E’ SEMPRE PIU’ SERBIA NELLE FINAL EIGHT DI WORLD LEAGUE

Le Final Eight di World League hanno definito il tabellone dei quarti di finale con la Serbia, unica a punteggio pieno favorita d’obbligo. Ma attenzione all’Australia

ObradovicLa regina della Final Eight della World League di pallanuoto maschile è la Serbia, ma la vera sorpresa è l’Australia: i gialloverdi di John Fox, infatti, tengono brillantemente testa al settebello padrone di casa (il torneo si svolge a Niš) nello scontro diretto per la leadership del girone B. Diversamente da quanto accaduto nel Mondiale di calcio in Sud Africa, la spunta la nazionale serba, ma quanta fatica – soprattutto nel primo tempo – per avere ragione degli Aussie. Che sembrano non aver risentito della perdita di Pietro Figlioli, passato adesso a vestire la calottina dell’Italia. Il messaggio è chiaro: tra un anno, ai Mondiali di Shangai, le potenze europee dovranno fare i conti pure con gli australiani. Prima vittoria per la Croazia: la nazionale di Ratko Rudić emula i cugini serbi e rifila ventidue reti al Sud Africa che solo nell’ultimo parziale trova il gol della bandiera. Ottime le prove di Obradović e Bošković, colonne portanti dello Jug Dubrovnik.

Nel girone A, va al Montenegro lo scontro diretto per il primo posto: gli uomini di Petar Porobić vanno sotto contro gli USA, poi passano in vantaggio e infine vengono raggiunti sul pari nell’ultima frazione. Si va ai rigori e i tiratori montenegrini si rivelano più precisi. Nell’altra sfida, facile vittoria per la Spagna ai danni della Cina (11-5): tra gli iberici svettano i tre gol del centroboa Xavi Valles, chiamato a non far rimpiangere Ivan Pérez sui due metri.

Adesso vanno in scena i quarti di finale: lo scontro più equilibrato si preannuncia – almeno sulla carta – quello tra Stati Uniti e Croazia. Turno facile, invece, per la Serbia, impegnata contro la Cina, e per il Montenegro, atteso dalla sfida contro il Sud Africa. Chiude il programma dei quarti Spagna-Australia, con gli oceanici che potrebbero ancora regalare sorprese.

GIRONE A

CINA-SPAGNA 5-11 (2-3, 0-4, 2-3, 1-1)

CINA: Ge, Tan 1, Liang 1, Yu 2, Guo, Pan 1, Y. Wang, Xie, Li, B. Wang, Han, Liand, Wu. All. Cai.
SPAGNA: I. Aguilar, M. García, Martín, G. López, Molina 1, Minguell, Gallego, Español 2, Valles 3, Perrone 2, Mallarach 1, X. García 2, D. López. All. R. Aguilar.
ARBITRI: Golijanin (Serbia) e Pinker (Sud Africa).

MONTENEGRO-STATI UNITI 11-9 (1-2, 3-1, 1-1, 2-3, 4-2 dtr)

MONTENEGRO: Radić, Brguljan, Pasković, Danilović 1, Vukčević, Tičić, M. Janović 1, N. Janović, Ivović 2, Zloković 2, Gojković, Jokić 1, Šćepanović. All. Porobić.
STATI UNITI: Moses, Varellas, Sharf, Powers 1, Wright, Alexander 1, Bukner, Azevedo 1, Bailey 2, Hutten 1, Smith 1, Krumpholz, Stevens. All. Schroeder.
ARBITRI: Gomez (Italia) e Bock (Germania).
NOTE: superiorità numeriche Montenegro 11, Stati Uniti 12.

CLASSIFICA: Montenegro 8 pti, Stati Uniti 7 pti, Spagna 3 pti, Cina 0 pti.

GIRONE B

SUD AFRICA-CROAZIA 1-22 (0-5, 0-4, 0-6, 1-7)

SUD AFRICA: Belcher, Card, Stewart, McCarthy, Manson, Kyte, Samuel, Bell, Downes, Naidoo, Molyneux 1, Spencer, Kemp. All. Rowe.
CROAZIA: Nižić, Burić 1, Bošković 3, Dobud 3, Joković 2, Karač, Marković 3, Bušlje 2, Sukno 2, Muslim 2, Paškvalin, Obradović 4, Pavić. All. Rudić.
ARBITRI: Wang Yaqi (Cina) e Brguljan (Montenegro)
NOTE: superiorità numeriche Sud Africa 7, Croazia 7.

