TOUR: TAPPA A RODRIGUEZ, CONTADOR SCATENATO

Joaquin Rodriguez210.5 km e una salita destinata a fare male: infatti, nella tappa che prende il via verso mezzogiorno da Bourg-de-Péage per dirigersi a Mende la vera insidia non è costituita dai quattro colli di seconda e terza categoria da affrontare nella prima parte da giornata, ma dall’ultima salita, la Croix Neuve-monte Laurent Jalabert, 3.1 km al 10.1% che terminano a 2000 metri dal traguardo. Il motivo per cui l’ascesa conclusiva è intitolata all’indimenticabile Jaja è che qui il transalpino vinse il 14 luglio 1995, nel giorno della festa nazionale francese, regalando un’emozione indimenticabile a molti appassionati d’Oltralpe.

Subito dopo la partenza, iniziano i tentativi di fuga: tra gli altri, ci provano Sylvain Chavanel (Quick Step) e Damiano Cunego (Lampre-Farnese Vini) ma, per un motivo o per un altro, il gruppo non lascia scappare nessuno nella prima ora di corsa. Poco dopo però, avviene l’azione decisiva, ad opera di diciotto atleti, tra i quali ci sono Alexander Vinokourov (Astana), Andreas Klöden (Team RadioShack), Sandy Casar (Française des Jeux), il canadese Ryder Hesjedal (Garmin), il comasco Mauro Santambrogio (BMC) e poi Anthony Charteau (Bbox Bouygues Telecom) e Thor Hushovd (Cervélo) che approfittano dell’occasione per riconquistare rispettivamente la maglia a pois e quella verde. Così tanti corridori di alto livello davanti rappresentano un pericolo per la maglia gialla Andy Schleck, e infatti i suoi compagni della Saxo Bank inseguono a testa bassa, impedendo che il vantaggio dei fuggitivi cresca oltre i 2 minuti. A una cinquantina di chilometri dalla conclusione, subito dopo uno sprint intermedio, Vinokourov, Hesjedal, Klöden e il bielorusso Kiryienka (Caisse d’Epargne), secondo classificato due giorni fa, si avvantaggiano ulteriormente, staccando di una trentina di secondi gli ex compagni di fuga, mentre dietro anche la Liquigas di Basso e la Cervélo di Sastre danno man forte alla Saxo Bank nell’inseguimento. Sull’ultima salita, Vinokourov e Kiryienka fanno la differenza, col kazako che riesce, dopo vari tentativi, a staccare il bielorusso; ma dietro, il plotone della maglia gialla viene scosso da una vera e propria fucilata di Contador ai meno 2.5, con Schleck che, dopo un primo tentativo di reazione, si stacca; Contador supera il compagno Vinokourov e va in testa alla corsa, affiancato dal tenace connazionale Joaquín Rodriguez (Team Katusha) che era stato il primo ad accendere i fuochi nel gruppo. Proprio il catalano Rodriguez, nello sprint a due, si impone senza troppi problemi, cogliendo il diciottesimo successo di una carriera che lo ha visto vincere anche un titolo nazionale nel 2007 e il bronzo mondiale a Mendrisio nello scorso autunno. Contador recupera però secondi preziosi su Schleck, che comunque, pur faticando, conserva la maglia gialla. Tra gli altri uomini di classifica, anche oggi Basso non è apparso in condizioni brillanti, trovandosi in difficoltà subito dopo i primi scatti sulla salita conclusiva: sui Pirenei il ragazzo varesino dovrà davvero inventarsi qualcosa per poter essere competitivo per il podio finale. Da registrare anche il ritiro del velocista statunitense Tyler Farrar (Garmin).

Domani tredicesima tappa, per certi versi simile a quella odierna anche se di difficoltà leggermente minore: 196 km tra Rodez e Revel, cinque colli di bassa categoria sparsi lungo il percorso, ma l’ultimo è posizionato ad una manciata di chilometri dal traguardo.

