LA CORSA ALLE OLIMPIADI INVERNALI 2018

Francia, Corea del Sud e Germania si candidano per ospitare la rassegna a cinque cerchi degli sport invernali: chi la spunterà?

Dove si svolgeranno le Olimpiadi invernali del 2018? I paradossi di un mondo sempre più interdipendente faranno sì che lo scopriremo in Sudafrica, un paese con una tradizione per gli sport invernali pressoché nulla. La città di Durban (possibile candidata per la corsa ai Giochi estivi del 2020) ospiterà, dal 4 al 9 luglio, la 123° Sessione del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) che culminerà, il 6 luglio, con la selezione della città candidata a ospitare i XXIII° Giochi Olimpici Invernali. Le tre candidature in lizza sono: Annecy, città delle Alpi francesi in Alta Savoia, P’yŏngch’ang, in Corea del Sud, e Monaco di Baviera, in Germania.

 

Disputatisi per la prima volta nel 1924 a Chamonix, in Francia, sotto la denominazione di Semaine Internationale des Sports d’Hiver, i Giochi Olimpici invernali hanno cominciato ad assumere un carattere globale a partire dagli anni Novanta, da quando cioè si sono smarcati da un punto di vista temporale dai Giochi Olimpici estivi. Basti pensare che alle Olimpiadi di Vancouver 2010 hanno partecipato 2629 atleti, rappresentativi di ben 82 nazioni. Rispetto alle Olimpiadi estive che, salvo qualche grande eccezione, tendono a riflettere i rapporti di forza internazionali, quelle invernali seguono inevitabilmente dinamiche legate maggiormente alla geografia e alla presenza della neve. Se è vero che al pari di quelle estive le Olimpiadi invernali sono state uno dei campi di battaglia della Guerra Fredda, durante il loro svolgimento il predominio delle due superpotenze è stato in parte bilanciato dalle prestazioni degli atleti scandinavi ed alpini. In tempi più recenti l’egemonia europea ed occidentale nei Giochi invernali è stata calmierata dall’emergere dei Paesi del Sud-est asiatico. Prima il Giappone, poi la Corea del Sud e più recentemente anche dalla Cina, hanno cominciato a presentare squadre competitive in grado di fare incetta di medaglie specialmente nel pattinaggio (velocità, short track e di figura).

 

La sfida di Durban sarà proprio fra la “Vecchia Europa” (Francia e Germania), ancora molto potente ed influente in seno al CIO, e l’emergente Asia, rappresentata dalla Corea. P’yŏngch’ang, che prova a candidarsi per la terza volta consecutiva, teme molto un possibile “inciucio occidentale”. Già nel 2010 e nel 2014, dopo essere risultata in testa al primo turno di voto, la candidatura coreana era stata sconfitta da quelle di Vancouver e Soči, proprio grazie ai voti dell’eliminata Salisburgo.

 

Secondo l’attendibile sito GamesBids.com la candidatura di P’yŏngch’ang (data a 66.29) è leggermente favorita su quella di Monaco (64.99), mentre meno credibile appare la candidatura di Annecy (53.85), la cui corsa verso Durban è stata alquanto tribolata. Pur avendo sconfitto la concorrenza interna di Grenoble, Nizza e Pelvoux, ed essendosi assicurata il sostegno governativo, la candidatura di Annecy non sembra godere di un forte sostegno dei cittadini (tanto che è stato costituito un comitato anti-Olimpiade) ed il progetto iniziale è stato interamente rivisto poiché il CIO lo aveva considerato troppo dispersivo.

