PALLANUOTO: AL VIA EUROLEGA E COPPA ITALIA

Gran week-end all’insegna della pallanuoto: si giocano il primo turno di Eurolega e di Coppa Italia maschile.

Riparte, dopo gli Europei di Zagabria, la nuova stagione della pallanuoto italiana e continentale: già da stasera, infatti, si gioca il primo turno di qualificazione dell’Eurolega, massima competizione europea. In acqua, per l’Italia, scende il Brixia Leonessa: al secondo turno, in programma dall’8 al 10 ottobre, entrerà in gioco la Rari Nantes Savona mentre la Pro Recco campione in carica è già qualificata alla fase a gironi che avrà inizio a partire dal 13 novembre. Sabato e domenica, invece, spazio anche alla prima fase della Coppa Italia.

Questa la composizione dei gironi del primo turno di Eurolega:

Girone A (a Košice)

CN Terrassa (ESP)

CH Hornets Košice (SVK)

Spandau 04 Berlino (GER)

Galatasaray İstanbul (TUR)

Girone B (a İstanbul)

Brixia Leonessa (ITA)

NO Vouliagmeni (GRE)

ASC Duisburg (GER)

İYİK İstanbul (TUR)

BMK Charkiv (UKR)

Girone C (a Szeged)

Szeged Beton (HUN)

Primorje Rijeka (CRO)

Montpellier (FRA)

CSM Oradea (ROU)

Girone D (a Budva)

Šturm 2002 Čehov (RUS)

CN Marsiglia (FRA)

LSTW Łódź (POL)

VK Budva (MNE)

Schurmann BRC (NED)

Le prime due classificate di ogni girone accedono al secondo turno di qualificazione, in programma dall’8 al 10 ottobre: verranno formati altri quattro gironi, da quattro squadre ciascuno, al quale prenderanno parte anche Club Natació Barcelona (Spagna), Eger (Ungheria), Mladost Zagabria (Croazia), Panionios (Grecia), Primorac Kotor (Montenegro), Rari Nantes Savona (Italia), Sintez Kazan (Russia) e Vojvodina Novi Sad (Serbia).

Già qualificate, invece, alla fase a gironi Atlétic Barceloneta (Spagna), Jadran Herceg Novi (Montenegro), Jug Dubrovnik (Croazia), Olympiakos (Grecia), Partizan Belgrado (Serbia), Pro Recco (Italia, campione in carica), Spartak Volgograd (Russia) e Vasas Budapest (Ungheria).

Coppa Italia. Sabato e domenica si apre ufficialmente anche la nuova stagione della pallanuoto nazionale con il primo turno di Coppa Italia: scendono in acqua otto delle dodici squadre iscritte al campionato di serie A1. Questi i gironi del primo turno:

Girone A (a Latina)

Canottieri Ortigia

Latina Pallanuoto

Rari Nantes Florentia

Sportiva Nervi

Girone B (a Camogli)

Lazio Nuoto

Rari Nantes Bogliasco

Rari Nantes Camogli

Rari Nantes Imperia

La prima classificata del girone A e la seconda del girone B finiranno nel secondo turno nello stesso gruppo di Rari Nantes Savona e Brixia Leonessa. Pro Recco e Posillipo, invece, affronteranno la seconda del girone A e la prima del girone B. Le prime due classificate di questi due gironi accederanno poi alla Final Four.

Simone Pierotti

“MIRACLE ON ICE”: VENDESI MEDAGLIA

Miracle on IceDopo la notizia della settimana scorsa sulla messa all’asta della medaglia d’oro al mondiale 1966 di calcio, da parte del sessantottenne ex centrocampista inglese Bobby Stiles, alle prese con le ristrettezze della crisi economica globale di questi anni, un altro trofeo dello sport è stato venduto dal suo legittimo proprietario.

Infatti, una delle venti medaglie d’oro della squadra di hockey su ghiaccio statunitense, vittoriosa alle olimpiadi di Lake Placid 1980, nonché icona della propaganda della guerra fredda e ispiratrice nel 2004 del film “Miracle on Ice”, secondo quanto riferito oggi dal quotidiano del Massachussets, Boston Herald, è già passata nelle mani dei collezionisti di cimeli sportivi.

