IERI & OGGI: JIM THORPE VINCE IL DECATHLON ALLE OLIMPIADI DI STOCCOLMA

Novantotto anni fa, Jim Thorpe “Sentiero Lucente” dopo aver vinto il titolo olimpico nel pentathlon domina la concorrenza nel primo ed unico decathlon della sua vita.

Jim ThorpePur non essendo il primo indiano d’America a partecipare alle Olimpiadi – nel 1904 il primo in assoluto fu Frank Pierce della tribù dei Seneca e quattro anni dopo Frank Mount Pleasant (Tuscalosa) e Tewanima (Hopi) conquistarono due sesti posti – “Sentiero Lucente“, al secolo Jim Thorpe irruppe sulla scena olimpica nel 1912 con tutta la sua potenza fisica per passare alla storia come uno degli atleti più forti della storia.

Nato in una riserva indiana ma di sangue misto – entrambi i genitori avevano madri native americane e padri europei, Thorpe fu cresciuto come un pellerossa e si avvicinò durante l’adolescenza allo sport con doti spiccate di polivalenza: atletica, football americano, baseball, lacrosse. Nel 1911 Thorpe iniziò ad eccellere nell’atletica e partè un grande operazione pubblicitaria ante litteram per favorire la sua partecipazione alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912 alle quali si qualificò vincendo i Trials del Pentathlon, prova consistente in salto in lungo, lancio del giavellotto, 200 m piani, lancio del disco e 1500 m. La qualificazione gli valse anche l’ammissione alle gare olimpiche di salto in lungo, salto in alto e del decathlon di nuova introduzione.

A Stoccolma nel suo primo giorno di gara, Thorpe stravinse la medaglia d’Oro nel Pentathlon con quattro vittorie e un terzo posto (giavellotto). Il giorno successivo si classificò al quarto posto nel Salto in Alto e quattro giorni dopo finì il Salto in Lungo al settimo posto. L’ultima fatica era rappresentata dal Decathlon che nei programmi dell’epoca distribuiva i dieci eventi in tre giornate. Il 13 luglio, Sentiero Lucente ottenne il terzo tempo nei 100 metri (11″2), la terza misura nel salto in lungo (6.79) e il miglior lancio nel getto del peso (12.89). Il giorno successivo si impose nell’alto (1.87), ottenne il quarto tempo nei 400 metri (52″2), la terza misura nel disco (36.98) e il miglior tempo nei 110 hs (15″6). Il 15 luglio 1912, nell’ultima giornata del suo primo e unico Decathlon della carriera, Jim Thorpe concluse trionfalmente le sue fatiche saltando 3.25 nel salto con l’asta (terzo), ottenendo la quarta misura  nel giavellotto (45.70) e chiudendo al primo posto i 1500 metri in 4’40″1.

Accolto da trionfatore al suo ritorno in patria, venne presto bandito dal movimento olimpico per il suo passato da giocatore professionista in squadre di infima lega di baseball e mentre dal 1913 al 1919, dopo tale decisione, giocò nella MLB con i New York Giants.

Solo nel 1982, Thorpe fu riabilitato dal Comitato Olimpico per vizi procedurali nella sua squalifica: ai suoi familiari vennero restituite le medaglie e Sentiero Lucente ricomparve, al fianco di coloro che furono proclamati vincitori dopo la sua squalifica, nelle classifiche ufficiali.

Massimo Brignolo

WORLD LEAGUE: OK SERBIA E MONTENEGRO

Nella Final Eight della World League di Pallanuoto la Serbia vince il derby con la Croazia e il Montenegro supera la Spagna

UdovičićEra il giorno di Serbia-Croazia alla Final Eight della World League di pallanuoto maschile, in corso a Niš in Serbia, e le ottime premesse non sono stato affatto disattese. Nel girone A, Montenegro e Stati Uniti confermano la loro leadership: i balcanici battono per 11-7 la Spagna, grazie ad una nuova ottima prestazione dei fratelli Janović, Nikola e Mlađan, che in due hanno messo a segno l’ottimo bottino di cinque reti. Con risultato quasi identico (11-5) gli statunitensi hanno superato l’ostacolo cinese: gli asiatici resistono un tempo, poi nel secondo parziale gli USA piazzano un parziale di tre reti e compiono la fuga decisiva verso la vittoria.