La candidatura di Monaco invece ha preso forma dopo il fallimento di Salisburgo. La sconfitta della candidatura austriaca a vantaggio di Soči per i Giochi del 2014, ha infatti reso credibili le possibilità di vittoria per una candidatura europea nel 2018. Se vincesse, la città bavarese sarebbe la prima ad aver ospitato sia i Giochi estivi che quelli invernali. Molte infrastrutture sono già esistenti anche perché le gare di sci si terranno a Garmisch-Partenkirchen (sede olimpica nel 1936) che quest’inverno ha ospitato i Mondiali di sci alpino, tuttavia, così come in Francia, al sostegno governativo non pare combaciare quello dei cittadini. Il consenso alla candidatura olimpica è in calo, influenzato dall’attivismo di gruppi ambientalisti della società civile. Considerando però la tradizione tedesca negli sport invernali e le grandi capacità organizzative dimostrate anche recentemente, è impossibile non ritenere Monaco come una delle candidate favorite.

Dopo due sconfitte sul filo di lana P’yŏngch’ang vuole cercare di evitare la terza beffa. Il Comitato Organizzatore ha ulteriormente migliorato il proprio dossier e nel frattempo sono già state costruite numerose infrastrutture. Al contrario delle candidature europee quella coreana può contare sul sostegno quasi incondizionato dei suoi cittadini e sul fatto di rappresentare un mercato ancora in buona parte inesplorato da parte degli sponsor del settore. Il motto della candidatura “Nuovi orizzonti” sembra proprio ammiccare alle forze economiche degli sport invernali, che in Europa fanno i conti con un mercato ormai saturo. Probabilmente quindi il voto finirà per essere un testa a testa fra le ambizioni tedesche e quelle coreane.

 

Infine la Sessione di Durban rappresenta una tappa fondamentale anche per la diplomazia sportiva italiana, che sta lavorando per portare a Roma le Olimpiadi del 2020. Così come già avvenuto con il sostegno a Soči 2014, i dirigenti italiani cercheranno probabilmente di appoggiare la candidatura vincente per chiedere a tempo debito il sostegno per Roma 2020.

Siccome in caso di sconfitta i comitati olimpici tedesco, francese e coreano avrebbero ancora il tempo per presentare una candidatura per le Olimpiadi estive del 2020, stringere in questa circostanza le giuste alleanze potrebbe rivelarsi determinante nel lungo periodo.

CHI SFIDERÀ IL PIANORO?

Dopo la sconfitta a tavolino del Milan Kingsgrove contro il Bologna che ha rivoluzionato la classifica, la penultima giornata di serie A è servita unicamente a certificare l’accesso del Pianoro alla finale scudetto. Bisognerà invece attendere domenica prossima per scoprire chi fra Trentino, Bologna e Milano sfiderà i ragazzi del Presidente Parisi.

Pur affranti dai ventisei punti persi tra sconfitta a tavolino e penalizzazione i cricketer di Milano hanno mantenuto accesa la fiammella della speranza, vincendo per 7 wicket contro un Capannelle ancora alla ricerca del primo successo stagionale. Dopo tre vittorie consecutive (di cui una a tavolino) si ferma invece la corsa del Bologna, sconfitta nettamente dalla capolista Pianoro che, dopo aver chiuso il primo inning a quota 341, limita i rossoblù a soli 146 punti.

A una giornata dal termine la classifica vede quindi il Trentino a 87 punti, il Bologna a 79 e il Milan Kingsgrove a 76. Di conseguenza la partita sul campo Ghiaie fra Trentino e Kingsgrove assume una rilevanza centrale nella lotta per il secondo posto. Se vincessero, i padroni di casa si assicurerebbero la finale, ma in caso di sconfitta sarebbero matematicamente sopravanzati dai Kingsgrove. A quel punto  però i meneghini dovrebbero sperare in una vittoria del Capannelle sul Bologna, altrimenti i loro sforzi si tramuterebbero in una vittoria di Pirro.