Si tratta della medaglia appartenuta a Mark Wells, cinquantatreenne ex attaccante di quella nazionale USA composta da soli studenti dei college, che contro ogni pronostico sconfisse l’Unione Sovietica nel memorabile incontro (particolarmente memorabile per gli americani) del 22 febbraio 1980.

Mark Wells, che dopo avere abbandonato nel 1982 la sua breve carriera sportiva, si era dato alla gastronomia, aprendo un ristorante nel Michigan, ha rivelato ai giornalisti di averla venduta qualche anno fa, mentre stava passando un momento particolarmente drammatico della propria vita, e si trovava costretto a letto da una rara malattia genetica alla spina dorsale.

La sua medaglia è attualmente l’unica di quella ventina ad essere finita nella bacheca di un collezionista; e gli altri componenti di quella squadra, intervistati sull’argomento, hanno dichiarato di non avere alcuna intenzione di sbarazzarsi delle loro, nonostante queste siano stimate di un valore pari a più di 100mila euro. Parlando del caso del loro compagno, si sono comunque dimostrati comprensivi, soprattutto ricordando le terribili difficoltà che stava attraversando in quel periodo.

Oggi la malattia di Mark Wells è molto migliorata, tanto che quest’inverno l’ex hockeista ha potuto  prendere parte a una nostalgica partita insieme alle altre vecchie glorie, in occasione del trentesimo anniversario della vittoria di Lake Placid. E in barba al parere contrario del suo medico, è sceso in pista a giocare per un tempo intero, riuscendo a mettere a segno anche un punto.

Giuseppe Ottomano

CRICKET: TUTTO RIMANDATO ALL’ULTIMA GIORNATA

La penultima giornata si è conclusa senza sorprese con le vittoria di Trento, Bologna e Milano. Qualcuno a Pianoro, nonostante il turno di riposo, sperava di festeggiare già domenica ma il campionato italiano di cricket si deciderà solamente alla 14° e ultima giornata con lo scontro diretto fra i campioni d’Italia in carica e il Milan Kingsgrove, ieri corsaro a Roma contro la Pgs Lux. Gli emiliani sono senza dubbio i gran favoriti, anche perché dalla loro giocano il fattore campo, una maggiore abitudine a disputare partite decisive e, soprattutto, 17 punti di vantaggio in classifica che potrebbero consentire a Jayasena e compagni di ricucirsi lo scudetto sul petto anche in caso di sconfitta con bonus.

Davanti al proprio pubblico il Capannelle Cricket Club si è congedato dal campionato (domenica riposa) con una netta sconfitta (di 113 runs) contro il Trentino, terza forza del campionato. Debacle tutto sommato indolore dato che il club romano aveva deciso di girare l’ordine di battuta, di facendo lanciare diversi giocatori e soprattutto di lasciare spazio ai giovani e a chi ha giocato meno. In campo infatti si contavano ben sei under 18 e nove giocatori prodotti del vivaio under 23. I trentini, chiamati per primi a battere, se la sono cavata discretamente con 140 runs, grazie al fondamentale contributo di Nasrullah (28 runs) e Manoj (30). Fondamentale nel limitare le corse dei battitori trentini, il contributo del giovanissimo Niccolò Barca (nazionale Under 17); 5 wicket e solamente 25 punti concessi in 10 overs. Da segnalare anche la prova del giovane wicket keeper capitolino Edoardo Scanu.

In battuta tuttavia è emersa la scarsa esperienza dei padroni di casa. Intimoriti dalla gran prestazione del lanciatore trentino Fida Hussein (5 wicket) e limitati dall’eliminazione alla prima palla del battitore chiave Suresh Kekul, i romani hanno concluso mestamente la loro corsa con sole 27 runs.

