CROAZIA SPIETATA, IL MONTENEGRO CEDE

Senza storia il derby balcanico della seconda giornata, vinto con autorevolezza dalla Croazia (11-5).

dal nostro inviato

FIRENZE Non c’è partita tra Croazia e Montenegro: i ragazzi di Ratko Rudić, capitanati da Samir Barać, chiudono la prima frazione in vantaggio 4-1 e non si fanno più riprendere per tutto il resto della partita, terminando l’incontro sull’11-5. Difesa serrata e attacco cinicamente spietato, con quattro doppiette – Burić, Joković, Sukno e Bošković -, una buona percentuale di realizzazione e una statistica di 5/6 con l’uomo in più. Per contro il Montenegro,  orfano dell’infortunato Nikola Janović, quando non ha buttato via da solo occasioni importanti, si è trovato chiuso dalle parate dell’ottimo Josip Pavić. Una statistica su tutte: su undici occasioni in superiorità numerica, frutto della difesa aggressiva e fisica dei Croati, il Montenegro è riuscito a concretizzare solo in due occasioni. Troppo poco per pensare di mettere in difficoltà i campioni europei in carica.

La Croazia si porta in vantaggio dopo 59“ con la prima rete del recchelino Burić. Lo stesso Burić, con la prima espulsione temporanea della partita, regala al montenegrino Vukčević l’occasione del pareggio. Da quel momento in poi la partita si trasforma in un one-team show della Croazia, che si riporta in vantaggio con un rigore trasformato da Petrović e poi allunga con una doppietta di Joković per chiudere il primo periodo 4-1. Nella seconda frazione gli equilibri non si spostano: il parziale è di 2-2: il Montenegro va a segno con Drašković e Danilović, mentre per la Croazia marcano Paškvalin e Sukno. Il conteggio delle superiorità numeriche a metà partita è impietoso: la Croazia, su cinque occasioni, ne ha mancata solamente una, mentre i montenegrini, otto volte in superiorità, hanno segnato solo due reti con l’uomo in più.

La seconda frazione si apre con il secondo rigore assegnato alla Croazia: stavolta, però, il portiere montenegrino Radi riesce a neutralizzare il tiro di Sukno. L’attaccante croato si rifà un minuto dopo, marcando in superiorità, poi Obradović completa l’allungo portando la sua squadra sull’8-3. I montenegrini riescono a marcare solo a 38” dalla fine con Radović. Ultimo periodo senza quasi nulla più da dire: la Croazia termina il lavoro nei primi quattro minuti con le reti di Buljubašić, Bošković e Burić: la controfuga del montenegrino Draško Brguljan a 57” dalla fine serve solo all’orgoglio.

 

Mercoledì 22 giugno 2011
MONTENEGRO – CROAZIA 5-11
(1-4, 2-2, 1-2, 1-3)
Piscina Paolo Costoli, Firenze

MONTENEGRO: Radić, Dr.Brguljan 1, Radović 1, Danilović 1, Vukčević 1, Tičić,  Mlađan Janović, Drašković 1, Klikovac, Da.Brguljan, Petrović, Jokić, Šćepanović. All:  Porobić.

CROAZIA: Pavić, Burić 2, Bošković 2 (1 rig), Dobud, Joković 2, Muslim, Karač, Bušlje, Sukno 2, Barać, Paškvalin 1, Obradović 1, Buljubašić 1. All: Rudić.

ARBITRI:Caputi (ITA) e Naumov (RUS).

NOTE: superiorità numeriche Montenegro 2/11, Croazia 5/6 + 2 rigori. Espulso per limite di falli Tičić (MNE) a 2’39“ del terzo periodo. A 6’49“ Radić (MNE) para un rigore a Sukno (CRO).

Damiano Benzoni

SETTEBELLO DIECI E LODE

Superba prestazione dell’Italia all’esordio nella Super Final di World League: USA sconfitti 10-4.

dal nostro inviato

FIRENZE Per capire che, forse, qualcosa è davvero cambiato nel Settebello basta tracciare un semplice paragone: due anni fa, ai Mondiali di Roma, l’Italia esordiva con una sconfitta patita per mano degli Stati Uniti, con le bordate di Azevedo che tirarono giù il friabile muro edificato dal ct Campagna. Due anni dopo, nel debutto alle finali della World League a Firenze, gli azzurri dell’allenatore siracusano interrompono la serie negativa con gli yankees con un successo squillante (10-4) e, soprattutto, una prova convincente tanto in difesa quanto in attacco nelle situazioni di superiorità numerica.

