SULLA CINA CON (POCO) FURORE

Il Settebello batte gli asiatici 12-9, giocando a ritmi blandi. Ora l’Australia ai quarti.

dal nostro inviato

FIRENZE Il minimo sforzo. Anzi, volendo dirla tutta nemmeno la sconfitta entro i tempi regolamentari avrebbe pregiudicato il secondo posto dell’Italia nel girone A. Logico, dunque, che il Settebello, nella partita che concludeva la fase eliminatoria, giocasse senza grande intensità. Tanto più che, dall’altra parte, c’era una Cina chiaramente condannata a fare da comprimaria agli azzurri. Il grande pubblico, questa volta, diserta le tribune della Costoli, segno che questa partita, di fascino, ne trasmetteva assai poco: se non altro è servita a Campagna per saggiare la prontezza dei giocatori che finora avevano giocato poco o nulla, vedi il portiere Pastorino ed il centroboa Lapenna.

Difesa allegra. Una domanda sarà, sicuramente, sorta spontanea: il Settebello che, alla Serbia, non ha fatto nemmeno segnare un gol in superiorità numerica in tre tempi è lo stesso che concede ben nove reti alla modesta Cina? Sì, è lo stesso. Solo che ha cambiato due giocatori e, soprattutto, non sembra per nulla intenzionato a dannarsi l’anima: c’è un quarto di finale, piuttosto impegnativo, contro un avversario grintoso e ben predisposto in acqua come l’Australia, figurarsi se è il caso di smarrire energie vitali contro la cenerentola del gruppo. Che, sia ad uomini pari che in superiorità numerica, coglie in fallo gli azzurri nel loro settore nevralgico, la retroguardia: troppi palloni arrivati al centro e girati in fondo al sacco dai terminali offensivi cinesi e difesa che scricchiola più del solito quando si trova a difendere con un uomo in meno. Ma il calo di tensione può anche essere comprensibile.

Durus Alex, sed Alex. Che siano i rocciosi americani, i mostri sacri serbi o i volenterosi cinesi, invece, non fa differenza per Alex Giorgetti: il centrovasca recchelino, tra i grandi esclusi agli Europei di Zagabria, anche stasera ha messo a segno una tripletta. La terza consecutiva. Sembra lui, dunque, l’emblema di questa Italia: sa sfruttare le superiorità numeriche (come tutta la squadra), risulta molto efficace senza ingarbugliarsi in soluzioni spettacolari ma rischiose (come tutta la squadra), segna all’ultimo secondo contro la Serbia dando dimostrazione di non lasciare nulla di intentato (come tutta la squadra). Accanto alla sua piacevole conferma c’è la sorpresa, altrettanto piacevole, di Federico Lapenna: il recchelino ha segnato due reti da centroboa di razza alla prima apparizione. Se è vero che Aicardi ha giocato divinamente contro la Serbia, è anche vero che l’altra scelta, l’esperto Deserti, sa farsi apprezzare per il lavoro sporco sui due metri, dove un’espulsione guadagnata o un passaggio decisivo valgono quanto un gol. L’imbarazzo della scelta: a averne, di questi dilemmi. Ora, con l’Australia, non saranno ammesse amnesie. Perché gli oceanici non sono certo dei novizi. E, soprattutto, perché perdere significherebbe uscire di scena. E abbandonare i sogni di qualificarsi fin da subito per le Olimpiadi.

 

Giovedì 23 giugno 2011
CINA-ITALIA 9-12 (2-4, 3-3, 2-3, 2-2)
Piscina Paolo Costoli, Firenze

 

CINA: Ge, Tan 2, Liang 1, Yu 2, Guo 1, Pan, Li Bin, Wang, Xie 1, Li Li 1, Zhang 1, Dong, Wu. All. Cai.

ITALIA: Pastorino, Luongo, Gitto 1, Figlioli, Pérez 1, Felugo 1, Giacoppo, Gallo 1, Presciutti 3, Fiorentini, Lapenna 2, Deserti, Giorgetti 3. All. Campagna.

ARBITRI: Terpenka (CAN) e Brguljan (MNE)

NOTE: superiorità numeriche Cina 4/6, Italia 5/7.

 

Simone Pierotti