TOUR DE FRANCE: SORPRESE E DELUSIONI

Alberto ContadorOggi è tempo di bilanci. La novantasettesima edizione del Tour de France è andata in archivio con la tappa dei Campi Elisi, dopo tre settimane di corsa attraverso montagne, pietre, discese, asfalti che si scioglievano al sole ed interminabili pianure. Questa Grande Boucle è stata solo a tratti spettacolare: troppo spesso ha prevalso la tattica (o la mancanza di gambe in forma), come ad esempio in quella memorabile ed assurda frazione di Ax 3 Domaines, dove i duellanti Schleck e Contador si sono letteralmente marcati ad uomo, arrivando addirittura a perdere terreno dagli altri big. In compenso, una sfida come quella che gli stessi due atleti hanno inscenato sul Tourmalet, con Schleck che cerca in tutti i modi di fare la differenza e Contador che agisce in contropiede, ripaga i tifosi di altre giornate più deludenti. Si è discusso e si discuterà a lungo sull’attacco dello spagnolo al lussemburghese nella tappa di Bagnéres-de-Luchon, approfittando di un salto di catena dell’amico-rivale: in fondo, i 39’’ che hanno permesso al madrileno di vincere il Tour derivano essenzialmente da quell’azione. Comunque, anche una situazione del genere fa parte dello sport.

Ma la corsa non ha visto soltanto due protagonisti. Tra i promossi, categoria nella quale Contador e Schleck rientrano a pieni voti, non si può non inserire Fabian Cancellara. Lo svizzero di sangue lucano domina letteralmente prologo e cronometro di Bordeaux, vinte a medie pazzesche, veste per ben sei giorni la maglia gialla e si fa valere come un gregario fondamentale per Schleck, aiutandolo in modo decisivo nella tappa del pavé di Arenberg. Altra nota lieta di questo Tour è senza ombra di dubbio Sylvain Chavanel: il ragazzo di Châtellerault, trentuno anni compiuti a fine giugno, si aggiudica con azioni da lontano le tappe di Spa e Station-des-Rousses, indossando per due giorni la maglia gialla e dando sempre l’idea di una condizione fisica esuberante. Per gli atleti di casa si tratta di un Tour da incorniciare, visti i successi, sempre con fughe da lunga distanza, di Casar, Fédrigo, Voeckler e Riblon, oltre ai due dell’atleta della Quick Step. Tutti gli appassionati si levano il cappello anche dinnanzi ad Anthony Charteau: in carriera il suo miglior successo era una tappa al Giro di Catalogna, ma in questo Tour, grazie ad una serie di attacchi e a duelli infiniti nella prima parte di corsa con Jérôme Pineau, vince la prestigiosissima maglia a pois di miglior scalatore, difendendosi egregiamente nelle tappe pirenaiche.

Tornando agli uomini di classifica, una nota di merito va a Menchov e Sánchez: regolare e costante il primo, che alla fine si aggiudica la terza posizione, dalla vocazione maggiormente offensiva il secondo, che però perde le velleità di podio nella cronometro di Pauillac. Applausi anche per Jurgen Van den Broeck, quinto nella classifica finale, che si guadagna così i gradi di miglior corridore belga per le corse a tappe, e per Joaquím Rodriguez, primo a Mende e ottavo nella generale.

Tra i velocisti, solo piazzamenti per Ciolek, Dean, lo sfortunato Farrar, il vecchio McEwen e l’arrembante Boasson Hagen che, pur in ottima condizione, non riesce a centrare nemmeno un successo parziale: le vittorie sono suddivise tra Thor Hushovd, primo nell’inferno del pavé e in lotta fino all’ultimo per la maglia verde, Mark Cavendish, in netta difficoltà all’inizio ma scatenatosi nella seconda parte di Tour con 5 vittorie di tappa, e Alessandro Petacchi, sicuramente il più sorprendente sia per i 36 anni di età che per la stagione non eccezionale prima di questa corsa. Lo spezzino si aggiudica due successi, si piazza altre cinque volte sul podio e, grazie a questa grande regolarità, riporta in Italia la maglia verde della classifica a punti che mancava da oltre quarant’anni, dai tempi di Cuore Matto Franco Bitossi.

