PUGILATO: DI FIORE E’ CAMPIONE ITALIANO SUPERWELTER

Bottai - Di FioreVenerdì sera 9 luglio, sul ring di Prato, davanti a un pubblico enorme, il pugile locale Francesco Di Fiore ha strappato la cintura di campione italiano dei pesi superwelter al precedente titolare, il livornese Lenny Bottai, al termine di dieci round altamente drammatici e spettacolari e con verdetto di maggioranza (due giudici con due punti per Di Fiore, uno con il pari). Di Fiore ha costruito la sua vittoria con una buona partenza e soprattutto con i primi tre round in cui ha sorpreso più volte Bottai e lo ha anche ferito con un colpo molto probabilmente regolare. Con un gran cuore e con un gran coraggio, Bottai è ritornato su con il punteggio nelle riprese centrali, quindi dalla settima in poi l’incontro si è equilibrato e anche Di Fiore è uscito malconcio da uno scambio.

Alla fine il verdetto pare sostanzialmente giusto, e premia una maggiore precisione di colpi di Di Fiore, gestito dalla Boxe Promotion di Cavallari come del resto il rivale. Per Di Fiore, che di professione fa il venditore ambulante di frutta, è questo il primo squillo di una carriera finora in chiaro-scuro (undicesima vittoria e ben cinque sconfitte), per Bottai è la prima sconfitta in carriera dopo undici vittorie ma certamente non un ridimensionamento: dopo che Di Fiore avrà difeso la cintura con l’aretino Adriano Nicchi è molto probabile che tocchi di nuovo a lui.

Andrea Bacci

APRÈS UNE SEMAINE: RIFLESSIONI SULLA PRIMA SETTIMANA DEL TOUR

Bilancio e pagelle della prima settimana di Tour de France.

Tour de FranceDopo una settimana caratterizzata da tanta pianura ma anche dal pavé e dalle prime montagne i corridori si godono oggi un primo e meritato giorno di riposo. Sebbene sia ancora troppo presto per capire chi sarà il vincitore finale, dopo la tappa di ieri possiamo però già dire che uno dei protagonisti più attesi, Lance Armstrong, non sfilerà sui Campi Elisi in maglia gialla.

La prima settimana di gara presentava sulla carta non poche insidie e prendeva le distanze dal cliché per cui le prime tappe del Tour sono solo un modo per avvicinarsi alle montagne. Tuttavia le emozioni, che pure non sono mancate, non hanno mai raggiunto il livello dell’ultimo Giro d’Italia.Molto è dipeso dalle cadute dei primi giorni che hanno intimorito il gruppo e hanno portato allo sciopero nella tappa sulle Ardenne. Proprio la terza tappa, che avrebbe dovuto offrire al pubblico fuochi d’artificio, si è malinconicamente conclusa con un solo uomo in gara, Chavanel, e il gruppo che, trascinato dal carisma di Cancellara, ha invece deciso di procedere a velocità di crociera.

Il giorno dopo la Cervélo, che aveva tirato per Thor Husovd, ha polemizzato con Cancellara, accusando il corridore svizzero di aver sacrificato la maglia, non per garantire la sicurezza dei corridori, ma per aiutare Andy Schleck che, rimasto attardato, rischiava di compromettere il suo Tour. Effettivamente il gruppo ha aspettato il giovane atleta lussemburghese ma non ha fatto altrettanto con un secondo gruppetto di ritardatari fra cui c’erano anche Petacchi e Cunego. È altrettanto vero però che se i Cervélo non fossero stati d’accordo avrebbero potuto continuare fare la corsa ignorando le richieste di Cancellara e del resto del gruppo. Fortunatamente il giorno seguente la stupenda tappa, corsa su parte del percorso della Parigi – Roubaix e vinta proprio dal norvegese Husovd, ha spazzato via le polemiche

Il punto sulla classifica

Dopo le prime montagne la situazione è ancora apertissima. I distacchi fra i migliori quindici corridori sono assai ridotti, basti pensare che fra la maglia gialla Evans e Vinokurov, il quindicesimo, intercorrono solamente 3 minuti e 5 secondi. Contador ha dato l’impressione di volersi un po’ nascondere ma resta ancora il favorito. Scorrendo la classifica però l’attenzione non può non cadere sull’assenza del texano Lance Armstrong.

