CRICKET: PIANORO A UN PASSO DAL TITOLO

La capolista vince a Trento e inizia a mettere le mani sullo scudetto del campionato italiano.

A tre giornate dal termine il Pianoro vince a Trento e mette una seria ipoteca sul suo quinto scudetto consecutivo, il 15° della sua storia. I pianoresi infatti sono tornati dal nord con il bottino pieno (20 punti).

Nonostante i trentini avessero vinto i toss e scelto di lanciare per primi, in battuta il Pianoro ha messo a segno 285 punti grazie al fondamentale contributo di capitan Jayasena, autore di ben 118 runs in 2 ore e 7 minuti di gioco. Il Trentino si è ben difeso cogliendo sia il bonus battuta (4) sia il bonus lancio (4) ma i lanciatori di Pianoro (Hussain25/2, Qureshi 45/3 e  Sivalingaperumal 43/3 su tutti) hanno limitato la corsa dei trentini a quota 222. Grazie ai venti punti il Pianoro si trova a soli quattro punti dallo scudetto. Già domenica prossima, se il Milano Kingsgrove non dovesse ottenere almeno 17 punti a Roma contro la PGS Lux, il Pianoro potrebbe laurearsi campione d’Italia senza nemmeno scendere in campo.

Il Milano Kingsgrove però sta facendo tutto il possibile per mantenere aperto il campionato. Ieri, al Campo Falsetti di Grosseto, ha ottenuto una vittoria facile e piena contro il fanalino di coda Maremma grazie all’ottima prova dei lanciatori Roshendra Abewickrama e Fabio Marabini (3 wicket ciascuno) e alle corse di Islam Mainul e Abewickrama. Domenica prossima è atteso a una partita delicata contro la Lux per poi tentare, il 26 settembre all’Ovale di Rastignano, l’impresa disperata di tenere il Pianoro sotto i 4 punti.

La partita più bella della giornata però è stata senza dubbio il derby capitolino svoltosi sul Campo Capannelle fra i padroni di casa e la PGS Lux. Il Capannelle Cricket Club Roma ha confermato la supremazia regionale vincendo entrambi i derby previsti in stagione ma l’esito di questo secondo incontro è stato alquanto incerto. Il Capannelle, in battuta per primo, ha raggiunto quota 150 con Indika Senn autore di 40 punti. Nonostante l’ottima prestazione al lancio dell’esperto Massimo Da Costa (3 wicket e soli 28 punti concessi in 10 over) e di capitan Leandro Jayarajah (3 wicket e 2 catch), la PGS Lux è andata davvero vicina alla quota richiesta. Trascinata da Edoardo Mazzi (60 runs), i romani della Lux sono arrivati, con 20 palline rimaste, a soli 8 punti dal target richiesto. Alla fine però, grazie all’eliminazione dell’ultimo battitore ad opera del suo capitano, il Capannelle si è portato a casa l’incontro superando in classifica, almeno momentaneamente, il Bologna che questa giornata riposava.

12° GIORNATA – 12 settembre 2010

Campo Capannelle – Roma
Capannelle 150 batte Lux 141
(Capannelle 18 pt. / Lux 6 pt.)

Campo Falsetti – Grosseto
Maremma 119 perde da Kingsgrove 120/2
(Maremma 1 pt. / Kingsgrove 20 pt.)

Campo Ghiaie – Trento
Pianoro 285 batte Trentino 222
(Trentino 8 pt. / Pianoro 20 pt.)

RIPOSA: Bologna

CLASSIFICA

G N V P Pti
Pianoro 11 1 10 0 207
Kingsgrove 10 1 8 1 170
Trentino 10 1 6 3 147
Capannelle 11 0 5 6 118
Bologna 10 1 3 6 105
Lux 10 0 2 8 77
Maremme 10 0 0 10 31

Nicola Sbetti

Si ringraziano per la collaborazione: Leandro Jayarajah, Roshendra Abewickrama e Arcidio Parisi.

TENNIS: FOREST HILLS A RISCHIO DEMOLIZIONE

Lo storico campo newyorkese di tennis potrebbe essere venduto ad una società immobiliare.

Fino al 1977, quando ne venne deciso lo spostamento al vicino complesso di Flushing Meadows, gli US Open di tennis erano noti anche con il nome di Torneo di Forest Hills.

Il complesso tennistico di Forest Hills, situato in un’area esclusiva, ai margini del quartiere newyorkese del Queens, composto da 38 campi da tennis e una piscina, aveva visto la luce nel 1923, ed il suo stadio principale, il West Side Tennis Stadium, era stato concepito per contenere un pubblico di 14mila spettatori.