A Grosseto in una giornata ventosa caratterizzata dall’alternanza fra sole e una leggera pioggia, contro un Bologna che ritorna dalla Toscana con il bottino pieno, il Maremma Cricket Club non è riuscito a invertire lo sfortunato trend di risultati negativi e infortuni. Grazie a questa vittoria il Bologna certifica la sua crescita, dopo un inizio di campionato non all’altezza, con il controsorpasso al 4° posto ai danni del Capannelle, mentre ai Grossetani non resta che una partita (in trasferta contro la Lux) per cercare di ottenere la prima vittoria stagionale. Un risultato difficile da pronosticare soprattutto perché la sfortuna continua a perseguitare i maremmani. Ieri erano ben sei i titolari assenti per infortunio, ma durante l’incontro si sono aggiunti lo strappo muscolare di Magi, rimasto comunque stoicamente in campo, e il forfait di Kasun, che si è tagliato alla mano nel tentativo di effettuare un’eliminazione al volo, costringendo i biancorossi a giocare in dieci. Da segnalare, per i maremmani la prestazione dei lanciatori Chandana (22 punti concessi in 6 over e un wicket) e Sanka (4 wicket) e il bel gesto di fair play dei battitori bolognesi che durante i lanci dell’emozionato Umberto Camurati (13 anni) sono andati a battere palle non giocabili senza cercare punti. Da notare come curiosamente ieri c’erano ben due Camurati in campo: Marco (padre) e Umberto (figlio).

Sul campo principale della giornata, quello di Tor Carbone, la penultima (Pgs Lux) ospitava i secondi della classe (Milan Kingsgrove), alla disperata ricerca dei venti punti fondamentali per restare in corsa per lo scudetto. La squadra lombarda è riuscita nel suo intento nonostante un grande inizio dei battitori romani, Edoardo Gallo, Steve Mc Phail e Gabriele Passaretti. All’inizio, vuoi per un pitch non in perfette condizioni, vuoi per la tensione di dover centrare il risultato pieno, i lanciatori milanesi hanno faticato parecchio a trovare una discreta continuità, ma, una volta interrotta la partnership iniziale che aveva ormai superato quota 100 runs, i wicket sono cominciati a cadere con una certa velocità grazie soprattutto ad Alì Amjad (4 wicket). Al contrario dei battitori, i lanciatori della Pgs Lux non hanno minimamente messo in difficoltà i battitori lombardi. Trascinati da Alì Amjad, Roshendra Abeywickrama e dai “sei” di Kularathna Weerasinghe Milano ha vinto la partita per ben 7 wicket.

La classifica è ormai immutabile eccezion fatta per i primi due posti che verranno definiti domenica dopo lo scontro diretto. Il Pianoro in settimana ha giocato due partite con il Cricketers’ Club of New South Wales, in tour in Italia con una squadra di vecchie glorie per aiutare la diffusione di questo sport. Dopo aver dato spazio ai giovani e alle seconde linee contro gli australiani. Domenica prossima all’Oval di Rastignano si tornerà a fare sul serio; il Milano affronterà la trasferta a mente libera non avendo nulla da perdere mentre la pressione sarà tutta sulle spalle dei “campionissimi” del presidente Arcidio Parisi, alla ricerca di una cinquina dal sapore storico.

13° GIORNATA 19 settembre

Campo Capannelle – Roma
Trentino 140 batte Capannelle 27
(Capannelle 4 pt. / Trentino 18 pt.)

Campo Falsetti – Grosseto
Bologna 384 batte Maremma 111
(Maremma 5 pt. / Bologna 20 pt.)

Campo Tor Carbone – Roma
Lux 176 perde da Kingsgrove 179/3
(Lux 4 pt. / Kingsgrove 20 pt.)

RIPOSA – Pianoro

CLASSIFICA

G N V P Pti
Pianoro 11 1 10 0 207
Kingsgrove 11 1 9 1 190
Trentino 11 1 7 3 165
Bologna 11 1 4 6 125
Capannelle 12 0 5 7 122
Lux 11 0 2 9 81
Maremma 11 0 0 11 35

Nicola Sbetti

Si ringraziano per la collaborazione: Leandro Jayarajah, Roshendra Abewickrama e Arcidio Parisi.

VUELTA 2010: NIBALI, MA NON SOLO

Protagonisti, delusioni e curiosità dell’edizione della Vuelta appena conclusa.

Una Vuelta per uomini duri, così si diceva prima della partenza della corsa. E in effetti la vittoria è andata ad un “uomo duro”, un grande passista che ha imparato, nel corso degli anni, prima a difendersi e poi ad attaccare anche in salita: Vincenzo Nibali, nato a Messina il 14 novembre di 26 anni fa ma residente a Mastromarco, nel Pistoiese, ha colto così un trionfo che all’Italia ciclistica mancava da vent’anni, da quel Marco Giovannetti che in maglia Seur vinse la Vuelta nel 1990. Ha saputo gestirsi alla perfezione nelle tre settimane, senza farsi abbattere dai momenti di difficoltà (Andorra e Cotobello), ma anzi, trovando sempre la forza per ribaltare a suo favore le situazioni di corsa.