SERBIA-AUSTRALIA 8-6 (0-1, 5-1, 1-1, 2-3)

SERBIA: Soro, Avramović, Gočić, V. Udovičić, Vapenski, D. Pjetlović 2, Nikić, Aleksić, Rađen 1, Filipović 2, Prlainović 3, Mitrović, G. Pjetlović. All. D. Udovičić.
AUSTRALIA: Stanton, Maitland, Miller, Swift, Younger 2, Cotterill 1, O’Halloran, McGregor 2, Martin 1, Campbell, Baird, Howden, Dennerley. All. Fox.
ARBITRI: Rostard (Stati Uniti) e Naumov (Russia).
NOTE: superiorità numeriche Serbia 10, Australia 12.

CLASSIFICA: Serbia 9 pti, Australia 6 pti, Croazia 3 pti, Sud Africa 0 pti.

QUARTI DI FINALE:
ore 16.00 Stati Uniti-Croazia
ore 17.20 Spagna-Australia
ore 18.40 Montenegro-Sud Africa
ore 20.00 Serbia-Cina

Simone Pierotti

SGAMBETTO NEOZELANDESE NELLA PRIMA DEL TRI NATIONS

Vittoria netta per la Nuova Zelanda nella giornata inaugurale del Tri Nations

La disciplina fa vincere e perdere le partite: questo è successo all’Eden Park di Auckland, dove Bakkies Botha ha messo la sua firma, in negativo, all’incontro inaugurale del Tri Nations 2010 vinto 32-12 dalla Nuova Zelanda sul Sudafrica. Il seconda linea sudafricano, ad appena tre minuti dall’inizio delle ostilità, aveva colpito il mediano neozelandese Jimmy Cowan con una testata. Un gesto non visto dall’arbitro, ma che potrebbe costare caro a Botha, che dovrà apparire di fronte al ufficiale giudiziario del SANZAR Dennis Wheelahan dopo esssere stato citato per gioco pericoloso dal commissario della partita, Scott Nowland. Non è stato l’unico gesto di indisciplina da parte del sudafricano: Botha ha potenzialmente cambiato il corso del match al tredicesimo minuto, ricevendo un cartellino giallo per infrazioni ripetute mentre gli All Blacks avevano messo il Sudafrica con le spalle al muro della loro linea di meta. Durante i dieci minuti di espulsione temporanea, Carter ha pareggiato i conti (Morné Steyn aveva portato il Sudafrica in vantaggio con una punizione pochi minuti prima) dalla piazzola, prima che un contrattacco di Muliaina facesse arrivare la palla a Conrad Smith per la prima meta dell’incontro.

Era il diciottesimo minuto, e da quel momento il Sudafrica non è più riuscito a rialzarsi. Grazie a una grande partita di Mealamu e di Donnelly, i neozelandesi sono stati competitivi in touche, mentre i sudafricani Steenkamp e du Plessis non sono riusciti a replicare le ottime prestazioni di giugno e a sottomettere Owen Franks e Woodcock in mischia chiusa. Un errore difensivo di Jean de Villiers, andato all’intercetto invece di difendere sulla propria ala, ha aperto lo spazio per la seconda meta degli All Blacks. A marcarla, un’ispirato e carismatico Ma’a Nonu, sapiente guida del reparto arretrato neozelandese, che ha così chiuso il primo tempo sul 20-3.

Inutili i tentativi degli Springboks di rientrare in partita all’inizio della ripresa, nonostante i due calci messi a segno da Steyn: i neozelandesi si dimostrano più efficaci nel guadagnare la linea del vantaggio e ben presto varcano la meta avversaria una terza volta, grazie alla stupenda linea di corsa del numero otto Kieran Read, accorso a ricevere un passaggio in sospensione di Weepu, appena entrato al posto di Cowan. Il punto di bonus neozelandese, e il colpo di grazia per i sudafricani, arriva nuovamente per motivi disciplinari: una punizione veloce, e Read spedisce il pilone Tony Woodcock in meta. 32-12, quattro mete a zero, cinque punti in classifica a zero. Contro i pronostici la Nuova Zelanda parte in testa, e il Sudafrica deve riorganizzarsi per riaffrontare gli All Blacks, settimana prossima, di nuovo in casa loro, a Wellington. Perdere di nuovo darebbe un notevole vantaggio alla Nuova Zelanda e, nel caso il passivo dovesse essere nuovamente così largo, sarebbe un duro colpo psicologico per i Boks.

