MONTENEGRO E CROAZIA SI CONSOLANO

Canada, Montenegro e Croazia vincono, rispettivamente, la finale per il settimo, il quinto e il terzo posto.

dai nostri inviati

FIRENZE Per una volta, non chiamiamole finali di consolazione: le gare che assegnavano i posti più nobili di questa Super Final di World League si sono rivelate assai appassionanti ed equilibrate. Perché, in fondo, perdere non piace mai a nessuno. E allora anche una finale per il settimo posto può essere una sana iniezione di fiducia.

C’era curiosità per la sfida tra Cina e Canada, sempre sconfitte fino ad oggi: vincono con un solo gol di scarto (10-9) gli americani di Dragan Jovanović che, nel quarto tempo, falliscono pure un rigore con il mancino Graham, sicuramente il suo uomo più rappresentativo.

Molto combattuta anche la sfida per la quinta piazza d’onore, quella tra Montenegro ed Australia: dopo una lunga rincorsa protrattasi per tre tempi, i balcanici la spuntano per 8-7. Se qui a Firenze sono stati un po’ la delusione del torneo, visti i nomi della rosa a disposizione di Petar Porobić, per i Mondiali di Shangai gli “Squali rossi” potrebbero non recitare un ruolo da comprimari: dovrebbero, infatti, ristabilirsi dall’infortunio i vari Ivović, Pašković, Zloković ed anche Nikola Janović, fuori causa alla World League già dopo la prima partita.

Sul gradino più basso del podio finisce la Croazia: gli uomini di Rudić riescono a domare gli Stati Uniti, quarti in questa World League nonostante la loro preparazione atletica mirasse al lungo periodo (Mondiali di Shangai e torneo di qualificazione per Londra 2012, di certo più facile di quello europeo). Qualche piccolo rimpianto per i balcanici, sconfitti in questa torneo solamente in un’occasione – e per giunta ai rigori -, nella partita più importante, ovvero la semifinale con l’Italia che avrebbe potuto dare alla Croazia la possibilità di archiviare subito la pratica della qualificazione ai Giochi Olimpici.

 

FINA WORLD LEAGUE SUPER FINAL
FIRENZE, 21-26 GIUGNO 2011

FINALE 7°-8° POSTO

CINA-CANADA 9-10 (2-3, 2-2, 3-4, 2-1)

CINA: Ge, Tan 3, Liang Zhanxing 2, Yu, Guo 1, Liang Nianxiang 1, Li Bin, Wang, Xie 1, Li Li, Zhang, Dong 1, Wu. All. Cai.

CANADA: Randall, Kudaba 1, Touni, Constantin 2, Boyd 1, Robinson, Conway, Graham 1, Dakic, Vikalo 2, McElroy 3, Aleksic. All. Jovanović.

ARBITRI: Brguljan (MNE) e Flahive (AUS).

NOTE: superiorità numeriche Cina 5/9 + 2 rigori, Canada 4/8 + 2 rigori. Espulsi definitivamente per somma di falli Robinson a 1’22” tt, Liang Zhanxing a 2’46” qt e Boyd a 4’11” qt. A 6’27” qt Wu para rigore a Graham.

 

FINALE 5°-6° POSTO

MONTENEGRO-AUSTRALIA 8-7 (1-3, 2-2, 1-0, 4-2)

MONTENEGRO: Radić, Draško Brguljan, Radović 1, Danilović 1, Vukčević, Tičić, Mlađan Janović 2, Drašković, Klikovac, Darko Brguljan 1, Petrović 3, Jokić, Šefik. All. Porobić.

AUSTRALIA: Dennerley, Campbell 1, Cleland, Baird, Maitland 1, Martin, Cotterill, McGregor 2, Younger 1, Woods, Howden 1, Miller 1, Roach. All. Fox.

ARBITRI: Ni Shi (CHI) e Goldenberg (USA).

NOTE: superiorità numeriche Montenegro 4/11, Australia 4/8. Espulsi definitivamente Martin a 6’05” qt e Younger a 4’46” qt per somma di falli.

 

FINALE 3°-4° POSTO

STATI UNITI-CROAZIA 5-11 (2-3, 2-4, 0-1, 1-3)

STATI UNITI: Moses, Buckner, Hudnut, Powers 1, Wright, Alexander, Beaubien 1, Azevedo, Bailey 2, Hutten, Smith, Krumpholz 1, Mann. All: Schroeder.

CROAZIA: Pavić, Burić 1, Bošković 1, Dobud 2, Joković 3, Muslim, Marković, Bušlje, Sukno 3, Barač, Paškvalin, Obradović 1, Buljubašić. All: Rudić.