Venerdì 16 luglio 2010
Tour de France, dodicesima tappa
Bourg-de-Péage – Mende (210.5 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Joaquín RODRIGUEZ Team Katusha 4h58’26”
(media 42,3 km/h)
2. Alberto CONTADOR
Astana stesso tempo
3. Alexander VINOKUROV
Astana a 3″
4. Jurgen VAN DEN BROECK
Omega Pharma-Lotto a 10″
5. Andy SCHLECK
Saxo Bank stesso tempo
13. Damiano CUNEGO
Lampre-Farnese Vini a 31″

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 58h42’01”
2. Alberto CONTADOR Astana a 31″
3. Samuel SÁNCHEZ
Euskaltel-Euskadi a 2’45
11. Ivan BASSO
Liquigas Doimo a 5’30”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Thor HUSHOVD
Cérvelo 167
2. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini 161
3. Robbie MCEWEN
Team Katusha 138

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Anthony CHARTEAU Bbox Bouygues Tlc 107
2. Jérôme PINEAU
Quick Step 92
3. Andy SCHLECK
Saxo Bank 64

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 58h42’01”
2. Robert GESINK
Rabobank a 4’27”
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 5’16”

Marco Regazzoni

TOUR: CAVENDISH – PETACCHI 3-2

Mark Cavendish si aggiudica lo sprint dell’undicesima tappa e conquista il terzo successo ma la maglia verde è di Petacchi

Mark CavendishIl sole e il caldo non danno tregua ai corridori nemmeno nell’undicesima tappa, lunga 184.5 km tra Sisteron e Bourg-lès-Valence. La città del distretto della Drôme, nel cuore della valle del Rodano, ospita per la prima volta il Tour de France, al termine di una frazione caratterizzata da un unico gran premio della montagna di terza categoria e da lunghissimi tratti di pianura e discesa.

A differenza di ieri, oggi è il primo attacco a portar via la fuga di giornata: il terzetto che si sgancia sin dai primissimi metri è composto da Anthony Geslin (Française des Jeux), esperto passista veloce, Stéphane Augé (Cofidis), trentaseienne vincitore di otto corse in carriera, e José Alberto Benitez (Footon-Servetto), longilineo scalatore spagnolo. Tra i fuggitivi, Geslin è indubbiamente il corridore più titolato: trentenne di Alençon, sale alla ribalta al Campionato del Mondo 2005, cogliendo una prestigiosa medaglia di bronzo alle spalle di Boonen e Valverde; tra i sette successi colti in carriera, si annoverano anche una Parigi-Camembert ed una Freccia del Brabante, corse dotate di un certo prestigio.

I ragazzi in testa alla corsa si danno cambi regolari, ma le squadre dei velocisti non vogliono perdere l’occasione di portare i propri capitani allo sprint, e dunque il vantaggio dei tre davanti non assume mai proporzioni troppo grandi, restando tra i 3 e i 5 minuti.  Ai 23 km dal traguardo, Augé, Geslin e Benitez si stringono reciprocamente la mano, congratulandosi per aver resistito oltre 150 km in fuga: il gruppo li riassorbe ed inizia la lunga preparazione della volata. Sfruttando il vento laterale, gli uomini della Saxo Bank, la squadra della maglia gialla, tentano però di fare i famigerati “ventagli”, e in effetti una parte del plotone perde contatto dai primi, ma tra di essi non c’è nessun big di classifica: dopo questa sparata, entrano in scena la HTC-Columbia di Mark Cavendish e la Lampre-Farnese Vini di Petacchi, che impongono un ritmo talmente elevato da scoraggiare qualunque tentativo di fuga nel finale. Proprio Cavendish, imboccato ottimamente dai compagni di squadra, si prodiga in uno sprint molto lungo ma al tempo stesso irresistibile per gli avversari, visto che né Petacchi né Farrar riescono ad uscirgli di ruota: un unico connubio di intelligenza, potenza e forza accompagnano la vittoria dell’inglese, con i suoi rivali che si devono accontentare dei piazzamenti. In compenso, Petacchi si consola conquistando la maglia verde della classifica a punti. Per Cavendish si tratta del tredicesimo successo in carriera alla Grande Boucle, superando così McEwen, Zabel e Cipollini nella graduatoria dei plurivittoriosi in questa corsa.