Che inizio! Lo scatto vinto da Figlioli è il segnale che annuncia la partenza sfavillante del Settebello. Che trova il vantaggio con un’azione da manuale: Tempesti azzecca i tempi dell’uscita su Bailey, palla a Fiorentini, controfuga innescata e Felugo beffa Moses disegnando una bellissima palombella (per la cronaca: anche due anni fa, ai Mondiali di Roma, il centrovasca recchelino aveva regalato un simile capolavoro). Subìto il pareggio, con gli Usa che beneficiano di una doppia superiorità numerica, gli azzurri riprendono a volare: Deserti guadagna un’espulsione  sui due metri e Giorgetti ne fa tesoro siglando il raddoppio, lo stesso centroboa si vede annullare il 3-1 per un fallo, salvo poi siglarlo poco dopo al termine di una controfuga in tutta solitudine di Felugo. Gli Stati Uniti riescono a far leva solo sulla fisicità, con Smith e Hutten particolarmente ruvidi nella marcatura al centro.

Ermetico e cinico. Ad eccezione per il momentaneo pareggio di Powers, il merito principale dell’Italia è esattamente quello di limitare il potenziale offensivo della squadra di Terry Schroeder. Soprattutto quello del capitano Tony Azevedo, il più temuto alla vigilia, rivelatosi poi innocuo come uno squalo sdentato. Poche volte gli azzurri incappano nel fallo grave: quando succede, la squadra protegge Tempesti in modo egregio e, nelle rare situazioni in cui sembrerebbe esserci una falla, l’estremo difensore rende nulli i tentativi ravvicinati di Bailey e Mann. Per oltre due tempi gli Stati Uniti non riescono a far centro, l’Italia invece sfrutta magistralmente tutte le superiorità numeriche: 8-2 alla fine del terzo parziale, è fatta. Una notte magica, come quella di Alex Giorgetti, miglior marcatore italiano con tre reti. Come quella del toscano Stefano Tempesti, capitano del Settebello nella città che lo ha lanciato nell’orbita della grande pallanuoto. Come quella di Sandro Campagna che, stanotte, sognerà la grande impresa di battere domani la Serbia.

 

Martedì 21 giugno 2011
ITALIA-STATI UNITI 10-4
(3-1, 2-0, 3-1, 2-2)
Piscina Paolo Costoli, Firenze

ITALIA: Tempesti, Luongo 1, Gitto, Figlioli 1, Pérez, Felugo 1, Giacoppo, Gallo 2, Presciutti 1, Fiorentini, Aicardi, Deserti 1, Giorgetti 3. All. Campagna.

STATI UNITI: Moses, Varellas, Hudnut 1, Powers 2, Wright, Alexander, Beaubien, Azevedo, Bailey, Hutten, Smith, Krumpholz, Mann. All. Schroeder.

ARBITRI: Margeta (SLO) e Naumov (RUS).

NOTE: superiorità numeriche Italia 3/5, Stati Uniti 3/7. Espulso Hutten per somma di falli a 1’27” qt.

 

Simone Pierotti

WORLD LEAGUE: BALCANICHE OK

Nella prima giornata di Super Final, vincono tutte le squadre balcaniche.

dal nostro inviato

FIRENZE Era difficile, se non impossibile, pronosticare un esito differente. Ma le partite, si sa, per essere vinte devono prima di tutto essere giocate. E con concentrazione. Onore, dunque, alle tre nazionali balcaniche – Croazia, Montenegro e Serbia – che nella giornata inaugurale della Super Final di World League, a Firenze, non steccano.

Nel girone A, quello dell’Italia, esordio fin troppo facile per la Serbia detentrice del titolo e vincitrice di quattro delle ultime cinque edizioni: Vanja Udovičić e compagni non hanno pietà della Cina, una delle eccellenze della pallanuoto asiatica, ancora acerba per pretendere di impensierire le grandi potenze mondiali. Giornata di gloria per Milan Aleksić, autore di una tripletta, e per i compagni Filipović, Nikić e Duško Pijetlović, tutti a segno con una doppietta. Volenterosi quanto si vuole, ma tecnicamente inferiori, i cinesi hanno vinto la resistenza di Slobodan Soro solamente in due occasioni, di cui una in superiorità numerica (1/9 il dato finale, di strada ce n’è ancora da fare…).