 

Ancora più contorta appare la situazione in serie B dove troviamo ben quattro squadre racchiuse in 20 punti. Alle favorite Latina Lanka e Lions Brescia si sono aggiunte la rivelazione Venezia e il rinato Genoa. I lagunari del presidente Miggiani sembrano aver fatto un notevole salto di qualità rispetto alla passata stagione, anche se talvolta cadono in qualche errore di troppo dovuto all’inesperienza. Il Genoa, che rispetto alla scorsa stagione ha perso Dilan Fernando (all’Olgiata) e Harpreet Singh (anno sabbatico per motivi di studio), è invece rinato dalle ceneri di un drammatico inizio di stagione. Dopo essersi aggiudicato un solo incontro su quattro, la sorprendente vittoria contro i Lions Brescia ha trasformato il brutto anatroccolo in un cigno. Oggi il Genoa è tornato ad essere una squadra che può lottare per il primato anche se il calendario pare altamente proibitivo. La giornata di domenica prossima, con gli scontri diretti fra Genoa e Latina Lanka e Venezia e Lions Brescia, potrà essere chiarificatrice.

 

Nel frattempo si  sono conclusi i quattro gironi regionali del campionato italiano under 15. Milan Kingsgrove, Venezia, Lions Brescia e Olgiata si sono conquistati sul campo il diritto di giocarsi lo scudetto di categoria l’1 e il 2 ottobre sul campo Navile di Bologna. Difficile fare un pronostico; Milano e Venezia esprimono da anni un settore giovanile di tutto rispetto, il Brescia ha eliminato le due bolognesi, mentre l’Olgiata (legata a Piazza Vittorio) è intenzionata a emulare il successo dell’under 13.

 

Sabato scorso la nazionale italiana under 19, in vista dei Campionati Europei di seconda divisione, che si disputeranno sui campi dell’Isola di Man dal 27 luglio al 2 agosto, ha giocato a Firenze un’amichevole contro i Crusaders, squadra di Melbourne. Contro gli australiani i ragazzi italiani hanno perso di una settantina di runs ma Michele Morettini e Roshendra Abewickerama sono stati eletti migliori in campo.

 

Infine sono stati ufficializzati anche i convocati della nazionale maggiore che, guidati da Joe Scuderi e capitanati da Alessandro Bonora, affronteranno dal 19 al 24 luglio l’European Championship nelle isole britanniche di Jersey e Guernsey, valido come torneo di qualificazione ai Mondiali di Twenty20. La rosa rispetto alla World Cricket League di Hong Kong non è certo stata rivoluzionata. Al posto di Roshendra Abewickerama, impegnato a capitanare l’under 19, rientra in nazionale il lanciatore del Pianoro Luis Di Giglio mentre Chamara Siriwardane Hettimulla e Sivakumar Sivalingaperumal, autentiche colonne di Bologna e Pianoro, dopo aver passato una vita nel nostro paese si tolgono la soddisfazione di indossare la maglia della nazionale subentrando a Tushara Kurukulasuriya, che si è ritirato dalle competizioni internazionali, e a Vincenzo Pennazza, bloccato in Australia da impegni di lavoro. Per il resto confermati i vari Alaud Din, Dilan Fernando, Damian Crowley, Gayashan Munasinghe, Damian Fernando, Andrew Northcote, Hayden Patrizi, Peter Petricola, Mick Raso ed Hemantha Jayasena.

CADE LA PIOGGIA, CADONO LE BIG

In un giugno funestato da temporali e nubifragi, i campionati italiani di cricket sono entrati nel vivo. In nemmeno 15 giorni si sono disputate tre giornate di serie A, due di serie B, la classifica dei due gironi del campionato di serie C ha preso forma e il martoriato campionato under 19 ha decretato il proprio vincitore. Dopo il Brescia in serie B, arriva la prima sconfitta stagionale anche per il Pianoro; restano ancora imbattute (ma con sole 3 gare disputate) l’Azzurra e l’Olgiata in serie C.