ARBITRI: Naumov (RUS) e Stavropoulos (GRE).

NOTE: superiorità numeriche Stati Uniti 4/10, Croazia 5/8 + 2 rigori. Espulso definitivamente Hudnut a 6’05” qt per somma di falli.

 

Damiano Benzoni
Simone Pierotti

 

L’ALLIEVO SUPERA IL MAESTRO: SETTEBELLO IN FINALE

Grande partita dell’Italia che batte ai rigori (13-11) la corazzata Croazia: è finale, di nuovo contro la Serbia.

dal nostro inviato

FIRENZE Non ci consentirà di cambiare la medaglia d’argento degli Europei di Zagabria con quella d’oro, ma vale comunque l’accesso alla finalissima di World League. Ergo la possibilità di riporre in bacheca l’unico trofeo non ancora vinto dal Settebello. E di qualificarsi subito per i Giochi di Londra. Va, dunque, all’Italia la seconda semifinale della World League di Firenze: gli azzurri di Sandro Campagna battono ai rigori (13-11) i campioni continentali della Croazia di Ratko Rudić. Vale a dire: l’allievo che, questa volta, supera il maestro. E non è una semplice saggezza popolare.

Due tempi perfetti. Anche al cospetto dell’unica squadra giunta in semifinale a punteggio pieno l’Italia conferma di saper interpretare eccezionalmente le partite nelle battute iniziali: gli azzurri vincono lo scatto per la conquista della palla sia nel primo tempo che nel secondo, tanto per gradire. E, soprattutto, in oltre dodici minuti di gioco arriva ad infliggere ben quattro reti di distacco ai balcanici. Sbalorditivo, specie nel secondo parziale, il dato delle superiorità numeriche: la Croazia non riesce a sfruttare nemmeno una delle quattro situazioni di uomo in più. Gli azzurri sono consapevoli che per i centroboa Aicardi e Deserti è una serataccia, vuoi per la fisicità dei difensori croati, vuoi per la coppia arbitrale che raramente punisce la squadra di Rudić. E allora provano a giocarsi altre carte. Vincenti. Come quella di capitalizzare le superiorità numeriche (Fiorentini sotto porta e Figlioli dai cinque metri), di azzardare le controfughe (Gallo) e di sfruttare i movimenti senza il pallone per smarcare i tiratori scelti (Felugo e Giorgetti). Nel mezzo c’è anche il colpo di genio di Amaurys Pérez, difensore improvvisatosi centroboa, che con una beduina maligna batte Pavić.

Il ritorno della Croazia. Inermi, distratti, imbrigliati: sembrerà strano, ma è la fotografia della Croazia della prima metà dell’incontro. Dobud e Muslim, al centro, si trovano la porta sbarrata da Tempesti oppure vengono messi nelle condizioni di non nuocere, con l’Italia che raddoppia sempre. E la superiorità numerica, uno dei punti di forza dei croati, serve a poco: i tiratori più insidiosi vengono messi sotto pressione e, di conseguenza, indotti alla conclusione fuori misura. Ma poi succede che la partita stravolge completamente la sua trama. L’Italia, sia per la partenza spedita sia per l’inesperienza di molti suoi giocatori, rallenta vistosamente – per quasi due tempi non riesce neppure a segnare – e subisce l’inevitabile rimonta balcanica. Prima a piccoli passi, con il gol su uomo in più di Sukno, l’unico della terza frazione. Poi nel giro di sessanta secondi, nuovamente con il neorecchelino e capitan Barać che concludono, indisturbati, a rete.  La Croazia, adesso, in superiorità numerica è micidiale e la difesa non cede. Seguono cinque minuti da gatto e topo: Figlioli pone fine alla sterilità azzurra in attacco, Barać pareggia quasi immediatamente, Gallo in controfuga indirizza l’Italia verso la finale, a un minuto e mezzo dalla conclusione, ma poi Joković trova un varco tra Tempesti e il palo. Parità: si va ai rigori.