Domani sono in programma 210.5 km tra Bourg-de-Péage e Mende: cinque gran premi della montagna di terza e seconda categoria, ultimo scollinamento ad un paio di chilometri dalla conclusione, sulla cima intitolata a Laurent Jalabert. Tappa adattissima per fughe o colpi di mano nel finale.

Giovedì 15  luglio 2010
Tour de France, undicesima tappa
Sisteron – Bourg-lès-Valence (184.5 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Mark CAVENDISH HTC-Columbia 4h42’29”
(media 39,2 km/h)
2. Alessandro PETACCHI
Lampre-Farnese Vini stesso tempo
3. Tyler FARRAR
Garmin stesso tempo
4. José Joaquin ROJAS
Caisse d’Epargne stesso tempo
5. Robbie MCEWEN
Team Katusha stesso tempo

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 53h43’25”
2. Alberto CONTADOR Astana a 41″
3. Samuel SÁNCHEZ
Euskaltel-Euskadi a 2’45
10. Ivan BASSO
Liquigas Doimo a 5’09”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Alessandro PETACCHI
Lampre-Farnese Vini 161
2. Thor HUSHOVD Cérvelo 157
3. Robbie MCEWEN
Team Katusha 138

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Jérôme PINEAU Quick Step 92
2. Anthony CHARTEAU
Bbox Bouygues Tlc 90
3. Christophe MOREAU
Caisse d’Epargne 62

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 53h43’25”
2. Robert GESINK
Rabobank a 4’22”
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 5’11”

Marco Regazzoni

TOUR: A GAP LA FUGA PREMIA PAULINHO

Sergio PaulinhoIl 14 luglio è il giorno della festa nazionale francese, e migliaia di transalpini celebrano questa ricorrenza riversandosi in strada per assistere al Tour de France: per questo la tappa odierna, 179 km tra Chambéry e Gap, ha visto folle veramente immense ai lati del percorso, sebbene non fosse una frazione di alta montagna. Il tracciato vallonato di questa frazione, con una salita molto impegnativa posta però nella prima parte di gara, termina come detto a Gap, la città di quel Mondiale 1972 passato alla storia per il celeberrimo “Bitossi Bitossi Bitossi…Bassooo!!” decantato da Adriano de Zan ai microfoni Rai.  L’ultimo arrivo in questa città, nel 2006, premiò Pierrick Fedrigo davanti al nostro Salvatore Commesso, in lacrime per la delusione.

Cadel Evans (BMC), nonostante il gomito fratturato che gli ha fatto perdere la maglia gialla, parte regolarmente anche oggi. I primi chilometri sono costellati da innumerevoli tentativi di fuga: tra gli altri, ci prova anche il trentino Daniel Oss (Liquigas-Doimo), che però ha poca fortuna. I quattro che riescono invece ad ottenere il via libera del gruppo sono il portoghese Sergio Paulinho (Team RadioShack), vicecampione olimpico nel 2004 dietro Paolino Bettini; il belga Mario Aerts (Omega Pharma-Lotto), già all’attacco nei giorni precedenti; il suo connazionale Dries Devenyns (Quick Step), ventisettenne vincitore solo di una tappa al Giro dell’Austria; e il bielorusso Vasil Kiryienka (Caisse d’Epargne), ex pistard riconvertitosi in scalatore, tanto da vincere al Passo della Presolana durante il Giro d’Italia 2008. Al 65esimo chilometro, anche i due giovani francesi Pierre Rolland (Bbox Bouygues Telecom) e Maxime Bouet (Ag2r-La Mondiale) si uniscono ai fuggitivi. Dopo le fatiche di ieri, nessuno dei big ha intenzione di battagliare, e dunque il vantaggio dei sei al comando sale rapidamente sopra i 10’. Rolland, ventiquattrenne di Orléans, ha buone doti da scalatore, mentre Bouet, suo coetaneo della regione dell’Ain, è arrivato secondo nella controversa terza frazione di questo Tour, quella dello “sciopero” dei corridori.