Durante la propria attività aveva ospitato le performance dei migliori tennisti del mondo: sia per il suo prestigioso torneo che per le finali di Coppa Davis, disputatesi per sette volte tra il 1923 e il 1959. Quando non si giocava a tennis, lo stadio di Forest Hills andava a meraviglia anche per i concerti: e altrettanto storici erano stati quelli dei Beatles, Frank Sinatra, Barbara Streisand e Jimi Hendrix negli anni sessanta. Anche il cinema lo aveva sfruttato, quando nel 1951 aveva fatto da location per il film “L’altro uomo” di Alfred Hitchcock.

A partire dal 1978, però, quando gli internazionali USA li poteva vedere solo puntando il cannocchiale cinque chilometri più a sud, verso il nuovo e meglio attrezzato complesso di Flushing Meadows, si erano giocati solo tornei tennistici minori; e fatta eccezione per un festival rock negli anni novanta, era stato utilizzato sempre più raramente.

E, proprio eccependo gli altissimi costi a perdere per la manutenzione ordinaria dello stadio, la proprietà, un’associazione privata denominata West Side Tennis Club, è adesso orientata a vendere l’intero complesso per una cifra di circa 9 milioni di dollari a una società immobiliare, la Cord Meyer Development Company, che dovrebbe riconvertire l’area alla costruzione di palazzi residenziali per grandi ricconi, dotati oltre dell’immancabile beauty center, anche di un museo del tennis.

La decisione ufficiale sarà presa il 23 settembre, quando si riunirà a questo scopo l’assemblea dei 291 membri con diritto di voto del club, ma un sondaggio tra questi ha confermato l’intenzione di tirare diritto con il progetto di vendita.

Intanto, una parte dell’opinione pubblica newyorkese, che vede nello storico campo di Forest Hills un’impronta della propria memoria storica, sta setacciando la città alla ricerca di uno o più finanziatori, mossi da spirito filantropico, e disposti ad accollarsi le spese di manutenzione e di eventuale restauro per il rilancio del complesso. Contemporaneamente ha anche inviato un appello al sindaco di New York, il miliardario indipendente Michael Bloomberg.

Bloomberg ha promesso che si occuperà personalmente della faccenda, concludendo con il suo imperdibile motto:

New York è pulita. New York è divertente”.

Giuseppe Ottomano

IERI & OGGI: LA SCONFITTA DI MONACO ’72 È ANCORA INDIGESTA PER GLI USA

Proprio oggi la controversa finale di basket delle olimpiadi di Monaco 1972 tra Stati Uniti e Unione Sovietica compie i suoi 38 anni.

Si era trattato di una sorta di Miracle on ice a parti rovesciate, in cui il gigante, questa volta americano, era stato sconfitto quasi all’ultimo secondo e sul filo di lana da un piccolo Davide travestito da cosacco. Inutile dire che, diversamente dalla finale di hockey su ghiaccio di Lake Placid ’80, ad Hollywood si sono sempre guardati bene dal produrre una fiction su questo autentico Miracle on parquet.

Riassumendo brevemente i fatti, quel 9 settembre 1972, al mostruoso orario d’inizio delle 23.45 (dal lato del loro fuso orario, i munifici network televisivi americani avevano reclamato e ottenuto la diretta in prima serata) a Monaco di Baviera si erano affrontate per la finale di basket USA e URSS, le due superpotenze nella geopolitica dell’epoca.

Fin dalle olimpiadi di Berlino ’36 la medaglia d’oro nel basket era sempre stata conquistata dalla nazionale statunitense, nonostante questa presentasse rappresentative universitarie, dal momento che i grandi professionisti della NBA erano ancora banditi dalle competizioni olimpiche.

Ad appena tre secondi dalla fine del match, il gigante USA conduceva con un punto di vantaggio, 50-49. Ma, al termine di una rocambolesca serie di confusioni arbitrali sul residuo tempo da giocare, un lunghissimo passaggio perfetto era volato dal limite del campo sovietico fino a sotto il canestro statunitense, dove il ventenne Alexander Belov aveva realizzato quei due punti necessari a capovolgere il punteggio.

Era il 1972, nel pieno della guerra fredda, e la supremazia dei cestisti americani era stata stroncata; e per ironia della sorte, proprio all’ultimo istante e con un coup de theatre, dagli eterni cattivissimi della celluloide hollywoodiana. Le polemiche non erano mancate, e per anni gli statunitensi hanno masticato bile per quei tre secondi in più, che a loro parere, l’arbitro brasiliano Renato Righetto, non avrebbe dovuto concedere.

