IERI & OGGI: ALTHEA GIBSON, PRIMA NERA A VINCERE UN TITOLO AMERICANO NEL TENNIS

La storia di Althea Gibson, la tennista che superò le barriera razziali diventando il primo atleta di colore a vincere un titolo americano nel Tennis e molto di più.

Althea GibsonParlare di Althea Gibson significa necessariamente parlare della segregazione razziale nello sport, in questo caso nel Tennis, negli Stati Uniti tra gli anni Quaranta e Cinquanta. Sviluppatosi negli Stati Uniti come sport per l’alta borghesia e l’elite, il Tennis statunitense visse per decenni una dicotomia tra tornei per bianchi e tornei per neri gestiti da due organizzazioni diverse; nel caso degli afroamericani fu l’American Tennis Association, creata nel 1916, ad occuparsi dello sviluppo del gioco tra la popolazione di colore organizzando dal 1917 i Campionati Nazionali contrapposti ai Campionati della USLTA, US Lawn Tennis Association, dove solo i bianchi avevano accesso. Il primo incontro interrazziale avvenne solo nel 1940 quando Don Budge, autore nel 1938 del Grand Slam, giocò in una esibizione al New York Cosmopolitan Club di Harlem contro il campione ATA Jimmie McDaniel vincendo per 6-1 6-2 ma riconoscendo come il gioco di McDaniel avrebbe potuto essere da Top Ten.

Si trattò solo di un caso sporadico e le barriere razziali più rilevanti furono rotte solo a partire da una decina di anni più tardi da Althea Gibson, una ragazza nata nella Carolina del Sud nel 1927 e trasferitasi ad Harlem all’età di tre anni. La passione per il tennis crebbe proprio al Cosmopolitan Club di Harlem e la Gibson nel 1944 vinse il suo primo titolo nazionale ATA nella categoria junior. La qualità del gioco di Althea crebbe e nel 1950 riuscì a partecipare ai Campionati Nazionali Indoor della USLTA divenendo la prima giocatrice di colore a raggiungere la finale di un Campionato Nazionale. Fu ammessa, nonostante il colore della pelle, a partecipare ai Campionati sulla terra rossa dove uscì nei quarti di finale ma la barriera razziale sarebbe stata superata solo partecipando al massimo evento statunitense del tennis, lo US Open che all’epoca si teneva sull’erba di Forest Hills. Tutto faceva presagire un’ennesima esclusione fino a quando la campionessa bianca Alice Marble intervenne con un articolo sulla rivista American Lawn Tennis scrivendo: “Se il tennis è un gioco per gentildonne e gentiluomini, è il momento che si inizi a comportarsi da persone corrette e non da moralisti ipocriti” per chiudere con una sfida: “se Althea Gibson rappresenta una minaccia per questa generazione di giocatrici, è corretto che questa minaccia sia affrontata sui campi da gioco”. L’intervento ebbe effetto e, nel giorno del suo ventitreesimo compleanno, Altea divenne la prima persona di colore a partecipare agli US Opendove uscì al secondo turno contro Louise Brough, una delle star dell’epoca. La storia, talvolta leggendaria, vuole che il match contro la Brough fosse interrotto da un fulmine che colpì una statua e che la Gibson dichiarasse: “quando il fulmine ha colpito ho visto un segno dei tempi che cambiano”.

Saetta o non saetta, la Gibson, la donna di colore delle prime volte nel tennis, nel 1951 fu la prima afroamericana a giocare a Wimbledon ma i suoi migliori anno arrivarono a partire dal 1956 quando vinse il suo primo titolo in un torneo del Grand Slam, gli Open di Francia. L’anno successivo è l’anno della definitiva affermazione: vince Wimbledon battendo in finale Darlena Hard 6-3 6-2 e al ritorno in patria viene fatta sfilare a Broadway. Nonostante questo nella sua biografia la Gibson ricorderà come sebbene vincesse tornei e le fossero tributati onori anche dal vicepresidente Nixon in certe zone del paese le venisse rifiutato l’accesso in alcuni alberghi e le fosse impedito di organizzare un rinfresco in suo onore. Il 21 luglio 1957, Althea Gibson diventa il primo tennista di colore a vincere un titolo nazionale statunitense battendo nella finale dei Campionati in Terra Rossa ancora Darlene Hard con il risultato di 6-2 63. Poco più di un mese dopo si issò sul tetto del tennis americano e mondiale affermandosi anche negli US Open superando in finale Louise Brough (6-3 6-2).

Diventata ormai la tennista numero uno al mondo, Althea Gibson difese con successo ambedue i titoli l’anno successivo e sia nel 1957 sia nel 1958 fu scelta dall’Associated Press come l’atleta dell’anno (un’altra prima volta per gli afroamericani). Dopo aver vinto il suo secondo US Open passò al professionismo.