La tenuta mentale è tutto. Il folto pubblico della “Costoli”, in larga maggioranza italiano, si zittisce di colpo quando i rigoristi azzurri si presentano al limite dei cinque metri: la concentrazione è altissima. E, diversamente dalla gara con la Serbia, l’Italia non sbaglia un colpo: Felugo, Figlioli, Luongo, Gallo, Giorgetti. Pum, pum, pum, pum, pum. Dobud si fa neutralizzare il tiro da Tempesti, con l’aiuto della traversa. Il maestro Rudić, per una volta, deve arrendersi: l’Italia va in finale, a giocarsi il pass olimpico per Londra. “La tenuta mentale è l’aspetto più importante – commenta Campagna al termine della gara – avete visto come erano sereni i rigoristi?”. Il ct azzurro elogia, poi, la prestazione del Settebello: “Meritavamo assolutamente di vincere, abbiamo accusato un calo tra il terzo e il quarto tempo dopo una prima metà straordinaria: abbiamo gestito l’incontro a delle velocità pazzesche, non è facile a questi livelli. Ma, come ho detto, questa è la vittoria della tranquillità, della serenità, dell’entusiasmo: anche sul piano mentale stiamo raccogliendo i frutti del nostro lavoro. Pensate che molti nostri giocatori, fino a due anni fa, non avevano disputato nemmeno i play-off scudetto…la squadra è maturata tantissimo”. Le sue parole quasi si perdono nel frastuono della musica lanciata a fine partita: è un vecchio tormentone di Rino Gaetano, “Ma il cielo è sempre più blu”. Domani notte potrebbe essere nuvoloso e oscuro. Ma solo perché ricorderebbe quello di Londra, un sogno che potrebbe concretizzarsi con un anno di anticipo.

 

Sabato 25 giugno 2011
ITALIA-CROAZIA  13-11 dtr (4-2, 2-1, 0-1, 2-3; 5-3)
Piscina Paolo Costoli, Firenze

 

ITALIA: Tempesti, Luongo, Gitto, Figlioli 2, Pérez 1, Felugo, Giacoppo, Gallo 2, Presciutti, Fiorentini 1, Aicardi, Deserti, Giorgetti 1. All. Campagna.

CROAZIA: Pavić, Burić 1, Bošković 2, Dobud, Joković 1, Muslim, Karač, Bušlje, Sukno 2, Barać 2, Paškvalin, Obradović, Buljubašić. All. Rudić.

ARBITRI: Naumov (RUS) e Margeta (SLO).

NOTE: superiorità numeriche Italia 5/9, Croazia 6/13. Espulso definitivamente Gitto per tre falli a 0’52” qt. Sequenza rigori: Felugo gol, Bošković gol, Figlioli gol, Dobud parato, Luongo gol, Sukno gol, Gallo gol, Joković gol, Giorgetti gol.

 

Simone Pierotti

LA SERBIA DOMA LA FUGA BIDONE DEGLI STATI UNITI

La Serbia di Udovičić è la prima finalista in virtù del successo, non senza patemi, sugli USA (8-5).

dal nostro inviato

FIRENZE Serbia in finale con il brivido. Sembrava tutto chiuso a 42” dalla fine del terzo quarto, quando capitan Vanja Udovičić siglava un pesantissimo 7-1 per i balcanici: improvvisamente, meno di trenta secondi dopo, Azevedo trasformava un rigore dando il La a un improbabile quanto minaccioso tentativo di rimonta da parte degli Stati Uniti. Cinque minuti e spiccioli di follia in cui la squadra allenata da Terry Schroeder si avvicinava fino a portarsi a -2 dai Serbi grazie a tre stupende reti da centroboa, due delle quali segnate dal grandissimo lottatore Ryan Bailey.

Già contro l’Italia gli Stati Uniti, remissivi per i primi tre periodi di gioco, avevano sfoderato una rinnovata grinta nel quarto tempo. E già i Serbi erano stati raggiunti all’ultimo secondo dal Settebello in una delle gare del girone. Stavolta però la Serbia è riuscita a domare la rimonta e a mettere a tacere Azevedo e compagni a 2’59” dalla fine, con la rete di Filipović a siglare l’8-5 finale.

Negli altri tre tempi la Serbia aveva dominato l’incontro, chiudendo il primo periodo in vantaggio 3-1 (Duško Pijetlović, Gocić, Prlainović contro una rete di Alexander) e rincarando nel secondo quarto con Mitrović e Nikić nonostante l’espulsione definitiva di Pijetlović. Nel terzo quarto è Udovičić a siglare due reti in superiorità numerica (alla fine del terzo tempo saranno 6/7 per i serbi e 0/3 per gli statunitensi).

 

Sabato 25 giugno 2011
SERBIA – STATI UNITI 8-5 (3-1; 2-0; 2-1; 1-3)
Piscina Paolo Costoli, Firenze

 

SERBIA: Soro, Avramović, Gocić 1, Udovičić V. 2, Petković, Pijetlović D. 1, Nikić 1, Aleksić, Rađen, Filipović 1, Prlainović 1, Mitrović 1, Pijetlović G.. All. Udovičić D.

STATI UNITI: Moses, Varellas, Hudnut, Powers, Wright, Buckner, Beaubien, Azevedo 1 (1 rig.), Bailey 2, Hutten, Smith 1, Mann, Alexander. All. Schroeder.