Proprio oggi a Istanbul si è giocata la semifinale dei campionati mondiali tra gli Stati Uniti e la Russia. E nonostante la Russia non sia altro che un’erede della fu-Unione Sovietica e viviamo in un presente ormai del tutto deideologizzato, l’antica acredine non è stata ancora del tutto sopita. Così, alla vigilia dell’incontro, l’allenatore della nazionale americana Mike Krzyzewski, scandalizzato da una precedente dichiarazione del suo omologo nella nazionale russa, David Blatt (altra ironia della sorte, Blatt ha un doppio passaporto: americano ed israeliano), che aveva osato definire corretto lo svolgimento di quella contestata finale di trentotto anni fa, è andato su tutte le furie.

È ovvio che David Blatt abbia detto questo: lui è un russo” è stato il suo velenoso commento.

Anche Jack McCallum, l’inviato della rivista statunitense Sports Illustrated, non ha dimostrato meno acredine di Krzyzewski, e ha rilanciato la teoria del complotto internazionale, rimarcando che il doveroso, secondo lui, ricorso degli USA per invalidare quell’ultimo canestro di Belov, era stato respinto per 3-2 dalla FIBA proprio grazie ai tre voti dei rappresentanti dei paesi comunisti.

Già, anche i paesi comunisti si erano messi di mezzo trentotto anni esatti fa. E senza quel maledetto canestro del povero Belov, che perse la vita solo sei anni dopo per un male incurabile, magari negli studios si sarebbe potuto ricamarci sopra un altro bel film a lieto fine.

Giuseppe Ottomano

CRICKET: UN FINALE DI CAMPIONATO INCANDESCENTE

Ancora tutto da decidere nel campionato italiano di cricket, entrato nella fase finale.

Dopo la pausa per la World Cricket League riprende il campionato italiano di serie A. Un campionato che rispetto a quello dello scorso anno si è arricchito di ben due squadre: L’A.S.D. Milan Kingsgrove Cricket Club, secondo in classifica, che gioca nel campo di Settimo Milanese (ex Italtel) e i romani del A.S.D. P.G.S.  Lux (Campo Tor Carbone, Roma) al momento sesti.

Ieri si è disputata l’undicesima giornata con il big match di Settimo Milanese fra Kingsgrove e Trentino, fondamentale per il secondo posto. I padroni di casa hanno vendicato la sconfitta dell’andata vincendo per 5 wicket, candidandosi  così come principale rivale della corazzata Pianoro.

Un Bologna corsaro è riuscito a strappare la vittoria ai capitolini della Lux per 134 runs, mentre i “cugini” capoclassifica del Pianoro hanno superato, in casa, l’altra squadra storica di Roma, il Capannelle.

I tredici volte campioni d’Italia del Pianoro, che dal 1994 hanno letteralmente dominato il cricket italiano, sembrano ben diretti verso il loro quinto titolo consecutivo. Il calendario però sembra stato fatto apposta per mantenere incerto il risultato fino all’ultima giornata. A tre settimane dal termine del campionato infatti, il Pianoro deve ancora fermarsi per il turno di riposo e affrontare la terza (Trentino) e la seconda (Kingsgrove). Nulla di impossibile per capitan Jayasena e compagni, ma le sorprese sono sempre dietro l’angolo, motivo in più per non perdere quest’avvincente finale di campionato.

11° GIORNATA – 5 settembre 2010

Campo di Settimo Milanese ex Italtel
Trentino 109 perde da Kingsgrove 112/5

Campo Tor Carbone – Roma
Bologna 278 batte Lux 144

Campo Ovale – Rastignano
Pianoro 379/3 batte Capannelle 142

Riposa: Maremma

CLASSIFICA

G N V P Pti
Pianoro 10 1 9 0 187
Kingsgrove 9 1 7 1 150
Trentino 9 1 6 2 139
Bologna 10 1 3 6 105
Capannelle 10 0 4 6 100
Lux 8 0 2 6 71
Maremme 9 0 0 9 30

Nicola Sbetti

LA REGATA STORICA DI VENEZIA, TRA SPORT E FOLKLORE

A Venezia si svolge oggi la Regata Storica, evento che affonda le radici oltre un secolo fa.

Rappresentazione ludica, sport o semplice parata per turisti? È l’interrogativo che emerge periodicamente ogniqualvolta ci si trovi davanti alla Regata Storica, al Palio di Siena, a una rappresentazione di calcio fiorentino o di altri giochi folkloristici così diffusi nella nostra penisola.

