Non sarà la Champions League, per bacino d’utenza e coinvolgimento mediatico, anche se dal prossimo anno si chiamerà proprio così. Eppure, per gli appassionati di pallanuoto, lo sport di squadra presente da più tempo ai Giochi Olimpici, è l’appuntamento più atteso dell’anno. Ed è, pur sempre, la più importante manifestazione continentale. Che si alzi il sipario, allora, sulla Final Four di Eurolega: sarà lo Stadio del Nuoto di Roma, nella zona del Foro Italico, ad ospitare domani e sabato l’atto supremo della regina delle coppe europee. A due anni di distanza dalla Champions League, quella vera, e dai Mondiali di nuoto, la capitale torna ad essere lo scenario di un evento comunque di richiamo (oltre cento i giornalisti accreditati). Neanche a dirlo, la Pro Recco fresca vincitrice del venticinquesimo scudetto della sua storia parte con i favori del pronostico: i liguri vogliono riporre nella loro sala trofei l’ennesima coppa dalle grandi orecchie. Sarebbe la settima, traguardo già raggiunto dal Mladost Zagabria, altra semifinalista che sarà opposta al Partizan Belgrado, fermo a quota sei come il settebello recchelino.
Mladost Zagabria-Partizan Belgrado (ore 19.30): delle due semifinali è quella più equilibrata, più imprevedibile, più affascinante (e anche la più a rischio: si parla di 6mila tifosi in arrivo nella capitale, con le forze dell’ordine già in allerta). Basterebbe solo rammentare che scendono in acqua tredici Coppe dei Campioni, tre Coppe delle Coppe, due Coppe LEN e quattro Supercoppe europee. Ma non è solo una questione di blasone: Mladost e Partizan sono il fiore all’occhiello di due scuole pallanotistiche, quella croata e quella serba, che hanno sempre dato spettacolo quando hanno incrociato le armi. Otto anni fa, a Kranj, nella finale degli Europei non mancarono violenti scontri e scene da guerriglia urbana, lo scorso settembre, a Zagabria, la semifinale continentale è stata una delle partite più belle dell’intera manifestazione, decisa solamente a pochi secondi dalla conclusione. Otto, finora, i confronti nella storia della Coppa dei Campioni poi ribattezzata Eurolega: il primo risale alla stagione 1969-70 e finì in parità (4-4), l’esito maggiormente ricorrente – tre volte – assieme alla vittoria dei serbi. Le due squadre si sono già affrontate nel girone eliminatorio: all’andata vinse 10-8 il Mladost, che a Belgrado fu però sommerso di reti (14-7). Tutta da seguire la personale sfida di Vanja Udovičić, nazionale serbo ed ex Partizan passato l’estate scorsa al Mladost, e di Igor Milanović, allenatore dei bianconeri che da giocatore ha indossato anche la calottina del settebello di Zagabria.
Pro Recco-Budvanska Rivijera (ore 21): ovvero la noia. Nulla sembra in grado di far pensare ad una clamorosa disfatta dei liguri di Pino Porzio, detentori del trofeo: non fosse altro che hanno vinto tre delle ultime quattro edizioni, arrendendosi solamente al Primorac Kotor due anni fa a Fiume. C’è, poi, il desiderio di raggiungere il Mladost nella speciale classifica delle squadre che hanno vinto il maggior numero di Coppe dei Campioni. E poi c’è il dato, tutt’altro che irrilevante, della maggior freschezza atletica dei recchelini: il patron Gabriele Volpi ha infatti messo a disposizione del tecnico partenopeo due diverse squadre, una per il campionato e l’altra per le coppe europee, dove non c’è un limite al numero di giocatori stranieri tesserabili. E così i vari Kásás, Molina, Perrone, Burić, Madaras e Filipović sono stati convogliati sull’Eurolega. Il minor numero di partite in calendario si traduce in un minor dispendio energetico e, per questo, gli stranieri della Pro Recco arriveranno all’appuntamento capitolino meno spossati dei loro avversari. Per i malcapitati montenegrini, meno decorati rispetto a Primorac e Jadran, unica squadra ad aver raggiunto le finali partendo dal primo turno preliminare, sembra che non ci sia sfida.