ARBITRI: Moliner (SPA) e Terpenka (CAN).

NOTE: superiorità numeriche Serbia 7/8, Stati Uniti 0/3 + 1 rig. Espulsi definitivamente Duško Pijetlović (con sostituzione) a 5’12” del secondo quarto, Mitrović (limite di falli) a 0’15” del terzo quarto e Hutten (limite di falli) a 3’47” del quarto quarto.

 

Damiano Benzoni

LE SEMIFINALI DELLE DELUSE

dal nostro inviato

FIRENZE Il sole, il mare – che dista poco più di un’ora di macchina – e l’insopportabile cappa di afa tengono un po’ lontano il grande pubblico dalla piscina Costoli per le semifinali della parte bassa del tabellone, quella che assegna dal quinto all’ottavo posto oltre ai premi in denaro minori (si va da un massimo di 30mila dollari a un minimo di 15mila).

A contendersi il quinto posto, dopo le (larghe) vittorie nelle “semifinaline”, saranno Montenegro e Australia: gli oceanici partono bene con la Cina, subiscono un parziale ritorno degli asiatici (4-3) per poi dilagare nella seconda parte del match e chiudere sul 14-4. Non sono stati da meno i balcanici: rispetto alla gara della fase eliminatoria vinta con due soli gol di scarto, gli “Squali rossi” hanno dominato l’incontro dal primo all’ultimo minuto, concedendo un solo gol in superiorità numerica agli americani e vincendo con un eloquente 16-7. Da seguire, comunque, la finale per il 7° posto tra Cina e Canada, due nazionali giovani che hanno dimostrato di avere buona padronanza dei fondamentali ed una straordinaria tenuta atletica ma poca malizia.

 

WORLD LEAGUE SUPER FINAL
FIRENZE, 21-26 GIUGNO

SEMIFINALI 5°-8° POSTO

AUSTRALIA-CINA 14-4 (4-0, 3-3, 3-1, 4-0)

AUSTRALIA: Quinlivan, Campbell 2, Cleland, Younger 1, Maitland 1, Martin 1, Cotterill 2, McGregor 4, Swift, Woods, Howden 3, Miller, Roach. All. Fox.

CINA: Ge, Tan, Liang Zhanxing, Yu, Guo, Liang Nianxiang 1, Li Bin, Wang, Xie 1, Li Li 1, Zhang, Dong 1, Wu. All. Cai.

ARBITRI: Caputi (ITA) e Čirić (SRB).

NOTE: superiorità numeriche Australia 4/10 + 2 rigori, Cina 4/7 + 1 rigore. Espulsi definitivamente per somma di falli Liang Zhanxing a 6’48” qt, Maitland a 5’45” qt e Martin a 2’12” qt. A 2’12” qt Dong sbaglia un tiro di rigore.

 

MONTENEGRO-CANADA 16-7 (5-1, 3-2, 4-2, 4-2)

MONTENEGRO: Radić, Draško Brguljan, Radović, Danilović, Vukčević, Tičić, Mlađan Janović, Drašković, Klikovac, Darko Brguljan, Petrović, Jokić, Šefik. All. Porobić.

CANADA: Randall, Kudaba, Touni, Constantin, Boyd, Robinson, Conway, Graham, Gasic, Dakic, Vikalo, McElroy, Aleksic. All. Jovanović.

ARBITRI: Peris (CRO) e Stavropoulos (GRE).

NOTE: superioritć numeriche Montenegro 5/12 + 2 rigori, Canada 1/11 + 1 rigore. Espulso definitivamente Boyd al 3’49” qt per somma di falli.

FINALE 5°-6° POSTO

Ore 17.30: MONTENEGRO-AUSTRALIA

FINALE 7°-8° POSTO

Ore 16.00: CINA-CANADA

 

Simone Pierotti

IL SETTEBELLO SOFFRE, MA VA IN SEMIFINALE

L’Italia batte con qualche patema di troppo (7-6) la ruvida Australia: ritroverà la Croazia di Ratko Rudić.

dal nostro inviato

FIRENZE Spesso, nello sport, si verificano certi incroci maledetti. Squadre (teoricamente) più deboli, facili da affrontare, che alla fine riesci a sconfiggere, faticando tuttavia più del dovuto. L’Australia è una di quelle, almeno per l’Italia: ai Mondiali di Melbourne del 2007 ci si giocava l’accesso ai quarti di finale e solo una magia di Felugo, un ibrido tra audacia e incoscienza, all’ultimo secondo ci diede la vittoria. Quattro anni dopo diversi sono i giocatori – anzi, c’è chi, come Figlioli, ha pure cambiato passaporto -, diversi gli allenatori, diverso lo scenario. Eppure Italia-Australia, quarto di finale della World League di Firenze, non riesce a svincolarsi dai canoni che la vogliono partita scorbutica, poco spettacolare ma avvincente quanto a trama. E incerta fino all’ultimo.

