Sul ring di casa di Quartu Sant’Elena il sardo Luciano Abis, welter di 31 anni a giorni, una carriera quasi illibata con una sola sconfitta (per l’Europeo di categoria contro il polacco Jackiewicz un anno e mezzo fa) e 28 vittorie, si è laureato campione dell’Unione Europea (la sigla sorella minore del titolo europeo Ebu vero e proprio) battendo con larga decisione unanime allo stop del combattimento all’ottavo round il rognoso belga Vandekerkhove, in un match spigolo e tutt’altro che bello. Abis, pugile dalla buona impostazione tecnica cui, nonostante il soprannome di Bazooka, difetta un po’ il colpo risolutore, quello che fa male veramente, per ben incanalare i suoi incontri, ha svolto con buona lena un compitino che si è fatto duro quando una testata dell’avversario lo ha beccato nel secondo round, che il sardo ha chiuso anche con un bel knock down. Fino all’ottavo round il match (programmato sulle dodici) non è vissuto di particolari emozioni, se non la strenua resistenza di Vandekerkhove su un Abis infastidito dalla ferita ma pur sempre padrone del match. Dopo vari controlli il medico, dottor Sanna, ha preferito interrompere la contesa perché l’occhio sinistro del sardo somigliava a un melone e mandare la decisione alla lettura dei cartellini. Cartellini che, a parte dei marchiani errori di composizione (due volte 80-61 in otto match nemmeno finiti??? La matematica non dovrebbe essere un’opinione…), ha dato una vittoria forse un pochino larga, comunque sacrosanta, a Luciano Abis che, dopo svariati titolini che non contano un fico secco e l’opportunità del 2007 contro Bundu per la stessa cintura finita in un pari tecnico dopo una manciata di minuti, mette finalmente in bacheca un titolo che vale qualcosa, soprattutto la possibilità di combattere ancora una volta per l’Europeo vero dopo la sfida tra Bundu e presumibilmente Petrucci.
Nel sottoclou ha destato una grandissima impressione il peso leggero italo-spagnolo Luca Giacon, portato in Italia dalla Opi2000 di Salvatore Cherchi insieme ad altri “oriundi” (il welter Lo Greco e, forse, addirittura l’ex iridato Paulie Malignaggi), che ha messo insieme la sua dodicesima vittoria prima del limite su dodici incontri spedendo al tappeto il nicaraguense Mc Field (niente di trascendentale, ma nemmeno un materasso) al terzo round, prima con un pregevole gancio sinistro, poi definitivamente con un attacco deciso. Per Giacon (nato in Spagna da padre italiano e mamma ruandese, ha iniziato la carriera a Panama dove lavorava papà) si spalancano forse le porte per qualcosa di gustoso. La stessa opportunità che ha fatto vedere di meritare anche Michele Di Rocco, il welter “Godot” della boxe italiana, che ha messo in bacheca la vittoria numero 28 in carriera (più una sconfitta e un pari), battendo dopo una prestazione interessante corredata da un pizzico di potenza in sei round l’irlandese McDonagh. Di Rocco continua a prendere qualche colpo di troppo e forse starebbe meglio nei superleggeri, ma la forma fisica c’é, la tenuta atletica pure e, se si concentra solo nel pugilato il gitano umbro può togliersi ancora grandissime soddisfazioni.
Andrea Bacci