In Serie A la prima giornata del girone di ritorno si è giocata il 2 giugno. Con il Kingsgrove Milano Cricket Club a riposo, il pronostico era tutto in favore delle prime della classe invece, mentre il Pianoro vinceva per sei wicket contro il Capannelle, il Bologna centrava la sua seconda vittoria consecutiva espugnando il campo Ghiaie di Trento. Una partita davvero incredibile se si pensa che i battitori bolognesi erano stati eliminati dai trentini per sole 79 runs. Nel secondo inning gli indiavolati Abul (5 wicket), Chamara (4 wicket) e Manjula (1 wicket) sono riusciti a eliminare i batsman biancoazzurri a quota 76. Altri quattro punti e la partita sarebbe finita in modo diametralmente opposto.

Tre giorni dopo si era nuovamente in campo per la sesta giornata, sennonché la pioggia obbligava i contendenti a dividersi la posta. Nulla di fatto a Milano, dove i Kingsgrove volevano vendicarsi per la sconfitta subita in casa dei campioni d’Italia del Pianoro, e neppure a Roma, dove il Trentino aveva ipotecato la gara grazie a un solido primo inning da 227 runs; tutti a casa con 10 punti.

L’ottava giornata risultava chiarificatrice in quanto le prime quattro della classifica si scontravano direttamente. Il Trentino, che dopo una partenza col botto nelle ultime tre partite aveva racimolato la miseria di 21 punti, riusciva nell’impresa di battere il Pianoro a cinque anni di distanza dall’ultima volta. I protagonisti di giornata sono Anwar Attieq (81 runs) e, soprattutto, Rizwan Mohammad, che in sole 37 palle centra la bellezza di 121 punti (raggiungendo quota 100 in sole 30 palle); sicuramente un record per il cricket italiano. In 50 overs il Trentino raggiunge quota 324 mentre la rincorsa di Jayasena e compagni viene fermata a 148. C’è ancora gloria per Rizwan che prende due wicket, anche se, con 3 eliminazioni e 30 punti concessi in 9 overs, la palma di miglior lanciatore va certamente ad Ahmed Shakee. Con questa vittoria il Trentino riapre la corsa alla finale, anche se al Pianoro saranno sufficienti 4 punti nel derby contro il Bologna per assicurarsi la qualificazione. Il secondo spot invece sarà probabilmente deciso prima dell’ultima giornata, nello scontro diretto tra Trentino e Milan Kingsgrove. Dopo un incontro molto equilibrato i meneghini sono riusciti ad avere la meglio SUL Bologna, squadra che dopo un inizio stentato sembra aver trovato una propria identità grazie al contributo di giovani come Opu Chowdury e Abdur Rehman. Milano però, pur perdendo molti catch, si dimostra una squadra di caratura superiore in cui il capitano Kamal (detto “il nonno”) e il presidente Marabini riescono ancora a dire la loro, come capitato in occasione dello stumpng che ha eliminato Abdur “Rambo” Rehman. Per Milano da segnalare inoltre l’ottima prestazione in battuta del sempre più concreto Roshen Liyana e l’esordio al lancio della giovane promessa Chirantana Arsakulasooriya.

In serie B si è assistito alla seconda sconfitta dei Lions Brescia che dopo il KO di Genoa (inframmezzato dal successo con il Casteller) cadono nuovamente contro i rivali del Latina Lanka. I laziali, pur con una partita in più salgono in vetta alla classifica. Nell’anticipo del 5 giugno però, contro un agguerrito Venezia, solo un nubifragio ha salvato la squadra latino-srilankese da una sconfitta pressoché certa. La giovane squadra lagunare sta crescendo molto e ha dimostrato di avere le carte in regola per sconfiggere chiunque, allo stesso tempo però, come certifica la sconfitta sul campo di domenica contro lo Sri Lanka Milano, sembra mancare ancora qualcosa soprattutto in fase di battuta e fielding per essere considerata un top-team. Il Giudice Unico ha poi assegnato la vittoria a tavolino in favore del Venezia per l’assenza del dirigente accompagnatore e per il comportamento “not cricket” del pubblico milanese che, con lancio di sassolini per distrarre i fielders e minacce, è costato sconfitta, penalizzazione, squalifica del campo e una multa salatissima.