E infine le delusioni. Il varesino Ivan Basso rientra giocoforza in questa categoria, così come altri due reduci dal Giro d’Italia, ovvero Cadel Evans e Carlos Sastre: i primi due hanno l’attenuante dei problemi fisici, ma ad ogni modo nessuno di questi tre big sembra mai essere in grado di battagliare con Schleck e Contador, perdendo parecchi secondi già nel cronoprologo e staccandosi puntualmente sulle salite più dure di questa corsa. Sastre, perlomeno, ci prova con un’azione coraggiosa in una delle ultime tappe pirenaiche, ma è troppo poco per degli atleti partiti con ben altre velleità. Evidentemente, le scorie del Giro d’Italia si sono fatte sentire più del previsto nelle gambe dei tre ragazzi.  Tra le delusioni, inseriamo anche Damiano Cunego e Vasil Kiryenka: si tratta di due corridori dalle doti eccezionali, ma probabilmente incapaci di gestirsi sotto l’aspetto tattico. Kiryenka, atleta completo con un buon spunto veloce, si fa sorprendentemente sconfiggere in una volata a due dal portoghese Paulinho nella frazione di Gap, e ci riprova anche in occasioni successive mettendo in mostra una grande condizione ma una scarsa lucidità. Discorso simile per Cunego, sempre all’attacco, addirittura per ben due volte nella fuga buona ma incapace di prevalere in quegli sprint a ranghi ridotti nei quali non dovrebbe avere rivali. Inoltre, il veronese corre praticamente in modo ininterrotto da marzo ad ottobre, il che gli permette di essere sempre regolare ma senza quei picchi di forma necessari per imporsi ai più alti livelli.

Lance Armstrong merita un discorso a parte: a 39 anni, in pochi credevano alle sue ambizioni di vittoria finale, tuttavia il texano sembrava davvero convinto delle sue capacità, ma svariate cadute, ed una condizione fisica non certo ottimale, lo hanno trascinato ben lontano dai primi della classifica. Un addio assolutamente triste per il plurivincitore di questa corsa.

Infine, una nota in conclusione per la lanterne rouge, versione d’Oltralpe della nostra maglia nera. Quest’anno è toccata al parmigiano Adriano Malori, 170° a 4h27’03’’ dal vincitore Contador.  Il giovane emiliano ha disputato un ottimo cronoprologo, chiudendo nei primi quindici, ma poi le cadute lo hanno condizionato pesantemente. In compenso, a ventidue anni è riuscito a terminare un Tour de France, e ha tutti i numeri per crescere nel corso delle prossime stagioni, diventando magari uno dei migliori specialisti mondiali delle prove a cronometro.