TOP: Cadel Evans. Campione del mondo in carica e grande protagonista al giro d’Italia, questo corridore australiano viene troppo spesso sottovalutato. Va forte a cronometro, grazie al suo passato di biker va forte sullo sterrato e sul pavé e soprattutto non ha dato segni di cedimento in salita. Senza suscitare clamori si è impossessato della maglia gialla e non sarà certo facile togliergliela.

FLOP: Lance Armstrong. Nonostante la troupe di Eurosport che lo segue ventiquattro ore su ventiquattro, non è certo iniziato nel migliore dei modi il suo ultimo Tour de France. Che non fosse più il cannibale della US Postal o della Discovery Channel lo si sapeva ma più che il crollo nella salita di ieri hanno stupito ancor più le numerose cadute in cui si è trovato coinvolto. Sfortunato invece per la foratura sul pavé. È probabile che ora si trasformerà in gregario di lusso per Leipheimer e andrà a caccia di un successo di tappa.

Il punto sulle volate

Dopo quattro volate a ranghi (quasi sempre) compatti il verdetto è chiaro: Mark Cavendish è il più forte. Le sue lacrime sul traguardo di Montargis lo hanno riabilitato. Tuttavia se vorrà vincere ancora dovrà avere il supporto totale della squadra e dare il meglio di sé poiché la concorrenza, (Hushovd, Ciolek, Boasson-Hagen, Farrar e soprattutto Petacchi) non può essere sottovalutata.

TOP: Mark Cavendish. Quando riesce a fare la volata è il più veloce ma Petacchi ha già approfittato due volte delle sue amnesie.

FLOP: Tyler Farrar. Ha problemi fisici e non riesce a essere competitivo.

La TOP 3 di Pianeta Sport

1° Sylvain Chavanel: Due grandi imprese, due vittorie di tappa, due giorni in maglia gialla senza questo combattivo francese il Tour 2010 sarebbe stato sicuramente più noioso.

2° Fabian Cancellara: Oltre ad aver vinto il prologo e trascinato Andy Schleck sul pavé (e sulle Ardenne) Cancellara è anche il leader incontrastato di questo gruppo. Armstrong ormai è stato spodestato; nonostante le polemiche sulla bici a motore non ci sono dubbi sul fatto che il nuovo front-man del ciclismo internazionale sia lui.

3° Alessandro Petacchi: A trentasei anni non è da tutti vincere due tappe al Tour. Petacchi con autorità e determinazione ha dimostrato che l’esperienza talvolta  può contare più della forza. Per il momento lui e Cavendish si sono divisi la posta ma non è escluso che lo spezzino possa ancora levarsi qualche soddisfazione nelle prossime due settimane.


Nicola Sbetti

ALMANACCO DI SUDAFRICA 2010: IL TRIONFO DELLA SPAGNA

Il trionfo della Spagna in 31 prime pagine dei quotidiani iberici di oggi.

La storia essenziale della Coppa del Mondo di Sudafrica 2010 raccontata, giorno dopo giorno, partita dopo partita, attraverso i tabellini e le reazioni della stampa delle nazioni in campo: una carrellata di prime pagine che fornisce uno spaccato di cultura sportiva, emozioni, tecnica giornalistica e non, design editoriale che permette di costruire un racconto non convenzionale della Coppa del Mondo 2010.


ABC Alerta AS Canarias7
Diario de Sevilla Diario Vasco El 9 El Comercio
El Correo El Mundo El Pais El Periodico
El Periodico de Extremadura Estadio Deportivo Faro di Vigo Heraldo
La Gaceta La Nueva Espana La Razon La Region
La Vanguardia La Voz de Galicia Levante Marca
El Mundo Deportivo Negocio Norte de Castilla Publico
Sport Super Deporte La Voz de Asturias Don Balon

Massimo Brignolo

ALMANACCO DI SUDAFRICA 2010: 11 LUGLIO

La storia essenziale della Coppa del Mondo di Sudafrica 2010 raccontata, giorno dopo giorno, partita dopo partita, attraverso i tabellini e le reazioni della stampa delle nazioni in campo: una carrellata di prime pagine che fornisce uno spaccato di cultura sportiva, emozioni, tecnica giornalistica e non, design editoriale che permette di costruire un racconto non convenzionale della Coppa del Mondo 2010.