Già a metà giornata si capisce che saranno proprio i sei coraggiosi a disputarsi la vittoria di questa tappa, visto che la Saxo Bank in vetta al gruppo impone un ritmo poco più che blando, senza alcun interesse a forzare, e i velocisti non possono essere competitivi su un percorso comunque impegnativo. Ai -15 inizia la bagarre tra i compagni di fuga: ci provano i due belgi, ma vengono ripresi da Paulinho e Kiryienka che poi fanno a loro volta la differenza, staccando tutti gli altri. Si giunge dunque ad una volata a due, col portoghese che è furbo nel mettersi a ruota del più rapido bielorusso sin dall’ultimo chilometro,  affiancandolo con lo scatto decisivo ai 300 metri e vanificando il tentativo di rimonta del corridore della Caisse d’Epargne. Paulinho, trent’anni di Oeiras, centra il dodicesimo successo di una carriera che lo aveva visto vincere tra le altre una tappa alla Vuelta 2006 e due titoli nazionali a cronometro. Il gruppo arriva a 14’19’’, senza alcun sussulto per le prime posizioni della classifica generale.

Domani undicesima tappa da Sisteron a Bourg-lès-Valence, 184.5 km con un solo GPM di terza categoria, adattissima agli sprinter. Il Tour inizia a spostarsi verso Ovest, verso quei Pirenei che saranno i protagonisti assoluti della seconda parte di corsa.

Mercoledì 14 luglio 2010
Tour de France, decima tappa
Chambéry – Gap (179 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Sergio PAULINHO Team RadioShack 5h10’56″
(media 34,3 km/h)
2. Vasil KIRYIENKA
Caisse d’Epargne stesso tempo
3. Dries DEVENYNS
Quick Step a 1’29”
4. Pierre ROLLAND
Bbox Bouygues Tlc stesso tempo
5. Mario AERTS
Omega Pharma Lotto a 1’33”
10. Alessandro PETACCHI
Lampre-Farnese Vini a 14’19”

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 49h00’56”
2. Alberto CONTADOR Astana a 41″
3. Samuel SÁNCHEZ
Euskaltel-Euskadi a 2’45
10. Ivan BASSO
Liquigas Doimo a 5’09”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Thor HUSHOVD Cérvelo 128
2. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini
120
3. Robbie MCEWEN
Team Katusha 107

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Jérôme PINEAU Quick Step 91
2. Anthony CHARTEAU
Bbox Bouygues Tlc 90
3. Christophe MOREAU
Caisse d’Epargne 62

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 49h00’56”
2. Robert GESINK
Rabobank a 4’22”
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 5’11”

Marco Regazzoni

SUDAFRICA 2010: LA TOP 11 DI PIANETA SPORT

Francesco Federico Pagani stila la Top 11 (allenatore compreso) dei Campionati Mondiali di calcio.

TatticaTerminato il Mondiale proviamo a stilare una classica Top 11 comprendente i migliori giocatori, ruolo per ruolo, della rassegna iridata stessa. Per farlo, quindi, impostiamo uno schema stile 4-2-3-1, esattamente quello che ha portato l’Olanda là dove era impensabile potesse arrivare.

PORTIERE

Iker Casillas (Spagna): il portiere delle Merengue nelle ultime due stagioni non aveva probabilmente dato il meglio di sé, ma ai Mondiali si è fatto trovare assolutamente pronto risultando poi decisivo in finale, dove in un paio di occasioni ha stregato Robben, impedendogli di portare in vantaggio gli Orange.

