (BEL)

Dinamo Zagabria (CRO)

PAOK Salonicco (GRE)

GRUPPO E

AZ Alkmaar (NED)

Dynamo Kyiv (UKR)

Bate Borisov (BLR)

Sheriff Tiraspol (MDA)

GRUPPO F

CSKA Mosca (RUS)

Palermo (ITA)

Sparta Praga (CZE)

Losanna (SUI)

GRUPPO G

Zenit San Pietroburgo (RUS)

Anderlecht (BEL)

AEK Atene (GRE)

Hajduk (CRO)

GRUPPO H

Stoccarda (GER)

Getafe (ESP)

Odense (DEN)

Young Boys (SUI)

GRUPPO I

PSV Eindhoven (NED)

Sampdoria (ITA)

Metalist Kharkiv (UKR)

Debrecen (HUN)

GRUPPO J

Siviglia (ESP)

Paris Saint Germain (FRA)

Borussia Dortmund (GER)

Karpaty Lviv (UKR)

GRUPPO K

Liverpool (ENG)

Steaua Bucarest (ROM)

Napoli (ITA)

Utrecht (NED)

GRUPPO L

Porto (POR)

Beşiktaş (TUR)

CSKA Sofia (BUL)

Rapid Vienna (AUT)

 

Simone Pierotti