Nel girone B, tutto facile per l’Australia che liquida il Sud Africa per 19-4: il capocannoniere degli Aussie in questa giornata di gloria è Billy Miller, autore di quattro reti. Ma i riflettori erano tutti puntati su Serbia-Croazia, derby balcanico interessante non solo per i contenuti tecnici ma anche per le molteplici implicazioni storiche e politiche. E lo spettacolo non è mancato: partenza bruciante dei croati che chiudono il primo tempo in vantaggio per 3-1, poi nei successivi due quarti la Serbia riesce a recuperare lo svantaggio e poi a compiere il sorpasso decisivo, gestendo infine l’esiguo vantaggio nell’ultimo parziale e conducendo in porto l’incontro per 9-8. Oggi si giocano gli scontri diretti per assegnare i primi posti nei due gironi (Montenegro-Stati Uniti nel gruppo A, Serbia-Australia nel gruppo B: equilibrato e dall’esito incerto il primo, pronostico a favore del settebello europeo nel secondo).

GIRONE A

STATI UNITI-CINA 11-5 (3-2, 3-0, 2-1, 3-2)

STATI UNITI: Moses, Varellas 1, Sharf, Powers 1, Wright 1, Alexander 1, Bukner 2, Azevedo 1, Bailey 1, Hutten 2, Smith 1, Krumpholz, Stevens. All. Schroeder.
CINA: Ge, Tan 1, Liang 1, Yu, Guo, Pan 1, Y. Wang, Xie, Li 1, B. Wang 1, Han, Liand, Wu. All. Cai.
ARBITRI: Peris (Croazia) e Hart (Australia)

MONTENEGRO-SPAGNA 11-7 (4-2, 4-3, 1-1, 2-1)

MONTENEGRO: Radić, Brguljan, Pasković, Danilović, Vukčević, Tičić 2, M. Janović 2, N. Janović 3, Ivović 1, Zloković 1, Gojković 2, Jokić, Šćepanović. All. Porobić.
SPAGNA: I. Aguilar, M. García, Martín 1, G. López, Molina 2, Minguell, Gallego, Español, Valles 2, Perrone 1, Mallarach, X. García 1. D. López. All. R. Aguilar.
ARBITRI: Bock (Germania) e Naumov (Russia)

CLASSIFICA: Montenegro e Stati Uniti 6 pti, Spagna e Cina 0 pti.

OGGI IN ACQUA:
ore 16.00 Cina-Spagna
ore 18.40 Montenegro-Stati Uniti

GIRONE B

AUSTRALIA-SUD AFRICA 19-4 (7-2, 2-0, 3-1, 7-1)

AUSTRALIA: Stanton, Maitland, Miller 4, Swift 2, Younger 2, Cotterill, O’Halloran 3, McGregor 2, Martin, Campbell 1, Baird 2, Howden 3, Dennerley. All. Fox.
SUD AFRICA: Belcher, Card 1, Stewart 1, McCarthy, Manson, Kyte, Samuel 1, Bell 1, Downes, Naidoo, Molyneux, Spencer, Kemp. All. Rowe
ARBITRI: Wang Yagi (Cina) e Brguljan (Montenegro)

SERBIA-CROAZIA 9-8 (1-3, 4-2, 2-1, 2-2)

SERBIA: Soro, Avramović 1, Gocicć, V. Udovičić 2, Vapenski 1, D. Pjetlović 2, Nikić 1, Aleksić, Rađen, Filipović, Prlainović 2, Mitrović, G. Pjetlović. All. D. Udovičić
CROAZIA: Nižić, Burić, Bošković, Dobud 2, Joković 1, Karač, Marković, Bušlje 2, Sukno, Muslim 3, Paškvalin, Obradović, Pavić. All. Rudić.
ARBITRI: Gomez (Italia) e Fernández (Spagna)

CLASSIFICA: Serbia e Australia 6 pti, Croazia e Sud Africa 0 pti.

OGGI IN ACQUA:
ore 17.40 Sud Africa-Croazia
ore 20.00 Serbia-Australia

Simone Pierotti

FOOTBALL AMERICANO: OGGI A BOLOGNA COMINCIA LA 4 HELMETS CUP

Blue Team ItaliaInizia oggi alle 18.00 con Italia – Slovenia la prima edizione del 4 Helmet Trophy – Mediterranean Cup torneo internazionale di Football Americano che si disputerà a Bologna presso l’impianto della Lunetta Gamberini, (“la terra degli Elfi Guerrieri”), tempio storico del Football italiano e casa dei Warriors Bologna. Il 4 Helmet Trophy è il primo torneo internazionale per nazioni organizzato in Italia. Vi partecipano Italia, Slovenia, Turchia e Team Eagles Usa.