Sabato 10 luglio 2010
NUOVA ZELANDA – SUDAFRICA 32-12 (20-3)
Eden Park, Auckland (NZL)

NUOVA ZELANDA: Muliaina – Jane, Smith, Nonu, Rokocoko (58′ Kahui) – Carter, Cowan (54′ Weepu) – Read, McCaw (c), Kaino (72′ Messam) – Donnelly (72′ Whitelock), Thorn – O.Franks (64′ B.Franks), Mealamu (78′ Flynn), Woodcock.

SUDAFRICA: Kirchner – de Villiers, Fourie, Olivier (72′ Aplon), Habana – M.Steyn (72′ James), Januarie (76′ Pienaar) – Spies, Louw (52′ Rossouw), Burger – Matfield, B.Botha (52′ Bekker) – du Plessis (59′ BJ Botha), Smit (c) (72′ Ralepelle), Steenkamp.

ARBITRO: Alan Lewis (IRL)

MARCATORI
6′ p. M.Steyn RSA 0-3
13′ amm. B.Botha RSA
13′ p. Carter NZL 3-3
18′ m. Smith t. Carter NZL 10-3
24′ p. Carter NZL 13-3
35′ m. Nonu t. Carter NZL 20-3
Fine Primo Tempo 20-3
41′ p. M.Steyn RSA 20-6
46′ p. M.Steyn RSA 20-9
56′ m. Read t. Carter NZL 27-9
60′ p. M.Steyn RSA 27-12
79′ m. Woodcock NZL 32-12
FINALE 32-12

CLASSIFICA: Nuova Zelanda 5, Australia* e Sudafrica 0.
* una partita in meno

Damiano Benzoni

AL VIA IL TRI NATIONS, CONVOCAZIONI A CONFRONTO – SECONDA PARTE: MEDIANA E TREQUARTI

Continua l’analisi comparativa per reparti delle squadre del Tri Nations: sotto esame i trequarti

Continua il nostro viaggio nelle convocazioni del Tri Nations che comincerà domani pomeriggio all’Eden Park di Auckland con la sfida tra gli All Blacks padroni di casa e il Sudafrica, campione uscente, campione del Mondo e grande favorita di quest’edizione. Mentre Wayne Smith, assistente CT della Nuova Zelanda, ha dichiarato che, dopo le tre sconfitte patite contro gli Springboks nella passata edizione, gli All Blacks non possono più considerarsi in vetta, Peter de Villiers ha sostenuto che il passato non gli importa, e che appoggiarsi sugli allori passati sarebbe un grosso rischio per il Sudafrica.

Le formazioni riflettono tutto quel che ci si attendeva: nessuna delle due squadre si risparmia, mettendo in campo la propria migliore formazione per imporre il proprio predominio fin dalla prima partita. Un confronto interessantissimo: se Donnelly e Thord dovranno faticare per arginare la seconda linea sudafricana con Matfield e Botha e la promessa della prima linea All Black Owen Franks dovrà tenere alta la testa contro una macchina da demolizione come Steenkamp, gli All Blacks hanno dalla loro un estremo come Muliaina contro Kirchner che ancora non ha dato risposte all’interrogativo sudafricano sulla maglia numero 15. Alle ali entrambe le squadre hanno corridori straordinari come Habana, de Villiers e Rokocoko, mentre nella cerniera dei centri neozelandesi torna Nonu, bloccato due mesi da un infortunio.

La vera sfida, però, è al cuore del gioco: terze linee e mediani. Januarie contro Cowan si prospetta un testa a testa rovente, fatto di tensione, provocazioni e nervosismo. A aggiungere scintille sarà poi il valore dei due reparti di terza linea: l’aggressività brada di Burger e il gioco al limite del regolamento di McCaw potrebbero essere gli ingredienti di un incontro esplosivo, mentre Kaino e Louw avranno l’incombenza di mettere la maggior pressione possibile per spegnere rispettivamente Morné Steyn e Dan Carter, due macchine di punti e gioco che, una volta avviate, è difficile arginare.