Nel girone B, vittoria a fatica per il Montenegro su un sorprendente Canada che, non più tardi di tre anni fa, ai Giochi di Pechino rimediò un secco 12-0 per mano dei balcanici. Questa volta finisce 8-6 in favore degli “Squali rossi”, per i quali però la giornata era iniziata malissimo: sotto di due reti nel primo tempo, Jokić che si fa parare un rigore da Randall. Il coach degli americani Dragan Jovanović, ex portiere della Jugoslavia, schiera un nugolo di giovani – ben sei i ventenni in acqua – che sopperiscono alla mancanza di un centroboa di ruolo con una grande preparazione nel nuoto: fino al terzo tempo, chiuso sul 5-5, funziona, poi nel lungo termine i montenegrini fanno sentire la maggior esperienza.  Da notare, tra i balcanici, le assenze dei recchelini Ivović e Zloković. Meno equilibrata la sfida tra Australia e Croazia, che lo scorso anno a Niš terminò con la clamorosa vittoria degli wallabies: gli uomini di Rudić imparano la lezione e mettono al sicuro i primi tre punti (12-6 il finale) aggiudicandosi il primo tempo con un secco 4-0. Fatali, agli australiani, le superiorità numeriche, con nemmeno un gol segnato in situazione di uomo in più.

Domani grande giornata con le attese sfide Croazia-Montenegro e Italia-Serbia: chiudono il programma giornaliero Stati Uniti-Cina (si fosse giocata negli anni Settanta si sarebbe parlato di “diplomazia della pallanuoto”) e Canada-Australia.

 

WORLD LEAGUE SUPER FINAL
FIRENZE, 21-26 GIUGNO
1a GIORNATA

 

GIRONE A

SERBIA-CINA 13-2 (3-1, 5-0, 3-0, 2-1)

SERBIA: Soro, Avramović, Gocić 1, Vanja Udovičić 1, Petković 1, Duško Pijetlović 2, Nikić 2, Aleksić 3, Rađen, Filipović 2, Pralinović 1, Mitrović, Gojko Pijetlović. All. Dejan Udovičić.

CINA: Ge, Tan, Liang, Yu, Guo, Pan 1, Li Bin, Wang, Xie 1, Li Li, Zhang, Dong, Wu. All. Cai.

ARBITRI: Terpenka (CAN) e Flahive (AUS).

NOTE: superiorità numeriche Serbia 3/5 + 1 rig., Cina 1/9. Espulso Rađen per somma di falli a 1’23” qt.

 

ITALIA-STATI UNITI 10-4

CLASSIFICA: Italia e Serbia 3 pti, Stati Uniti e Cina 0.

 

GIRONE B

MONTENEGRO-CANADA 8-6 (1-3, 2-1, 2-1, 3-1)

MONTENEGRO: Radić, Draško Brguljan, Radović 1, Danilović, Vukčević 1, Tičić 1, Mlađan Janović 1, Nikola Janović 1, Klikovac, Darko Brguljan 2, Petrović 1, Jokić, Šćepanović. All. Porobić.

CANADA: Randall, Kudaba 1, Touni, Constantin 1, Boyd 2, Robinson, Conway, Graham, Gasic, Dakic, Vikalo, McElroy 2, Aleksic. All. Jovanović.

ARBITRI: Caputi (ITA) e Stavropoulos (GRE).

NOTE: superiorità numeriche Montenegro 2/5, Canada 1/5. A 3’00” pt Randall para rigore a Jokić.

 

AUSTRALIA-CROAZIA 6-12 (0-4, 1-1, 3-3, 2-4)

AUSTRALIA: Dennerley, Campbell 1, Cleland, Baird, Maitland, Martin, Cotterill, McGregor, Younger, Woods 1, Howden 1, Miller 2, Roach 1. All. Fox.

CROAZIA: Pavić, Burić, Bošković 2, Dobud, Joković 1, Muslim 1, Karač, Bušlje 1, Sukno 2, Barać, Paškvalin 2, Obradović 2, Buljubašić 1. All. Rudić.

ARBITRI: Goldenberg (USA) e MOLINER (ESP).

NOTE: superiorità numeriche Australia 0/6, Croazia 2/8 + 1 rig. Espulso Martin per somma di falli a 5’58” qt.

CLASSIFICA: Montenegro e Croazia 3 pti, Canada e Australia 0 pti.

Simone Pierotti

GODI FIORENZA

Tutto pronto nel capoluogo toscano per la Super Final della World League maschile.