Marco Regazzoni

IL DOTTOR POZZOVIVO TRIONFA AL BRIXIA TOUR

Domenico PozzovivoDomenico Pozzovivo appartiene a quella categoria di corridori che fanno più infiammare gli appassionati: è uno scalatore puro, agile come un camoscio, fiato da maratoneta, gambe che girano in modo perfetto quando le pendenze sono impossibili. Piccolo ed esile (165 cm x 53 kg), questo ventottenne figlio della Lucania si era messo in luce già da giovane, in particolare con un quarto posto al Campionato del Mondo di Verona-categoria dilettanti nel 2004. Le prime stagioni da professionista, disputate sempre nella squadra diretta da Bruno e Roberto Reverberi per i quali corre tuttora, sono costellate da buoni sprazzi di classe, soprattutto sulle montagne del Giro d’Italia, e tanta, troppa sfortuna, come una frattura della clavicola nella primavera 2006 che lo costringe a rinunciare a quell’edizione della corsa rosa. Il ragazzo non si perde d’animo: al Giro 2008 è secondo dietro ad Emanuele Sella, suo compagno di squadra, nella tappa del Passo Fedaia, e chiude in classifica generale al nono posto. Poi, nel 2009, la prima vittoria in carriera, con la tappa di Flero nella Settimana Lombarda, seguita in questa stagione dalla tappa dell’Alpe di Pampeago al Giro del Trentino. Arriva a questo Brixia Tour in ottima condizione: il suo team disputa una buona prova nella cronosquadre vinta dalla ISD-Neri, quindi Pozzovivo fa suo l’arrivo di Lumezzane-Cima Poffe, dando una lezione di tattica all’irlandese Daniel Martin (Garmin), troppo attivo nei primi chilometri di ascesa; poi sfrutta il circuito finale della tappa di Pisogne, con tante curve strette nel cuore della Val Camonica, guadagnando ulteriori secondi sui rivali, per quanto la vittoria della frazione vada, in una volata anomala, al ventiseienne australiano Christopher Sutton (Team Sky). Ma il capolavoro lo compie sabato sul Passo Maniva, il traguardo simbolo di questo Brixia Tour, con uno scatto a dieci chilometri dalla conclusione che gli permette di distanziare di quasi un minuto il solito Martin e il brillante Morris Possoni (Team Sky); infine, si difende senza troppi sussulti nella pianura di Orzinuovi, dove Roberto Ferrari (De Rosa-Stac Plastic), bresciano di Gavardo, si impone allo sprint davanti a Sutton.

Pozzovivo, che pochi mesi fa ha conseguito la laurea in economia aziendale, è dunque il vero dominatore di questa decima edizione del Brixia Tour, con due successi parziali oltre a quello finale: un corridore con una simile abilità in salita, se assistito dalla fortuna, potrà davvero battagliare con tutti i migliori scalatori al prossimo Giro d’Italia e in ogni altra corsa a tappe. Da segnalare anche le brillanti prestazioni dell’appena ventunenne Diego Ulissi, toscano in forza alla Lampre-Farnese Vini, quarto nella classifica generale

Classifica finale Brixia Tour (maglia azzurra):
1°Domenico POZZOVIVO (Colnago-CSF Inox) in 15h32’00’’;
2°Morris POSSONI (Team Sky) a 1’50’’;
3°Daniel MARTIN (Garmin) a 2’39’’;
4°Diego ULISSI (Lampre-Farnese Vini) a 3’21’’;
5°Bartosz HUZARSKI (ISD-Neri) a 3’36’’.


Marco Regazzoni

TOUR DE FRANCE: LA CINQUINA DI CAVENDISH NEL GIORNO DELLA PASSERELLA DI CONTADOR

Ultima tappa del Tour de France: confermato il giallo di Contador, il verde di Petacchi e quinta vittoria per Cavendish.

Dopo tre settimane di pianura, pavé, Alpi, Pirenei e cronometro la carovana del Tour è arrivata all’epilogo. L’ultima tappa (in linea) è anche la più breve, soli 102,5 km da Longjumeau nella periferia di Parigi al circuito degli Champs-Élysées, il cuore della capitale francese e tradizionale arrivo della Grande Boucle dal 1975. Sorrisi e festeggiamenti in gruppo; i più radiosi sono la maglia gialla Contador, la maglia bianca Schleck e la maglia a pois Charteau. Più preoccupato Petacchi dato che la lotta per la maglia verde è ancora apertissima.