MEDIANA

SUDAFRICA NUOVA ZELANDA AUSTRALIA
Ricky Januarie (Stormers) Jimmy Cowan (Highlanders) Luke Burgess (Waratahs)
Ruan Pienaar (Sharks) Piri Weepu (Hurricanes) Will Genia (Reds)
Butch James (Bath – ENG) Dan Carter (Crusaders) Berrick Barnes (Waratahs)
Morné Steyn (Bulls) Aaron Cruden (Hurricanes) Quade Cooper (Reds)

Al Sudafrica mancherà tantissimo: Fourie du Preez è probabilmente il miglior mediano di mischia degli ultimi tre anni, ma salterà il torneo per infortunio. A sostituirlo Peter de Villiers ha chiamato quello che il francese Parra ha definito “un pitbull”: Ricky Januarie degli Stormers, pur non riuscendo a dare il ritmo impartito da du Preez, è un ottimo strumento per il gioco di pressione sudafricano. Dietro di lui, all’apertura, c’è Morné Steyn, macchina da punti e mete che sembra chiudere qualsiasi prospettiva di utilizzo in mediana per Butch James. Per contro, James rappresenta una buona opzione anche come primo centro, in veste di secondo playmaker della squadra. La scelta migliore per la maglia numero nove è probabilmente quella degli All Blacks, che possono utilizzare senza problemi Cowan e Weepu, giocatori dotati entrambi di buona esperienza internazionale, sebbene il primo soffra eccessivamente la pressione. Dan Carter è considerato una delle migliori aperture al mondo, anche se probabilmente anche un bambino potrebbe giocare con la sua confidenza e sapienza potendo contare sul sostegno e sulla protezione di un pacchetto di mischia come quello neozelandese. Gli australiani invece, oltre a Genia, hanno la possibilità di far crescere due aperture giovani e promettenti, su cui dovranno tentare di imperniare la propria squadra per la Coppa del Mondo del prossimo anno: Quade Cooper è l’uomo del momento, ma ci si aspetta un buon utilizzo anche per Berrick Barnes. Entrambi però non godono del supporto necessario e dovranno farsi strada attraverso la pressione delle terze linee più aggressive del pianeta.

CENTRI

SUDAFRICA NUOVA ZELANDA AUSTRALIA
Juan de Jongh (Stormers) Richard Kahui (Chiefs) Anthony Faingaa (Reds)
Jaque Fourie (Stormers) Ma’a Nonu (Hurricanes) Matt Giteau (Brumbies)
Wynand Olivier (Bulls) Conrad Smith (Hurricanes) Rob Horne (Waratahs)
Benson Stanley (Blues)

Quattro convocati per la Nuova Zelanda, che può fare affidamento sull’esperienza di Ma’a Nonu e Conrad Smith per far crescere nel frattempo Kahui e Stanley. Il Sudafrica sembra invece focalizzato sulla coppa formata da Wynand Olivier al 12 e Jaque Fourie al 13, ma può contare su più opzioni rispetto agli All Blacks: oltre all’emergente de Jongh, infatti, ci sono Butch James, convocato come apertura, ma utilizzabile col numero 12 come secondo playmaker, e Jean de Villiers che, utilizzato fuori ruolo all’ala, è un secondo centro dal passo devastante. L’Australia può contare sull’esperienza di un solo uomo: Matt Giteau, l’utility back per eccellenza del rugby attuale. Mediano di mischia, apertura, primo centro, eventualmente estremo: Giteau può giocare dappertutto e dovrà reggere da solo il peso della cerniera di centri australiana, aiutando gli inesperti Faingaa e Horne.

TRIANGOLO ARRETRATO

SUDAFRICA NUOVA ZELANDA AUSTRALIA
Gio Aplon (Stormers) Cory Jane (Hurricanes) Adam Ashley-Cooper (Brumbies)
Jean de Villiers (Munster – IRL) Rene Ranger (Blues) Peter Hynes (Reds)
Bryan Habana (Stormers) Joe Rokocoko (Blues) Digby Ioane (Reds)
François Hougaard (Bulls) Israel Dagg (Highlanders) Kurtley Beale (Waratahs)
Zane Kirchner (Bulls) Mils Muliaina (Chiefs) James O’Connor (Western Force)