Come ha saputo fare sull’infernale Bola del Mundo, dove la sua vittima è stata Ezequiel Mosquera, un corridore comunque straordinario. Trentacinque anni, galiziano di Teo, il corridore della Xacobeo-Galicia ha ottenuto la sua prima vittoria di tappa nella competizione sognata da ogni spagnolo, oltre ad essere giunto secondo nella classifica finale: se questo atleta avesse avuto maggiore lucidità tattica, nel suo palmarés ci sarebbe molto di più di una frazione alla Vuelta e di altre quattro corse minori, perché è difficile trovare uno scalatore con doti migliori delle sue.

E poi Peter Velits, che qualcuno non conosceva neppure tre settimane fa: il venticinquenne slovacco, giornata dopo giornata, ha scalato la classifica, arrivando all’apoteosi con una straordinaria vittoria nella cronometro di Peñafiel e con il terzo posto nella graduatoria finale. Il futuro è suo, oltre che di Nibali.

Un pensiero va anche ad Igor Antón: due vittorie di tappa, sei giorni con la maglia rossa di leader, e poi una sfortunatissima caduta, all’imbocco della salita di Peña Cabarga, che lo priva delle ambizioni di gloria. Non possiamo dire che, senza quell’incidente, sarebbe stato il basco a vincere la corsa: sicuramente però, Nibali avrebbe avuto un rivale in più.

Onesta la corsa di Xavier Tondo, sesto posto finale, brillante quella del figlio d’arte Nicholas Roche, settimo nella generale, al miglior piazzamento di sempre in una corsa a tappe. Più deludenti Fränk Schleck, quinto, e Carlos Sastre, ottavo: il madrileno in particolare non ha mai dato l’idea di essere nel vivo della gara, mentre Joaquim Rodriguez, che sembrava il rivale più accreditato di Nibali, paga il crollo nella cronometro e si deve accontentare della quarta posizione Discorso a parte merita Denis Menchov, forse il favorito numero uno della corsa, penalizzato da una violenta botta al ginocchio nelle prime frazioni che lo ha tagliato fuori dalla classifica.

Tra i vincitori di tappa, due successi a testa per Tyler Farrar, Mark Cavendish e Philippe Gilbert: il terzo in particolare ha dato prova di una condizione atletica straripante, che lo rende il favorito numero uno per l’ormai prossimo Campionato del Mondo di Melbourne. Anche lo statunitense e il britannico sapranno comunque dire la loro su un circuito che potrebbe premiare uno sprinter. Il norvegese Thor Hushovd piazza la sua solita zampata a Murcia e poi sparisce, mentre Oscar Freire, prima del ritiro, non è mai stato protagonista della corsa: una citazione anche per il bielorusso Yauheni Hutarovich, vincitore a Marbella e possibile protagonista del Mondiale, e per il mai domo Alessandro Petacchi, capace di mettere in fila tutti a Orihuela.

Va applaudito il coraggio di Imanol Erviti, Carlos Barredo, Mikel Nieve e David Moncoutié, vincitori con azioni da lontano: in particolare, il francese è stato capace di portarsi a casa anche la maglia a pois di miglior scalatore, domando al meglio le grandi difficoltà altimetriche presentate da questa corsa.

E gli azzurri? Detto di Nibali e di Petacchi, ottimi segnali anche da Marzio Bruseghin: senza essere coinvolto nella caduta di Antón, sarebbe stato probabilmente in grado di chiudere nella top ten, ma comunque pare che questo infortunio possa essere superato in tempo per dare il suo solito, imprescindibile apporto alla causa azzurra del Mondiale. Sempre piazzato Daniele Bennati, in qualche occasione “gregario di lusso” per Nibali, sempre all’attacco il piemontese Giampaolo Cheula, senza la fortuna necessaria: qualche bel segnale anche da Giampaolo Caruso e Manuele Mori, mentre Angelo Furlan fa ancora fatica a ritrovare le sue ottime doti di sprinter.

Adesso, tutti in Australia per il Mondiale: Nibali, sicuramente, ci arriverà con una marcia in più.