DIFENSORI

Sergio Ramos (Spagna): pur non essendo il terzino destro migliore al mondo (Maicon e Dani Alves gli sono entrambi superiori) dimostra di non essere poi così lontano dai top player del ruolo disputando un grande Mondiale fatto di buona qualità ma anche, e soprattutto, tanta tanta quantità.

Carles Puyol (Spagna): il capitano della nazionale iberica era Casillas, ma quello che pareva essere il vero leader della nazionale iberica era lui. Grandissimo carisma, tenacia da vendere, efficacia in marcatura come pochi altri al mondo. Il tutto coronato dal goal vittoria in semifinale. Ora lascerà la nazionale spagnola, ma sarà ricordato per sempre dai tifosi delle Furie Rosse. E non solo.

Diego Lugano (Uruguay): pur limitato da alcuni problemi fisici Lugano dimostra ancora una volta di essere uno dei centrali difensivi più sottovalutati dell’intero panorama mondiale. Arcigno in marcatura, grande senso della posizione, paga un po’ solo una velocità non propriamente da sprinter. Ma quando manca lui la solidità difensiva della Celeste ne risente, e non è certo un caso.

Giovanni van Bronckhorst (Olanda): dopo una carriera giocata su più che buoni livelli van Bronckhorst si presenta in Sudafrica come capitano di una nazionale che, sulla carta, non aveva molte chance di arrivare in fondo. Con classe e carisma, però, il terzino sinistro Oranje guiderà i suoi ad una finale insperata, arrivando ad un passo da un traguardo storico.

CENTROCAMPISTI

Bastian Schweinsteiger (Germania): se saprà confermarsi sui livelli toccati questa stagione Bastian diventerà a breve uno dei migliori centrocampisti al mondo, senza alcun dubbio. Una volta riconquistato il centro del campo, dopo che per anni era stato dirottato sulle fasce, il talentuoso giocatore del Bayern Monaco ha dimostrato a tutti di che pasta è fatto, confermandosi poi su altissimi livelli anche al Mondiale.

Xavi Hernández (Spagna): è stato per la Spagna ciò che Pirlo fu quattro anni fa per l’Italia, cioè quel giocatore capace di creare gioco, dettare i tempi, alzare o abbassare i ritmi a proprio piacimento, inventare giocate di alta scuola. Del resto se Schweinsteiger viene su forte lui è ormai qualche anno che è considerabile tra i migliori centrocampisti al mondo!

TREQUARTISTI

Thomas Müller (Germania): sulla destra della nostra immaginaria linea della trequarti non potevamo che piazzare lui, la Scarpa d’Oro e il Miglior Giovane del torneo. Autore di un Mondiale davvero stratosferico Müller è uno dei nomi nuovi di questa Germania che proprio in Sudafrica potrebbe aver aperto un ennesimo ciclo.

Wesley Sneijder (Olanda): personalmente il premio di MVP del torneo l’avrei dato a lui. E’ lui, infatti, a trascinare un’Olanda non certo fenomenale, sulla carta, ad un passo da un’impresa storica che in passato venne fallita da squadre molto più attrezzate della compagine allestita da Van Marwijk. Sneijder che, insomma, chiude alla grandissima, a livello personale, un anno davvero straordinario.

Andrés Iniesta (Spagna): non poteva non trovare spazio in questa squadra l’uomo in grado di risolvere, con una propria giocata, la finalissima. Giocatore straordinario, questo ragazzo, che unisce mobilità e tecnica sopraffina in un connubio strepitoso. Un solo appunto: dovrebbe imparare a calciare un po’ di più, alcune volte il troppo altruismo diventa veramente penalizzante.

PUNTA

Diego Forlán (Uruguay): fino ai quarti di finale non avrei avuto dubbi ed avrei messo titolare, in questa Top 11, David Villa, senza se e senza ma. Poi, però, Del Bosque ha deciso di cambiare un po’ l’assetto della sua Spagna, promovendo titolare Pedro e relegando Villa centralmente, quando è risaputo che dà il meglio di sé potendo partire leggermente spostato sulla sinistra. Il tutto ha quindi influito negativamente sulle prestazioni del neo acquisto del Barcellona, che si è involuto rispetto ai primi match. Di contro, invece, Forlan è stato il vero trascinatore, dentro e fuori del campo, di una squadra che inseguiva una semifinale Mondiale da ormai sessant’anni. Missione compiuta per la Celeste, ma non solo: a lui, come ulteriore soddisfazione personale, è stato assegnato il premio di Pallone d’Oro del Torneo. Meritatissimo.