Quanta corsa: il Sudafrica si affida alle sue frecce più veloci per il triangolo arretrato, convocando Bryan Habana, esempio perfetto dell’ala moderna e completa, Jean de Villiers e Gio Aplon, da alcuni considerato l’erede di Habana. Le due ali, insomma, non sono una preoccupazione per gli Springboks: il vero buco della formazione verde-oro è rappresentato dall’estremo. Zane Kirchner è l’uomo designato al 15, ma ancora non sta convincendo, e l’esperimento Aplon non sembra destinato ad avere seguito. In questa situazione, l’esclusione di François Steyn e le polemiche in atto tra lui e il CT Peter de Villiers pesano tantissimo sui sudafricani: riusciranno gli Springboks a recuperare re Frans entro la Coppa del Mondo? I più solidi, in quella posizione, sono i neozelandesi: Malili Mils Muliaina è il miglior estremo tra le tre squadre. Al suo fianco verranno utilizzati come prima scelta Joe Rokocoko e Cory Jane, mentre Dagg e Ranger tenteranno di fare esperienza il più possibile. Con Adam Ashley-Cooper e James O’Connor, l’Australia può fare veramente male a largo: una qualità, quella degli Wallabies, che però rischia di venire soffocata dalla difficoltà di ottenere palloni puliti da utilizzare. Se solo la trequarti australiana potesse contare su un pacchetto di mischia all’altezza della situazione, potrebbe creare seri problemi alle altre contendenti.

Damiano Benzoni

AL VIA IL TRI NATIONS, CONVOCAZIONI A CONFRONTO – PRIMA PARTE: LA MISCHIA

A confronto, reparto per reparto, le mischie delle nazionali del Tri Nations 2010, che inizierà domani con Nuova Zelanda – Sudafrica

Sabato inizia il Tri Nations, il torneo che vede affrontarsi le tre squadre più forti dell’emisfero australe, in attesa vi si unisca anche la nazionale argentina: Nuova Zelanda, Sudafrica e Australia. Grande attesa per gli Springboks che si presentano al torneo non solo da campioni in carica, ma anche da campioni del Mondo a un anno dalla Rugby World Cup neozelandese e forti di un’esaltante vittoria ai danni della Francia fresca di Grande Slam nel Sei Nazioni. Il Sudafrica è anche l’unica squadra che ha convocato giocatori impegnati in altri campionati, chiamando ben quattro europei: BJ Botha, van der Linde e Jean de Villiers sono impegnati con tre franchigie irlandesi nella Celtic League, mentre Butch James gioca la Guinness Premiership con il Bath.

Sebbene siano i probabili favoriti per la vittoria, i sudafricani non potranno abbassare la guardia: gli All Blacks di Wayne Smith sono coscienti di dover dimostrare qualcosa prima di potersi fregiare di essere la squadra più forte del mondo. Smith stesso ha dichiarato di potersi dire favorito nella competizione, mentre gli australiani hanno detto di essere motivati dal fatto di essere considerati solo outsider nella competizione di quest’anno. Il calcio d’inizio sarà domani pomeriggio, all’Eden Park di Auckland, con la sfida inaugurale tra Nuova Zelanda e Sudafrica

Andiamo a confrontare i valori delle squadre convocate, reparto per reparto:

PRIMA LINEA

SUDAFRICA NUOVA ZELANDA AUSTRALIA
Chiliboy Ralepelle (Bulls) Corey Flynn (Crusaders) Saia Faingaa (Reds)
John Smit (Sharks) – CAP. Keven Mealamu (Blues) Stephen Moore (Brumbies)
BJ Botha (Ulster – NIR) John Afoa (Blues) Ben Daley (Reds)
Jannie du Plessis (Sharks) Ben Franks (Crusaders) Salesi Ma’afu (Brumbies)
Tendai Mtawarira (Sharks) Owen Franks (Crusaders) Benn Robinson (Waratahs)
Gurthrö Steenkamp (Bulls) Tony Woodcock (Blues) James Slipper (Reds)
CJ van der Linde (Leinser – IRL)