È prevista una copertura televisiva con ampie sintesi messe in onda dai canali televisivi Rasport Più, Sportitalia e Dahlia.

BLUE TEAM ITALIA: ricostituitosi nel 2009 per volere della Fidaf per prendere parte ai campionati europei gruppo B, dopo che negli anni Ottanta era stato un punto di riferimento in Europa. Dopo l’onorevole quarto posto ottenuto all’europeo austriaco la nazionale italiana, guidata da Coach James Brockman Oliva, è chiamata a fare un salto di qualità.

SLOVENIA: la federazione slovena è nata nel 2002. La giovane e ambiziosa squadra balcanica è formata da giocatori che militano nelle cinque franchigie slovene della lega dell’Europa centrale: la CEFL. L’allenatore è Dantzler ma nel caso in cui gli sloveni giungessero alla finale sarà sostituito dal Matt Penko. Molte delle loro chance di successo dipenderanno dalla vena del quarterback Robi Fiser.

TURCHIA: benché la federazione (Tbsf) sia davvero molto giovane, il movimento del football americano turco risale già agli anni Novanta. I turchi arriveranno a Bologna davvero agguerriti e potranno contare su numerosi atleti che giocano nel competitivo campionato tedesco.

TEAM EAGLES USA: questa squadra semiprofessionistica, nata nel 2001, ha come obiettivo principale la diffusione, la crescita e lo sviluppo del football americano nel mondo. Proprio per questo i ragazzi di coach Rudy Wyland da nove anni sfidano in competizioni amichevoli squadre di tutto il mondo.

Il calendario

Giovedì 15 luglio              ore 18.00             Blue Team Italia Vs Slovenia
Venerdì 16 luglio             ore 21.00             Turchia Vs. Team Eagles Usa
Sabato 17 luglio                ore 16.00             finale terzo/quarto posto
Sabato 17 luglio                ore 21.00             finale primo/secondo posto

Nicola Sbetti

TOUR: A GAP LA FUGA PREMIA PAULINHO

Sergio PaulinhoIl 14 luglio è il giorno della festa nazionale francese, e migliaia di transalpini celebrano questa ricorrenza riversandosi in strada per assistere al Tour de France: per questo la tappa odierna, 179 km tra Chambéry e Gap, ha visto folle veramente immense ai lati del percorso, sebbene non fosse una frazione di alta montagna. Il tracciato vallonato di questa frazione, con una salita molto impegnativa posta però nella prima parte di gara, termina come detto a Gap, la città di quel Mondiale 1972 passato alla storia per il celeberrimo “Bitossi Bitossi Bitossi…Bassooo!!” decantato da Adriano de Zan ai microfoni Rai.  L’ultimo arrivo in questa città, nel 2006, premiò Pierrick Fedrigo davanti al nostro Salvatore Commesso, in lacrime per la delusione.

Cadel Evans (BMC), nonostante il gomito fratturato che gli ha fatto perdere la maglia gialla, parte regolarmente anche oggi. I primi chilometri sono costellati da innumerevoli tentativi di fuga: tra gli altri, ci prova anche il trentino Daniel Oss (Liquigas-Doimo), che però ha poca fortuna. I quattro che riescono invece ad ottenere il via libera del gruppo sono il portoghese Sergio Paulinho (Team RadioShack), vicecampione olimpico nel 2004 dietro Paolino Bettini; il belga Mario Aerts (Omega Pharma-Lotto), già all’attacco nei giorni precedenti; il suo connazionale Dries Devenyns (Quick Step), ventisettenne vincitore solo di una tappa al Giro dell’Austria; e il bielorusso Vasil Kiryienka (Caisse d’Epargne), ex pistard riconvertitosi in scalatore, tanto da vincere al Passo della Presolana durante il Giro d’Italia 2008. Al 65esimo chilometro, anche i due giovani francesi Pierre Rolland (Bbox Bouygues Telecom) e Maxime Bouet (Ag2r-La Mondiale) si uniscono ai fuggitivi. Dopo le fatiche di ieri, nessuno dei big ha intenzione di battagliare, e dunque il vantaggio dei sei al comando sale rapidamente sopra i 10’. Rolland, ventiquattrenne di Orléans, ha buone doti da scalatore, mentre Bouet, suo coetaneo della regione dell’Ain, è arrivato secondo nella controversa terza frazione di questo Tour, quella dello “sciopero” dei corridori.