ALLENATORE

Joachim Löw (Germania): nessuno ha fatto bene quanto lui, quest’anno. Löw ha infatti avuto il coraggio di costruire una squadra molto giovane per poi darle una fortissima impronta di gioco andando quindi a guadagnarsi un’onorevolissima terza piazza che avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa in più se Puyol non avesse castigato i suoi in semifinale. Allenatore sicuramente da tenere d’occhio per il futuro, il tedesco.

Francesco Federico Pagani

TOUR: CASAR BEFFA CUNEGO, SCHLECK IN GIALLO

Andy Schleck e Alberto Contador all’attacco, Cadel Evans che soccombe al gomito fratturato domenica. Tutto in una tappa

Sandy Casar
Foto:Ansa.it

Il Tour de France saluta le Alpi con il più classico dei tapponi: lunga 209 km, la nona frazione va da Morzine-Avoriaz fino a Saint-Jean-de-Maurienne, ad una trentina di chilometri dal Frejus, attraverso cinque gran premi della montagna. Tra questi, spiccano il Col de la Colombiére, 16.5 km al 6.7% da scalare nella primissima parte di giornata, e il Col de la Madeleine, 25.5 km di ascesa al 6.2% di pendenza media. Questa montagna, affrontata per la ventitreesima volta nella storia della Grande Boucle, termina a 35 km dall’arrivo, buona parte dei quali sono di rapidissima discesa.

Il gruppo, dopo il giorno di riposo, si trova dunque ad affrontare una tappa lunga ed impegnativa, che potrebbe contribuire a rivoluzionare nuovamente la classifica generale.

Dal primo metro di corsa è subito bagarre, con scatti e controscatti mirati a portar via la fuga di giornata: dopo vari tentativi, riescono nell’intento undici corridori. Si tratta del passistone tedesco Jens Voigt (Saxo Bank), del cacciatore di tappe Sandy Casar (Française des Jeux), della maglia a pois Jérôme Pineau (Quick Step), della maglia verde Thor Hushovd (Cervélo Test Team), che però si stacca già sulla Colombiére, del tedesco Johannes Fröhlinger (Team Milram), della coppia in forza alla Bbox Bouyges Telecom composta da Anthony Charteau e Cyril Gautier, del “vecchio” Cristophe Moreau (Caisse d’Epargne), assieme ai compagni di squadra Luis León Sánchez e José Iván Gutiérrez, e del toscano Rinaldo Nocentini (Ag2r-La Mondiale), finalmente all’attacco dopo un avvio di stagione molto tormentato. Durante la discesa della Colombiére, l’estone Rein Taaramäe (Cofidis) e il veronese Damiano Cunego (Lampre-Farnese Vini) rientrano sui fuggitivi, al termine di un dispendioso inseguimento. Il vantaggio del plotoncino al comando non sale mai sopra i 6’, visto che gli uomini della BMC di Evans, in particolare Alessandro Ballan e Brent Bookwalter, lavorano alacremente.