Nulla da fare infine per il Casteller che con una gran prova al lancio limita il Genoa a quota 75, ma non riesce poi ad andare oltre quota 54, in battuta. Una vera beffa per una società che per il lavoro che fa con i giovani e per la promozione del cricket femminile merita un grande elogio.

Così come meritano un applauso: Imran Khan, Mahmudul Islam, Taher Khalque, Munna Ahammed, Ali Afjal, Tuhin Rahman, Apu Rahman, Atikur Rahman, Abdul Helal e Asif Ali che, capitanati da Sujon Islam, hanno vinto con la maglia del Venezia Veneta Sanitaria Cricket Club il campionato under 19. Abbandonata la formula del torneo, si è trattato di un campionato vero e proprio con un solo girone d’andata. Questo ha consentito ai giovani cricketer di giocare più partite e allenarsi più spesso, tuttavia la classifica è stata influenzata da partite perse a tavolino causa ritardi e problemi di tesseramento. Con il Capannelle e il Pianoro tagliati fuori dalla corsa al successo, è stata una gara a tre fra Kingsgrove, Ancona e Venezia. Milano, la squadra dei nazionali giovanili Roshendra Abewickrama e Mohamed Adnan, ha battuto Venezia ma ha perso con Ancona e Pianoro. Alla fine dei conti è risultata decisiva la prima partita del campionato fra Ancona e Venezia con i lagunari che in trasferta ottenevano la vittoria per 4 wicket grazie a Imran, Tuhin e Taher. Per la società con sede a Marghera, quartiere operaio del capoluogo veneto, si tratta del secondo scudetto di categoria dopo quello del 2008. Raggiante il presidente Alberto Miggiani ha dichiarato: “Abbiamo fatto i salti mortali come società per trovare la copertura finanziaria e grazie anche alle varie collaborazioni con altre società sportive del territorio siamo riusciti a contenere i costi, investendo sul settore giovanile che ci ha visto in quattro anni vincere ben cinque titoli”.

Infine nel girone nord di serie C, dove purtroppo c’è da registrare il ritiro della Cecchinese, l’Azzurra è già qualificata alle fasi finali mentre i campioni in carica del Verona dovranno avere la meglio su Banglaguidizzolo e Sud Tirol se vorranno togliere la seconda piazza al Milan. Nel girone centro invece l’Arezzo e il San Michele cercheranno di insidiare il Florence e l’imbattuta Olgiata del nazionale italiano Dilan Fernando.

GODI FIORENZA

Tutto pronto nel capoluogo toscano per la Super Final della World League maschile.

Mancava da tanti anni – dodici, per l’esattezza – la grande pallanuoto internazionale, a Firenze. Mancava da dodici anni alla piscina Costoli, storico impianto all’aria aperta rimesso in sesto con un investimento da 200mila euro. E la prossima settimana, dal 21 al 26 giugno, torna in grande stile con la Super Final della World League maschile. Che, per la seconda volta, farà tappa in Italia a tre anni di distanza dall’edizione disputata a Genova. Per la Federnuoto, reduce dall’organizzazione dell’atto finale dell’Eurolega maschile, è certamente un onore, per il Settebello del ct Sandro Campagna l’occasione di confrontarsi con le migliori squadre al mondo – mancano, a voler cercare il pelo nell’uovo, solo Spagna ed Ungheria – e di dimostrare che l’argento conquistato lo scorso settembre agli Europei di Zagabria non è stato episodico.