SPAGNA – OLANDA 1-0 (0-0, 0-0) dts

SPAGNA: Casillas (c), Ramos, Piqué, Puyol, Capdevila, Busquets, Iniesta, Xavi Hernández, Xabi Alonso (87′ Fabregas), Pedro (59′ Navas), Villa (106′ Torres).

OLANDA: Stekelenburg, van der Wiel, Heitinga, Mathijsen, van Bronckhorst (105′ Braafheid), van Bommel, De Jong (97′ van der Vaart), Robben, Sneijder, Kuyt (70′ Elia)

ARBITRO: Webb (ENG)

GOL: 116′ Iniesta (SPA)

NOTE:Espulso Heitinga per doppia ammonizione al 109′ Ammoniti Van Persie, Puyol, Van Bommel, Sergio Ramos, De Jong, Van Bronckhorst, Heitinga, Capdevila, Robben, Van der Wiel, Mathijsen, Iniesta, Xavi

La Vanguardia
Trouw
Volkskrant
Marca

Massimo Brignolo

DEL BOSQUE: “RISCHIATO DI PERDERE MA SIAMO CAMPIONI DEL MONDO”

Iniesta omaggia Dani Jarque“Innanzitutto, complimenti all’Olanda. Perché non ci ha permesso di giocare con tranquillità”. Vicente Del Bosque è il primo a presentarsi in sala stampa, ai microfoni dei giornalisti. E, naturalmente, se la ride sotto i baffi. “Quando Robben ha fallito quell’occasione nel secondo tempo, ho capito che ce l’avremmo fatta. E, quando è entrato Fabregas, la partita è cambiata: abbiamo dato più profondità alle nostre azioni e abbiamo avuto le occasioni migliori, anche con Ramos e Villa. Abbiamo persino rischiato di perdere, è vero, ma questo è il calcio. E comunque, siamo campioni del mondo”. Il tecnico iberico si toglie qualche sassolino dalle scarpe: in patria, quando lo cacciarono dal Real Madrid, dissero che era un tassista che non era in grado di guidare una Ferrari. E anche in tempi di Mondiale gli contestavano la scelta di giocare con il doppio mediano, sacrificando Fabregas in panchina. “Mi vengono in mente tante persone a cui dedicare questa vittoria, ma me le tengo per me”. Nell’epopea del colonialismo, la Spagna conquistà Sud America e Filippine, ma non l’Africa: chissà, da stasera il nome di Del Bosque potrebbe figurare sui libri di storia a fianco di quelli di Cortés e Pizarro.

Subito dopo il gol decisivo, Iniesta si è tolto la maglia da gioco ed ha mostrato una t-shirt: “Dani Jarque siempre con nosotros”, Dani Jarque sempre con noi. Jarque era un giocatore dell’Espanyol, l’altra squadra di Barcellona, morto lo scorso 8 agosto a Coverciano per un infarto. Il dolore e la vittoria uniscono le due metà della città catalana. “Incredibile, non ci sono parole, una gioia immensa: dopo il gol ho pensato alla mia famiglia e a tutti quelli che amo. Partita durissima, ma abbiamo meritato”.

Tre finali, tre sconfitte: la Coppa del Mondo sembra proprio maledetta per l’Olanda. Bert van Marwijk è andato vicino a far meglio di Rinus Michels, il profeta del calcio totale: “Alla vigilia nessuno si aspettava che arrivassimo in finale, ancora qualche minuto e saremmo addirittura andati ai rigori. Abbiamo avuto una grandissima occasione con Robben: non ne ho la certezza, ma se avesse segnato forse avremmo vinto noi il Mondiale. Volevamo vincere la Coppa, avremmo potuto farcela”. Amara quanto precisa l’analisi del capitano van Bronckhorst: “La Spagna ha iniziato meglio rispetto a noi, la partita poi è stata molto aperta e con occasioni da entrambe le parti: le migliori, però, sono capitate a noi”. L’Olanda si congeda dal Mondiale con due immagini, una bella, l’altra meno. Nonostante la delusione e la rabbia nei confronti del direttore di gara, i giocatori hanno stretto la mano agli spagnoli a fine partita, dando vita ad un terzo tempo che nel calcio, soprattutto in simili occasioni, è sempre più una rarità. Ma le telecamere hanno pizzicato anche van Marwijk che, ricevuta la medaglia d’argento, se l’è immediatamente tolta dal collo. Non certo il massimo della sportività.

Simone Pierotti