Già a metà giornata si capisce che saranno proprio i sei coraggiosi a disputarsi la vittoria di questa tappa, visto che la Saxo Bank in vetta al gruppo impone un ritmo poco più che blando, senza alcun interesse a forzare, e i velocisti non possono essere competitivi su un percorso comunque impegnativo. Ai -15 inizia la bagarre tra i compagni di fuga: ci provano i due belgi, ma vengono ripresi da Paulinho e Kiryienka che poi fanno a loro volta la differenza, staccando tutti gli altri. Si giunge dunque ad una volata a due, col portoghese che è furbo nel mettersi a ruota del più rapido bielorusso sin dall’ultimo chilometro,  affiancandolo con lo scatto decisivo ai 300 metri e vanificando il tentativo di rimonta del corridore della Caisse d’Epargne. Paulinho, trent’anni di Oeiras, centra il dodicesimo successo di una carriera che lo aveva visto vincere tra le altre una tappa alla Vuelta 2006 e due titoli nazionali a cronometro. Il gruppo arriva a 14’19’’, senza alcun sussulto per le prime posizioni della classifica generale.

Domani undicesima tappa da Sisteron a Bourg-lès-Valence, 184.5 km con un solo GPM di terza categoria, adattissima agli sprinter. Il Tour inizia a spostarsi verso Ovest, verso quei Pirenei che saranno i protagonisti assoluti della seconda parte di corsa.

Mercoledì 14 luglio 2010
Tour de France, decima tappa
Chambéry – Gap (179 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Sergio PAULINHO Team RadioShack 5h10’56″
(media 34,3 km/h)
2. Vasil KIRYIENKA
Caisse d’Epargne stesso tempo
3. Dries DEVENYNS
Quick Step a 1’29”
4. Pierre ROLLAND
Bbox Bouygues Tlc stesso tempo
5. Mario AERTS
Omega Pharma Lotto a 1’33”
10. Alessandro PETACCHI
Lampre-Farnese Vini a 14’19”

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 49h00’56”
2. Alberto CONTADOR Astana a 41″
3. Samuel SÁNCHEZ
Euskaltel-Euskadi a 2’45
10. Ivan BASSO
Liquigas Doimo a 5’09”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Thor HUSHOVD Cérvelo 128
2. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini
120
3. Robbie MCEWEN
Team Katusha 107

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Jérôme PINEAU Quick Step 91
2. Anthony CHARTEAU
Bbox Bouygues Tlc 90
3. Christophe MOREAU
Caisse d’Epargne 62

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 49h00’56”
2. Robert GESINK
Rabobank a 4’22”
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 5’11”

Marco Regazzoni

SUDAFRICA 2010: LA TOP 11 DI PIANETA SPORT

Francesco Federico Pagani stila la Top 11 (allenatore compreso) dei Campionati Mondiali di calcio.

TatticaTerminato il Mondiale proviamo a stilare una classica Top 11 comprendente i migliori giocatori, ruolo per ruolo, della rassegna iridata stessa. Per farlo, quindi, impostiamo uno schema stile 4-2-3-1, esattamente quello che ha portato l’Olanda là dove era impensabile potesse arrivare.

PORTIERE

Iker Casillas (Spagna): il portiere delle Merengue nelle ultime due stagioni non aveva probabilmente dato il meglio di sé, ma ai Mondiali si è fatto trovare assolutamente pronto risultando poi decisivo in finale, dove in un paio di occasioni ha stregato Robben, impedendogli di portare in vantaggio gli Orange.

DIFENSORI

Sergio Ramos (Spagna): pur non essendo il terzino destro migliore al mondo (Maicon e Dani Alves gli sono entrambi superiori) dimostra di non essere poi così lontano dai top player del ruolo disputando un grande Mondiale fatto di buona qualità ma anche, e soprattutto, tanta tanta quantità.

Carles Puyol (Spagna): il capitano della nazionale iberica era Casillas, ma quello che pareva essere il vero leader della nazionale iberica era lui. Grandissimo carisma, tenacia da vendere, efficacia in marcatura come pochi altri al mondo. Il tutto coronato dal goal vittoria in semifinale. Ora lascerà la nazionale spagnola, ma sarà ricordato per sempre dai tifosi delle Furie Rosse. E non solo.