Gol col contagocce. Il primo tempo della sfida della “Costoli” sembra quasi portare indietro nel tempo pubblico e addetti ai lavori. Agli anni in cui la pallanuoto era (forse) più tecnica ma anche meno dinamica. In otto minuti ne esce fuori un solo gol, quello che Presciutti realizza in controfuga a 1’47” dal riposo: quello che viene prima è un duello tra squadre all’apparenza contratte, incapaci di prevalere l’una sull’altra, nemmeno quando gli arbitri spediscono nel pozzetto un giocatore favorendo, dunque, chi in quel momento sta attaccando. 0/2 il dato degli azzurri, 0/1 quello degli aussie. Le difese, ancor prima che i portieri, sono imperforabili: l’Australia – scena inusuale in questa World League – si cimenta nel pressing, con il cagnaccio Martin che gioca in anticipo su Aicardi, l’Italia raddoppia su difensore e centrovasca dalla mano sbagliata. Più che una partita di pallanuoto, una guerra di logoramento.

Canguri indomiti. Una volta spezzati gli equilibri, la gara decolla: il Settebello raddoppia a inizio secondo tempo con Aicardi in superiorità numerica, Gitto fa centro dalla lunga distanza dopo quattro minuti di digiuno e, infine, Aicardi si destreggia abilmente tra Cotterill e Miller dopo che gli australiani hanno ridotto lo svantaggio sfruttando un paio di uomini in più. Nel terzo parziale gli uomini di Campagna allungano ancora con le legnate di Giorgetti e Luongo (6-2) ma poi, negli otto minuti conclusivi, anziché archiviare definitivamente la pratica si lasciano piano piano recuperare da un’Australia che pareva tagliata fuori. Succede tutto nel quarto parziale: McGregor approfitta immediatamente di una leggerezza di Tempesti per far sì che gli wallabies siano ancora lì, in scia, a non demordere. Per cinque minuti reti inviolate, Presciutti in tutta solitudine riporta a tre le reti di vantaggio azzurre, ma poi, a poco più di 120 secondi dal termine, l’Italia rischia di mandare tutto all’aria: Younger non fallisce in superiorità numerica, gli azzurri mandano sotto la doccia McGregor per somma di falli. Potrebbe essere il colpo decisivo, e invece non solo il Settebello spreca ma subisce una ripartenza che si conclude con la rete di Miller propiziata anche da un Tempesti colto in controtempo. Brividi nel finale quando, a venti secondi e poco più dalla fine, gli azzurri perdono un altro pallone che, per loro  fortuna, Martin manda su uno dei gonfiabili collocati dietro le due porte. Il Settebello riesce a condurre in porto una vittoria travagliata: adesso c’è la Croazia in semifinale. Una Croazia che fa paura, perché finora ha sempre vinto, senza mai dover ricorrere ai rigori. Una Croazia completa in ogni reparto, con possenti centroboa e difensori e longilinei nuotatori sulle corsie esterne. Ma l’Italia di Campagna, rispetto allo sfortunato epilogo degli Europei di Zagabria, ha preso maggior coscienza dei propri mezzi. E, stavolta, avrà tredici effettivi, con un Felugo non più infortunato e con un Aicardi non più febbricitante. E allora tutto può succedere, anche di tornare a mettere al collo una medaglia che, in World League, manca da sette anni. E che non è mai stata del metallo più prestigioso…

 

Venerdì 24 giugno 2011
ITALIA-AUSTRALIA (1-0, 3-2, 2-1
Piscina Paolo Costoli, Firenze

 

ITALIA: Tempesti, Luongo 1, Gitto 1, Figlioli, Pérez, Felugo, Giacoppo, Gallo, Presciutti 2, Fiorentini, Aicardi 2, Lapenna, Giorgetti 1. All. Campagna.

AUSTRALIA: Dennerley, Campbell, Younger, Baird, Maitland, Martin 1, Cotterill, McGregor 1, Swift, Woods, Howden 1, Miller 2, Roach. All. Fox.

ARBITRI: Čirić (SRB) e Stavropoulos (GRE).

NOTE: superiorità numeriche Italia 2/6, Australia 3/6. Espulso definitivmente McGregor a 1’36” qt per somma di falli.

 

Simone Pierotti