Massimo Brignolo

WIMBLEDON: NADAL SEMPRE PIU’ IL NUMERO UNO

Rafa Nadal conquista per la seconda volta il torneo di Wimbledon centrando la prestigiosa doppietta Parigi – Wimbledon mentre il ceco Berdych sale all’ottavo posto del ranking.

Rafa Nadal
Foto: Tonelli

Rafael Nadal, a dispetto degli organizzatori di Wimbledon che nel seeding delle teste di serie gli avevano preferito Roger Federer, si conferma il numero uno del tennis mondiale vincendo per la seconda volta nella sua carriera il torneo londinese. Nella finale, lo spagnolo ha avuto la meglio sul ceco Tomáš Berdych che nel cammino verso l’epilogo ha collezionato gli scalpi importanti di Roger Federer e di Novak  Ðoković, teste di serie numero 1 e 3 del torneo.

Il mancino di Maiorca, alla sua quarta finale a Wimbledon ma per la prima volta non opposto a Federer, ha vinto il primo set 6-3 grazie a due servizi strappati al ceco e ha avuto la pazienza di attendere l’errore di Berdych, arrivato solo al dodicesimo gioco, per chiudere anche il secondo parziale sul 7-5. A questo punto con il ceco svuotato, è stata impresa facile per Nadal chiudere con un 6-4 la seconda doppietta Parigi – Wimbledon (come nel 2008), impresa riuscita solo ai fuoriclasse del tennis come Rod Laver, Bjorn Borg e Roger Federer.

Nel ranking ATP, Rafa allunga ancora sul nuovo secondo, Novak Ðoković, che scavalca Federer mentre Berdych dal tredicesimo posto sale all’ottavo, miglior classifica della sua carriera che lo aveva visto al nono posto nell’estate del 2007.

Massimo Brignolo

WIMBLEDON: E’ SERENA WILLIAMS LA REGINA DELL’ERBA

Quarta vittoria a Wimbledon per Serena Williams che nel torneo non ha concesso alle avversarie neanche un set.

Serena Williams
Foto Tonelli

Serena Williams conquista la sua quarta vittoria sull’erba di Wimbledon, la tredicesima in una prova dello Slam, confermando il suo indiscusso ruolo di numero uno del tennis femminile. La statunitense ha raggiunto l’obiettivo senza concedere alle avversarie neanche un set e la regola non è caduta neanche oggi nella finale contro la russa Vera Zvonarëva, alla prima finale della carriera in uno Slam, per la quale il successo è stato arrivare incolume all’atto conclusivo di The Championships.

Un’ora e sette minuti sono stati sufficienti a Serena per sbrigare la formalità finale: un break nel primo set, un break nel primo gioco del secondo set ribadito da un secondo al quinto gioco per un facile 6-3 6-2. Per Serena è la seconda doppietta: come nel 2003 fece il bis dopo la prima vittoria del 2002, oggi ha bissato la vittoria dello scorso anno.

Massimo Brignolo

WIMBLEDON: LA FINALE SARÀ ZVONARËVA – SERENA

Serena Williams giocherà sabato la sua sesta finale sull’erba di Wimbledon. Tra lei e la quarta vittoria, la russa Zvonareva.

Vera Zvonareva
Foto: Tonelli

La finale femminile del torneo di Wimbledon si disputerà sabato tra Vera Zvonarëva e Serena Williams. La numero uno al mondo ha superato oggi in semifinale per 7-6 6-2 la ceca Petra Kvitová arrivando per la sesta volta all’appuntamento conclusivo sull’erba dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club senza avere, questa volta, concesso alle avversarie neanche un set lungo il cammino. La Kvitová le ha provate tutte per fermare ciclone Williams: nel primo set è stata anche in vantaggio di un break e ha ceduto al tie-break solo per qualche dritto sbagliato di troppo. Nel secondo set è andata avanti per 2-1 ma poi Serena ha deciso che aveva fretta e ha chiuso cinque giochi consecutivi per andare sotto la doccia.

Nell’altra semifinale per un set è continuato il sogno della bulgara Pironkova che si è trovata in vantaggio per 6-3 ma ha poi dovuto inchinarsi alla più quotata russa Vera Zvonarëva (82 del mondo la bulgara, 21 la russa prima di Wimbledon) che ha concesso molto poco nel secondo e terzo set chiudendo le ostilità sul 3-6 6-3 6-2.

Per la Zvonarëva si tratta della prima finale di un torneo dello Slam e incontrerà Serena Williams per la sesta volta della carriera: solo una volta si è imposta la russa, si era sul duro di Cincinnati nel 2006 e vinse 6-2 6-3 in semifinale prima di aggiudicarsi il torneo in una delle 10 vittorie su 23 finali disputate nel circuito maggiore.

Massimo Brignolo