Diego Lugano (Uruguay): pur limitato da alcuni problemi fisici Lugano dimostra ancora una volta di essere uno dei centrali difensivi più sottovalutati dell’intero panorama mondiale. Arcigno in marcatura, grande senso della posizione, paga un po’ solo una velocità non propriamente da sprinter. Ma quando manca lui la solidità difensiva della Celeste ne risente, e non è certo un caso.

Giovanni van Bronckhorst (Olanda): dopo una carriera giocata su più che buoni livelli van Bronckhorst si presenta in Sudafrica come capitano di una nazionale che, sulla carta, non aveva molte chance di arrivare in fondo. Con classe e carisma, però, il terzino sinistro Oranje guiderà i suoi ad una finale insperata, arrivando ad un passo da un traguardo storico.

CENTROCAMPISTI

Bastian Schweinsteiger (Germania): se saprà confermarsi sui livelli toccati questa stagione Bastian diventerà a breve uno dei migliori centrocampisti al mondo, senza alcun dubbio. Una volta riconquistato il centro del campo, dopo che per anni era stato dirottato sulle fasce, il talentuoso giocatore del Bayern Monaco ha dimostrato a tutti di che pasta è fatto, confermandosi poi su altissimi livelli anche al Mondiale.

Xavi Hernández (Spagna): è stato per la Spagna ciò che Pirlo fu quattro anni fa per l’Italia, cioè quel giocatore capace di creare gioco, dettare i tempi, alzare o abbassare i ritmi a proprio piacimento, inventare giocate di alta scuola. Del resto se Schweinsteiger viene su forte lui è ormai qualche anno che è considerabile tra i migliori centrocampisti al mondo!

TREQUARTISTI

Thomas Müller (Germania): sulla destra della nostra immaginaria linea della trequarti non potevamo che piazzare lui, la Scarpa d’Oro e il Miglior Giovane del torneo. Autore di un Mondiale davvero stratosferico Müller è uno dei nomi nuovi di questa Germania che proprio in Sudafrica potrebbe aver aperto un ennesimo ciclo.

Wesley Sneijder (Olanda): personalmente il premio di MVP del torneo l’avrei dato a lui. E’ lui, infatti, a trascinare un’Olanda non certo fenomenale, sulla carta, ad un passo da un’impresa storica che in passato venne fallita da squadre molto più attrezzate della compagine allestita da Van Marwijk. Sneijder che, insomma, chiude alla grandissima, a livello personale, un anno davvero straordinario.

Andrés Iniesta (Spagna): non poteva non trovare spazio in questa squadra l’uomo in grado di risolvere, con una propria giocata, la finalissima. Giocatore straordinario, questo ragazzo, che unisce mobilità e tecnica sopraffina in un connubio strepitoso. Un solo appunto: dovrebbe imparare a calciare un po’ di più, alcune volte il troppo altruismo diventa veramente penalizzante.

PUNTA

Diego Forlán (Uruguay): fino ai quarti di finale non avrei avuto dubbi ed avrei messo titolare, in questa Top 11, David Villa, senza se e senza ma. Poi, però, Del Bosque ha deciso di cambiare un po’ l’assetto della sua Spagna, promovendo titolare Pedro e relegando Villa centralmente, quando è risaputo che dà il meglio di sé potendo partire leggermente spostato sulla sinistra. Il tutto ha quindi influito negativamente sulle prestazioni del neo acquisto del Barcellona, che si è involuto rispetto ai primi match. Di contro, invece, Forlan è stato il vero trascinatore, dentro e fuori del campo, di una squadra che inseguiva una semifinale Mondiale da ormai sessant’anni. Missione compiuta per la Celeste, ma non solo: a lui, come ulteriore soddisfazione personale, è stato assegnato il premio di Pallone d’Oro del Torneo. Meritatissimo.

ALLENATORE

Joachim Löw (Germania): nessuno ha fatto bene quanto lui, quest’anno. Löw ha infatti avuto il coraggio di costruire una squadra molto giovane per poi darle una fortissima impronta di gioco andando quindi a guadagnarsi un’onorevolissima terza piazza che avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa in più se Puyol non avesse castigato i suoi in semifinale. Allenatore sicuramente da tenere d’occhio per il futuro, il tedesco.

Francesco Federico Pagani