Marco Regazzoni

VUELTA: FARRAR VINCE NELLA FESTA DI NIBALI

Passerella finale per la Vuelta: l’ultima tappa va a Tyler Farrar che batte Cavendish in volata.

La quiete dopo la tempesta, la festa dopo la fatica: gli 85 km tra San Sebastián de los Reyes e Madrid assomigliano più ad un ultimo giorno di scuola che a una tappa di un grande giro. Sono gli ultimi metri di questa sessantacinquesima Vuelta a España, che ieri, nell’inferno di Bola del Mundo, ha incoronato Vincenzo Nibali proprio re, al termine di un’epica battaglia con Ezequiel Mosquera. Si arriva a Madrid, città di 3.200.000 abitanti, posta a 667 metri sul livello del mare, nel cuore dell’Altopiano della Meseta, al termine di una frazione senza alcuna difficoltà altimetrica, ideale come carosello conclusivo dopo tre settimane di salite. Un quintetto di coraggiosi prova ad andare in fuga, anche se ovviamente un tracciato del genere è un richiamo troppo forte per i velocisti: si tratta del tedesco Dominik Roels (Team Milram), del trentenne fiammingo Jurgen Van Goolen (Omega Pharma-Lotto), del connazionale e compagno di squadra Olivier Kaisen, dell’esperto andaluso Javier Ramirez (Andalucia-Cajasur) e del galiziano Gonzalo Rabuñal (Xacobeo-Galicia). Per Kaisen e Roels si tratta dell’ennesimo attacco in questa Vuelta, ma anche in questa occasione i due non hanno fortuna: infatti, le squadre degli sprinter li tengono costantemente sotto controllo, anche se il ricongiungimento avviene a soli 7 km dal traguardo.

Si arriva così alla volata, con il solito Goss che prova a lanciare Cavendish: tuttavia, Tyler Farrar (Garmin-Slipstream) è lestissimo ad anticipare il duo dell’HTC-Columbia, vincendo con oltre una bicicletta di vantaggio sull’inglese. Il ventiseienne statunitense di Wenatchee aveva già trionfato a Lorca nella quinta tappa di questa corsa, e coglie oggi l’ottavo successo in una stagione che lo ha visto vincitore anche di due frazioni al Giro d’Italia e della Classica di Amburgo.

E poi, la festa in Plaza de Cibeles, il luogo dove il Real Madrid celebra i suoi trionfi: vengono premiati i vincitori delle varie classifiche e dunque anche Vincenzo Nibali, primo nella graduatoria generale finale, che coglie così il più grande successo della carriera. Diretto in ammiraglia da Roberto Amadio e Mario Scirea, il siciliano ha saputo gestirsi alla perfezione nelle tre settimane di corsa, aiutato anche da otto compagni di squadra mai domi: il velocista aretino Daniele Bennati, il veronese Mauro Finetto, il cremonese Jacopo Guarnieri, il giovane polacco Maciej Paterski, il ceco Roman Kreuziger, lo svizzero Oliver Zaugg, il varesino Ivan Santaromita e il belga Frederik Willems. Oggi non è solo il trionfo di Nibali, ma è anche quello di una Liquigas-Doimo che, come già dimostrato nel Giro d’Italia di Ivan Basso, può vantare una coesione di squadra davvero invidiabile e fondamentale per i successi dei propri atleti.

Ordine d’arrivo:

1) Tyler FARRAR (Garmin-Slipstream) in 2h02’24’’;

2) Mark CAVENDISH (HTC-Columbia) stesso tempo;

3) Allan DAVIS (Astana) stesso tempo;

12) Angelo FURLAN (Lampre-Farnese Vini) stesso tempo.

Classifica generale finale (maglia rossa):

1) Vincenzo NIBALI (Liquigas-Doimo) in 87h18’31’’;

2) Ezequiel MOSQUERA (Xacobeo-Galicia) a 43’’;

3) Peter VELITS (HTC-Columbia) a 3’04’’;

21) Marzio BRUSEGHIN (Caisse d’Epargne) a 28’56’’.

Maglia verde (classifica a punti): Mark CAVENDISH (HTC-Columbia);

Maglia a pois (gran premi della montagna): David MONCOUTIÉ (Cofidis);

Maglia bianca (combinata): Vincenzo NIBALI (Liquigas-Doimo);

Classifica a squadre: Team Katusha.

Marco Regazzoni