Davanti, dove si gioca la battaglia più dura, i favoriti sembrano essere gli Springboks: capitan John Smit può riprendere il suo posto a tallonatore, dopo esser stato utilizzato fuori posizione nelle gare di novembre, e Gurthrö Steenkamp sta dimostrandosi il pilone più forte dell’anno, dopo aver sottomesso l’azzurro Castrogiovanni in un recente test match. Come se non bastasse per ridare sicurezza alla prima linea sudafricana, a rinforzare il reparto è tornato Tendai Mtawarira, the Beast, escluso dalla nazionale su richiesta del Ministero sudafricano dello sport per il fatto di essere un cittadino dello Zimbabwe. Una situazione che Mtawarira ha risolto acquisendo a fine giugno la cittadinanza sudafricana. Ottimi anche i ricambi, con il tallonatore Ralepelle e i piloni BJ Botha, du Plessis e van der Linde. Sbagliatissimo comunque dare per spacciati gli All Blacks, anzi: i neozelandesi hanno un pack di altissimo livello e con Mealamu e Flynn sono probabilmente i meglio attrezzati nel ruolo del tallonatore. L’intero blocco di prima linea fa capo a due sole franchigie, i Blues e i Crusaders e ad affiancare i più esperti Afoa e Woodcock ci sono i fratelli Ben e Owen Franks, promesse dei Crociati di Christchurch. Di fronte a queste corazzate impallidisce invece la prima linea australiana: solo Moore e Robinson possono vantare una buona esperienza internazionale, e il reparto è storicamente il tallone d’Achille degli Wallabies.

SECONDA LINEA

SUDAFRICA NUOVA ZELANDA AUSTRALIA
Andries Bekker (Stormers) Anthony Boric (Blues) Mark Chisholm (Brumbies)
Bakkies Botha (Bulls) Tom Donnelly (Highlanders) Dean Mumm (Waratahs)
Victor Matfield (Bulls) Brad Thorn (Crusaders) Nathan Sharpe (Western Force)
Danie Russouw (Bulls) Sam Whitelock (Crusaders) Rob Simmons (Reds)

In seconda linea e in rimessa laterale nessuno può battere gli Springboks: il reparto è ben diretto dal vicecapitano Victor Matfield, affiancato generalmente da Bakkies Botha. Un sodalizio di valore assoluto che rappresenta uno dei reparti più rodati e efficaci al mondo. I rimpiazzi, inoltre, sono più che riserve: Andries Bekker ha ben figurato nei test di giugno, e Danie Russouw ha la versatilità per essere utilizzato anche in terza linea. Non possono vantare lo stesso valore nè gli All Blacks nè gli australiani, che pure hanno uomini del calibro di Brad Thorn e Nathan Sharpe a fornire esperienza al reparto. Per i neozelandesi Boric e Donnelly battaglieranno per affiancare Thorn, e occhi aperti per il giovane Whitelock, mentre gli australiani hanno altri due uomini di discreta esperienza come Chisholm e Mumm e un esordiente assoluto, Rob Simmons dei Reds.

TERZA LINEA

SUDAFRICA NUOVA ZELANDA AUSTRALIA
Schalk Burger (Stormers) Jerome Kaino (Blues) Rocky Elsom (Brumbies) – CAP
François Louw (Stormers) Richie McCaw (Crusaders) – CAP Scott Higginbotham (Reds)
Dewald Potgieter (Bulls) Victor Vito (Hurricanes) Matt Hodgson (Western Force)
Ryan Kankowski (Sharks) Liam Messam (Chiefs) Ben McCalman (Western Force)
Pierre Spies (Bulls) Kieran Read (Crusaders) David Pocock (Western Force)
Richard Brown (Western Force)

Schalk Burger – Richie McCaw – Rocky Elsom. Questa la trimurti delle terze linee dell’emisfero sud: un maestro della pressione come il sudafricano Burger, un buon portatore di palla come il capitano australiano Elsom e la perfetta sintesi tra i due, il capitano degli All Blacks McCaw, placcatore instancabile, guardia sempre sul filo del fuorigioco (e spesso un poco oltre) e ottimo ball-carrier, il tutto a un ritmo di lavoro quasi ineguagliabile. La qualità non si ferma però qua: gli Springboks nei test di giugno hanno scoperto François Louw, solo quattro caps finora, che sembra però destinato a non mollare facilmente la maglia numero 7 verde-oro. Tra i flanker Burger e Louw, all’otto, Pierre Spies e titolare quasi inamovibile: potersi però permettere di tenere come seconda scelta un giocatore con l’atleticità e la visione di gioco di Ryan Kankowski non è certo da tutte le nazionali. La Nuova Zelanda invece può puntare su un Jerome Kaino ormai assodato e su Kieran Read all’otto, valida opzione anche per le rimesse laterali, mentre Vito e Messam avranno possibilità di fare esperienza nel torneo. L’Australia si trova a rinnovare: Elsom è l’unico del reparto ad aver giocato più di venti partite in nazionale, con la coppia Pocock e Brown di Western Force ad affiancarlo. Due gli esordienti assoluti nel ruolo: Higginbotham dei Reds e McCalman dei Force, mentre Hodgson, quarto convocato dei Force nel reparto, ha giocato solo due partite con la maglia dell’Australia.