Proprio gli azzurri sono stati inseriti nel girone A, un gruppo piuttosto impegnativo come testimonia la presenza di Serbia e Stati Uniti. I balcanici arriveranno in Toscana ebbri di entusiasmo per la conquista dell’Eurolega ad opera del Partizan Belgrado, che rifornisce numerosi elementi alla nazionale guidata da Dejan Udovičić: il ct era a Roma, a visionare conferme e possibili innesti per la sua squadra, e avrà appuntato ben più di un nome sul proprio taccuino. Da non dimenticare, poi, che i vari Mitrović, Nikić, Rađen, Prlainović e Udovičić si presenteranno alla Costoli in qualità di detentori del titolo e, soprattutto, di vincitori della competizione in tre delle ultime quattro edizioni. Attenzione anche agli Stati Uniti, unica potenza pallanotistica non europea: sotto la guida di Terry Schroeder gli americani si sono sempre più imposti sulla scena internazionale, arrivando a conquistare un argento olimpico ed un quarto posto ai Mondiali. Merito di quei giocatori cresciuti nei campionati del Vecchio Continente, con il centrovasca di origini brasiliane Tony Azevedo su tutti. Vittima predestinata, invece, sembrerebbe essere la Cina che lo scorso autunno ha visto sfumare, per un solo gol di distacco, il sesto oro della sua storia ai Giochi asiatici: tra gli uomini di Tianxoing Cai e gli avversari c’è un divario al momento incolmabile, la qualificazione ai danni di Giappone, Nuova Zelanda e, soprattutto, Kazakistan è comunque il segnale che il movimento sta andando nella giusta direzione.

Nel girone B la corsa al primo posto pare essere tutta una questione – ma guarda un po’ – balcanica: la Croazia, che il santone Ratko Rudić ha trascinato sulla vetta dell’Europa, ed il Montenegro di Petar Porobić sono, indubbiamente, le corazzate di questo gruppo. Il confronto diretto tra le due nazionali sarà un’interessante rivincita della finalissima dell’edizione di due anni fa, disputata a Podgorica e vinta dai padroni di casa. A completare il gruppo l’Australia di John Fox che, come dimostrato lo scorso anno a Niš, ha saputo voltar pagina dopo il traumatico addio di Pietro Figlioli per il Settebello e, infine, il Canada: i cugini “poveri” degli USA affideranno le chiavi della squadra al promettente Justin Boyd, giocatore in forza al Budva, che nella recente Final Four di Eurolega ha messo a segno una doppietta nella finale per il terzo posto.

 

LUCIA RECCHIA: IN LOTTA CONTRO LA SFORTUNA

Un talento cristallino, come pochi altri del panorama sciistico mondiale, troppo spesso fermato dalla malasorte: potrebbe essere questa una sintesi della parabola di Lucia Recchia. Nata a Rovereto l’8 gennaio del 1980, ma da sempre residente a Brunico, questa finanziera amante delle discipline veloci si era messa in luce già da giovanissima, con l’argento ai mondiali juniores in discesa libera nel 2000, in Canada. Con l’esordio in Coppa del Mondo avvenuto poche settimane prima, Lucia si conferma ad ottimi livelli, cogliendo una serie di piazzamenti di rilievo anche nel massimo circuito: spiccano il secondo posto in discesa ad Altenmarkt nel dicembre 2004 e il terzo posto nel supergigante di Aare due mesi più tardi: in mezzo, uno scintillante argento mondiale in SG, sulla pista di Santa Caterina Valfurva, che resta il suo miglior risultato di sempre. Tra gioie del genere ed innumerevoli infortuni, Lucia ha sempre tenuto duro ed ora, nonostante i 31 anni, è più motivata che mai a ripartire per una nuova stagione ricca di soddisfazioni, come ci dimostra in questa intervista nella quale ripercorre le tappe fondamentali della sua carriera.

 

Lucia, com’è avvenuto il tuo primo incontro con gli sci? E le prime gare?

“Ho iniziato a sciare all’età di tre anni sulle piste vicino a casa, con i miei genitori. Dopo aver frequentato una serie di corsi di perfezionamento, ho gareggiato per la prima volta a 10 anni, e da lì non ho praticamente più smesso!”