Mancava da tanti anni – dodici, per l’esattezza – la grande pallanuoto internazionale, a Firenze. Mancava da dodici anni alla piscina Costoli, storico impianto all’aria aperta rimesso in sesto con un investimento da 200mila euro. E la prossima settimana, dal 21 al 26 giugno, torna in grande stile con la Super Final della World League maschile. Che, per la seconda volta, farà tappa in Italia a tre anni di distanza dall’edizione disputata a Genova. Per la Federnuoto, reduce dall’organizzazione dell’atto finale dell’Eurolega maschile, è certamente un onore, per il Settebello del ct Sandro Campagna l’occasione di confrontarsi con le migliori squadre al mondo – mancano, a voler cercare il pelo nell’uovo, solo Spagna ed Ungheria – e di dimostrare che l’argento conquistato lo scorso settembre agli Europei di Zagabria non è stato episodico.

Proprio gli azzurri sono stati inseriti nel girone A, un gruppo piuttosto impegnativo come testimonia la presenza di Serbia e Stati Uniti. I balcanici arriveranno in Toscana ebbri di entusiasmo per la conquista dell’Eurolega ad opera del Partizan Belgrado, che rifornisce numerosi elementi alla nazionale guidata da Dejan Udovičić: il ct era a Roma, a visionare conferme e possibili innesti per la sua squadra, e avrà appuntato ben più di un nome sul proprio taccuino. Da non dimenticare, poi, che i vari Mitrović, Nikić, Rađen, Prlainović e Udovičić si presenteranno alla Costoli in qualità di detentori del titolo e, soprattutto, di vincitori della competizione in tre delle ultime quattro edizioni. Attenzione anche agli Stati Uniti, unica potenza pallanotistica non europea: sotto la guida di Terry Schroeder gli americani si sono sempre più imposti sulla scena internazionale, arrivando a conquistare un argento olimpico ed un quarto posto ai Mondiali. Merito di quei giocatori cresciuti nei campionati del Vecchio Continente, con il centrovasca di origini brasiliane Tony Azevedo su tutti. Vittima predestinata, invece, sembrerebbe essere la Cina che lo scorso autunno ha visto sfumare, per un solo gol di distacco, il sesto oro della sua storia ai Giochi asiatici: tra gli uomini di Tianxoing Cai e gli avversari c’è un divario al momento incolmabile, la qualificazione ai danni di Giappone, Nuova Zelanda e, soprattutto, Kazakistan è comunque il segnale che il movimento sta andando nella giusta direzione.

Nel girone B la corsa al primo posto pare essere tutta una questione – ma guarda un po’ – balcanica: la Croazia, che il santone Ratko Rudić ha trascinato sulla vetta dell’Europa, ed il Montenegro di Petar Porobić sono, indubbiamente, le corazzate di questo gruppo. Il confronto diretto tra le due nazionali sarà un’interessante rivincita della finalissima dell’edizione di due anni fa, disputata a Podgorica e vinta dai padroni di casa. A completare il gruppo l’Australia di John Fox che, come dimostrato lo scorso anno a Niš, ha saputo voltar pagina dopo il traumatico addio di Pietro Figlioli per il Settebello e, infine, il Canada: i cugini “poveri” degli USA affideranno le chiavi della squadra al promettente Justin Boyd, giocatore in forza al Budva, che nella recente Final Four di Eurolega ha messo a segno una doppietta nella finale per il terzo posto.

 

LE REGINE D’EUROPA

Mladost Zagabria e, da stasera, Partizan Belgrado sono le squadre più titolate nel Vecchio Continente.

Lo avevamo già detto: chiunque avrebbe vinto, sarebbe diventata la regina d’Europa. In tutti i sensi. Sia la Pro Recco che il Partizan Belgrado erano in corsa per la settima Coppa dei Campioni della loro storia: una delle due avrebbe, sicuramente, raggiunto il Mladost Zagabria nella speciale classifica dell’albo d’oro. Ci è riuscito il Partizan che, in un sol colpo, ha pareggiato la serie dei confronti diretti con il Recco (fino a stasera i liguri conducevano con sei vittorie, a fronte di cinque sconfitte) ed ha riportato la coppa dalle grandi orecchie – che dal prossimo anno si chiamerà Champions’ League – nella capitale serba dopo trentacinque anni.

ALBO D’ORO – COPPA DEI CAMPIONI

ALBO D’ORO – EUROLEGA