Nel pomeriggio la seconda parte, con i trequarti delle tre squadre a confronto.

Damiano Benzoni

PALLANUOTO FEMMINILE: CONTINUA IL PREDOMINIO DELLE STATUNITENSI

Vittoria delle statunitensi in World League, dopo aver superato per la seconda volta l’Australia ai rigori.

Le statunitensi di Adam Krikorian, campionesse del mondo in carica e padrone di casa, si aggiudicano per la quinta volta la World League, battendo l’Australia in finale ai rigori dopo aver pareggiato 7-7 alla fine del tempo regolamentare. Il sette statunitense aveva trovato il vantaggio verso la fine del primo quarto, mantenendolo fino all’inizio del quarto, senza però riuscire a mettere tra sè e le australiane un break importante: il vantaggio massimo era stato di due reti.

Nell’ultima frazione di gioco la riscossa delle australiane: le australiane, sfruttando due superiorità prima con Bronwen Knox (5-5), poi con Glencora Ralph (6-6) ristabilivano la parità per poi portarsi in vantaggio a due minuti dalla fine con Sophie Smith. Era Lauren Wenger, diciotto secondi dopo, a pareggiare i conti per gli Stati Uniti, decretando il pareggio e rinviando il verdetto della gara ai tiri di rigore. Nessun errore per le rigoriste statunitensi, mentre tra i pali la loro Betsey Armstrong, votata miglior portiere del torneo, neutralizzava il quarto rigore delle australiane, tirato da Jemma Dessauvagie, permettendo a Maggie Steffens di mettere in porta il tiro decisivo sulll’ultimo rigore, dietro le spalle di Victoria Brown.

Le statunitensi già nel girone preliminare avevano avuto la meglio delle australiane ai rigori, oltre ad aver superato Grecia (poi sconfitta nuovamente in semifinale) e Russia, mentre nei quarti avevano battuto il Canada 7-4 in una riedizione della finale mondiale di Roma dello scorso anno.

Al terzo posto della World League è arrivata la Grecia, dopo aver battuto nella finale di consolazione le russe per 8-7, stesso risultato con cui l’Australia le aveva superate in semifinale. Nella parte bassa del tabellone la Cina ha battuto l’Ungheria per il quinto posto, mentre l’Olanda ha superato il Canada piazzandosi in settima posizione. Per le magiare inutili le buone prestazioni di Dóra Kisteleki, miglior marcatrice della manifestazione, e di Gabriella Szűcs. Il premio di miglior giocatrice del torneo è andato ala statunitense Brenda Villa, impegnata con il Catania nel campionato italiano.

Sabato 3 luglio 2010
AUSTRALIA – STATI UNITI 7-7 – 4-5 d.t.r.
(1-2; 1-2; 2-1; 3-2)
Coggan Center, La Jolla (California, USA)

AUSTRALIA: Brown, Beadsworth 1, Smith 1, Brightwell, Moran, Knox 3, Webster, Ralph, Dessauvagie, Arancini, Rippon, Zagame, Wakefield.

STATI UNITI: Armstrong, Petri 1, Matthewson, Villa, Wenger 1, Gandy, Steffens, Silver 2, Windes 1, Rulon 1 (rig.), Dries, Craig 1, Seidemann.

NOTE: nessun espulso per limite di falli. Superiorità numeriche Australia 2/9, Stati Uniti 3/9 + 1 rig.

RIGORI:

AUSTRALIA 4 STATI UNITI 5
Webster 1 Gandy 1
Knox 2 Rulon 2
Beadsworth 3 Seidemann 3
Dessauvagie p Silver 4
Brightwell 4 Steffens 5

Damiano Benzoni