 

Hai un nome ed un cognome assolutamente “italiani”, eppure vivi da sempre nel cuore dell’Alto Adige, regione dove le spinte indipendentiste sono molto forti. Hai mai avuto problemi per questo?

“Mi sento assolutamente cittadina del mondo. Non ho mai avuto problemi, non mi sono mai sentita non accettata, perché ho sempre vissuto per lo sport e non per la politica: infatti, gli unici momenti spinosi li ho vissuti quando un giornalista si è inventato, su un quotidiano locale, delle cose mai dette, cercando di mettermi in contrapposizione al presidente della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder, ma si tratta veramente di una storia assurda e senza fondamento.”

 

In tutti questi anni di carriera, qual è stata la tua soddisfazione più grande?

“Indubbiamente l’argento mondiale a Bormio-Santa Caterina, però ricordo con orgoglio anche le gare alle Olimpiadi di Vancouver, dove ho concluso al settimo e al nono posto sebbene corressi con un crociato rotto (operato nella primavera 2010) e avessi appena risolto gli innumerevoli problemi alla schiena. Un’esperienza davvero incredibile, la considero come una vittoria sia per me stessa che per le persone che mi sono state vicino durante i vari infortuni”.

 

Come hai accennato nell’ultima risposta, nel corso delle stagioni hai avuto numerosi infortuni. Dove hai trovato, ogni volta, la forza per ripartire? Adesso è tutto a posto?

“Ogni infortunio è una sfida da accettare e da vincere, questa è stata e resta la mia mentalità. Il gioco vale la candela: la risalita dopo il baratro è indubbiamente difficile ma genera una soddisfazione davvero enorme. Gli infortuni mi hanno insegnato ad essere paziente, ad ascoltare il mio corpo, a non forzare più del dovuto e, quindi, a godermi al massimo i momenti di salute, quando posso divertirmi praticando il mio lavoro, che per me resta innanzitutto un grande divertimento. A febbraio ho avuto una commozione cerebrale, ma adesso è tutto risolto: proseguo con il lavoro specifico per il ginocchio operato, notando giorno dopo giorno dei miglioramenti sensibili”.

 

C’è una pista del destino, sulla quale ti trovi benissimo e vorresti gareggiare sempre?

“La pista dei sogni è l’Olimpia delle Tofane di Cortina d’Ampezzo. Mi è sempre piaciuta in modo particolare, e vincere lì sarebbe una gioia incredibile: non credo sia troppo tardi, e dalla prossima stagione ce la metterò tutta per realizzare questo obiettivo”.

 

Com’è l’estate di una sciatrice, lontana dalle gare invernali?

“L’estate è il momento del rifornimento, quello in cui metti la benzina per la stagione successiva: tanta bicicletta (a maggio ho fatto il giro della Corsica, un’esperienza fantastica), che preferisco alla corsa anche per il benessere del ginocchio, e tanta palestra, senza dimenticare i fondamentali esercizi di equilibrio. Ovviamente, si va anche in ghiacciaio a sciare, ma è il lavoro atletico a predominare. Inoltre, l’estate è per me un periodo dove posso recuperare meglio dagli infortuni dell’annata precedente, non avendo l’urgenza della competizione”.

 

A sci fermi, com’è e cosa fa Lucia Recchia?

“Faccio veramente fatica a restare ferma. Amo lo sport in generale e mi diverto troppo a praticarlo. Con l’esperienza ho tuttavia imparato che serve anche qualche momento nel quale staccare la spina e distrarsi da tutto, e allora mi dedico agli amici, alla musica e alla lettura di un buon libro. Questi attimi di relax hanno una grande importanza e devono andare di pari passo con gli allenamenti”.

 

Una promessa per la prossima stagione?

“Divertirmi e farvi divertire! È il mio motto da sempre, e questa è la promessa per il prossimo inverno!”