L’ultima tappa è una passerella, per la prima volta dall’inizio del Tour gli unici scatti alla partenza sono stati quelli dei fotografi. La Radio Shack si era presentata con una maglia nera con il numero 28 sulla schiena (28 come i milioni di morti all’anno di cancro nel mondo) ma per evitare l’esclusione dal Tour si è poi tornati alle divise tradizionali. Spumante e patatine per Contador e compagni, fino al primo scatto che è proprio della maglia gialla seguito immediatamente dalla maglia bianca, ma è solo un regalo ai fotografi. Il primo vero scatto della tappa rimanda l’atteso grande scontro fra Petacchi, Hushovd e Cavendish, i tre moschettieri delle volate ancora in corsa per la maglia verde. La battaglia non c’è nemmeno in occasione del secondo traguardo volante perché la principale fuga della tappa composta da undici corridori posticipa tutto il pathos al traguardo finale. Aitor Pérez Arrieta, Sandy Casar, Christophe Riblon, Rémi Pauriol, Christian Knees, Alan Pérez Lezaun, Danilo Hondo, Tony Martin, Karsten Kroon, Nicki Sørensen, Anthony Roux ottengono un vantaggio massimo di 24’’ costringendo Sky, Htc, e Katusha a tirare a fondo. All’ultimo giro rimangono in testa solamente Sørensen, Knees e Kroon che a sei chilometri dall’arrivo vengono riassorbiti. La volata con il gruppo allungatissimo è impostata dagli uomini Sky. Peracchi battezza la ruota di Hushovd e fa una gran volata, secondo solo all’imbattibile Mark Cavendish che centra la quinta vittoria sollevando la mano per celebrare la sua cinquina.

Il cinque di Cavendish, il tre di Contador ma anche il Verde di Petacchi. Un successo davvero meritato quello dello spezzino visto che è sempre arrivato sul podio nelle sette volate che si sono disputate in questo Tour. Un italiano non vinceva la maglia a punti dal 1968 quando a trionfare era stato Bitossi. L’unica nota amara è che Petacchi il 28 luglio dovrà presentarsi di fronte alla Procura di Padova per questioni legate al doping, l’augurio è che si tratti solamente di accertamenti.

Domenica 25 luglio 2010
Tour de France, ultima tappa
Longjumeau – Parigi (102,5 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Mark CAVENDISH
HTC-Columbia 2h 42’21”
2. Julian DEAN
Garmin stesso tempo
3. Alessandro PETACCHI
Lampre-Farnese Vini stesso tempo
4. Jurgen ROELANDTS
Omega Pharma Lotto stesso tempo
5. Óscar FREIRE Rabobank stesso tempo

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Alberto CONTADOR
Astana 91h 58’48”
2. Andy SCHLECK
Saxo Bank a 39″
3. Denis MEN’ŠOV Rabobank a 2’01”
29. Damiano CUNEGO
Lampre-Farnese Vini a 56’53”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini 243
2. Mark CAVENDISH HTC-Columbia 232
3. Thor HUSHOVD
Cérvelo 222

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Anthony CHARTEAU Bbox Bouygues Tlc 143
2. Christophe MOREAU
Caisse d’Epargne 128
3. Andy SCHLECK
Saxo Bank 116

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 91h 59’27”
2. Robert GESINK
Rabobank a 8’52”
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 11’15”

Nicola Sbetti

TOUR: L’ORGOGLIO DI SCHLECK NON ROVINA LA TERZA SINFONIA DI CONTADOR

Contador vince ma non stravince il suo terzo Tour, 39 beffardi secondi separano Schleck dalla maglia gialla.

Alberto Contador52 chilometri di pianura e strade dritte da Bordeaux a Pauillac, passando per le terre del Bordeaux, uno dei rossi più pregiati al mondo, per decidere il tour. Una cronometro dentro la quale ci sono quattro corse parallele: quella della maggioranza dei ciclisti non specialisti il cui obiettivo è solamente raggiungere i Campi Elisi e riabbracciare le famiglie, quella per la vittoria di tappa, la sfida fra Men’šov e Samuel Sanchez per il terzo posto e il gran duello fra Contador e Schleck per la maglia gialla.