Sulla Madeleine, la fuga perde pezzi: molti corridori non digeriscono questa salita lunga e irregolare, e dunque davanti resta solamente un quartetto composto da Casar, Luis León Sánchez, Charteau e Cunego. Nel gruppo della maglia gialla, gli Astana fanno il ritmo per favorire Contador, mentre si stacca subito un irriconoscibile Carlos Sastre (Cervélo). Nel giro di pochi chilometri, quando ne mancano 40 alla fine, il lavoro forsennato della squadra kazaka produce un’altra vittima eccellente: la maglia gialla Cadel Evans (BMC) è infatti in netta difficoltà, e perde contatto dai suoi rivali, a cause delle folli trenate di Paolo Tiralongo e Daniel Navarro. Proprio lo spagnolo riesce quindi a fare il buco: al termine del suo lavoro, restano assieme solo il capitano Contador e il suo principale avversario, ovvero Andy Schleck, con i restanti big in difficoltà; alcuni, come Sastre ed Evans, sono in crisi nera; altri, come Basso e un recuperato Armstrong, si difendono meglio. La faccia di Evans, stravolta come non mai, dà l’idea della fatica che i corridori vivono su queste impegnative ascese. Basso invece, pur perdendo un paio di minuti dai due dominatori, non sembra mai in completo affanno, ma riceve poca collaborazione da Armstrong, Van den Broeck e dagli altri componenti del suo gruppetto, oltre a non aver potuto contare sul compagno Kreuziger, “desaparecido” troppo presto. Contador e Schleck, dopo qualche dissidio iniziale, salgono con regolarità, aiutati nel finale della Madeleine da Jens Voigt, gregario del lussemburghese e reduce della fuga, che dopo l’ultimo sforzo si pianta letteralmente, come quegli splendidi cani da slitta che tirano per il loro leader fino allo sfinimento. In discesa, i quattro in fuga, grazie soprattutto al lavoro di Casar, riescono a mantenere un vantaggio sicuro, pur perdendo qualcosa, sulla coppia all’inseguimento, che raggiunge l’ex fuggitivo Moreau: ma quando finisce la discesa, e il francese smette di tirare, gli altri tre non riescono ad imprimere un ritmo deciso e così, metro dopo metro, il terzetto di Contador rimonta clamorosamente, riagganciandoli ai 700 metri dal traguardo.

Allo sprint, il favorito dovrebbe essere Damiano Cunego, anche perché non ha praticamente tirato un metro da quando si è ricongiunto con i fuggitivi: tuttavia, Casar lo anticipa, sfruttando ottimamente una curva posta ai 150 metri dal traguardo, e per il veronese non c’è nulla da fare, se non accontentarsi di una mesta terza posizione. Sandy Casar, trentunenne di Mantes-la-Jolie, vince così meritatamente questa tappa, cogliendo il sesto successo di una più che dignitosa carriera che lo ha sempre visto protagonista nei grandi giri, mentre Andy Schleck conquista la sua prima maglia gialla. Il Tour sembra ormai una lotta a due tra il lussemburghese e Contador, divisi da una manciata di secondi, mentre per gli altri i distacchi si contano a minuti.

Domani la decima frazione: 179 km tra Chambéry e Gap, caratterizzata da tre gran premi della montagna (tra cui un prima categoria) e adattissima per le fughe da lontano.

Martedì 13 luglio 2010
Tour de France, nona tappa
Morzine-Avoriaz – Saint-Jean-de-Maurienne (209 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Sandy CASAR Française des Jeux 5h38’10″
(media 36,3 km/h)
2. Luis León SÁNCHEZ
Caisse d’Epargne stesso tempo
3. Damiano CUNEGO
Lampre-Farnese Vini stesso tempo
4. Christophe MOREAU
Caisse d’Epargne a 2″
5. Anthony CHARTEAU Bbox Bouygues Tlc stesso tempo

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 43h35’41”
2. Alberto CONTADOR Astana a 41″
3. Samuel SÁNCHEZ
Euskaltel-Euskadi a 2’45
10. Ivan BASSO
Liquigas Doimo a 5’09”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Thor HUSHOVD Cérvelo 118
2. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini
114
3. Robbie MCEWEN
Team Katusha 105

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Anthony CHARTEAU Bbox Bouygues Tlc 85
2. Jérôme PINEAU
Quick Step 85
3. Christophe MOREAU
Caisse d’Epargne 62

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 43h35’41”
2. Robert GESINK
Rabobank a 4’22”
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 5’11”

Marco Regazzoni