A Venezia, città d’acqua per eccellenza, le regate sono  state una delle prime forme di sport apparse in città. Le regate si disputavano spesso in occasione di importanti ricorrenze, feste o per rendere omaggio a celebrità in visita. Tuttavia esse non si svolgevano nei canali cittadini ma in aperta laguna.

Nonostante la fine della Serenissima, le regate continuarono anche sotto il dominio francese e austriaco. Proprio sotto il dominio asburgico, a partire dal 1841, fu istituita, con fondi pubblici, una regata annuale lungo il Canal Grande come quella che si disputa oggigiorno. Dopo aver soffocato i moti insurrezionali del 1848 guidati da Daniele Manin, gli austriaci non ritennero però di dover proseguire con l’organizzazione dell’evento che riprese solo a partire dal 1866 con l’annessione di Venezia al Regno d’Italia. La Regata come la si vede oggi, col corteo a fungere da preludio alle competizioni, è stata concepita a fine dell’Ottocento, in occasione della terza Biennale d’Arte, per offrire un’ulteriore attrattiva turistica.

Benché la Regata Storica non sia l’unica regata della stagione sportiva di voga alla veneta, essa rappresenta il momento più alto nella carriera di ogni regatante. I primi quattro equipaggi classificati ricevono, oltre a premi in denaro, delle bandiere: rosse ai primi, bianche ai secondi, verdi ai terzi e blu ai quarti. Per un vogatore infatti vincere in Canal Grande equivale ad un oro olimpico. I pochissimi vogatori in grado di conquistare cinque vittorie consecutive possono fregiarsi del titolo di “re del remo”. Allo stesso tempo però, il corteo storico che anticipa le regate rimane un fondamentale specchietto per le allodole capace di attirare mass media e frotte di turisti.

Dopo il corteo però si inizia a far sul serio, partono prima i ragazzini seguiti dai giovanissimi sui pupparini, barche veloci un tempo usate per la vigilanza marittima. Le donne invece gareggiano in coppie su mascarete, un sandalo storicamente usato per la pesca. La penultima regata è quella delle caorline a sei remi che rappresentano i sestrieri (i quartieri della città). La caorlina è una barca tozza usata per la pesca ma soprattutto per il trasporto. Di recente è stata introdotta, sul modello delle sfide fra università anglosassoni, la sfida fra le due università cittadine (Iuav e Ca’ Foscari). La gara più attesa però resta sempre quella dei gondolini (le formula 1 della laguna) versione più leggera e veloce della celebre gondola.

Per prendere parte a questa competizione i migliori vogatori vengono scremati con una lunga e faticosa selezione di regate secondarie. I gondolini sono barche altamente instabili e l’esperienza gioca un ruolo fondamentale. Non è un caso che negli ultimi vent’anni la vittoria è stata una sfida a due. Dal 1992 al 1995 la vittoria andò alla coppia Franco Dei Rossi Strigheta / Giampaolo D’Este. Nel 1995 incominciò l’epopea dei fratelli Vignotto con 8 vittorie in 11 anni. Nel 1999 però è ancora Giampaolo “Super” D’Este, questa volta con Dei Rossi Strigheta, a vincere privando i due fratelli di Sant’Erasmo del prestigioso titolo di “Re del Remo” e facendo nascere nell’immaginario collettivo una grande rivalità. Altro che Coppi & Bartali! Se sei cresciuto in laguna il dualismo per eccellenza è D’Este Vs. Vignotto.

Dal 2002 D’Este ha trovato in Ivo Redolfi Tezzat un compagno d’avventura in grado di mettere fina al predominio dei Vignotto. Nel nuovo secolo, fra polemiche, tifoserie organizzate, risse, e clamorosi tonfi in acqua, le due coppie si sono divise i trionfi (4 per i Vignotto, 5 per D’Este/Tezzat) ma nessuno di questi quattro formidabili vogatori è mai riuscito a fregiarsi del titolo di re del remo.

IL PROGRAMMA

Ore 16.00: Corteo Storico – Sportivo

Ore 16.45: Regata de le maciarele (Categorie U12 e U14)

Ore 16.50: Regata dei giovanissimi su pupparini a due remi – favoriti: Alvise D’Este – Denis Zanella

Ore 17.10: Regata delle donne su mascarete a due remi – favorite: Luisella Schiavon – Giorgia Ragazzi

Ore 17.40: Regata delle caorline a sei remi – favoriti: l’arancio della Giudecca

Ore 18.00: Sfida Remiera delle Università

Ore 18.10: Regata dei gondolini a due remi – favoriti: Rudi e Igor Vignotto  vs Giampaolo D’Este e Ivo Tezzat

Nicola Sbetti