Fabian Cancellara, favorito anche dal percorso meno ventoso, si dimostra il crono-man più forte di questo Tour. Come a Rotterdam la “Locomotiva di Berna” mette tutto il gruppo alle sue spalle a partire dal tedesco che aspira a essere il suo successore Tony Martin e prendendosi la rivincita su Contador che l’anno scorso lo aveva beffato.

Menchov si dimostra il miglior specialista delle corse a cronometro fra i big salendo per la seconda volta consecutiva sul gradino più basso del podio. L’anno scorso il russo era finito terzo dopo la squalifica per doping dell’austriaco Kohl. Dopo aver rifilato due minuti a Samuel Sanchez, domani il capitano della Rabobank potrà assaporare il podio di persona.

Al suo fianco ci saranno Schleck e Contador autori in questa crono di un bellissimo duello. Forse solo nel 1989 quando Greg Lemond rubò per soli 8’’ la maglia gialla a Laurent Fignon una cronometro era stata così avvincente. Quel che è certo che quest’ultima cronometro ha dato (almeno nei primi chilometri) più emozioni dei Pirenei.

Tutti gli addetti ai lavori davano il lussemburghese per spacciato invece il giovane leader della Saxo Bank ha dato davvero del gran filo da torcere al fenomeno spagnolo. Al chilometro 22 Schleck ha raggiunto il suo vantaggio massimo: 5 secondi. Nei chilometri successivi, nonostante la difficoltà a mantenere la posizione, Contador è riuscito a mettere un rapporto più duro fondamentale recuperare secondo dopo secondo. Alla fine Andy Schlek chiude in 1h 07’ 10’’, Alberto Contador, che vince per la terza volta il Tour de France, in 1h 06’ 39’’ .

Alla fine i due grandi protagonisti del Tour sono divisi da 39 beffardi secondi, proprio quelli guadagnati dallo spagnolo, approfittando del salto di catena del lussemburghese. All’arrivo le lacrime di delusione  Andy Schleck si confondono con lacrime di gioia di Alberto Contador, che in più di un’occasione ha temuto davvero di perdere la maglia gialla. Oggi il Tour è stato davvero onorato alla faccia di chi ieri lo considerava già chiuso.

Domani passerella conclusiva sui Campi Elisi. Con Contador in maglia gialla, Chartreau in maglia a pois, Schleck in maglia bianca, ci sarà da assegnare oltre all’ultima tappa anche la maglia verde per ora sulle spalle di Petacchi.

Sabato 24 luglio 2010
Tour de France, diciannovesima tappa
Bordeaux –  Pauillac (52 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Fabian CANCELLARA
Saxo Bank 1h00’56”
(media 52 km/h)
2. Tony MARTIN
HTC-Columbia a 17″
3. Bert GRABSCH
HTC-Columbia a 1’48”
4. Ignatas KONOVALOS
Cérvelo a 2’34”
5. David ZABRISKIE
Garmin a 3’00”

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Alberto CONTADOR
Astana 89h16’27”
2. Andy SCHLECK
Saxo Bank a 39″
3. Denis MEN’ŠOV Rabobank a 2’01”
29. Damiano CUNEGO
Lampre-Farnese Vini a 56’53”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini 213
2. Thor HUSHOVD Cérvelo 203
3. Mark CAVENDISH
Team Htc-Columbia 197

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Anthony CHARTEAU Bbox Bouygues Tlc 143
2. Christophe MOREAU
Caisse d’Epargne 128
3. Andy SCHLECK
Saxo Bank 116

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 89h17’06”
2. Robert GESINK
Rabobank a 8’52”
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 11’15”

Nicola Sbetti

TOUR: A BORDEAUX ANCORA CAVENDISH MA PETACCHI E’ IN VERDE

Cavendish raccoglie il suo quarto successo in questo Tour mentre Petacchi veste la maglia verde: ultima sfida domenica a Parigi

Mark CavendishArchiviate le grandi montagne, i 171 superstiti di questo Tour de France iniziano, perlomeno metaforicamente, a vedere i Campi Elisi di Parigi, dove domenica si concluderà la corsa: infatti, le ultime tre tappe non prevedono nemmeno un gran premio della montagna e l’unica possibilità per fare la differenza sarà l’interminabile cronometro di domani, con Contador che a questo punto sembra aver in pugno la prima posizione.

