CAPANNELLE, CORE DE ROMA

Roma è da sempre uno dei centri principali, se non il cuore pulsante, del cricket in Italia. Con la scomparsa dalla massima serie di club come la Lazio, il Gallicano e, più recentemente, la PGS Lux – e con l’Olgiata in serie C – , il Capannelle Cricket Club è rimasto l’unica squadra romana del massimo campionato. Società storica del cricket italiano,  fondato agli inizi degli anni Ottanta con il nome di Doria Pamphili Cricket Club  dal srilankese Alfonso Jayarajah, dall’italo-indiano Massimo Da Costa, dall’australiano Desmond O’Grady e dal siriano Sam Kahale, il Capannelle prese l’attuale denominazione nel 1983 quando la squadra trovò ospitalità nell’omonimo ippodromo. I biancoverdi romani hanno vinto quattro campionati italiani maschili, due femminili e ben otto Coppe Italia. Domenica mentre in Piazza San Giovanni si terrà il concerto del primo maggio all’ippodromo Capannelle i capitolini ospiteranno i campioni in carica del Pianoro. Chi meglio di Leandro “Matì” Jayarajah, figlio del co-fondatore Alfonso e fratello di Francesca, per presentare la ventinovesima avventura del Capannelle nel massimo campionato?

Il campionato di serie A perde PGS Lux e Maremma, si torna alla formula del 2009 con il campionato a 5 squadre e la finale scudetto: un giudizio?

«Ovviamente è un peccato che il numero delle partecipanti alla Serie A sia diminuito, ma il livello tecnico è migliorato nettamente: lo si può vedere sia dal buono standard di fielding e anche dalle capacità in battuta del “jack” (il battitore numero 11, ndr). Purtroppo, essendo rimasti l’unica squadra Roma a militare in Serie A ,ci tocca fare quasi 700 km, tra andata e ritorno, per la trasferta più vicina. In questo senso sarà, sicuramente, un campionato faticoso».

Qual è l’obiettivo di quest’anno?

«Campioni d’Italia 2011: sono passati più di dieci anni dal mio esordio in Serie A ed ancora non sono riuscito a vincere il titolo, una soddisfazione che penso sia ora di togliermi. Al Capannelle stesso il tricolore manca dal 2000 e non voglio neanche contare quante volte siamo arrivati ad un soffio dal titolo. Finalmente abbiamo una squadra competitiva con una solida base di giocatori italiani, prodotti dalla nostra “cantera”, che nei vari anni hanno vinto i propri campionati giovanili. Forse nel quartetto di stranieri siamo leggermente indietro, ma sinceramente credo che la differenza la facciano gli altri sette. La cosa fondamentale è che siamo una squadra molto unita e giovane, che si diverte molto in campo e fuori».

Chi sono i giocatori più importanti per raggiungere gli obiettivi stagionali?

«L’anno scorso i due giocatori premiati come Player of the Year e Young player dalla società sono stati Indika Senn e Jakub Peret. Spero che questo anno potranno migliorare ulteriormente le loro prestazioni. Se devo fare altri due nomi dico Suresh Kekul in battuta, che durante la scorsa stagione è stato sfortunato in molte occasioni, ed il nostro opening batsman Ali Ghulam, romano di Fidene che, a dispetto del nome, è mio compagno di squadra dai giovanili del 1998. Al lancio confido molto nelle abilità di Giorgio Scalco come wicket taker e di Niccolò Barca che riesce a far “swingare” notevolmente la palla nelle dure condizioni italiane. Infine, spero di fare una buona stagione piena di wickets con il mio offspin».

Quali sono i giocatori avversari che più temete?

«Sinceramente? Non temo nessun giocatore in particolare: credo che la sia l’intera squadra a fare la differenza tra vincere e perdere».

Su quale squadra farete la vostra corsa?

«Ovviamente la squadra favorita è sempre la squadra campione in carica (il Pianoro, ndr) ma credo che questo possa essere un campionato molto equilibrato».

Chi vincerà lo scudetto?

«Il Capannelle Cricket Club».