La marcia verso la capitale francese riparte da Salies-de-Béarn in direzione Bordeaux dove, dopo 198 km assolutamente piatti, si conclude la diciottesima tappa. La città della Gironda chiama a raccolta gli sprinter: infatti, in passato il traguardo del velodromo Lescure ha premiato i più grandi velocisti della storia, da Rik Van Looy a Freddy Maertens, da Dedé Darrigade ad Erik Zabel.

Dopo una decina di chilometri, parte la fuga di giornata, composta dall’ex maglia a pois Jérôme Pineau (Quick Step), dal passista-veloce danese Matti Breschel (Saxo Bank), dal bretone Benoit Vaugrenard (Française des Jeux) e da Daniel Oss (Liquigas-Doimo), ventitreenne trentino molto adatto alle Classiche del Nord ma in grado di districarsi con successo anche nelle volate. La testa della corsa mantiene per svariati chilometri un vantaggio che oscilla solo tra i 2 e i 4 minuti, perché dietro la Lampre-Farnese Vini di Petacchi guida con decisione l’inseguimento, intenzionata a portare il proprio capitano allo sprint. L’avventura dei fuggitivi termina ad una dozzina di chilometri dalla conclusione, con Daniel Oss che è l’ultimo ad arrendersi, dimostrando comunque una grande condizione che gli permette di stare davanti, solo contro il gruppo lanciatissimo, fino ai -3.5: i Cervélo di Hushovd e gli Sky di Boasson Hagen cercano di impostare la volata sorprendendo Cavendish e Petacchi, ma è ancora una volta l’inglese ad avere la meglio, precedendo Dean e l’atleta spezzino, in parte disturbato dall’australiano Lancaster. Per Petacchi comunque c’è la riconquista dell’ambita maglia verde, da difendere con le unghie e con i denti nella tappa degli Champs Élysées. L’atleta dell’Isola di Man coglie invece il poker stagionale al Tour de France, quattordicesima vittoria in carriera nella corsa transalpina: numeri da urlo per un ragazzo di appena venticinque anni.

Domani sono in programma 52 km a cronometro tra Bordeaux e Pauillac, piatti come un tavolo da biliardo: Cancellara è logicamente il favorito per la vittoria di tappa, mentre Contador non dovrebbe avere problemi a mantenere il suo vantaggio nei confronti di Andy Schleck. Ma le sorprese, in un Tour de France, sono sempre dietro l’angolo.

Venerdì 23 luglio 2010
Tour de France, diciottesima tappa
Salies-de-Béarn – Bordeaux (198 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Mark CAVENDISH
HTC-Columbia 4h37’09”
(media 42 km/h)
2. Julian DEAN
Garmin stesso tempo
3. Alessandro PETACCHI
Lampre-Farnese Vini stesso tempo
4. Robbie MCEWEN
Team Katusha stesso tempo
5. Oscar FREIRE Rabobank stesso tempo

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Alberto CONTADOR
Astana 88h09’48”
2. Andy SCHLECK
Saxo Bank a 8″
3. Samuel SÁNCHEZ
Euskaltel-Euskadi a 3’32”
29. Damiano CUNEGO
Lampre-Farnese Vini a 51’56”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini 213
2. Thor HUSHOVD Cérvelo 203
3. Mark CAVENDISH
Team Htc-Columbia 197

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Anthony CHARTEAU Bbox Bouygues Tlc 143
2. Christophe MOREAU
Caisse d’Epargne 128
3. Andy SCHLECK
Saxo Bank 116

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 88h09’56”
2. Robert GESINK
Rabobank a 6’33”
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 10’04”

Marco Regazzoni